Le menzogne e gli inganni del Terzo Reich

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    Le menzogne e gli inganni del Terzo Reich

    Il diavolo, si dice, si traveste in molti modi.
    Dopo aver completato l'opera con le monache di Loudun, ad esempio, Satana si applicò un paio di baffetti e si diede il titolo di Fuhrer. Con le sembianze di Hitler ebbe un enorme successo, contribuendo a edificare un impero del male sopra milioni di cadaveri e una montagna di menzogne. Spesso si trattò di bugie mal costruite, senza fantasia e facilmente confutabili, eppure furono abbastanza sfacciate e ripetute da trarre in inganno innumerevoli persone, compresi i capi di molte nazioni, e sufficienti a diffondere il terrore in tutta Europa e fuori del continente.

    Nel 1923, un audace stratagemma e un fallito colpo di stato nazista noto come il putsch di Monaco diedero al futuro dittatore la prima spinta verso il potere. In quel periodo, la Germania era nel caos, ancora vacillante per la sconfitta subita nella prima guerra mondiale e per le umilianti condizioni del trattato di pace che era stata costretta ad accettare. Il marco non aveva praticamente più valore: ne occorrevano miliardi per procurarsi un pasto decente. La Francia occupava la Ruhr, il cuore industriale del Paese, mentre altre perdite territoriali e le restrizioni imposte a quello che un tempo era stato un grande esercito indebolivano ulteriormente lo spirito nazionale. Molti biasimavano il governo democratico, la cosiddetta Repubblica di Weimar istituita in Germania dopo la guerra, e nel 1923 la situazione era ormai matura per una rivolta. Hitler fiutò l'occasione.

    In quell'anno il suo Partito nazista, fondato nella conservatrice Baviera, dove l'avversione per la Repubblica di Weimar era particolarmente intensa, si trovava ancora allo stato embrionale. Hitler, tuttavia, dopo aver letto che tre importanti politici bavaresi avrebbero tenuto una riunione pubblica in una grande birreria alla periferia di Monaco per parlare delle tristi condizioni in cui versava la nazione, formulò un piano temerario. La sera dell'8 novembre fece irruzione nel locale con una banda di facinorosi nazisti e assunse il controllo dell'assemblea; quindi, sotto la minaccia delle armi, costrinse i leader bavaresi a entrare in una stanza sul retro, dove chiese loro di sostenere la sua rivolta contro il governo di Berlino e di entrare a far parte del nuovo regime che egli stesso avrebbe instaurato. Nonostante avessero una pistola puntata alla testa, i tre rifiutarono. Hitler rimase sorpreso, ma non si lasciò scoraggiare e, tornato nella sala principale, annunciò alle migliaia di persone presenti che i capi bavaresi avevano accettato di unirsi alla sua causa. La folla gli credette, accogliendo le sue parole con un boato di approvazione.

    Il primo tentativo di Hitler di impadronirsi del potere non approdò a nulla. I politici bavaresi uscirono di soppiatto dalla birreria e denunciarono alle autorità l'insolente arrivista. Durante uno scontro con le forze governative, numerosi nazisti furono uccisi, e il loro capo, mentre i suoi cadevano intorno a lui, corse precipitosamente a mettersi in salvo. In seguito, Hitler venne arrestato e incarcerato per un breve periodo, e il nascente movimento sembrò ormai finito. Ma il fiasco della birreria venne riscritto negli annali del partito come un momento glorioso della sua storia, e il Fuhrer, dopo essere giunto al potere nel 1933, commemorò ogni anno il fallito colpo di stato con imponenti raduni e grandiose celebrazioni, naturalmente senza che nessuno osasse accennare alla sua codardia sotto il fuoco.

    Mentre si trovava in prigione, Hitler espose la sua contorta filosofia politica nell'autobiografia Mein Kampf (La mia battaglia). Nonostante il libro sia di per sé una velenosa accozzaglia di mito, aberrazione e rabbioso antisemitismo, documenta tuttavia una delle rare occasioni in cui il suo autore disse la verità. Infatti, in mezzo a tutte le chiacchiere sulla superiorità ariana, egli formulò la visione di un nuovo impero tedesco riportato alla sua antica gloria, proteso verso oriente (ai danni della Polonia, della Russia, della Cecoslovacchia e di altre nazioni) e libero da elementi subumani come gli ebrei e gli slavi. In realtà, Mein Kampf fu una sorta di falsariga per quasi tutte le azioni che Hitler intraprese una volta giunto al potere. Pochi lessero con attenzione il noioso tomo, e ciò fu un male, perché esso costituiva una chiara confutazione di tutte le menzogne che Hitler disse mentre lottava per costruire e mantenere lo Stato nazista.

    Dopo il fallito putsch di Monaco e il periodo trascorso in carcere, Hitler riorganizzò il partito, ribadendo una piattaforma politica ultranazionalistica che cominciò ad attirare numerosi simpatizzanti. Sfruttò quelle istituzioni democratiche che intendeva distruggere per far eleggere alcuni membri del suo movimento nel Reichstag (l'organo legislativo tedesco) e infine, nel 1933, per essere nominato Cancelliere. Una volta raggiunta questa posizione, si mise immediatamente all'opera per abbattere il governo democratico e proclamarsi dittatore. Il primo passo consisteva nell'ottenere la maggioranza nel Reichstag a spese del Partito comunista. Hitler manovrò in modo da sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni, un sistema apparentemente legale per impadronirsi del potere. I nazisti erano sicuri di stravincere. «Ora sarà facile portare avanti la battaglia», gongolò Joseph Goebbels, il futuro ministro della Propaganda, «perché possiamo servirci di tutte le risorse dello Stato. La radio e la stampa sono a nostra disposizione. Realizzeremo un capolavoro propagandistico. E questa volta, naturalmente, il denaro non ci manca». Tuttavia, la messinscena ideata da Goebbels ai danni dei comunisti fallì miseramente. Nessuno sembrava credere che la minaccia di una rivoluzione bolscevica in Germania fosse reale. Allora i nazisti capirono che era necessario ricorrere ad altri mezzi.

    La sera del 27 febbraio 1933, appena un mese dopo che Hitler aveva prestato giuramento come Cancelliere, l'edificio del Reichstag a Berlino andò a fuoco. È quasi certo che ad appiccare l'incendio furono i nazisti, ma questi accusarono immediatamente i comunisti. «È l'inizio di una rivoluzione comunista!», gridò Hermann Gòring, il numero due di Hitler, davanti al palazzo in fiamme. «Non abbiamo un minuto da perdere. Non mostreremo alcuna pietà. Ogni funzionario comunista deve essere preso e fucilato sul posto. Ogni deputato comunista deve essere impiccato questa notte stessa». Il giorno seguente, Hitler convinse il presidente tedesco, Paul von Hindenburg, un tempo influente leader politico, ma ormai indebolito dall'età e da un'incipiente demenza senile, a firmare un decreto «per la protezione del Popolo e dello Stato» che in sostanza aboliva le libertà individuali e civili in Germania. Sulla base di questa fragile autorizzazione legale, ebbe inizio una campagna di terrore contro i comunisti. Arresti in massa, torture e assassinii furono accompagnati dall'abolizione ufficiale dei giornali e delle riunioni politiche di sinistra. Il partito venne sciolto, ma neanche così i nazisti riuscirono a ottenere la maggioranza necessaria nelle elezioni che seguirono. Poco importava, Hitler aveva pronta una semplice soluzione: avrebbe preparato la strada per la sua dittatura facendo in modo che il Reichstag legiferasse per abrogare se stesso.

    A tal fine, propose che venisse messa ai voti una delega parlamentare per trasferire nelle sue mani tutti i poteri legislativi del Reichstag per un periodo di quattro anni. L'atto richiedeva un emendamento costituzionale, ma con il Partito comunista ormai soppresso e i membri degli altri partiti persuasi con la forza a non votare, la modifica venne approvata senza problemi con la maggioranza prevista. «Il governo», dichiarò Hitler, «userà tali poteri solo finché saranno indispensabili per mettere in atto misure estremamente necessarie». Evitò di menzionare il fatto che queste "misure necessarie" includevano la distruzione della democrazia, l'asservimento dei singoli Stati tedeschi e l'istituzione di una dittatura fascista. Con l'approvazione della delega parlamentare,
    scrisse William Shirer nella sua storia del Terzo Reich, «la democrazia in Germania [fu] alla fine seppellita... Il Parlamento aveva consegnato a Hitler la sua autorità costituzionale e di conseguenza si era suicidato». E, come Hitler amava vantarsi, tutto era avvenuto nell'ambito della legalità.

    Mentre consolidava in patria la sua dittatura, Hitler inviava messaggi di buona volontà al resto del mondo. Il 17 maggio 1933, davanti a un Reichstag ormai impotente, pronunciò il famoso "Discorso di Pace", per il quale indossò la maschera della perfetta benevolenza. Fu un messaggio rassicurante proferito da un serpente pronto a colpire i suoi vicini. La guerra era una «pazzia senza limiti», dichiarò l'uomo che presto avrebbe precipitato il mondo nel più sanguinoso conflitto mai vissuto dall'umanità. Quasi a prendere le distanze dalle passate ambizioni territoriali della Germania (e dalle sue stesse parole in Mein Kampf), affermò che i nazisti non desideravano "germanizzare" altri popoli: «La mentalità dello scorso secolo, che ha indotto tanti a pensare di rendere tedeschi i polacchi e i francesi, non ci appartiene... Francesi, polacchi e altri sono nostri vicini, e noi sappiamo che nessun evento storicamente concepibile può cambiare questa realtà». Shirer definì questo discorso uno dei più efficaci della carriera di Hitler, «un capolavoro di propaganda ingannevole che colpì profondamente i tedeschi, unendoli dietro di lui, e impressionò favorevolmente il mondo esterno». Nei quattro anni successivi, Hitler avrebbe pronunciato altri falsi discorsi, mentre riarmava la Germania, in violazione del trattato di Versailles, e si preparava ad attaccare i Paesi limitrofi.

    Il primo fu l'Austria. «La Germania non vuole, né desidera interferire negli affari interni dell'Austria, annetterla o concludere un'Ansch luss [Unione]», disse Hitler nel 1935 a proposito della sua terra natia. Giunse perfino a firmare un accordo con la piccola nazione, in cui prometteva di rispettare la sua indipendenza e di non intromettersi nei suoi affari interni. Meno di due anni dopo, l'Austria fu inghiottita per intero. In realtà, nessuno avrebbe dovuto sorprendersi. «L'Austria tedesca deve essere restituita alla grande madrepatria germanica», aveva scritto Hitler nel primo capitolo di Mein Kampf. «Genti di uno stesso sangue devono essere unite nello stesso REICH. Il popolo tedesco non avrà alcun diritto di intraprendere una politica coloniale finché non avrà riunito tutti i suoi figli in un unico Stato».
    L'Austria venne annessa con il più futile dei pretesti. Per anni i nazisti vi avevano fomentato disordini, arrivando perfino ad assassinare il cancelliere austriaco Engelbert Dollfuss nel 1934, in un tentativo di colpo di stato. Poiché l'omicidio non diede i risultati sperati, Hitler preferì attendere l'occasione propizia, mentre i suoi agenti provocatori continuavano a seminare malcontento. Nel 1938, era ormai pronto a invadere il Paese natio. Convinse il suo fantoccio austriaco, Arthur Seyss Inquart, insediatosi come Cancelliere dopo la scomparsa forzata del predecessore, a inviare al governo tedesco un telegramma nel quale chiedeva aiuto per sedare una ribellione (sobillata dai nazisti). Questo espediente servì a Hitler per giustificare agli occhi del mondo l'incruenta invasione che seguì, e poco importava che avesse minacciato di attaccare immediatamente se il governo austriaco non si fosse mostrato pienamente disposto a collaborare, cedendo il potere. Quando l'Austria cessò di esistere, il mondo si limitò ad alzare le spalle.
    Poi toccò alla Cecoslovacchia.
    «È mia incrollabile volontà che la Cecoslovacchia sia cancellata dalle carte geografiche!», urlò il Fuhrer durante una riunione con i capi nazisti nel maggio 1938. Egli aveva esattamente questo obiettivo in mente, ma non sarebbe mai stato così sincero in pubblico. Un'aggressione troppo palese avrebbe indotto Inghilterra e Francia a venire in aiuto di quella nazione, e all'epoca la Germania non aveva le risorse per combatterle. Hitler sapeva che bisognava trovare un pretesto, escogitare qualcosa per rassicurare le potenze occidentali mentre metteva in atto i suoi piani. A tale scopo, affermò che abusi intollerabili erano stati inflitti, e continuavano ad esserlo, sulla minoranza tedesca che viveva in Cecoslovacchia nella regione dei monti Sudeti.
    «Un minuscolo settore dell'Europa tormenta la razza umana», tuonò Gòring durante un raduno nazista a Norimberga. «Questa razza di pigmei [i Cechi] sta opprimendo un popolo civile [i tedeschi dei Sudeti], e dietro di essa vi sono Mosca e l'eterna maschera del demonio ebreo». Nessuno poteva certo accusare i nazisti di sottigliezza, eppure il mondo sembrava deciso a credere che gli interessi di Hitler in Cecoslovacchia si limitassero unicamente al benessere della popolazione tedesca che viveva nel Paese e che egli, una volta accontentato su questo punto, si sarebbe comportato bene. Come si è già detto, qualcuno avrebbe dovuto leggere bene Mein Kampf. L'ultima cosa che Hitler voleva era che il "problema" dei Sudeti venisse risolto, perché gli sarebbe venuto a mancare il pretesto per schiacciare il suo bersaglio. Il primo ministro britannico Neville Chamberlain semplicemente non lo capì. Uomo di pace, ma incredibilmente ingenuo, Chamberlain credeva davvero che la preoccupazione di Hitler per i tedeschi in Cecoslovacchia fosse reale e cercò in tutti i modi di assecondarlo. «Nonostante la durezza e l'implacabilità che mi è sembrato di cogliere sul suo viso», osservò il primo ministro dopo un colloquio, «ho avuto l'impressione di essere di fronte a un uomo del quale ci si può fidare, quando ha dato la sua parola». Fu un fatale errore di giudizio.
    La timida acquiescenza di Chamberlain davanti alle richieste sempre più arroganti del Fuhrer, tra cui l'annessione dei Sudeti alla Germania e il totale ritiro della Cecoslovacchia dal territorio, faceva infuriare Hitler, che si sentiva defraudato della crisi che intendeva creare e, quindi, di un buon motivo per distruggere la Cecoslovacchia. Aides raccontò di averlo visto gettarsi sul pavimento in un accesso di rabbia e mordere il tappeto. «I tedeschi vengono trattati come negri», gridava in preda alla frustrazione. «Il primo ottobre [1938] darò alla Cecoslovacchia il fatto suo. Se la Francia e l'Inghilterra decideranno di colpire, lasciartele fare... Non me ne importa un pfennig».
    Anche il governo cecoslovacco fu comprensibilmente contrariato dall'accordo di Chamberlain, che prevedeva lo smembramento del piccolo Paese e altre concessioni per soddisfare Hitler. «Se avete sacrificato la mia nazione per mantenere la pace nel mondo, sarò il primo a congratularmi con voi», disse il ministro degli Esteri ceco Jan Masaryk ai leader inglesi. «In caso contrario, signori, che Dio aiuti le vostre anime!». Chamberlain era sinceramente convinto di aver ottenuto la «pace nella nostra epoca» accontentando Hitler. Il suo futuro successore, Winston Churchill, che allora era una voce isolata di dissenso, sapeva che le cose stavano diversamente. «Abbiamo subito una completa sconfitta», dichiarò alla Camera dei Comuni, prima di essere messo a tacere dalle urla degli altri deputati. Aveva ragione. Poco dopo, Hitler ingoiò il resto della Cecoslovacchia, come aveva sempre progettato di fare, dopo di che, avendo constatato quanta poca voglia avessero l'Inghilterra e la Francia di combattere, volse lo sguardo avido alla Polonia. La guerra mondiale si avvicinava.

    Nell'autunno del 1938, mentre la Cecoslovacchia agonizzava, i nazisti orchestrarono quelle che Goebbels chiamò «dimostrazioni spontanee» contro la popolazione ebraica in Germania. La notte tra il 9 e il 10 novembre, che sarebbe divenuta famosa come la Kristallnacht, o Notte dei cristalli, negozi e case di proprietà degli ebrei furono distrutti, le sinagoghe incendiate e migliaia di persone arrestate o uccise. Il pogrom, il peggiore mai messo in atto in Germania, venne ordinato come rappresaglia per l'assassinio di un funzionario nazista a Parigi da parte di un rifugiato ebreo. Il governo impartì specifiche direttive sul modo di condurre queste «dimostrazioni spontanee». Ad esempio, le sinagoghe dovevano essere date alle fiamme solo se non vi era pericolo per le costruzioni adiacenti appartenenti a gentili. Inoltre, per accentuare l'orrore di quella notte, si decise di far pagare agli ebrei tutti i danni materiali. «La comunità ebraica dovrà, come punizione per gli abominevoli crimini commessi eccetera, contribuire per un miliardo di marchi», annunciò Gòring. «La cosa funzionerà. I porci non oseranno commettere un altro omicidio. Detto tra noi, non vorrei essere un ebreo in questo Paese».
    L'antisemitismo non era un sentimento nuovo in Germania, ma Hitler ne fece una politica del governo, cominciando con l'emanare leggi intese a escludere gli ebrei da ogni funzione sociale e passando poi gradualmente dalla persecuzione al genocidio. Le sue menzogne piene d'odio avrebbero potuto sembrare grottesche, se non fossero state responsabili della sofferenza di tante persone. Ecco un estratto da Mein Kampf.
    L'ebreo presenta un enorme contrasto con l'ariano... Malgrado tutte le sue apparenti qualità intellettuali, il popolo ebraico è privo di una vera cultura, e soprattutto di una cultura propria... L'ebreo danneggia le economie nazionali portando alla rovina le imprese statali, che quindi vengono privatizzate e sottoposte al suo controllo finanziario.
    In politica, rifiuta di fornire allo Stato i mezzi per mantenersi, distrugge le basi dell'autodeterminazione e della difesa nazionali, spazza via la fiducia nelle autorità, diffama il passato storico e getta nel fango ogni cosa veramente grande...
    In ambito culturale, inquina l'arte, la letteratura, il teatro, confonde il sentimento nazionale, sovverte tutti i concetti di bellezza e di nobiltà, di onore e di rettitudine, e degrada il popolo alla sua natura più infima...
    La religione viene messa in ridicolo, i costumi e la morale sono definiti superati, fino all'annientamento degli ultimi capisaldi del carattere nazionale nella battaglia per la sopravvivenza.

    L'accanito antisemitismo del Fuhrer contagiò quasi tutti i membri della società tedesca attraverso una martellante propaganda, sui cui effetti William Shirer, vissuto in Germania durante il periodo nazista, scrisse: «Era sconcertante e talvolta avvilente scoprire come, nonostante le opportunità che avevo di apprendere i fatti e la mia radicata sfiducia per tutto ciò che proveniva da fonti naziste, una dieta costante nel corso degli anni a base di falsità e distorsioni riuscisse in qualche modo a influire sulla mente e spesso a fuorviarla. Chi non ha vissuto a lungo in uno Stato totalitario non può neanche lontanamente immaginare quanto sia difficile sottrarsi alle tremende conseguenze di una propaganda di regime calcolata e incessante».
    I bambini erano particolarmente presi di mira. «Il nuovo Reich non cederà a nessuno i suoi giovani», dichiarò Hitler, «ma li terrà per sé, dando loro la sua educazione e la sua preparazione». Agli insegnanti si chiedeva di inculcare negli allievi il concetto della superiorità ariana e di spiegare quale pericolo rappresentassero gli ebrei per il Reich. Nemmeno i più piccoli erano dimenticati. Il governo forniva appositi libri di favole da leggere ai piccoli nazisti la sera prima di spegnere la luce.
    Uno dei più popolari era un testo scritto da Julius Streicher intitolato Il fungo velenoso. A parte la grottesca caricatura di un ebreo sulla copertina, appariva simile a qualsiasi altro libro per bambini, con illustrazioni a colori vivaci e racconti di facile comprensione. Il messaggio, però, era puro odio. In una delle storie, madre e figlio camminano in un bosco alla ricerca di funghi. La donna spiega al piccolo che esistono alcuni funghi buoni da mangiare e altri assai cattivi.
    «Vedi, Franz», gli dice, «a questo mondo gli esseri umani somigliano ai funghi nella foresta. Vi sono funghi buoni, e questi rappresentano la brava gente, ma ve ne sono anche di velenosi, e questi rappresentano la gente cattiva. Dobbiamo guardarci dalla gente cattiva proprio come evitiamo i funghi velenosi. Capisci cosa intendo?».
    Franz risponde che capisce. Poi lei gli chiede se sa chi siano queste persone cattive, questi funghi velenosi. «Certo che lo so, mamma!», esclama il bambino. «Sono gli ebrei! Il maestro ci ha parlato spesso di loro».
    Sua madre è molto fiera di lui e gli dice che deve aiutare gli altri bambini a capire. «I nostri figli devono imparare a conoscere l'ebreo», lo mette in guardia. «Devono rendersi conto che l'ebreo è il fungo velenoso più pericoloso che esista. Come un fungo velenoso spunta ovunque, così l'ebreo si trova in tutti i Paesi del mondo. Come i funghi velenosi provocano conseguenze terribili, così gli ebrei sono causa di miseria e sofferenza, malattia e morte».
    Per timore che la morale del sottile e delicato racconto possa non essere compresa, l'autore provvede a spiegarla: «I giovani tedeschi devono imparare a riconoscere l'ebreo fungo velenoso e capire quale pericolo costituisca per il popolo tedesco e per il mondo intero. Devono rendersi conto che il problema ebraico riguarda il destino di tutti noi».
    La risposta nazista al "problema ebraico", naturalmente, fu un altro grottesco eufemismo, la "soluzione finale". Il sistematico sterminio di sei milioni di ebrei iniziò in Germania, per poi allargarsi alle nazioni conquistate. La Polonia sarebbe stata lo scenario di alcune delle peggiori atrocità.

    Hitler aveva da tempo la Polonia nell'elenco delle nazioni da annientare nella sua ossessiva ricerca del Lebensraum (lo "spazio vitale" del popolo tedesco). Ma prima di sferrare finalmente l'attacco, nel settembre del 1939, il Führer recitò il solito ruolo del vicino amichevole. In un patto stipulato con il governo polacco, convenne «di rinunciare a qualsiasi manifestazione di forza nei reciproci rapporti per il consolidamento della pace europea». In un gesto di buona volontà, giunse perfino a invitare la Polonia a prendersi la sua fetta di Cecoslovacchia. I polacchi non si fecero pregare e agguantarono il loro pezzo del Paese distrutto, ignari del fatto che sarebbero stati il prossimo bersaglio.
    Per invadere la Polonia senza problemi, però, era necessario rabbonire l'Unione Sovietica, mortale nemica della Germania. Benché disprezzasse il leader sovietico e suo collega di barbarie Josif Stalin, e progettasse di aggiungere a tempo debito anche la Russia all'impero nazista, Hitler doveva far sì che il gigantesco vicino del nord rimanesse neutrale, nel caso l'Inghilterra e la Francia fossero accorse in aiuto della Polonia. Ciò significava evitare che Stalin si alleasse con le potenze occidentali, rassicurandolo sulle sue intenzioni pacifiche, cosa che riuscì a fare con false promesse e vuote concessioni, tra le quali la garanzia di una parte della Polonia, una volta conquistata, e carta bianca negli Stati balcanici. Stalin abboccò, e venne firmato un patto di non aggressione. La strada per la Polonia era ormai sgombra.
    Il pretesto escogitato da Hitler per giustificare l'invasione agli occhi del mondo fu una delle sue menzogne meno convincenti. Venne inscenato un attacco contro una stazione radio tedesca nei pressi del confine con la Polonia, messo in atto da uomini delle ss con indosso uniformi dell'esercito polacco. Alcuni detenuti condannati a morte, anch'essi vestiti da soldati polacchi, furono drogati e poi uccisi per farli apparire vittime della falsa incursione. Un tedesco che parlava il polacco trasmise un discorso dalla stazione "catturata", proclamando che era giunto il momento per la Polonia di insorgere contro la Germania. Da parte sua, Hitler non sembrava affatto preoccupato dalla trasparenza della provocazione da lui organizzata. «Fornirò un motivo propagandistico per cominciare questa guerra», aveva affermato alcune settimane prima, «e poco importa quanto sia plausibile. Dopo, nessuno andrà a chiedere al vincitore se aveva detto la verità o no. Nell'intraprendere e condurre una guerra non è il giusto che conta, ma la vittoria».
    Così, con l'invasione della Polonia, ebbe inizio la seconda guerra mondiale.
    Hitler sapeva che uno scontro con le potenze dell'Europa occidentale era inevitabile, anzi, lo desiderava. «Tutti devono convincersi che siamo determinati fin dal principio a combattere le potenze occidentali», dichiarò. La Germania aveva bisogno di questa lotta per la sopravvivenza. «Un lungo periodo di pace non ci farebbe alcun bene», aggiunse. Il Terzo Reich doveva essere temprato da un epico cozzo di armi, come era avvenuto per il Secondo Reich di Bismarck. Nondimeno, egli continuò a proclamare le sue intenzioni benevole, convocando perfino una conferenza di nazioni europee (quelle che non aveva ancora conquistato) per promuovere la pace. «È impossibile», affermò in un discorso, «che questo congresso, il quale intende decidere il destino del continente per molti anni a venire, possa procedere con le sue deliberazioni mentre tuonano i cannoni o gli eserciti mobilitati esercitano pressione su di esso. Tuttavia, se questi problemi devono presto o tardi essere risolti, allora sarebbe più ragionevole cercare di risolverli prima che milioni di uomini siano inutilmente mandati a morire e miliardi di risorse distrutte». Hitler espresse questi sentimenti spudoratamente falsi quando già si stava preparando a mettere in moto la sua macchina bellica per schiacciare senza tanti complimenti la Danimarca, la Norvegia, l'Olanda, il Belgio, la Francia, la Jugoslavia e la Grecia. Poi, dopo la battaglia d'Inghilterra, sarebbe stata la volta della Russia.
    «E' la guerra», esclamò sbigottito il ministro degli Esteri russo Vya cheslav Molotov, dopo avere ascoltato quello che si rivelò un altro dei pretesti inventati da Hitler per giustificare l'invasione. «Credete che ci siamo meritati questo?». Gli storici hanno discusso a lungo, chiedendosi se l'invasione nazista dell'Unione Sovietica colse davvero di sorpresa l'astuto e sospettoso Stalin. Secondo alcuni, il dittatore sapeva fin dall'inizio che il patto tra Germania e Russia non gli offriva alcuna garanzia, e quando lo aveva firmato cercava solo di guadagnare tempo per approntare le sue difese. Altri sostengono che Stalin, benché abile, fu preso alla sprovvista, e che di conseguenza la Russia venne quasi annientata.

    Quel che è certo, è che Stalin appariva soddisfatto, mentre gran parte dell'Europa cadeva nelle mani dei nazisti. Respinse i ripetuti avvertimenti dell'Inghilterra circa le intenzioni di Hitler, arrivando perfino a farsene beffa in una dichiarazione ufficiale appena una settimana prima che l'invasione della Russia cominciasse. Si trattava, affermò, di «palesi assurdità... una maldestra manovra propagandistica delle forze schierate contro l'Unione Sovietica e la Germania». Se è vero che il dittatore sovietico non si rese conto delle intenzioni del Fuhrer, vuol dire che non seppe cogliere un certo numero di indizi che avrebbero dovuto quanto meno destare i suoi sospetti, a cominciare, naturalmente, da Mein Kampf. «Quando oggi parliamo di nuovi territori in Europa, dobbiamo pensare principalmente alla Russia e agli Stati confinanti suoi vassalli», aveva scritto Hitler quindici anni prima. «Il destino stesso sembra volerci indicare la strada... Questo immenso impero nell'Est è maturo per la dissoluzione, e la fine del dominio ebraico in Russia significherà anche la fine della Russia come nazione».
    Come poi si rivelò, invece, fu proprio la Russia a segnare la fine del Reich millenario di Hitler. E quanto all'inutilità degli sforzi nazisti in Unione Sovietica, il Fuhrer non fece che ingannare se stesso. «La continua sottovalutazione delle possibilità del nemico assume forme grottesche e sta diventando pericolosa», lamentò uno dei generali di Hitler nel suo diario. «La reazione patologica a impressioni momentanee e la totale incapacità di valutare la situazione e le sue potenzialità fornisce a questa cosiddetta "guida" un carattere estremamente peculiare».

    Mentre le forze sovietiche si avvicinavano al suo bunker nel sottosuolo di Berlino, Hitler dettò un'ultima menzogna, prima di farsi saltare le cervella. La chiamò il suo "Testamento politico", affermando a beneficio dei posteri che non aveva mai voluto una guerra mondiale, né era responsabile della sofferenza di milioni e milioni di persone causata dalle sue politiche. I colpevoli erano altri. E non è difficile immaginare chi fossero. «Trascorreranno secoli», dichiarò, «ma dalle
    rovine delle nostre città e dei nostri monumenti l'odio verso i veri responsabili tornerà a germogliare. Sono loro che dobbiamo ringraziare per tutto questo: l'ebraismo internazionale e i suoi sostenitori».
    Last edited by salsa; 06-12-2010, 23:21:28.
    I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.
  • odisseo
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    #2
    ma queste pure sono rivelazioni di Wikileaks?
    "
    Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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      #3
      Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggio
      ma queste pure sono rivelazioni di Wikileaks?
      avr3ei postato l1........

      fonte:
      A Treasury of Deception ( Michael Farquhar )
      I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.

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      • odisseo
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        #4
        Originariamente Scritto da salsa Visualizza Messaggio
        avr3ei postato l1........

        fonte:
        A Treasury of Deception ( Michael Farquhar )
        la mia era una battuta.
        però non ho capito dove vuole andare a parare l'articolo
        "
        Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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        • salsa
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          #5
          Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggio
          la mia era una battuta.
          però non ho capito dove vuole andare a parare l'articolo
          si Odisseo avevo capito era scherzosa anche la mia risposta eh......

          non è un articolo.....fa parte di un libro che stavo sfogliando (citato su)...tutto qui....ultimamente sto rileggendo un po di info in merito alla 2 guerra mondiale.....(tutto partito per caso, da un articolo del 15 novembre su la repubblica) nel quale si faceva riferimento alla protezione, da parte degli USA, di alcuni criminali tedeschi (citando gli americani stessi) di guerra......insomma tanto per capire un po di più e perchè no........ripassare dei fatti che ahimè ho studiato 10 anni fa e di sicuro ora posso leggere anche con un piglio diverso...... ho pensato che magari poteva interessare anche ad altri, nessun altro fine.

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          NEW YORK Lo scalpo del dottor
          Mengele nel cassetto
          del Dipartimento di
          Giustizia sembra il
          particolare di un film
          di Tarantino: e invece è la prova
          di uno scandalo tenuto nascosto
          per anni. Il governo degli Stati
          Uniti ha taciuto la verità nella
          caccia ai nazisti. Non solo ha fatto
          niente o poco per assicurarsi
          la cattura dell’Angelo della Morte
          di Auschwitz. Addirittura ha
          coperto per decenni i criminali
          di Hitler offrendo sicuro riparo
          da questa parte dell’Atlantico.
          Di più. Tributando ad alcuni tutti
          gli onori del caso: come dimostra
          la vicenda di uno scienziato
          tedesco che contribuì alla conquista
          dello spazio e fu insignito
          dalla Nasa con la più alta delle
          sue onorificenze.
          La storia segreta e parallela
          della vera caccia ai nazisti è stata
          scoperta e denunciata in un
          rapporto dello stesso Dipartimento
          di Giustizia che però è rimasto
          incompleto e — anche
          questo — nascosto per quattro
          anni. Il principale imputato è —
          per la verità senza grandi sorprese
          — la Cia. Da sempre si è
          parlato della connivenza del
          servizio segreto americano con
          i vecchi nazisti che in molti casi
          furono utilizzati durante la
          Guerra Fredda. Ma un conto è la
          ricostruzione romanzata di
          tanti gialli e film. Un altro mettere
          per iscritto «la collaborazione
          del governo con i persecutori
          » nazisti come fa il rapporto
          della commissione.
          Il documento nasce da un’idea
          di Richard Clarke. L’avvocato
          del Dipartimento persuase
          nel 1999 l’allora ministro della
          giustizia di Bill Clinton, Janet Reno,
          a indagare sull’attività dell’Office
          of Special Investigations,
          che era stato creato
          vent’anni prima sotto la spinta
          di Simon Wiesenthal per dare la
          caccia ai nazisti. Ma l’avvocato è
          morto senza vedere realizzato il
          suo sogno di pubblicare le carte.
          Solo sotto la minaccia di una
          causa, intentata dai suoi amici,
          nel nome di quel Freedom of
          Information Act che prevede
          negli Usa la pubblicazione dei
          documenti segreti, il mega-rapporto
          è stato finalmente svelato.
          Barack Obama ha scelto di delegare
          al Dipartimento la divulgazione
          dei documenti dopo la
          promessa di trasparenza fatta in
          campagna elettorale. Soltanto il
          New York Times è riuscito però
          ad avere una copia completa del
          documento: senza gli omissis
          che coprivano comunque le
          informazioni più scandalose. E
          compromettenti: come la “prova”
          raccolta e tenuta nascosta
          dagli americani che davvero la
          Svizzera si era impossessata dell’oro
          sporco dei nazisti.
          Gli investigatori dell’Office
          of Special Investigation, svela
          ora il documento, scoprirono
          anche che a tanti nazisti «era
          stato garantito l’ingresso» negli
          Stati Uniti. «L’America che
          orgogliosamente si dipingeva
          come un porto sicuro per i perseguitati
          divenne, in misura
          minore, anche un porto sicuro
          per i persecutori».
          Un porto trafficatissimo. Tra i
          primi a imbarcarsi c’è quell’Arthur
          L. Rudolph che nella sua
          Germania aveva comandato la
          fabbrica di munizioni di Mittelwerk.
          Rudolph viene spedito
          nel 1945 negli Usa grazie all’Operazione
          Paperclip che recluta
          gli scienziati nazisti che sarebbero
          potuti essere utili all’America.
          Peccato che Rudolph non
          fosse un pesce piccolo come in
          un primo tempo avevano creduto
          gli yankee: i rapporti parlano
          di crudeltà nella gestione di
          quella fabbrica di munizioni che
          impiegava gli schiavi ebrei di Hitler.
          Un particolare che non impedì
          allo scienziato di sviluppare
          quel razzo Saturno V che divenne
          una delle armi della conquista
          spaziale: un traguardo
          per cui fu onorato dalla Nasa.
          Ancora più imbarazzante il
          ruolo di Otto Von Bolschwing.
          Questo signore a libro paga della
          Cia era stato il braccio destro
          di Adolf Eichmann nella pianificazione
          della caccia agli ebrei.
          C’è un memo degli 007 che negli
          anni 70 lanciano l’allarme: che
          facciamo se salta fuori il suo passato?
          Il signorino muore nel
          1981 quando, a 72 anni, gli americani
          stanno segretamente cercando
          di deportarlo.
          Più avventurosa e angosciante
          la vera storia del dottor Josef
          Mengele. Per anni si è favoleggiato
          del suo ingresso negli Usa
          (ricordate “I ragazzi venuti dal
          Brasile”?) ma solo dopo un’analisi
          del suo Dna gli americani poterono
          accertare che era davvero
          morto nel 1979 in Sudamerica.
          Nel cassetto di un funzionario
          rimase nascosta una ciocca
          di capelli che doveva servire per
          accertare se fosse ancora vivo o
          morto. E pensare che Quentin
          Tarantino era stato accusato di
          aver esagerato immaginando
          nel suo “Inglourious Basterds”
          quei cacciatori di nazisti che raccoglievano
          i loro scalpi.
          I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.

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          • Manx
            Pornotrainer SdS ("Mezzo-morto") - Arrivederci Bud. R.I.P
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            • Un tempo e per tanto tempo in Germania...
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            #6
            non c'è niente di nuovo e/o di eclatante...sono cose risapute, trite e ritrite da decenni...

            p.s. nel primo "articolo": l'espisodio del putsch della birreria non è proprio andato in quel modo: von Kahr, Lassow e Seissew finsero di essere in accordo con Hitler, accettarono le sue condizioni. Lasciati soli o quasi nella birreria, riuscirono poi a farsi lasciare andare e diedero l'allarme, mentre le SA avevano già conquistato alcuni centri nevralgici della città. Da li' il resto. Nel 1933 il numero due del partito era Rudolf Hess, non H. Göring.

            SdS - "Mezzo-morto" - rulez :he: :woo:
            Anarco-Training
            M&ScC-Group: "Magna & Spigni con Criterio"
            No mental :seg: Crew
            Bud Spencer 31.10.1929 - 27.6.2016 R.I.P
            I.O.M Jesi & Vallesina

            Le domande dell'aspirante bidibolder
            Originariamente Scritto da TONY_98
            Cosa succede se prendo le proteine senza fare palestra?
            Originariamente Scritto da Perineo
            vi è mai capitata l'ipertrofia muscolare? ci sono dei rischi?
            Originariamente Scritto da Spratix
            C'è un modo per capire che tipo di look muscolare avrò?
            Fai da te - Il tagliando
            Originariamente Scritto da erstef
            Che ne dite come alimentazione per la manutenzione muscolare?
            Disagio alimentare & logistica bidibolder
            Originariamente Scritto da Gianludlc17
            se vi dovete spostate in giornata, come fate a scaldarvi i pasti o nel caso in cui abbiate carne a cucinarla ?
            Estetica rulez
            Originariamente Scritto da 22darklord23
            la mia intenzione era di rendere tonico l'addome con la palestra e, se ci riesco, coprire le smagliature con dei tatuaggi... visto che mi sono stancato del sentirmi dire dalle ragazze, ogni votla che mi vedono nudo, '' Sei una persona fantastica ma...''. Grazie

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            • salsa
              Bodyweb Zenior
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              #7
              Originariamente Scritto da Manx Visualizza Messaggio
              non c'è niente di nuovo e/o di eclatante...sono cose risapute, trite e ritrite da decenni...

              p.s. nel primo "articolo": l'espisodio del putsch della birreria non è proprio andato in quel modo: von Kahr, Lassow e Seissew finsero di essere in accordo con Hitler, accettarono le sue condizioni. Lasciati soli o quasi nella birreria, riuscirono poi a farsi lasciare andare e diedero l'allarme, mentre le SA avevano già conquistato alcuni centri nevralgici della città. Da li' il resto. Nel 1933 il numero due del partito era Rudolf Hess, non H. Göring.
              grazie Manx per la precisazione.......cmq alcune cose io non le sapevo.
              I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.

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              • Dropkick
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                #8
                Uno si sforza già abbastanza per andare oltre il titolo, poi legge le prime tre righe e infine dice: ma chi ***** me lo fa fare di perdere tempo così?

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                • Manx
                  Pornotrainer SdS ("Mezzo-morto") - Arrivederci Bud. R.I.P
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                  • Un tempo e per tanto tempo in Germania...
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                  #9
                  salsa hai mai sentito parlare di von Braun? fai un search su google...è solo uno dei tanti scienziati nazisti che poi finirono negli USA...e spesso presero contatto ben prima della fine della Guerra.

                  SdS - "Mezzo-morto" - rulez :he: :woo:
                  Anarco-Training
                  M&ScC-Group: "Magna & Spigni con Criterio"
                  No mental :seg: Crew
                  Bud Spencer 31.10.1929 - 27.6.2016 R.I.P
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                  Le domande dell'aspirante bidibolder
                  Originariamente Scritto da TONY_98
                  Cosa succede se prendo le proteine senza fare palestra?
                  Originariamente Scritto da Perineo
                  vi è mai capitata l'ipertrofia muscolare? ci sono dei rischi?
                  Originariamente Scritto da Spratix
                  C'è un modo per capire che tipo di look muscolare avrò?
                  Fai da te - Il tagliando
                  Originariamente Scritto da erstef
                  Che ne dite come alimentazione per la manutenzione muscolare?
                  Disagio alimentare & logistica bidibolder
                  Originariamente Scritto da Gianludlc17
                  se vi dovete spostate in giornata, come fate a scaldarvi i pasti o nel caso in cui abbiate carne a cucinarla ?
                  Estetica rulez
                  Originariamente Scritto da 22darklord23
                  la mia intenzione era di rendere tonico l'addome con la palestra e, se ci riesco, coprire le smagliature con dei tatuaggi... visto che mi sono stancato del sentirmi dire dalle ragazze, ogni votla che mi vedono nudo, '' Sei una persona fantastica ma...''. Grazie

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                  • Dropkick
                    Banned
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                    #10
                    gli usa devono MOLTO a certe menti tedesche (e italiane).

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                    • Manx
                      Pornotrainer SdS ("Mezzo-morto") - Arrivederci Bud. R.I.P
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                      #11
                      soprattutto a Von Braun.

                      SdS - "Mezzo-morto" - rulez :he: :woo:
                      Anarco-Training
                      M&ScC-Group: "Magna & Spigni con Criterio"
                      No mental :seg: Crew
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                      I.O.M Jesi & Vallesina

                      Le domande dell'aspirante bidibolder
                      Originariamente Scritto da TONY_98
                      Cosa succede se prendo le proteine senza fare palestra?
                      Originariamente Scritto da Perineo
                      vi è mai capitata l'ipertrofia muscolare? ci sono dei rischi?
                      Originariamente Scritto da Spratix
                      C'è un modo per capire che tipo di look muscolare avrò?
                      Fai da te - Il tagliando
                      Originariamente Scritto da erstef
                      Che ne dite come alimentazione per la manutenzione muscolare?
                      Disagio alimentare & logistica bidibolder
                      Originariamente Scritto da Gianludlc17
                      se vi dovete spostate in giornata, come fate a scaldarvi i pasti o nel caso in cui abbiate carne a cucinarla ?
                      Estetica rulez
                      Originariamente Scritto da 22darklord23
                      la mia intenzione era di rendere tonico l'addome con la palestra e, se ci riesco, coprire le smagliature con dei tatuaggi... visto che mi sono stancato del sentirmi dire dalle ragazze, ogni votla che mi vedono nudo, '' Sei una persona fantastica ma...''. Grazie

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                      • baldas
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                        #12
                        Von Braun ok, ma anche Fermi direi...
                        VIA I MOSTRI ORCHI DA BW

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                        • salsa
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                          #13
                          Originariamente Scritto da Manx Visualizza Messaggio
                          salsa hai mai sentito parlare di von Braun? fai un search su google...è solo uno dei tanti scienziati nazisti che poi finirono negli USA...e spesso presero contatto ben prima della fine della Guerra.

                          grazie Manx hai rep fammi sapere.....
                          I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.

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                          • bersiker1980
                            decisamente grosso
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                            #14
                            non solo gli scienziati ottenero il salvacondotto. moltissimi militari tedeschi, dopo la guerra, stracciarono le divise e passarono la frontiera francese, mettendo firma nella Legione Straniera.
                            Molti provenivano dalle divisioni SS che avevano combattuto sul fronte orientale o dalle famigerate divisioni SS di sorveglianza, come la Dirlewanger, che si macchiarono di numerosi crimini nei territori occupati dell'Est.
                            La Francia lo sapeva benissimo, ma non fece domande perchè aveva bisogno di carne da cannone per le guerre coloniali. E in effetti la Legione pagò un tributo di morti altissimo, specie in Indocina...

                            Cmq da quanto so anche i sovietici riuscirono ad accapparrarsi qualche scienziato del Reich, benchè, comprensibilmente, odiassero i nazisti. Lo stesso Generale Von Paulus, divenuto comunista dopo la cattura, lavorò per la Stasi fino alla sua morte.
                            Last edited by bersiker1980; 06-12-2010, 14:31:55.
                            sigpic

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                            • Conan
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                              #15
                              E' stato preso un tossico mentecatto come Hitler, lo si è costruito a loro piacimento e lo hanno messo come loro burattino a capo della Germania.....
                              E' andato tutto come doveva andare ed ora hanno ottenuto Israele, si sono rirpesi la terra promessa grazie a questo stratagemma e sacrificando milioni di loro simili.....
                              Non è un segreto che i rotschild hanno finanziato Hitler e che un esoterista giudio lo abbia mentalmente manipolato facendogli credere di essere il Fhurer....
                              sigpic"Ooh amore ooh amante
                              Che fai stasera ragazzo?
                              Tutto va bene, solo tienimi stretto
                              Questo perché sono un buon amante vecchio stampo"

                              Così non capisce. Devi dire "Conan, hai rotto er *****!" (Sergio cit.)

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