Campionato Di Calcio 04/05

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    Il tecnico toscano ha firmato un contratto biennale. Sensi: "Grande soddisfazione, torneremo al vertice". Trapattoni è il nuovo allenatore dello Stoccarda

    MILANO, 18 giugno 2005 - Luciano Spalletti è da ieri sera il nuovo allenatore della Roma. Il tecnico di Certaldo ha sottoscritto un contratto biennale, spetterà a lui rilanciare i giallorossi, reduci da una stagione tribolata.
    La telenovela Spalletti-Roma si è dunque conclusa con il lieto fine. Con soddisfazione di tutti i protagonisti, forse ad eccezione dell'Udinese, che perde il timoniere, che pure era ancora sotto contratto. Ma bando alle ipocrisie: nel calcio del terzo millennio accordi e firme servono solo come tutela finanziaria, ma non garantiscono certezze di altro tipo. E anche il patron dei friulani Pozzo ha dovuto prenderne atto, con buon senso, senza prolungare un braccio di ferro con Spalletti che non avrebbe fatto il bene di nessuno. E' stato un matrimonio felice per anni, ora è finita: meglio ricordare le cose belle e farsene una ragione. I bianconeri ripartono da una storica Champions League: per superare i preliminari ed approdare al tabellone principale ci si affiderà a Gianni De Biasi, ex Brescia, oppure a Serse Cosmi, fresco fresco di promozione in serie A con il Genoa.
    La Roma intanto esulta. Franco Sensi non nasconde la propria gioia: "È per me motivo di grande soddisfazione sapere di aver messo la squadra in buone mani. Sono convinto che dopo un anno difficile avremo ora un pronto rilancio e un ritorno alla tradizione che vuole la nostra squadra in lizza per le posizioni di vertice, anche e soprattutto in virtù di un patrimonio tecnico e di gioco di notevole qualità. Spalletti ha dimostrato di volere la Roma con tutte le sue forze, e questo per me rappresenta garanzia di determinazione e carattere. So che avrà al suo fianco Bruno Conti che ringrazio ancora per quanto ha fatto con grande spirito di sacrificio in questi mesi. Sono convinto che da questo momento torneremo a respirare il clima calcistico che ci spetta".
    Ieri ha "trovato casa" un altro allenatore di grande blasone. Una dimora un po' fuori mano, a dirla tutta: Giovanni Trapattoni è il nuovo tecnico dello Stoccarda. A 66 anni il tecnico di Cusano Milanino ha trovato gli stimoli per mettersi in discussione una volta di più. Torna in Germania, dove alla guida del Bayern Monaco era diventato il Maestro, conquistando un campionato nel 1997 e soprattutto la stima professionale ed umana dei tedeschi. L'entusiasmo di un ragazzino e l'esperienza di un veterano, questo era stato il suo cocktail vincente, che proverà a replicare allo Stoccarda, dove sostituisce Matthias Sammer, ex difensore dell'Inter e Pallone d'oro, mica uno qualsiasi. Trapattoni aveva promesso alla moglie di tornare in Italia dopo la vittoria nel campionato portoghese sulla panchina del Benfica, con cui era stato capace di mettere in fila il Porto, ex campione d'Europa, e lo Sporting Lisbona, finalista in coppa Uefa. E invece ha vinto una volta di più il richiamo del campo, di una nuova sfida: allenerà lo Stoccarda fino al 2007.

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      mancini: la storia è cambiata!

      MILANO, 18 giugno 2005 - Roberto Mancini a tutto campo. Come e più di quando giocava. Il Mancio fa un bilancio di una stagione, la sua prima sulla panchina dell'Inter, che la vittoria in coppa Italia ha reso positiva. "Spero che la mia esperienza all'Inter duri a lungo, e mi auguro che sia piena di vittorie come quella di mercoledì sera. Serate di felicità, culmine del lavoro svolto da tutti". Secondo Mancini "per la squadra era importante riuscire a chiudere la stagione con una vittoria, per far capire ai giocatori che la storia recente si poteva cambiare. Era importante soprattutto per quei calciatori che erano all'Inter da tempo e che avevano perso partite importanti, come quella del 5 maggio, per esempio. Riuscire a chiudere con un successo è inoltre importante anche perchè ci permette di iniziare subito la prossima stagione con un'altra finale, quella della Supercoppa, e quindi cercare di aprire una pagina nuova della storia dell'Inter".
      La prossima stagione, sulla carta, un terzetto di squadre partirà con i favori del pronostico in chiave scudetto. I soliti sospetti, manco a dirlo, Juventus, Milan e, appunto, Inter. Per Mancini: "Tutte escono rinforzate da questa stagione. Al di là della sconfitta nella finale di Champions, il Milan ha disputato una stagione positiva. La Juventus ha conquistato lo scudetto, noi la coppa Italia. Ripartiremo alla pari". Per ripartire, Mancini si aspetta di avere "una rosa un po' ridotta, lo scorso anno in ritiro eravamo più di trenta, diventa difficile anche solo allenarsi; e poi di avere quattro-cinque giocatori nuovi in quei ruoli nei quali ora siamo un po' scoperti". E' il segreto di Pulcinella: arriverà qualche giocatore di fascia, per la corsia mancina di centrocampo l'argentino Solari resta in pole position: può ritagliarsi un posto da titolare o dare respiro a Kily Gonzalez, che nel finale di stagione, finalmente in salute, ha convinto Mancini. Così come la sua Inter, che ha vinto facendo anche spettacolo. "Penso che bisogna riuscire a vincere attraverso il gioco, e che se si fanno le cose per bene alla fine si vince".
      Il tecnico di Jesi non si nasconde dietro no comment di circostanza, ma accetta di parlare anche dei singoli. Partiamo dalle note liete. Da Cambiasso: "Ha dato equilibrio alla squadra, è stato molto bravo, una bella sorpresa". Continuando con il "pretoriano" Mihajlovic: "Sapevo quello che poteva darmi, anche quest'anno Sinisa è stato un giocatore importante". Poi le scelte difficili, come il temporaneo accantonamento di Toldo: "A volte ci si esprime meglio anche attraverso un'umiliazione, e stare fuori per un calciatore è un'umiliazione tremenda". Infine le note dolenti: la discontinuità di Recoba: "Non gli manca nulla, deve solo avere la voglia e la continuità di mettersi tutti i giorni in discussione"; l'ininfluente rendimento di Davids: "Per me è un po' una mezza sconfitta...Quando le cose non vanno si cerca sempre di cambiare qualcosa, lui è stato quello che ha pagato più di tutti e di questo sono dispiaciuto". Infine una doverosa precisazione. Relativa al rapporto con Adriano, la "stella" nerazzurra: "Se quelle con Adriano fossero state liti, le mie da giocatore sarebbero state guerre. Non ho mai litigato con Adriano. A volte con i calciatori si hanno scontri verbali, anche duri, ma questo non vuol dire litigare".

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