Ragazzi..Comunque per argomentare i propri discorsi, articoli di Feltri e Co. mi sembrano un po' ridicoli da mettere..visto che per il 90% sono dettati dallo stipendio che gli da il proprio editore...
Via Bettino Craxi, a Milano (sindaco Moratti inside)
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Dopo circa 2 giorni finalmente il PD partorisce una dichiarazione. Ed è, come spesso da quelle parti, una dichiarazione da far cascare le braccia che dimostra, ancora una volta, come il PD sia un PDL con la metà dei voti.
"Bettino fu un capro espiatorio"
Per Piero Fassino «la dimensione giudiziaria in Craxi ha sovrastato la riflessione politica»
FABIO MARTINI
ROMA
Piero Fassino che da giovane dirigente del Pci, non criminalizzò mai il Psi di Craxi, ora può sobriamente citarsi: «Sette anni fa, in un libro che in alcuni passaggi sembrò eretico, provai ad uscire dagli opposti manicheismi nei confronti di Craxi. Continuo a pensare che dipingerlo come un criminale sia una caricatura sciocca e inaccettabile. Così come descriverlo come la vittima di una congiura».
In Craxi ci sono i prodromi di Berlusconi o restò un uomo di sinistra?
«Non ci sono dubbi. Craxi è stato un politico della sinistra, nel solco della storia del socialismo riformista. Ha rivitalizzato il Psi, ha intuito prima di altri quanto l’Italia avesse bisogno di una modernizzazione economica ed istituzionale, su questo sfidò due grandi forze come la Dc e il Pci ed avvertendo il rischio di non farcela, non sfuggì alla tentazione di un alleanza con i poteri forti, come la P2 di Gelli, terreno sul quale è maturata la degenerazione e la corruzione».
Craxi, che non era un santo, ha finito per diventare un capro espiatorio? «Probabilmente sì. Intendiamoci. Tangentopoli non è stata un’invenzione della magistratura, le tangenti, le corruzioni e le concussioni c’erano e sono state provate e non si poteva chiedere ai magistrati di guardare dall’altra parte. Ma al di là delle responsabilità penali, la dimensione giudiziaria ha finito per sovrastare la riflessione politica».
L’intervento alla Camera col quale Craxi chiamò tutti i partiti a confessare le proprie colpe, cadde in un silenzio ipocrita che si traformò in odio anche da parte vostra... «Rivisto oggi, non c’è dubbio che ci fu un silenzio assolutamente reticente e ambiguo da parte di tutta la classe politica davanti al discorso che Craxi fece alla Camera e nel quale disse con parole crude che il problema del finanziamento illegale non riguardava soltanto il Psi ma l’intero sistema politico».
Sostanzialmente era così?
«Difficile negarlo, anche se c’era e c’è una differenza tra finanziamento illecito e corruzione. Ciò non poteva significare assoluzione giudiziaria, ma neppure rimozione politica. In ogni caso quel che allora mancò fu una seria riflessione sul finanziamento della politica e su come renderlo trasparente».
Lei la intitolerebbe una strada a Craxi? Il nome di una via non è qualcosa che dovrebbe essere «sentito» dai cittadini e non imposto a maggioranza?
«Non mi pare davvero utile infilarsi adesso in un referendum pro o contro la proposta della Moratti. Deciderà il Consiglio comunale di Milano, ma nei panni del sindaco, avrei colto l’occasione del decennale per proporre un impegnativo convegno sulla figura di Craxi, chiamando politici, economisti, giuristi, sindacalisti, per riflettere seriamente su un uomo che, tra luci e ombre, è stato un protagonista della politica italiana».
Uomo di Stato lo fu oggettivamente. Ma fu anche statista, uomo di governo con forte senso dello Stato?
«Lo fu quando si assunse la responsabilità di decisioni difficili e conflittuali come, per fare un esempio, l’intervento sulla scala mobile. Ma anche quando fece significative scelte internazionali, da Sigonella alla strategia dell’attenzione verso l’Est europeo alla vigilia della caduta del Muro».
Uno statista può sottrarsi alla giustizia del proprio Paese?
«Certamente no, anche se, quando un uomo si trova nella bufera, intervengono fattori di natura umana e personale sui quali penso che occorra avere prudenza di giudizio».
Sarebbe simbolicamente giusto che una delegazione del Pd partecipasse ad una delle manifestazioni programmate ad Hammamet?
«Sono tanti i modi per rendere esplicito un nostro giudizio più meditato, ma le forme più opportune sarà Bersani a deciderle». Craxi non ebbe complessi di inferiorità verso Dc e Pci né paura di avere nemici a sinistra: una lezione per il Pd? «Sì, Craxi ebbe queste caratteristiche ma sul piano della cultura politica si tratta di “complessi” che la nostra tradizione ha oramai superato».In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioDopo circa 2 giorni finalmente il PD partorisce una dichiarazione. Ed è, come spesso da quelle parti, una dichiarazione da far cascare le braccia che dimostra, ancora una volta, come il PD sia un PDL con la metà dei voti.
"Bettino fu un capro espiatorio"
Per Piero Fassino «la dimensione giudiziaria in Craxi ha sovrastato la riflessione politica»
FABIO MARTINI
ROMA
Piero Fassino che da giovane dirigente del Pci, non criminalizzò mai il Psi di Craxi, ora può sobriamente citarsi: «Sette anni fa, in un libro che in alcuni passaggi sembrò eretico, provai ad uscire dagli opposti manicheismi nei confronti di Craxi. Continuo a pensare che dipingerlo come un criminale sia una caricatura sciocca e inaccettabile. Così come descriverlo come la vittima di una congiura».
In Craxi ci sono i prodromi di Berlusconi o restò un uomo di sinistra?
«Non ci sono dubbi. Craxi è stato un politico della sinistra, nel solco della storia del socialismo riformista. Ha rivitalizzato il Psi, ha intuito prima di altri quanto l’Italia avesse bisogno di una modernizzazione economica ed istituzionale, su questo sfidò due grandi forze come la Dc e il Pci ed avvertendo il rischio di non farcela, non sfuggì alla tentazione di un alleanza con i poteri forti, come la P2 di Gelli, terreno sul quale è maturata la degenerazione e la corruzione».
Craxi, che non era un santo, ha finito per diventare un capro espiatorio? «Probabilmente sì. Intendiamoci. Tangentopoli non è stata un’invenzione della magistratura, le tangenti, le corruzioni e le concussioni c’erano e sono state provate e non si poteva chiedere ai magistrati di guardare dall’altra parte. Ma al di là delle responsabilità penali, la dimensione giudiziaria ha finito per sovrastare la riflessione politica».
L’intervento alla Camera col quale Craxi chiamò tutti i partiti a confessare le proprie colpe, cadde in un silenzio ipocrita che si traformò in odio anche da parte vostra... «Rivisto oggi, non c’è dubbio che ci fu un silenzio assolutamente reticente e ambiguo da parte di tutta la classe politica davanti al discorso che Craxi fece alla Camera e nel quale disse con parole crude che il problema del finanziamento illegale non riguardava soltanto il Psi ma l’intero sistema politico».
Sostanzialmente era così?
«Difficile negarlo, anche se c’era e c’è una differenza tra finanziamento illecito e corruzione. Ciò non poteva significare assoluzione giudiziaria, ma neppure rimozione politica. In ogni caso quel che allora mancò fu una seria riflessione sul finanziamento della politica e su come renderlo trasparente».
Lei la intitolerebbe una strada a Craxi? Il nome di una via non è qualcosa che dovrebbe essere «sentito» dai cittadini e non imposto a maggioranza?
«Non mi pare davvero utile infilarsi adesso in un referendum pro o contro la proposta della Moratti. Deciderà il Consiglio comunale di Milano, ma nei panni del sindaco, avrei colto l’occasione del decennale per proporre un impegnativo convegno sulla figura di Craxi, chiamando politici, economisti, giuristi, sindacalisti, per riflettere seriamente su un uomo che, tra luci e ombre, è stato un protagonista della politica italiana».
Uomo di Stato lo fu oggettivamente. Ma fu anche statista, uomo di governo con forte senso dello Stato?
«Lo fu quando si assunse la responsabilità di decisioni difficili e conflittuali come, per fare un esempio, l’intervento sulla scala mobile. Ma anche quando fece significative scelte internazionali, da Sigonella alla strategia dell’attenzione verso l’Est europeo alla vigilia della caduta del Muro».
Uno statista può sottrarsi alla giustizia del proprio Paese?
«Certamente no, anche se, quando un uomo si trova nella bufera, intervengono fattori di natura umana e personale sui quali penso che occorra avere prudenza di giudizio».
Sarebbe simbolicamente giusto che una delegazione del Pd partecipasse ad una delle manifestazioni programmate ad Hammamet?
«Sono tanti i modi per rendere esplicito un nostro giudizio più meditato, ma le forme più opportune sarà Bersani a deciderle». Craxi non ebbe complessi di inferiorità verso Dc e Pci né paura di avere nemici a sinistra: una lezione per il Pd? «Sì, Craxi ebbe queste caratteristiche ma sul piano della cultura politica si tratta di “complessi” che la nostra tradizione ha oramai superato».
Mauro qual'è la fonte dell'intervista?Last edited by Cesarius; 31-12-2009, 18:04:56.Originariamente Scritto da Leonidagary io più ti leggo e più maledico l' alfabetizzazione, la democrazia e la rivoluzione francese, tu dovevi coltivare il tuo manso in padania dietro un affitto che dovevi al tuo signore.Originariamente Scritto da Bad Girlho sempre pensato che tu hai proprio bisogno di prenderlo di più,scusami se te lo dico ma ricordi me ai tempi della tristezza..per me puoi cambiare, se ce l'ho fatta io.. puoi farcela anche tuOriginariamente Scritto da gorgonema manca la verità più vera, le donne non vanno ascoltate, ma virilmente guidate.
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Originariamente Scritto da straccio_revenge Visualizza MessaggioMilano, 29-12-2009
A dieci anni dalla morte, il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha deciso di intitolare una via o un giardino a Bettino Craxi. Lo fara' intorno al 19 gennaio, quando il presidente della Repubblica ricordera' il leader socialista al Senato. L'iniziativa e' destinata a
creare aspre polemiche, che cominciarono durante la gestione di Albertini.
Letizia Moratti ne ha gia' parlato con la famiglia e i tecnici comunali della Toponomastica sono gia' al lavoro: hanno individuato quattro o cinque aree, le piu' vicine possibili al centro". Si legge sul Corriere della Sera. Nomi barrati. Sotto tiro. Nomi a cui si aggiungono sempre se e sempre ma. Combattuti da una parte politica e dall'altra. Ma questa volta Milano vuole giocare la partita fino in fondo.
La storia dell'intitolazione di una targa o di una via a Craxi nella 'sua' Milano arriva da lontano. Costellata da polemiche durissime. Di passi in avanti e di marce indietro. Tante le lettere che la figlia Stefania ha scritto all'ex sindaco, Gabriele Albertini chiedendo che la citta' ricordasse suo padre. La prima nel 2002. L'ultimo intervento nel 2008 quando si rivolse direttamente alla Moratti con la richiesta di 'una grande via o in alternativa di un parco dove giocano i bimbi'. In mezzo, contestazioni durissime. Come quando si arrivo' a un soffio dall'apporre una targa sul portone dell'ufficio di Craxi in piazza Duomo 19. Dopo il via libera della giunta di centrodestra arrivo' la sonora bocciatura del Consiglio comunale. Non se ne fece niente. Conseguenza anche delle parole scolpite nel marmo dall'ex pool di Mani Pulite: 'Va bene una targa a Craxi - aveva detto Antonio Di Pietro- Basta che si aggiungano le cariche che aveva quando era in vita: politico e latitante'. 'Non mi meraviglio piu' di niente - era stato il commento di Gerardo D'Ambrosio - E' perfettamente coerente con la politica del centrodestra delegittimare Mani Pulite. E guarda caso: la targa a Craxi non si mette in un posto qualunque, ma sotto l'ufficio dove venivano ricevute le tangenti'. Senza contare che anche la Lega si mise di traverso: 'Ero rimasto che le targhe si mettevano per gli eroi, per chi dava qualcosa al Paese non per chi prendeva qualcosa' era stato il commento di Matteo Salvini. Ci ha provato anche Vittorio Sgarbi nel suo mandato di assessore alla Cultura. Mise il nome di Craxi in un pacchetto di nuove vie milanesi. Altra bufera. Con la Moratti a fare da pompiere. 'I nomi devono essere condivisi. Penso anche che per le personalita' politiche l'attesa di dieci anni dalla morte sia corretta'. Il 19 gennaio 2010 sono dieci anni esatti dalla morte di Craxi".
Rainews24.it
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Originariamente Scritto da Cesarius Visualizza MessaggioMauro qual'è la fonte dell'intervista?
"Bettino fu un capro espiatorio" - LASTAMPA.itOriginariamente Scritto da Mizard...io ho parlato con tutti in questo forum,persino coi Laziali...Originariamente Scritto da Barone BizzioQuindi...in poche parole, sono tutti comunisti tranne Silvio?Originariamente Scritto da TheSandmanSilvio compreso.Originariamente Scritto da TheSandmanDiciamo che i comunisti che insulta lui sono ancora più comunisti di lui.
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Originariamente Scritto da catastrophy Visualizza Messaggiola stampa del 31.12.09...
"Bettino fu un capro espiatorio" - LASTAMPA.itIn un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioFossi un elettore del PD avrei una grave crisi di identità...Originariamente Scritto da Mizard...io ho parlato con tutti in questo forum,persino coi Laziali...Originariamente Scritto da Barone BizzioQuindi...in poche parole, sono tutti comunisti tranne Silvio?Originariamente Scritto da TheSandmanSilvio compreso.Originariamente Scritto da TheSandmanDiciamo che i comunisti che insulta lui sono ancora più comunisti di lui.
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Originariamente Scritto da catastrophy Visualizza Messaggiosì, ma mica da oggi... ricordiamo che veltroni (o era fassino?), quando si parlò di "radici del pd" disse che togliatti e craxi ne facevano parte, mentre non citò berlinguer... che culoIn un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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L'avvocato di Craxi sostiene che già esistono delle vie intitolate allo "statista"
L'avvocato di Craxi:
"Di vie intitolate a lui
ce ne sono già 6 o 7"
Lo dice il legale Giannino Guiso secondo cui il leader Psi "fu colpevole come altri, ma diventò il caprio espiatorio. La gente ha capito che cosa accadde allora"
Milano, 2 gennaio 2009 - Nonostante lo scalpore dell'iniziativa del sindaco di Milano di intitolare una via a Bettino Craxi, non è la prima volta che in Italia si rende omaggio al leader del Psi morto in Tunisia dieci anni fa. Addirittura, secondo il suo avvocato Giannino Guiso, "di strade dedicate a Craxi ce ne sono sei o sette".
“Quattro anni fa e io e la figlia Stefania - continua il legale - inaugurammo a Ozieri in provincia di Sassari la prima via intitolata a ‘Bettino Craxi statista’. E lo facemmo con un grande consenso popolare. Poi fu il turno di Aulla e adesso in Italia le strade dedicate a Bettino sono sei o sette”.
“Craxi fu colpevole come altri, ma diventò il caprio espiatorio, i tempi sono maturi affinchè ci sia anche nella sua città una strada per ricordarlo. La gente ha capito che cosa accadde allora. Le persone negli anni ‘90 andarono a manifestare a favore della falsa rivoluzione sotto il palazzo di giustizia perchè ingannate da magistrati e giornali faziosi - dice Guiso - Craxi è morto da dieci anni e non è giusto riversare sulla sua figura ancora odio”.
Per Guiso “i fatti di oltre 15 anni fa ora sono chiari. Erano tutti partiti a far ricorso al finanziamento illecito. Infatti allora quando Bettino lo disse in Parlamento rompendo l’ipocrisia nessuno ebbe il coraggio di alzarsi per obiettare”.
E le polemiche di questi giorni? “In gran parte si tratta di strumentalizzazioni e tra i responsabili principali ci sono i forcaioli di razza che allora agitavano il cappio in Parlamento e facevano il tifo per Mani pulite. In realtà sono sempre gli stessi. Poi c’è chi utilizza Craxi per colpire Berlusconi. Insomma, la polemica va al di là della figura e della storia di Bettino per cercare di influenzare il dibattito politico di oggi”.
Sarà utile nell’attualità una strada che porta il nome di Craxi? “Io dico di si. Come diceva Bettino comincia ad affacciarsi la verità. E’ chiaro che Borrelli e Di Pietro non sono stati eroi, ma responsabili di una manipolazione in grande stile. Oggi la maggior parte della gente ha gli strumenti per capire che se andrà sotto il palazzo di giustizia lo farà per manifestare contro e non più a favore”.
Quotidiano Net - L'avvocato di Craxi: "Di vie intitolate a lui ce ne sono giÃ* 6 o 7"...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioIntanto la Moratti lo paragona a Garibaldie Giordano Bruno
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la cosa terribile è che non porvino neanche un po' di vergogna...Originariamente Scritto da Mizard...io ho parlato con tutti in questo forum,persino coi Laziali...Originariamente Scritto da Barone BizzioQuindi...in poche parole, sono tutti comunisti tranne Silvio?Originariamente Scritto da TheSandmanSilvio compreso.Originariamente Scritto da TheSandmanDiciamo che i comunisti che insulta lui sono ancora più comunisti di lui.
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Originariamente Scritto da straccio_revenge Visualizza MessaggioMilano, 29-12-2009
A dieci anni dalla morte, il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha deciso di intitolare una via o un giardino a Bettino Craxi. Lo fara' intorno al 19 gennaio, quando il presidente della Repubblica ricordera' il leader socialista al Senato. L'iniziativa e' destinata a
creare aspre polemiche, che cominciarono durante la gestione di Albertini.
Letizia Moratti ne ha gia' parlato con la famiglia e i tecnici comunali della Toponomastica sono gia' al lavoro: hanno individuato quattro o cinque aree, le piu' vicine possibili al centro". Si legge sul Corriere della Sera. Nomi barrati. Sotto tiro. Nomi a cui si aggiungono sempre se e sempre ma. Combattuti da una parte politica e dall'altra. Ma questa volta Milano vuole giocare la partita fino in fondo.
La storia dell'intitolazione di una targa o di una via a Craxi nella 'sua' Milano arriva da lontano. Costellata da polemiche durissime. Di passi in avanti e di marce indietro. Tante le lettere che la figlia Stefania ha scritto all'ex sindaco, Gabriele Albertini chiedendo che la citta' ricordasse suo padre. La prima nel 2002. L'ultimo intervento nel 2008 quando si rivolse direttamente alla Moratti con la richiesta di 'una grande via o in alternativa di un parco dove giocano i bimbi'. In mezzo, contestazioni durissime. Come quando si arrivo' a un soffio dall'apporre una targa sul portone dell'ufficio di Craxi in piazza Duomo 19. Dopo il via libera della giunta di centrodestra arrivo' la sonora bocciatura del Consiglio comunale. Non se ne fece niente. Conseguenza anche delle parole scolpite nel marmo dall'ex pool di Mani Pulite: 'Va bene una targa a Craxi - aveva detto Antonio Di Pietro- Basta che si aggiungano le cariche che aveva quando era in vita: politico e latitante'. 'Non mi meraviglio piu' di niente - era stato il commento di Gerardo D'Ambrosio - E' perfettamente coerente con la politica del centrodestra delegittimare Mani Pulite. E guarda caso: la targa a Craxi non si mette in un posto qualunque, ma sotto l'ufficio dove venivano ricevute le tangenti'. Senza contare che anche la Lega si mise di traverso: 'Ero rimasto che le targhe si mettevano per gli eroi, per chi dava qualcosa al Paese non per chi prendeva qualcosa' era stato il commento di Matteo Salvini. Ci ha provato anche Vittorio Sgarbi nel suo mandato di assessore alla Cultura. Mise il nome di Craxi in un pacchetto di nuove vie milanesi. Altra bufera. Con la Moratti a fare da pompiere. 'I nomi devono essere condivisi. Penso anche che per le personalita' politiche l'attesa di dieci anni dalla morte sia corretta'. Il 19 gennaio 2010 sono dieci anni esatti dalla morte di Craxi".
Rainews24.it
stavolta dò ragione adi pietro.
p-e..viaggiamo leggeri..si và a caccia di orchi...
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