Istruzione universitaria per tutti, soldi sprecati?

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Allora doversti proibire ai cinquantenni che lavorano di iscriversi all'università per diletto
Detto questo cosa facciamo, iniziamo a chiudere tutti i corsi di laurea che non sono produttivi?

Non so ma_ non è così facile la soluzione. Mi sembra che in certi posti all'estero ci sia molta più collaborazione tra aziende e università e i finanziamenti siano realmente proporzionali all' "utilità" del corso. Qua è difficile capire chi diavolo vuole tenere certi corsi ancora attivi.

Non voglio arrivare a dire che l'istruzione debba essere esclusivamente finalizzata al mestiere, ma non è neanche tollerabile la presenza di corsi a puffo da seguire "per diletto" e i cui costi ricadono sulla comunità.

Per quanto riguarda i 50enni il discorso non è scontato visto che,a parte il fatto che un'unità che si iscrive per diletto in un corso "utile" non crea disturbo, il corso seguito può esser comunque utile professionalmente, come nel caso di un medico che va a scienze della comunicazione o di un chiunque che va a lingue.

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Non so ma_ non è così facile la soluzione. Mi sembra che in certi posti all'estero ci sia molta più collaborazione tra aziende e università e i finanziamenti siano realmente proporzionali all' "utilità" del corso. Qua è difficile capire chi diavolo vuole tenere certi corsi ancora attivi.

Non voglio arrivare a dire che l'istruzione debba essere esclusivamente finalizzata al mestiere, ma non è neanche tollerabile la presenza di corsi a puffo da seguire "per diletto" e i cui costi ricadono sulla comunità.

Per quanto riguarda i 50enni il discorso non è scontato visto che,a parte il fatto che un'unità che si iscrive per diletto in un corso "utile" non crea disturbo, il corso seguito può esser comunque utile professionalmente, come nel caso di un medico che va a scienze della comunicazione o di un chiunque che va a lingue.

Credo che la soluzione sia il numero chiuso, ovunque, realizzato, però, sulla base delle effettive richieste di quella professionalità nel mondo del lavoro. Dunque non un numero chiuso calcolato astrattamente magari sulla base dell'introito tasse universitarie o del prestigio della singola baronia. Ti faccio due esempi, provati sulla mia stessa pelle, premettendo che si tratta, però, di post lauream, ma credo che il discorso si possa estndere facilmente. Primo esempio: scuola di specializzazione in archeologia, gestita completamente dall'università, con numero chiuso estremamente selettivo (10 posti) ma contingentato senza una valutazione delle richieste esterne della specifica profesionalità. Risultato fallimentare perchè manca un raccordo università-lavoro.
Secondo esempio scuola di specializzazione per l'insegnamento: numero programmato gestito direttamente dai provveditorati provinciali in accordo con l'università, sulla base della presumibile richiesta di docenti in quella classe di concorso. Risultato ottimo, perchè i docenti specializzati entrano immediatamente in graduatoria e, in tempi comunque accettabili, diventano di ruolo.

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Esattamente. Per alcune lauree settoriali numero chiuso e per altre più ad ampio respiro una selezione in itinere.