Le menzogne e gli inganni del Terzo Reich

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  • Sean
    Csar
    • Sep 2007
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    • Italy [IT]
    • In piedi tra le rovine
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    #61
    Originariamente Scritto da Manx Visualizza Messaggio
    Il punto è proprio questo...l'intera Germania ha visto 70 anni fa (70 anni fa, non 700...) in Hitler e nel Nazismo il "Salvatore"...saranno mica stati tutti dei folli psicolabili, frustrati e pieni di rammarico perché non sono diventati pittori illustri ma rimasti semplicemente degli imbianchini sgrammaticati? Con i miei studenti ho affrontato proprio questo argomento...e alla fine ho dimostrato ("ho dimostrato" nel senso di essermi basato sulla cultura dell'epoca e di quella immediatamente precedente, quindi dal 1830 circa in avanti, non mi sono inventato niente) che il Nazismo è stato solamente un movimento finale catalizzatore di idee ben precedenti ad esso, che affondavano le loro radici nell'ideologia völkisch e romantica.

    Cio' che per noi è "immorale" e "spaventoso", all'epoca era la "normalità" e ben diffuso...in tutte le classi sociali della Germania e anche dell'Europa... il razzismo e l'antisemitismo non sono una invenzione "tedesca"....bensi' inglese e francese... Con questo non voglio "scusare"o "giustificare" il nazismo, Hitler o chi per lui, ma solo dimostrare che una storia obiettiva...è difficile farla...il pregiudizio presente inficia la lettura del passato...e questo, per quanto riguarda il nazismo, andrà avanti ancora per per decine di anni...
    O qua si deve assumere che il popolo Tedesco fu criminale nella sua interezza come i suoi capi (teoria della colpa collettiva) o altrimenti si deve dire che il Nazismo fu il catalizzatore di istanze già presenti in quello stesso popolo, e che aspettavano solo un interprete. Mussolini quando disse di non avere inventato il Fascismo, ma di averlo tratto dall'animo degli Italiani, disse una sacrosanta verità, che vale anche per i Tedeschi. Se si considera poi quel "germe" esiziale, si proponga quello che già ebbero il coraggio di proporre alcuni ebrei: la sterilizzazione dell'intero popolo Tedesco. La cosa è assurda, ma almeno avevano capito che Hitler non fece tutto da solo. Il pifferaio magico cos'è se non una fiaba? Ci hanno incantato a forza di fiabe e di uomini neri e paurosi, come fosse spuntato dal nulla e non da un ben determinato processo storico; Hitler è stato evocato da una intera Nazione:
    Ed ora si dica che ottanta milioni di Tedeschi - popolo civilissimo quanti altri mai - sono tutti piccoli satana.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • salsa
      Bodyweb Zenior
      • Jun 2008
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      #62
      Originariamente Scritto da RAS Visualizza Messaggio
      La rete e le librerie sono colme di questa roba, Hitler a volte viene identificato come la personificazione di Satana, Lucifero sceso in terra è cattivissimo ma anche stupido e ignorante. Uccide a milioni o decine di milioni per il solo gusto di farlo, tiranno in ogni situazione, pedofilo, gay, frustrato, ha un padre ebreo e un fratello ritardato, bocciato a scuola e poi espulso, pessimo pittore e scrittore, ingannò (non si sà come) 80'000'000 di tedeschi e li costrinse a fare cose disumane per anni e anni. Poi, stretto nella morsa dei buoni (americani) da una parte e dei buoni-così-così dall'altra (Russi) si suicidò e nell'Europa finalmente liberata ritornò la pace e la prosperità di un tempo.
      ...ho le lacrime, sono commosso.
      non trarre conclusioni.....non hai capito il senso del mio post se ritieni di non dover/poter esprimere la tua opionione che, con il dovuto rispetto vale quanto la nostra cioè tutto e niente. La mia era proprio una curiosità in merito alla questione tedesca post bellica, scaturita tra le altre cose dall'articolo a cui faccio cenno. Sicuramente (qui sul forum) ho detto e ribadisco tranquillamente che, la morte di milione di ebrei e militari TUTTI, civili di quel periodo storico sono un fatto innegabile e orrendo per l'umanità, tanto quanto le varie stragi dei Gulag Russi, Guerre Sante...invasioni americane ecc....insomma non stavo puntando il dito verso nessuno e se fin ora avevo un idea totalemente scolastica dell'argomento...ultimamente mi stavo interessando alla questione quindi......non ci trovo nulla di inutile nel discuterne, tra le altre cose i riferimenti letterari ecc. per me sono pressochè nulli....da buon ignorantone sull'argomento (non mi sto giustificando eh), mi fa piacere leggere inteventi di chi ne sa e può esprimere senza timori (perchè mai poi?) la propria idea in merito e, citando Sean ognuno è libero di tenere per sè ciò che ritiene interessante.
      I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.

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      • ma_75
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        • Sep 2006
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        #63
        Il conteggio dei morti che condannerebbe, da solo, il nazismo è un argomento storicamente più che debole, direi insussistente. Nessuno storico penserebbe di poter giudicare la storia europea del '900 con criteri diversi dal resto della storia dell'umanità. Una storia fatta di morti, di milioni di persone sacrificate ad un'idea, ad un impero, alla megalomania di un singolo individuo. Non c'è un solo progresso dell'umanità che non sia passato dal sangue di milioni di innocenti. E se le vittime dell'avanzata tedesca in Polonia erano incolpevoli, erano incolpevoli le vittime di Alesia, quelle di Salamina, quelle di Lepanto, quelle di Austerlitz, quelle delle mille altre battaglie che hanno fatto sì che noi oggi siamo noi, e non qualche cosa di diverso.
        Solo la ridicola impostazione di certi sedicenti studiosi che vorrebbero mettere i fiori nei cannoni può pensare che domani accadrà qualche cosa di diverso. Solo una follia idolatra della dea Pace può portare a dire "mai più", perchè la storia avanza sempre in maniera violenta, e se noi oggi non lo percepiamo non è perchè viviamo in una novella età dell'oro, ma perchè abbiamo trovato più conveniente spostare la guerra negli angoli remoti del mondo, dall'Afghanistan all'Iraq dove non c'è nemmeno più la dignità di uno scontro di eserciti regolari, nè l'onore di una guerra dichiarata.
        La prima cosa che si insegna a chi vuol fare il mestiere dello storico è che la moralità non è un criterio con cui si giudica la storia: si giudica dal raggiungimento degli obiettivi, non dai mezzi utilizzati. E se i nazisti sono stati dei perdenti, la storia è piena di perdenti vittoriosi, da Annibale a Zama, a Napoleone a Waterloo
        In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
        ma_75@bodyweb.com

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        • Dropkick
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          • Jan 2010
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          #64
          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
          Sì, ma solo perchè ci sono quegli aggettivi ad uso della "tranquillità" del pubblico, uno rischia di perdersi una grande inchiesta dove sul banco degli imputati in verità ci finiscono proprio quei governi "democratici" che hanno permesso al Nazismo di immergersi, o dando ad alcuni camerati una patente di legittimità, sanzionando così una gigantesca ipocrisia storica. Gli stessi nazisti geni o diavoli? O, magari, Norimberga semplice specchietto per le allodole, quando un von Braun finì salvo in USA ed uno Speer al contrario a Spandau?
          Con il mio frettoloso intervento precedente, intendevo semplicemente dire che se avessi tutto il tempo di questo mondo, dopo aver terminato le innumerevoli letture "d'area" (già di per sè discorso utopico) procederei volentieri con altre letture "rivali", per semplice amor di conoscenza... ma, realisticamente parando, mi è impossibile tutto ciò e fra le due, dovendo scegliere, sarei propenso per la prima.

          Già mi viene l'orticaria a sentir parlare di "nazismo" (con o senza "N" maiuscola), se poi iniziamo ad aggiungerci tutto il corredo di parolame dispregiativo, cedo volentieri queste letture a chi ha più tempo di me.

          ---------- Post added at 23:11:30 ---------- Previous post was at 22:56:54 ----------

          http://www.youtube.com/watch?v=Ckm6VBpS1Xg

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          • salsa
            Bodyweb Zenior
            • Jun 2008
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            #65
            Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
            Il conteggio dei morti che condannerebbe, da solo, il nazismo è un argomento storicamente più che debole, direi insussistente. Nessuno storico penserebbe di poter giudicare la storia europea del '900 con criteri diversi dal resto della storia dell'umanità. Una storia fatta di morti, di milioni di persone sacrificate ad un'idea, ad un impero, alla megalomania di un singolo individuo. Non c'è un solo progresso dell'umanità che non sia passato dal sangue di milioni di innocenti. E se le vittime dell'avanzata tedesca in Polonia erano incolpevoli, erano incolpevoli le vittime di Alesia, quelle di Salamina, quelle di Lepanto, quelle di Austerlitz, quelle delle mille altre battaglie che hanno fatto sì che noi oggi siamo noi, e non qualche cosa di diverso.
            Solo la ridicola impostazione di certi sedicenti studiosi che vorrebbero mettere i fiori nei cannoni può pensare che domani accadrà qualche cosa di diverso. Solo una follia idolatra della dea Pace può portare a dire "mai più", perchè la storia avanza sempre in maniera violenta, e se noi oggi non lo percepiamo non è perchè viviamo in una novella età dell'oro, ma perchè abbiamo trovato più conveniente spostare la guerra negli angoli remoti del mondo, dall'Afghanistan all'Iraq dove non c'è nemmeno più la dignità di uno scontro di eserciti regolari, nè l'onore di una guerra dichiarata.
            La prima cosa che si insegna a chi vuol fare il mestiere dello storico è che la moralità non è un criterio con cui si giudica la storia: si giudica dal raggiungimento degli obiettivi, non dai mezzi utilizzati. E se i nazisti sono stati dei perdenti, la storia è piena di perdenti vittoriosi, da Annibale a Zama, a Napoleone a Waterloo
            Ecco questa era la questione........

            ---------- Post added at 23:19:39 ---------- Previous post was at 23:15:39 ----------

            Originariamente Scritto da Dropkick Visualizza Messaggio
            Con il mio frettoloso intervento precedente, intendevo semplicemente dire che se avessi tutto il tempo di questo mondo, dopo aver terminato le innumerevoli letture "d'area" (già di per sè discorso utopico) procederei volentieri con altre letture "rivali", per semplice amor di conoscenza... ma, realisticamente parando, mi è impossibile tutto ciò e fra le due, dovendo scegliere, sarei propenso per la prima.

            Già mi viene l'orticaria a sentir parlare di "nazismo" (con o senza "N" maiuscola), se poi iniziamo ad aggiungerci tutto il corredo di parolame dispregiativo, cedo volentieri queste letture a chi ha più tempo di me.[COLOR="Silver"]
            Si ma non fare il fazioso e poi non capisco con chi ti/ci dovremmo giustificare......!?!
            I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.

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            • RAS
              Si vis pacem para bellum
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              #66
              Quello che per te è un fatto innegabile, per me sono solo menzogne.
              Non voglio fare il professore, ma visto che sono oltre 10 anni che studio (molto approfonditamente, oltre 100 volumi, consigliati da miei amici professori universitari e storici di professione) qualcosina in materia credo di saperla. Ci sono genocidi reali su cui tutti tacciono (vedi il mio sito www.altrilager.com ) e genocidi inventati su cui viene scritto un libro al giorno da un'esercito di sedicenti testimoni (vedi il mio sito www.historiaeveritas.com ). E' impossibile provare a ragionare con persone che partono da presuposti così diversi.
              L'argomento che hai scelto, il Nazismo, è il più caldo in assoluto, è l'unico argomento che è così scomodo che in certi stati un'affermazione "sbagliata" può valere fino a 4 anni di galera...
              Quando i tabù inizieranno a cadere uno alla volta e il revisionismo storico sulla storia personale di Hitler (vedi "Hitler's war di David Irving, in primis) e sulla Shoah non sarà più censurato e\o vietato, allora, i tempi saranno maturi per qualsiasi tipo di discussione
              Il "movente" del Nazismo è una pagina oscura della storia, troppo scomoda politicamente in quanto ancora troppo attuale e compromettente.
              Originariamente Scritto da salsa Visualizza Messaggio
              non trarre conclusioni.....non hai capito il senso del mio post se ritieni di non dover/poter esprimere la tua opionione che, con il dovuto rispetto vale quanto la nostra cioè tutto e niente. La mia era proprio una curiosità in merito alla questione tedesca post bellica, scaturita tra le altre cose dall'articolo a cui faccio cenno. Sicuramente (qui sul forum) ho detto e ribadisco tranquillamente che, la morte di milione di ebrei e militari TUTTI, civili di quel periodo storico sono un fatto innegabile e orrendo per l'umanità, tanto quanto le varie stragi dei Gulag Russi, Guerre Sante...invasioni americane ecc....insomma non stavo puntando il dito verso nessuno e se fin ora avevo un idea totalemente scolastica dell'argomento...ultimamente mi stavo interessando alla questione quindi......non ci trovo nulla di inutile nel discuterne, tra le altre cose i riferimenti letterari ecc. per me sono pressochè nulli....da buon ignorantone sull'argomento (non mi sto giustificando eh), mi fa piacere leggere inteventi di chi ne sa e può esprimere senza timori (perchè mai poi?) la propria idea in merito e, citando Sean ognuno è libero di tenere per sè ciò che ritiene interessante.
              Last edited by RAS; 08-12-2010, 01:20:09.

              Adriano Marini Official Web Site-Gruppo Escursionistico Montano-Canale YouTube-Canale Facebook

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              • Sciamannado
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                #67
                ..

                Originariamente Scritto da RAS Visualizza Messaggio
                Quello che per te è un fatto innegabile, per me sono solo menzogne.
                Non voglio fare il professore, ma visto che sono oltre 10 anni che studio (molto approfonditamente, oltre 100 volumi, consigliati da miei amici professori universitari e storici di professione) qualcosina in materia credo di saperla. Ci sono genocidi reali su cui tutti tacciono (vedi il mio sito www.altrilager.com ) e genocidi inventati su cui viene scritto un libro al giorno da un'esercito di sedicenti testimoni (vedi il mio sito www.historiaeveritas.com ). E' impossibile provare a ragionare con persone che partono da presuposti così diversi.
                L'argomento che hai scelto, il Nazismo, è il più caldo in assoluto, è l'unico argomento che è così scomodo che in certi stati un'affermazione "sbagliata" può valere fino a 4 anni di galera...
                Quando i tabù inizieranno a cadere uno alla volta e il revisionismo storico sulla storia personale di Hitler (vedi "Hitler's war di David Irving, in primis) e sulla Shoah non sarà più censurato e\o vietato, allora, i tempi saranno maturi per qualsiasi tipo di discussione
                Il "movente" del Nazismo è una pagina oscura della storia, troppo scomoda politicamente in quanto ancora troppo attuale e compromettente.
                Io nella mia modestissima "informazione" a 100 volumi mai arrivato , ci mancherebbe.Più che altro però ho puntato all'ascolto di persone che in quell'epoca sono vissute , sono state detenute e/o torturate nei campi di concentramento.Persone di religione cristiano/cattolica , ebraica , atei , apolitici e anche un militante del pfi ( indirettamente tramite mia nonna e le sue testimonianze, essendo il "militante" suo padre , ovvero mio bisnonno ).
                peace&love

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                • bersiker1980
                  decisamente grosso
                  • Dec 2006
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                  #68
                  Originariamente Scritto da Manx Visualizza Messaggio
                  Non mi dici niente di nuovo, queste cose sono risapute anche da uno studente di quinta elementare...il punto è un altro e tu confermi quello che dico. La storia la fanno i vincitori...non chi ha perso. Questo è giusto, o almeno, è logico? E se avesse vinto la guerra? Le posizioni sarebbero ora invertite...o no? La storia viene giudicata...in un certo modo spesso fazioso, poiché la si legge dall'ultima pagina alla prima...è questo il problema.

                  Una cosa che non ho ancora capito e che mai capiro'...è sensato valutare la storia in base al numero di morti...? Se si'...i russi sono peggio dei nazisti, gli americani forse ancora di piu' (quante guerra hanno condotto in nome della democrazia? quanti morti per i suoi ideali "democratici"?), Pol pot siamo li', se la scampa forse il nostrano Duce...?
                  Scusa ma dove valuto il numero la storia in base ai morti? alla tua domanda "chi fu un grande Statista? Churchill" ecc.
                  ho risposto perchè secondo me, valutazioni etiche a parte, Hitler NON fu un grande statista. Perchè commise errori madornali.
                  Uno Stratega accorto avrebbe commesso simili errori? Non credi che adottando diverse scelte (bastava ascoltare i Generali) la Germania avrebbe potuto vincere la guerra?

                  Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                  Se la guerra si fosse fermata a Parigi, noi oggi avremmo giudizi opposti, questo è il punto. Se Hitler non avesse mosso per primo guerra all'Unione Sovietica questa si sarebbe fagocitata la Germania: sono le necessità storiche e le risultanze di queste a decretare, per noi posteri, i giudizi di merito, viziati sempre da come è andata a finire, però. Non mi sento di dire, perchè vedo un Paese che ha perduto la guerra, che quel Paese era il "Male": no, non lo posso dire. Io vedo ciò che fu quel Paese, ciò che mosse, quali forze e spinte raccolse; io vedo che ancora nel 1944 (l'anno più disastroso sul fronte bellico) la produzione industriale, nonostante i continui bombardamenti, raggiunse il massimo. Io vedo una innaturale alleanza tra le potenze democapitalistiche ed i sovietici, alleanza col "diavolo", pur di sradicare dall'Europa i Fascismi. Vedo questo "strano" gioco e mi chiedo perchè? Il popolo tedesco ha seguito il suo Fuhrer, non si è diviso e non ha tradito, a differenza di noi italiani, e questo altro giudizio storico ci schiaccia e ci interroga:
                  Che importanza ha, di fronte a tutto ciò che è stato il periodo dei Fascismi, se la guerra è stata vinta o persa? Il comunismo ha vinto:
                  Ci troviamo dunque di fronte ad un giudizio di merito di quell'ideologia? Dobbiamo plaudire a Stalin?
                  No, la mia frase era evidentemente ironica. Non considero il nazisno"il Male" benchè sii tratti di un'ideologia fondata sulla prevaricazione fisica. Rispondevo su Hitler. imho le sue innegabili doti di Capo, furono compensati da difetti altrettando grandi, che alla fine prevalsero.
                  Last edited by bersiker1980; 08-12-2010, 14:16:33.
                  sigpic

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                  • Manx
                    Pornotrainer SdS ("Mezzo-morto") - Arrivederci Bud. R.I.P
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                    #69
                    Originariamente Scritto da bersiker1980 Visualizza Messaggio
                    Scusa ma dove valuto il numero la storia in base ai morti? alla tua domanda "chi fu un grande Statista? Churchill" ecc.
                    ho risposto perchè secondo me, valutazioni etiche a parte, Hitler NON fu un grande statista. Perchè commise errori madornali.
                    Uno Stratega accorto avrebbe commesso simili errori? Non credi che adottando diverse scelte (bastava ascoltare i Generali) la Germania avrebbe potuto vincere la guerra?


                    No, la mia frase era evidentemente ironica. Non considero il nazisno"il Male" benchè sii tratti di un'ideologia fondata sulla prevaricazione fisica. Rispondevo su Hitler. imho le sue innegabili doti di Capo, furono compensati da difetti altrettando grandi, che alla fine prevalsero.
                    non mi riferivo esplicitamente a te, ma parlavo in generale, ovvero,"criticavo"il 90% delle persone che giudica la storia anche (o solo) in base al nr di morti.

                    SdS - "Mezzo-morto" - rulez :he: :woo:
                    Anarco-Training
                    M&ScC-Group: "Magna & Spigni con Criterio"
                    No mental :seg: Crew
                    Bud Spencer 31.10.1929 - 27.6.2016 R.I.P
                    I.O.M Jesi & Vallesina

                    Le domande dell'aspirante bidibolder
                    Originariamente Scritto da TONY_98
                    Cosa succede se prendo le proteine senza fare palestra?
                    Originariamente Scritto da Perineo
                    vi è mai capitata l'ipertrofia muscolare? ci sono dei rischi?
                    Originariamente Scritto da Spratix
                    C'è un modo per capire che tipo di look muscolare avrò?
                    Fai da te - Il tagliando
                    Originariamente Scritto da erstef
                    Che ne dite come alimentazione per la manutenzione muscolare?
                    Disagio alimentare & logistica bidibolder
                    Originariamente Scritto da Gianludlc17
                    se vi dovete spostate in giornata, come fate a scaldarvi i pasti o nel caso in cui abbiate carne a cucinarla ?
                    Estetica rulez
                    Originariamente Scritto da 22darklord23
                    la mia intenzione era di rendere tonico l'addome con la palestra e, se ci riesco, coprire le smagliature con dei tatuaggi... visto che mi sono stancato del sentirmi dire dalle ragazze, ogni votla che mi vedono nudo, '' Sei una persona fantastica ma...''. Grazie

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                    • RAS
                      Si vis pacem para bellum
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                      #70
                      Originariamente Scritto da Sciamannado Visualizza Messaggio
                      Io nella mia modestissima "informazione" a 100 volumi mai arrivato , ci mancherebbe.Più che altro però ho puntato all'ascolto di persone che in quell'epoca sono vissute , sono state detenute e/o torturate nei campi di concentramento.Persone di religione cristiano/cattolica , ebraica , atei , apolitici e anche un militante del pfi ( indirettamente tramite mia nonna e le sue testimonianze, essendo il "militante" suo padre , ovvero mio bisnonno ).
                      Nelle numerose conferenze sul tema che organizzo con le associazioni sono stati invitati numero reduci, moltissimi miei amici (vecchietti) sono reduci del'RSI, ma questo non fa testo. Ad es. Carlo Mattogno nel suo libro "Camere a gas" analizza e smonta centinaia di testimonianze "oculari". Conoscere una decina di reduci dai campi non vuol dire nulla. I reduci sono migliaia e le testimonianze, soprattutto a Norimberga (quando ancora la memoria era buona essendo appena finita la guerra e i testimoni in vita erano tanti) sono completamente inventate, in quanto frutto di passaparola, racconti di 2° e 3° mano. Lui mi raccontò che..., oppure un tizio mi disse che un'altro tizio aveva visto..., o addirittura illazioni pure e semplici tipo: quel giorno vennero caricati 500 prigionieri e non li rivedemmo più (trasferimento) furono tutti gasati (supposizione del testimone).
                      Mio Nonno fece 3 anni di campo di concentramento inglese ad Afragola, insieme al capitano Ericke Priebke (del quale sono rimasto molto amico), Un'altro mio caro amico Rutilio Sermonti, descrive dettagliatamente un KL tedesco, in quanto vi alloggiò con il suo battaglione di SS Italiane per diversi mesi.
                      In assoluto, i peggiori campi di concentramento furono quelli americani, che fecero più vittime di tutti i campi sia tedeschi che sovietici in un arco di tempo di soli 3 anni. L'altissimo n° di morti fu dovuto al fatto che nei KL mancavano le coperture (baracche o tende).

                      Adriano Marini Official Web Site-Gruppo Escursionistico Montano-Canale YouTube-Canale Facebook

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                      • thetongue
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                        #71
                        x manx: mi pare comprensibile che la storia venga scritta dai vincitori. non dico "giusto" perche' non avrebbe senso, ma giustificabile di certo. non mi pare un motivo di scandalo, e' nell'ordine delle cose
                        x sean: dare ossigeno senza limiti a quell'anelito di totale affermazione sull'altro a cui ti riferisci, applicato ad un insieme (e.g. popolo) come all'individuo, implica inevitabilmente volgere, prima o poi, verso l'autodistruzione

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                        • Sean
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                          #72
                          Originariamente Scritto da thetongue Visualizza Messaggio
                          x manx: mi pare comprensibile che la storia venga scritta dai vincitori. non dico "giusto" perche' non avrebbe senso, ma giustificabile di certo. non mi pare un motivo di scandalo, e' nell'ordine delle cose
                          x sean: dare ossigeno senza limiti a quell'anelito di totale affermazione sull'altro a cui ti riferisci, applicato ad un insieme (e.g. popolo) come all'individuo, implica inevitabilmente volgere, prima o poi, verso l'autodistruzione
                          Chiaramente quelle forze devono essere controllate, o altrimenti si rischia lo sbocco che dici. In questo senso ritengo che il Fascismo italiano sia stato un giusto compromesso (non reggendosi, ad esempio, sulla pulsione, che può diventare irrazionale, della razza), perchè in Italia la volontà eccitata di un popolo trovava un temperamento nella mistica ordinatrice dello Stato; il Nazismo, al contrario, poggiando sul popolo e sul suolo, facendo di questi due elementi la sua religione e ragione di essere, può non aver avuto il pieno controllo delle forze spirituali richiamate in campo, scatenandole come nelle antiche mitologie norrene. Difatti il Nazismo è stato l'abito tagliato su misura per i Tedeschi, quanto il nostro Fascismo per gli Italiani.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            #73
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                            Originariamente Scritto da RAS Visualizza Messaggio
                            Nelle numerose conferenze sul tema che organizzo con le associazioni sono stati invitati numero reduci, moltissimi miei amici (vecchietti) sono reduci del'RSI, ma questo non fa testo. Ad es. Carlo Mattogno nel suo libro "Camere a gas" analizza e smonta centinaia di testimonianze "oculari". Conoscere una decina di reduci dai campi non vuol dire nulla. I reduci sono migliaia e le testimonianze, soprattutto a Norimberga (quando ancora la memoria era buona essendo appena finita la guerra e i testimoni in vita erano tanti) sono completamente inventate, in quanto frutto di passaparola, racconti di 2° e 3° mano. Lui mi raccontò che..., oppure un tizio mi disse che un'altro tizio aveva visto..., o addirittura illazioni pure e semplici tipo: quel giorno vennero caricati 500 prigionieri e non li rivedemmo più (trasferimento) furono tutti gasati (supposizione del testimone).
                            Mio Nonno fece 3 anni di campo di concentramento inglese ad Afragola, insieme al capitano Ericke Priebke (del quale sono rimasto molto amico), Un'altro mio caro amico Rutilio Sermonti, descrive dettagliatamente un KL tedesco, in quanto vi alloggiò con il suo battaglione di SS Italiane per diversi mesi.
                            In assoluto, i peggiori campi di concentramento furono quelli americani, che fecero più vittime di tutti i campi sia tedeschi che sovietici in un arco di tempo di soli 3 anni. L'altissimo n° di morti fu dovuto al fatto che nei KL mancavano le coperture (baracche o tende).
                            le esperienze delle persone che ho ascoltato non sono frutto di passaparola o storielle della buona notte , sono frutto di esperienze vissute , che hanno lasciato gambe amputate per cancrene da freddo , o traumi psicologici durante il seppellimento di due amici a cui erano stati cavati gli occhi da qualche simpatico della ss italia e company.
                            C'è anche come mio nonno , di 89 anni che nella sua esperienza personale mi ricorda sempre come al contrario degli italiani che gli fregarono tutti gli animali e riempirono di bastonate sorelle e padre i tedeschi si tolsero il cappello alla vista della madre malata moribonda nel letto non toccando neanche un uovo..le testimonianze sono molte..
                            Poi anche gli americani hanno fatto la loro parte con i bombardamenti indiscriminati ,
                            a Enna , lo stesso mio nonno prima che fuggì dal battaglione dove stava ne raccolse di teste e gambe dentro la cariola di conoscenti di altri battaglioni che non si erano svegliati in tempo per fuggire dai bombardamenti , come il tiro al piattello con i neonati in grecia ad opera delle primizie dei reparti fascisti , nella guerra c'è di tutto , si sa.
                            peace&love

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                            • Sean
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                              #74
                              Originariamente Scritto da Sciamannado Visualizza Messaggio
                              nella guerra c'è di tutto , si sa.
                              Di tutto da parte di tutti, appunto:
                              E allora di che stiamo parlando? Mi sfugge il punto, una volta assodato che la guerra è orribile ed i crimini (che tutti commettono) la rendono ancora più tremenda. Non mi dirai che ci stai portando verso una sciorinata delle utopie sessantottine, alle quali non credono più neppure i Mario Capanna...E' quella la conclusione, "volemose bene"? All'uomo non gli è mai riuscito, tanto meno agli ammericani.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • salsa
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                                #75

                                Fino alla seconda metà degli anni ‘50, nei confronti della chiesa cattolica prevalse un sentimento di
                                generale, enorme rispetto, per l’azione umanitaria effettivamente svolta dalla Santa sede e da molti
                                istituti religiosi, a loro rischio e pericolo, nel corso del conflitto mondiale.
                                In particolare, si ricordava la “direttiva” papale del 25 ottobre del 1943, emessa oralmente da Pio
                                XII all’indomani del rastrellamento del Ghetto di Roma, avvenuto “sotto le sue finestre”. Riservata
                                a tutti gli ecclesiastici italiani, la direttiva raccomandava di «ospitare gli ebrei perseguitati dai
                                nazisti in tutti gli istituti religiosi, ad aprire gli istituti o anche le catacombe». Molti istituti religiosi
                                avevano peraltro già iniziato a prestare effettivamente assistenza non solo agli ebrei, ma anche a
                                sbandati, partigiani, militari in fuga.

                                Tanti sacerdoti diffusero la stampa clandestina, svolsero il ruolo di informatori, di collegamento fra
                                partigiani e alleati, di portalettere clandestini. Gran parte del mondo cattolico si schierò decisamente
                                all’opposizione del fascismo, come non era mai accaduto nel ventennio precedente. Secondo i dati
                                diffusi da Enrico Mattei, che prima di diventare presidente dell’Eni fu un capo della Resistenza, dei
                                duecentomila partigiani italiani almeno ottantamila erano di fede cattolica. D’altra parte, nonostante
                                la ben nota diplomazia “debole” e prudente di Pio XII nei confronti di Berlino, finalizzata ad evitare
                                sanguinose complicazioni ai fedeli, quasi tutti i Paesi invasi dai tedeschi erano cattolici, provocando
                                inevitabilmente un progressivo aumento della partecipazione dei fedeli alla Resistenza europea.
                                Significativa anche la partecipazione dei religiosi: dei 2.720 internati a Dachau, 2.579 erano
                                cattolici, 109 protestanti, 22 greco-ortodossi, 8 maroniti e 2 musulmani.
                                La stragrande maggioranza, 1.780, erano polacchi; importante il numero dei religiosi tedeschi: 447,
                                e 94 di loro ci lasciarono la vita.
                                Lo storico e diplomatico israelita Emilio Pinchas Lapide, calcolava nel 1967 che “Pio XII, la Santa
                                Sede, i nunzi e tutta la Chiesa cattolica hanno salvato da morte certa tra i 700 mila e gli 850 mila
                                ebrei”.

                                Nel dato andrebbe incluso l’apporto spontaneo dell’intera popolazione civile, che ha protetto fughe,
                                luoghi e “corridoi” nascosti, ma è rivelatore del vasto assenso riscosso dal papa e dal clero. Nel
                                commemorare Eugenio Pacelli, assiso al trono di Pietro nel 1939 col nome di papa Pio XII, il
                                rabbino capo di Roma, Elio Toaff, affermò: “Più che in ogni altra occasione, abbiamo avuto
                                l’opportunità di sperimentare la grande compassione e la grande generosità di questo papa durante
                                gli anni della persecuzione e del tenore, quando sembrava non ci fosse per noi più alcuna speranza”.
                                Era il 10 ottobre 1958, il giorno prima Pio XII era deceduto a Castelgandolfo e fra il lutto generale
                                che caratterizzò il mondo, gli italiani e i romani in primis, non mancò il messaggio di Golda Meir,
                                ministro israeliano degli Esteri, per il quale “la voce del Papa si è alzata per condannare i
                                persecutori e per invocare pietà per le vittime”.

                                La Meir dimenticava generosamente la netta opposizione esercitata dalla Santa sede alla nascita
                                dello Stato d’Israele, con Pio XII rivendicante una sorta di diritto dei cristiani a controllare i luoghi
                                santi in Palestina.
                                In realtà, il buon nome della chiesa sulla condotta antifascista e antinazista si stava incrinando già
                                da qualche tempo sotto il peso di informazioni diverse provenienti dalla stampa americana e
                                sovietica.
                                Di un certo clamore fu l’uscita di due testi, uno in Italia e uno in Germania. In Italia, nel 1957
                                Ernesto Rossi ne Il manganello e l ‘aspersorio, rese nota la scabrosa documentazione
                                dell’antisemitismo nella pubblicistica cattolica, di molto antecedente l’avventura hitleriana.
                                In Germania, seminò sgomento il dramma teatrale in cinque atti Il Vicario, del cattolico tedesco
                                Rolf Hochhuth, scritto nel 1959, rappresentato a Berlino Ovest nel 1963 per l’interessamento di un
                                impresario filocomunista.
                                Hochhuth lanciava tremende accuse all’indirizzo di Pio XII sul silenzio mantenuto durante
                                l’Olocausto nonostante, a quanto pare, fosse perfettamente informato su quanto stava accadendo.


                                A guardare meglio, la direttiva papale di ospitare gli ebrei perseguitati negli istituti religiosi
                                riguardava solo l’Italia ed era stata emessa quando ormai le forze americane erano da un mese a
                                Napoli, dove la popolazione civile aveva dato vita al primo grande episodio di resistenza
                                generalizzata, scacciando i tedeschi dopo quattro formidabili giornate di guerriglia urbana.
                                Alla fine degli anni ‘40, erano divampate polemiche contro il diverso trattamento riservato da Pio
                                XII a nazifascisti e comunisti: i primi, infatti, non furono mai né scomunicati, né resi oggetto di
                                esplicite, pubbliche denunce come i secondi, nemmeno dopo la caduta di Hitler, quando i cattolici
                                non avrebbero più corso il rischio di pesanti ritorsioni e parecchie migliaia di nazifascisti stavano
                                32-33
                                ancora circolando in Europa. Anzi, questi ultimi nell’immediato dopoguerra furono per anni aiutati
                                a fuggire in massa in America latina proprio da organizzazioni strettamente legate al Vaticano,
                                oggetto d’esplicite denunce della stampa continentale americana.
                                La condotta fieramente anticomunista della chiesa, mantenuta per l’intera prima metà del secolo,
                                sembrava agli occhi dei più giustificata dalle crudeltà commesse durante e dopo la rivoluzione
                                d’Ottobre contro i preti cristiani ortodossi e le loro chiese, con centinaia di fucilazioni, deportazioni,
                                distruzioni di interi edifici religiosi; in Catalonia, durante la guerra civile spagnola, nel 1936 chiese
                                e conventi furono dati alle fiamme; circa settemila fra suore e preti cattolici furono massacrati da
                                formazioni anarchiche e comuniste, spessissimo con metodi sadici e crudelissimi. Lo spirito
                                rivoluzionario dell’epoca, non è esagerato dirlo, rasentava il genocidio. Dunque, i cattolici e il
                                Vaticano in particolare, avevano qualche buona ragione non solo per reagire con durezza a ciò che
                                essi ritenevano fosse un’esplosione nefasta dell’ateismo di massa, ma anche per sfiduciare gli
                                impotenti regimi a democrazia parlamentare.

                                La Germania hitleriana non fu affatto sempre tenera con il mondo cattolico, lo si è visto con i
                                religiosi rinchiusi nei lager e ancora di più lo si vedrà con l’apocalittica aggressione alla
                                cattolicissima Polonia.
                                Ma, da parte delle autorità cattoliche e della grande maggioranza dei fedeli, fino a guerra inoltrata,
                                contro il Fuhrer non c’è mai stata una dichiarazione di lotta, non c’è mai stato l’annuncio di una
                                battaglia campale per la salvaguardia dei valori e delle istituzioni religiose.
                                Pio XII conosceva fin troppo bene il nazismo e i suoi capi; li aveva visti nascere e crescere sotto i
                                suoi occhi quando per tredici anni, dal 1917 al 1929, fu nunzio apostolico in Germania.
                                Nominato nel 1930 Segretario di Stato, continuò a essere artefice della politica vaticana in quel
                                Paese.
                                In quest’ultima veste, prima di indossare definitivamente l’abito bianco, nel 1931 incontrò il
                                premier tedesco Heinrich Brùning, leader del “Zentrum”, partito cattolico di centro: con lui
                                insistette per la rottura del dialogo con i socialdemocratici, grazie al quale ancora reggeva il
                                principale argine istituzionale al partito nazista.
                                I socialdemocratici avevano il torto di essere atei e troppo laici. Brùning si lamentò in una nota sul
                                suo diario: Pacelli non mostrava la benché minima preoccupazione di fronte ai dati elettorali, i quali
                                assegnavano ormai ai nazionalsocialisti il 18 per cento dei consensi.
                                Nella primavera del 1932, Bruning giunse a decretare la messa fuori legge delle SA e delle SS pur
                                di costringere Hitler a più miti consigli; il provvedimento fu revocato pochi mesi dopo dal suo
                                successore Franz von Papen, cattolico ultraconservatore espulso dal Zentrum ma disinvoltamente
                                appoggiato da Pio XI.
                                Tutta l’azione di von Papen fu volta a colpire i socialdemocratici. Pacelli da Roma e il suo fidato
                                monsignor Ludwig Kaas, alla guida del Zentrum in Germania, promossero l’avvicinamento del
                                partito ai nazisti, riuscendo alla fine nell’intento di rovesciare la fiera opposizione mantenuta dal
                                partito fino al 1932, per puntare diritto a un eccellente Concordato stile 1929 Mussolini-PioXI e a
                                molto altro.
                                Nelle foto datate 20 luglio 1933, giorno in cui fu firmato in Vaticano il Concordato con la
                                Germania, appaiono von Papen e Pacelli (firmatari in rappresentanza dei rispettivi Stati), insieme a
                                Kaas e al cardinale Montini, futuro papa Paolo VI.
                                La storiografia cattolica odierna insiste nel sostenere il sostanziale ateismo del regime hitleriano e
                                nega che la Santa sede fosse al corrente delle trattative mercimonio fra Kaas e Hitler. Tuttavia,
                                l’antisemitismo e l’illiberalismo di Hitler non spaventavano affatto il Pacelli; l’intera Europa era
                                vivamente preoccupata, non lui. Uno dei primissimi atti da pontefice fu, nell’aprile del 1939, quello
                                di togliere la scomunica al gruppo politico antisemita e anticomunista Action Fran nonché
                                dall’Indice dei libri proibiti i testi di Charles Maunas, animatore del gruppo. Nonostante qualche
                                articolo di commento negativo apparso sulla stampa tedesca alla notizia della sua elezione,
                                Galeazzo Ciano, all’epoca ministro italiano degli Esteri, riferì di aver saputo essere Pacelli il
                                cardinale preferito dai tedeschi. In conclave, i quattro alti prelati tedeschi con cui intratteneva da
                                parecchi anni ottimi legami, hanno sicuramente votato e chiesto di votare per lui.
                                Per la biografia ufficiale del Vaticano, scopo della “prudenza” accordata da Pacelli al nazismo
                                lungo tutto il suo corso fu “tutelare in qualche modo il mondo cattolico nel Reich nazista”.
                                Tale ragione venne però a mancare quando il primo settembre 1939 le truppe tedesche invasero la
                                Polonia, un Paese con quaranta milioni di abitanti tutti cattolici.
                                Pio XII non condannò con una sola parola l’aggressione tedesca; professò in quelle circostanze una
                                “neutralità” pilatesca, limitandosi a esprimere “compassione” per le sofferenze del popolo polacco;
                                non emise alcuna nota di protesta nonostante i rappresentanti di Varsavia in Vaticano avessero
                                ripetutamente chiesto un gesto di solidarietà. Pio XII non ebbe nulla da dire nemmeno durante le
                                uccisioni di massa, i 6 milioni di polacchi morti, deportati o soppressi furono oggetto di discorsi
                                compassionevoli solo molti anni dopo il conflitto.
                                Quindi, mentre i tedeschi furono “protetti” dal Concordato, i poveri polacchi non lo furono in ogni
                                caso, nemmeno quando subirono l’occupazione sovietica post conflitto.
                                I comunisti, a differenza dei nazifascisti, non solo furono colpiti per manifesto ateismo, con decreto
                                specifico di scomunica del Sant’Uffizio in data 1 luglio 1949, ma negli anni seguenti, Pio XII non si
                                risparmiò nel denunciare le dolorose condizioni in cui si trovava il mondo cattolico nelle regioni
                                sovietizzate, senza badare troppo agli eventuali effetti peggiorativi che parimenti tali reazioni
                                sicuramente avrebbero originato nelle relazioni fra quei duri regimi e le molte decine di milioni di
                                fedeli viventi in Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, parte della Germania est e della Jugoslavia,
                                ovunque il comunismo aveva imposto le sue leggi.


                                Le rappresentazioni de Il Vicario ebbero successo in Europa.
                                Il dramma di Rolf Hochhuth ebbe trentanove traduzioni. Fu invece espressamente proibito in un
                                teatro a Roma nel 1965 e fu impossibile riprenderlo nei teatri italiani fino agli anni 2000.
                                La tesi del Vaticano?
                                Il testo di Hochhuth sarebbe basato su documenti falsificati dal Kgb sovietico, procurati da religiosi
                                rumeni che avevano accesso all’Archivio segreto vaticano. Hochhuth ha respinto le accuse con
                                sdegno, definendole calunnie.
                                Nel 2002, quando l’impero sovietico era disintegrato da un pezzo, Il Vicario divenne un film col
                                titolo di Amen, per la regia di Costantin Costa-Gavras, produzione franco-tedesca.
                                Il film non è mai stato trasmesso dalle reti Rai e Mediaset, non è mai stato al centro di alcun
                                dibattito o inchiesta televisiva, né gli italiani hanno potuto vedere, per autocensura della casa
                                distributrice, il manifesto della pellicola, ideato dal fotografo italiano Oliviero Toscani, mostrante
                                una grande croce rossa fusa con una svastica.
                                D’altra parte, l’opera di Hochhuth è solo un dramma teatrale, il silenzio quantomeno diplomatico di
                                Pio XII sulle deportazioni è un dato di fatto incontrovertibile, ammesso e giustificato dalla stessa
                                storiografia cattolica.

                                Le critiche di Hochhuth erano state precedute da alcune affermazioni di un noto scrittore francese,
                                Fran Mauriac, che a proposito di Pio XII scrisse nel 1951: «Non abbiamo avuto il conforto di
                                sentire il successore del Galileo, Simon Pietro, condannare con parola netta e chiara e non con
                                allusioni diplomatiche, la crocifissione di questi innumerevoli fratelli del Signore». Il motivo è
                                semplice: alla metà del Novecento, riconosce Renato Moro in La Chiesa e lo sterminio degli ebrei,
                                2002, «gli ebrei non erano ancora per la generalità dei cattolici gli antenati della loro fede, ma i
                                nemici della loro religione».
                                E «l’idea di una civiltà giudaico-cristiana, a noi oggi così familiare, era lontanissima dalla cultura di
                                quegli anni».
                                Renato Moro, studioso di formazione cattolica, prorettore dell’Università degli Studi Roma Tre,
                                scagiona in parte le responsabilità di Pio XII, bollato da alcuni studiosi “papa di Hitler”.
                                Scavando più a fondo, Ernesto Rossi, in Il manganello e l’aspersorio, l’altro libro-scandalo degli
                                anni ‘50, documentava come le tendenze antisemite fossero ben presenti nella chiesa ancora sul
                                finire dell’800;
                                di una gravità inaudita, esse fornirono la giustificazione religiosa ai fascisti per introdurre e
                                difendere le leggi razziali del 1938 anche da un punto di vista eminentemente cattolico.
                                Nel 1889 (anno di nascita di Adolf Hitler), la rivista dell’ordine fondato da sant’Ignazio di Loyola,
                                Civiltà Cattolica, aveva pubblicato un saggio di 90 pagine, intitolato Della questione giudaica in
                                Europa; due anni dopo, l’articolo diventava un opuscolo con lo stesso titolo. Tesi principale del
                                saggio - notevole per il contenuto antirisorgimentale, osserva Rossi - è che « la gran famiglia
                                israelitica, disseminata tra le genti del globo, forma una nazione straniera nelle nazioni in cui
                                dimora e nemica giurata del loro benessere... » e che il Talmud, oltre ad essere la fonte di una
                                morale esecranda, prescrive «l’odio a tutti gli uomini che non hanno sangue giudaico, in specie a’
                                cristiani, e faccia lecito il depredarli e malmenarli quasi bruti nocivi».

                                Lo scritto dei gesuiti avvertiva della pericolosità giudaica, mirante al «momento sospirato del
                                macello dei cristiani», a sopprimere ogni codice morale autorizzando le truffe, il falso, l’usura, la
                                captazione, il fallimento doloso, il contrabbando, la falsificazione del denaro, la concussione, la
                                frode, l’inganno. Proseguiva affermando le “giuste” persecuzioni avvenute e denunciando che i
                                cosiddetti “diritti dell’uomo” non sarebbero che invenzione dei giudei per soggiogare e
                                neutralizzare gli altri popoli nei loro confronti, consentendo loro di impossessarsi di tutti i settori
                                vitali delle nazioni.
                                L’Italia stessa era divenuta “un regno di ebrei anticristiani”. I rimedi suggeriti erano l’abolizione dei
                                regimi democratici, la confisca di tutti i beni in possesso di giudei, la loro espulsione dai paesi
                                cristiani, la soppressione dell’uguaglianza civile e il confino in appositi ghetti. Insomma, di tutto
                                fuorché l’uccisione di massa, la loro morte civile, la loro estinzione per terra bruciata, ma non la
                                loro condanna capitale.
                                Non era necessaria e avrebbe sollevato troppe crisi di coscienza.
                                In Francia, in Austria e in Germania, queste stesse tesi prosperarono nei movimenti nazionalisti di
                                ispirazione cristiana quando ancora Hitler era un ragazzo. Le si ritroverà pressoché intatte nel Mein
                                Kampf e nelle leggi razziali in Germania e in Italia. La diffusione, nei primi decenni del ‘900 dei
                                falsi Protocolli dei Savi (Anziani) di Sion si inquadra in questo contesto. Pubblicati in Russia nel
                                1903 sotto forma di un presunto “documento” segreto, denunciano un presunto piano per il dominio
                                del mondo da parte degli ebrei; presentati come consigli operativi degli “anziani” ai nuovi membri,
                                descrivono come manipolare i media, le masse e la finanza pur di raggiungere lo scopo.
                                36-37
                                Puntando il dito sugli ebrei e accusandoli di tutti mali del mondo contemporaneo, era implicita
                                l’autoassoluzione cristiana da ogni colpa. La chiesa della prima metà del XX secolo ha sempre
                                accusato non i nazisti, bensì gli ebrei di puntare al “macello dei cristiani”.


                                Vienna, inizio secolo. Un violento antisemitismo cristiano si sviluppa in dottrina ideologica.
                                La promuovono personalità politiche come il cattolico Karl Lueger, leader del partito cristiano
                                sociale, sindaco della capitale austriaca per vent’anni, ricevuto con tutti gli onori in Vaticano, e il
                                protestante Georg Ritter von Schònerer, a cui Hitler rimproverò, nel Mein Kampf, l’atteggiamento
                                radicalmente anticattolico e antiromano, ma assorbendo da lui tutto il resto. Dalla grande
                                ammirazione provata per questi due connazionali, Hitler acquisì il credo profondo nella superiorità
                                della razza ariana, basi nient’ affatto originali delle sue idee nazionalsocialiste. Nel Mein Kampf,
                                Hitler ricorda di essere diventato acceso antisemita nella Vienna dei cristiano-sociali leggendo le
                                “rivelazioni” sull’ebraismo del loro giornale, il Volksplatt. L’antisemitismo viscerale di Hitler,
                                dunque, non ebbe “basi pagane” o “atee”, ma eminentemente cattoliche.

                                Italia, 1921. Escono tradotti i Protocolli dei Savi (Anziani) di Sion.

                                Non solo la stampa cattolica non li denuncia per quello che sono, un miserabile falso, ma altri
                                articoli razzisti de la Civiltà cattolica videro la luce nel 1928; nel 1934 ne uscirono due del direttore
                                padre Enrico Rosa, portavoce del Vaticano, in pieno appoggio a un manuale nazista di propaganda
                                antisemita, anche se lo ritiene in alcuni passaggi “inesatto”, soprattutto nei confronti della chiesa e
                                dei papi. Nel 1936 fu positivamente recensito, sulla stessa rivista, un libro decisamente antisemita
                                del cattolico Léon De Poncins, in cui si sottolineava il carattere sia comunista, sia capitalista degli
                                ebrei; nel 1937, nell’articolo La questione giudaica e il sionismo la Civiltà cattolica sottolineava
                                che, per conquistare il dominio del mondo, gli ebrei si servivano del loro oro e
                                dell’internazionalismo proletario, essendosi già infiltrati nella Società delle Nazioni e nella
                                massoneria. Nello stesso anno, Giovanni Preziosi e Julius Evola curarono nuove più fortunate
                                edizioni dei Protocolli del Savi di Sion, asserendo che nonostante fossero un falso, il mondo stava
                                effettivamente procedendo nella direzione ivi descritta. La storiografia cattolica odierna,
                                ovviamente, non si limita a tentare di scagionare Pio XII dalle accuse di connivenza, ma anche la
                                rivista gesuita e i suoi direttori dalle responsabilità enormi in questo brutto “affaire”, citando però
                                quasi sempre documenti usciti dal Vaticano solo dopo il 1937, quando Pio XI iniziò a mutare rotta.
                                Germania, 1994. Il teologo cattolico tedesco Hans Kung, pubblica Das Judentum, in italiano
                                Ebraismo. Nell’indagare sul legame storico tra le più antiche prescrizioni canoniche e le leggi
                                razziali nazifasciste, trova singolari affinità. Kung analizza un periodo lungo oltre mille anni, dal
                                sinodo di Elvira del 306, al Concilio di Basilea del 1434: i cristiani avevano proibito i matrimoni
                                misti cattolici-ebrei, i rapporti sessuali e il desinare con gli ebrei; vietato per loro le cariche
                                pubbliche, l’assunzione di personale servile o domestico, perfino il farsi vedere in strada durante la
                                settimana santa; avevano ordinato il rogo del Talmud e di tutti gli altri libri ebraici; proibito di
                                consultare medici giudei e abitare presso famiglie di questa razza; li avevano obbligati a versare le
                                decime alle chiese e a non lavorare la domenica; avevano impedito loro di accusare o testimoniare
                                contro i cristiani; avevano vietato di diseredare i loro fratelli di fede passati al cristianesimo;
                                li avevano costretti a portare un distintivo sui vestiti, impedito di costruire sinagoghe; c’era il
                                divieto di partecipare alle feste ebraiche per i cristiani; li avevano costretti ad abitare in quartieri
                                rigorosamente delimitati, non potevano acquistare o affittare beni e terreni dai cristiani; avevano
                                impedito le conversioni all’ebraismo e il ritorno di un ebreo convertito alla propria fede; proibito di
                                fare da mediatori in contratto tra i cristiani. Osserva Kung: il tutto esattamente come i nazifascisti.

                                5.
                                Il mondo ricorderà per sempre questa data: 23 marzo 1933. In quel giorno si riunì il Reichstag, il
                                Parlamento tedesco, per votare la concessione dei “pieni poteri” a Hitler. Il potere assoluto fu infatti
                                conferito a Hitler in modo “democratico” con la collaborazione decisiva di tutti i deputati del
                                Zentrum. Il partito cattolico disponeva ancora di una dozzina di milioni di voti. Non più di due o tre
                                milioni di fedeli votavano per Hitler. In base a un accordo parlamentare fra il partito nazista
                                (Nsdap) e il Zentrum cattolico, il Governo avrebbe avuto diritto «di approvare le leggi senza il
                                consenso del Reichstag; di divergere dalla Costituzione, se necessario; di concludere trattati con
                                potenze straniere e di porre la facoltà di emanare una legge nelle mani del cancelliere» (K. P.
                                Fisher, Storia della Germania nazista, pag. 318). Un simile potere dittatoriale, che aveva
                                chiaramente lo scopo di portare in poco tempo alla messa fuori legge di tutti i partiti, nessuno
                                escluso, all’abolizione di ogni libertà politica e alla persecuzione degli ebrei, era conferibile solo se
                                i due terzi del Reichstag avessero votato a favore.
                                Ebbene, resterà in eterno scritto nella storia che il 23 marzo 1933 i deputati nazisti raggiunsero il
                                quorum necessario con 441 voti grazie ai deputati cattolici del Zentrum.
                                Da soli, i deputati nazisti non avrebbero mai superato l’esame della legalità; la loro conquista del
                                potere non sarebbe stata “regolare”, bensì probabilmente molto più ardua e incerta, se non altro
                                impossibile da legittimare agli occhi dei tedeschi e del mondo.
                                I voti contrari alla legge che uccise formalmente la democrazia tedesca furono 84, non tantissimi,
                                però nemmeno pochi e tutti socialdemocratici; i comunisti non entrarono neppure in aula. Le
                                minacciose divise delle SA intorno alle vie del Reichstag, citate a pretesto per giustificare la scelta
                                orribile dei deputati tedeschi di ispirazione cattolica, c’erano anche per loro.
                                Neanche quindici giorni dopo, il 7 aprile 1933, fu emanata la prima legge razzista.
                                Precludeva i posti statali ai non ariani, ebrei in particolare e a chi non fosse politicamente
                                affidabile; rientravano nell’ elenco gli oppositori al nazismo, compresi centinaia di cattolici. La
                                chiesa, da una parte protestò contro i licenziamenti, ma solo dei “suoi”, dall’altra collaborò
                                pienamente. Lo storico ebreo- americano Guenter Lewy, attingendo ai rapporti della Gestapo, ai
                                documenti del partito nazionalsocialista e delle diocesi tedesche, ha ricostruito per primo i
                                cedimenti, i silenzi e le complicità delle gerarchie cattoliche. Chi avesse voluto essere assunto in un
                                posto statale avrebbe dovuto provare di non essere ebreo da diverse generazioni; nel suo I nazisti e
                                la chiesa, del 1965, rivela che in virtù della legge del 7 aprile 1933, alle parrocchie il nuovo Stato
                                domandò di fornire la visura dei registri antecedenti il 1874, giacché fino a quell’anno erano le sole
                                a registrare le nascite in Germania. La chiesa cattolica non sollevò obiezioni e collaborò
                                pienamente, lamentando solo che per questa prestazione resa allo Stato i preti non ricevevano alcun
                                compenso. Stessa collaborazione quando furono promulgate nel 1935 le leggi di Norimberga: nel
                                conferire una base pseudo-scientifica alla discriminazione razziale, stabilirono che solo le persone
                                con tre o quattro nonni tedeschi fossero considerate di “sangue tedesco”.
                                Le persone con uno o due nonni ebrei erano di “sangue misto” e quindi sottoposte a restrizioni
                                particolari, via via più insopportabili. Dalla chiesa tedesca e dal Vaticano giungevano pareri contrari
                                alla politica di discriminazione razziale soltanto per gli ebrei convertiti o sposati a un cattolico.

                                6°.
                                I parlamentari cattolici sapevano perfettamente che i provvedimenti liberticidi avrebbero
                                comportato la soppressione del loro stesso partito. Essi lasciarono scientemente milioni di fedeli
                                sprovvisti di un’autentica rappresentanza politica, della più elementare difesa giuridicoparlamentare,
                                di una qualsiasi delega a trattare i loro problemi in sede nazionale e internazionale.
                                Dal momento in cui si sciolse il partito cattolico, l’unica voce politica a parlare per loro sarebbe
                                stata la voce di Adolf Hitler. A esporre completamente i fedeli della Germania “hitlerizzata” furono
                                solo ed esclusivamente i loro parlamentari e i loro alti prelati, tedeschi e italiani, nessuno dei quali
                                si sognò di vendere cara la pelle per salvare la democrazia, né in Italia, né in Germania. Nella loro
                                difesa a oltranza di Pacelli, gli storiografi cattolici non dovrebbero ignorarlo. Il 5 luglio dello
                                stesso anno (1933), il Zentrum proclamò l’autoscioglimento, togliendo perfino al dittatore
                                l’imbarazzo di dover procedere d’autorità. E molti deputati del Zentrum aderirono al gruppo
                                parlamentare nazista. Ai primi di agosto si autosciolse l’associazione degli insegnanti cattolici, con
                                la raccomandazione di iscriversi alla Lega degli insegnanti nazionalsocialisti. Davvero i cattolici
                                “furono costretti” dalle circostanze ad accettare un ingenuo, disastroso accordo politico?
                                Di certo, non pensavano affatto che avrebbe portato in pochi anni la Germania, il regime e il
                                continente alla totale rovina. Il patto stipulato fra vertici nazisti e cattolici tedeschi, con il Vaticano
                                consenziente e ampiamente informato a ogni passo delle trattative, avrebbe condotto, nei quindici
                                giorni successivi l’autoscioglimento del Zentrum, al Concordato del 20 luglio.
                                La Santa sede non solo non emise una sola nota per impedire l’eliminazione del partito, essendo
                                chiaramente nei patti con Hitler, ma si adoperò per conferire lustro internazionale al nuovo regime.
                                Gli stessi passi il Vaticano li aveva sperimentati in Italia nel 1923 con don Luigi Sturzo e il partito
                                popolare da lui guidato: costringendo il primo alle dimissioni da segretario, procedette alla
                                sconfessione dell’opposizione cattolica al fascismo perché, disse Pio XI, sarebbe stata “auspice la
                                massoneria”, cioè “stumentalizzata” dall’ associazione che essa vedeva come il fumo negli occhi.
                                Dieci anni dopo, il copione si ripeteva in Germania.

                                La concessione di copiosi privilegi contenuta nel Trattato con il dittatore nazista, tuttavia, non è
                                sufficiente a spiegare la pressoché assoluta accondiscendenza di milioni di fedeli, del clero e delle
                                sue gerarchie, tutti o quasi tutti presenti con il braccio ben teso alle manifestazioni in camicia bruna
                                e alle parate militariste del regime, pronti a rispondere con “Heil Hitler” al saluto del Fùhrer.
                                È oggi insostenibile per i cattolici dover ammettere che con i nazisti ebbero una totale identità di
                                vedute circa i destini fisici e metafisici della nazione, tale da rendere inutile, superflua, addirittura
                                disturbante ai fini della ricristianizzazione dell’Europa, l’esistenza di un partito scelto e votato da
                                milioni di fedeli. Obiettivo comune, dichiarato a chiare lettere dall’ambasciatore della Santa sede,
                                cardinale Pacelli, e di Hitler era ottenere la ricristianizzazione del popolo tedesco e dell’Europa. Il
                                nazismo, infatti, fu tutt’altro che ateo. I vantaggi enormi ottenuti dalla chiesa non sono limitabili ai
                                pur consistenti “privilegi” concessi dal Concordato. Essi furono successivamente violati decine di
                                volte dal regime, con formale disappunto della chiesa. Tuttavia, la repressione di qualche pericoloso
                                circolo cattolico, l’arresto di fedeli antinazisti (qualche migliaio), l’allontanamento di funzionari
                                statali devoti al Vaticano, avevano l’indispensabile funzione di proteggere il regime, non di
                                liquidare la religione, come si tenta di passare oggi. La chiesa sapeva guardare oltre questi incidenti
                                di percorso e non si accontentava delle briciole concordatarie.


                                La posta in gioco era altissima. Il vero Concordato in Italia e in Germania la chiesa lo ha realizzato
                                a spese delle libertà generali con la messa al bando, la repressione violenta, la soppressione di tutti i
                                suoi nemici storici per il tramite del nazifascismo, sorta di nuovo “braccio secolare” che essa
                                pensava di controllare come ai bei tempi. I grandi vantaggi, neppure tacitamente ottenuti
                                sposandone la causa, partono dall’eliminazione della prima “bestia nera”: la massoneria, ritenuta
                                responsabile da almeno un paio secoli della secolarizzazione mondiale.
                                In Messico, i vari regimi succeduti alle numerose rivoluzioni durante la prima metà del ‘900,
                                avevano portato all’approvazione di specifiche leggi anticattoliche e a rivolte sanguinosissime
                                durate anni; la responsabilità delle forti limitazioni alla libertà religiosa, inclusa l’impossibilità
                                pratica di accedere al sacerdozio (nel 1935 in tutto il Messico erano rimasti appena 300 preti), fu
                                totalmente attribuita all’influenza decisiva della massoneria nordamericana sul governo centrale del
                                Paese latino.

                                Per reazione, in Italia, in Germania, in Spagna e in Portogallo, ovunque la legge della dittatura abbia
                                chiuso le logge, non un gesto significativo i cattolici hanno speso per difendere gli aderenti alla
                                maggiore associazione esoterica da una così spudorata intromissione statale nelle libertà delle
                                coscienze. Anzi, poiché per la prima volta la massoneria era stata distrutta in mezza Europa, il loro
                                consenso fu generale. Ovunque fosse instaurato un regime dittatoriale, o durante l’occupazione
                                tedesca nei vari Paesi, tra cui la Francia, le Obbedienze furono sciolte, le sedi occupate, i templi
                                devastati, gli archivi distrutti, le collezioni saccheggiate. I massoni sono stati denunciati, i loro nomi
                                comunicati ai nazisti occupanti. Migliaia di massoni furono deportati.
                                L’ostilità cattolica verso ebrei e massoni era spesso tutt’uno; padre Massimiliano Maria Kolbe,
                                ucciso nel campo di concentramento ad Auschwitz, reso santo da Giovanni Paolo Il nel 2001, sul
                                suo periodico il Cavaliere dell’immacolata, aveva scritto: « I punti fondamentali del programma
                                massonico si riassumono nella liquidazione totale del mondo soprannaturale. Ciò è evidente a ogni
                                passo: l’arte, la letteratura, la stampa periodica, i teatri, il cinema, l’educazione della gioventù e la
                                legislazione si muovono con passo veloce verso l’eliminazione della Fede Cattolica (...). I massoni
                                non sono altro che una cricca di ebrei fanatici, i quali mirano in modo irragionevole a distruggere la
                                Chiesa Cattolica». In altri scritti denuncia la Polonia come “il serbatoio biologico principale”
                                dell’ebraismo mondiale che “come un tumore” si nutre “nel corpo dei popoli”, proponendo alla
                                fine: “Gli ebrei devono emigrare”. Nei lager morirono migliaia di massoni; in Germania il loro
                                numero fu secondo solo a quello dei comunisti (circa centomila casi documentati fra comunisti e
                                massoni).

                                L’ostilità cattolica contro ebrei e massoni si attenuò gradualmente di fronte alla comune
                                persecuzione.L’obiettivo hitleriano di riunificare tutto ciò che parlasse tedesco, tra cui l’intera
                                Austria e gli ex territori prussiani in Cecoslovacchia e Polonia, comportava la netta prevalenza
                                numerica e politica del cattolicesimo sul sempre subìto protestantesimo, nato proprio in Germania
                                ad opera di Martin Lutero.
                                Altri vantaggi la chiesa li ottenne dalla liquidazione di tutto ciò che suonasse laico, illuminista,
                                pagano, ateo o anche solo democratico attraverso la chiusura dei partiti socialdemocratico,
                                comunista e liberale; dal ridimensionamento, a proprio vantaggio, del cosmopolitismo ebraico ai
                                vertici dell’industria e della finanza mondiale; dall’ auspicato crollo del comunismo e dello stato
                                sovietico per mezzo di una guerra apparentemente ideologica, ma in realtà di religione, al pari di
                                una novella crociata. Erano tutti obiettivi da tempo sospirati in ogni parrocchia della Germania,
                                anche se non così cinicamente dalla maggior parte dei fedeli; essi furono pienamente raggiunti sotto
                                il simbolo della svastica. Che, in fondo, è “solo” una croce diversa, un po’ uncinata. A questo
                                proposito, la rivista dei gesuiti tedeschi, Stimmen der Zeit, garantiva l’esistenza dell’armonia fra le
                                due croci.
                                42 - 43
                                Last edited by salsa; 08-12-2010, 20:28:40.
                                I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.

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