Milano, 29-12-2009
A dieci anni dalla morte, il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha deciso di intitolare una via o un giardino a Bettino Craxi. Lo fara' intorno al 19 gennaio, quando il presidente della Repubblica ricordera' il leader socialista al Senato. L'iniziativa e' destinata a
creare aspre polemiche, che cominciarono durante la gestione di Albertini.
Letizia Moratti ne ha gia' parlato con la famiglia e i tecnici comunali della Toponomastica sono gia' al lavoro: hanno individuato quattro o cinque aree, le piu' vicine possibili al centro". Si legge sul Corriere della Sera. Nomi barrati. Sotto tiro. Nomi a cui si aggiungono sempre se e sempre ma. Combattuti da una parte politica e dall'altra. Ma questa volta Milano vuole giocare la partita fino in fondo.
La storia dell'intitolazione di una targa o di una via a Craxi nella 'sua' Milano arriva da lontano. Costellata da polemiche durissime. Di passi in avanti e di marce indietro. Tante le lettere che la figlia Stefania ha scritto all'ex sindaco, Gabriele Albertini chiedendo che la citta' ricordasse suo padre. La prima nel 2002. L'ultimo intervento nel 2008 quando si rivolse direttamente alla Moratti con la richiesta di 'una grande via o in alternativa di un parco dove giocano i bimbi'. In mezzo, contestazioni durissime. Come quando si arrivo' a un soffio dall'apporre una targa sul portone dell'ufficio di Craxi in piazza Duomo 19. Dopo il via libera della giunta di centrodestra arrivo' la sonora bocciatura del Consiglio comunale. Non se ne fece niente. Conseguenza anche delle parole scolpite nel marmo dall'ex pool di Mani Pulite: 'Va bene una targa a Craxi - aveva detto Antonio Di Pietro- Basta che si aggiungano le cariche che aveva quando era in vita: politico e latitante'. 'Non mi meraviglio piu' di niente - era stato il commento di Gerardo D'Ambrosio - E' perfettamente coerente con la politica del centrodestra delegittimare Mani Pulite. E guarda caso: la targa a Craxi non si mette in un posto qualunque, ma sotto l'ufficio dove venivano ricevute le tangenti'. Senza contare che anche la Lega si mise di traverso: 'Ero rimasto che le targhe si mettevano per gli eroi, per chi dava qualcosa al Paese non per chi prendeva qualcosa' era stato il commento di Matteo Salvini. Ci ha provato anche Vittorio Sgarbi nel suo mandato di assessore alla Cultura. Mise il nome di Craxi in un pacchetto di nuove vie milanesi. Altra bufera. Con la Moratti a fare da pompiere. 'I nomi devono essere condivisi. Penso anche che per le personalita' politiche l'attesa di dieci anni dalla morte sia corretta'. Il 19 gennaio 2010 sono dieci anni esatti dalla morte di Craxi".
Rainews24.it
A dieci anni dalla morte, il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha deciso di intitolare una via o un giardino a Bettino Craxi. Lo fara' intorno al 19 gennaio, quando il presidente della Repubblica ricordera' il leader socialista al Senato. L'iniziativa e' destinata a
creare aspre polemiche, che cominciarono durante la gestione di Albertini.
Letizia Moratti ne ha gia' parlato con la famiglia e i tecnici comunali della Toponomastica sono gia' al lavoro: hanno individuato quattro o cinque aree, le piu' vicine possibili al centro". Si legge sul Corriere della Sera. Nomi barrati. Sotto tiro. Nomi a cui si aggiungono sempre se e sempre ma. Combattuti da una parte politica e dall'altra. Ma questa volta Milano vuole giocare la partita fino in fondo.
La storia dell'intitolazione di una targa o di una via a Craxi nella 'sua' Milano arriva da lontano. Costellata da polemiche durissime. Di passi in avanti e di marce indietro. Tante le lettere che la figlia Stefania ha scritto all'ex sindaco, Gabriele Albertini chiedendo che la citta' ricordasse suo padre. La prima nel 2002. L'ultimo intervento nel 2008 quando si rivolse direttamente alla Moratti con la richiesta di 'una grande via o in alternativa di un parco dove giocano i bimbi'. In mezzo, contestazioni durissime. Come quando si arrivo' a un soffio dall'apporre una targa sul portone dell'ufficio di Craxi in piazza Duomo 19. Dopo il via libera della giunta di centrodestra arrivo' la sonora bocciatura del Consiglio comunale. Non se ne fece niente. Conseguenza anche delle parole scolpite nel marmo dall'ex pool di Mani Pulite: 'Va bene una targa a Craxi - aveva detto Antonio Di Pietro- Basta che si aggiungano le cariche che aveva quando era in vita: politico e latitante'. 'Non mi meraviglio piu' di niente - era stato il commento di Gerardo D'Ambrosio - E' perfettamente coerente con la politica del centrodestra delegittimare Mani Pulite. E guarda caso: la targa a Craxi non si mette in un posto qualunque, ma sotto l'ufficio dove venivano ricevute le tangenti'. Senza contare che anche la Lega si mise di traverso: 'Ero rimasto che le targhe si mettevano per gli eroi, per chi dava qualcosa al Paese non per chi prendeva qualcosa' era stato il commento di Matteo Salvini. Ci ha provato anche Vittorio Sgarbi nel suo mandato di assessore alla Cultura. Mise il nome di Craxi in un pacchetto di nuove vie milanesi. Altra bufera. Con la Moratti a fare da pompiere. 'I nomi devono essere condivisi. Penso anche che per le personalita' politiche l'attesa di dieci anni dalla morte sia corretta'. Il 19 gennaio 2010 sono dieci anni esatti dalla morte di Craxi".
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