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Io so la versione ampiamente diffusa sulla stampa e riportata dallo stesso Grillo
Ho avuto un incidente di macchina nel 1980, guidavo io, mi sono salvato per miracolo, ma sono morte tre persone che erano con me e sono stato condannato per omicidio colposo a un anno e tre mesi.
Non so se tu sappia qualcosa di diverso; se invece la versione è la stessa rimane una tragedia che può capitare a chiunque, a me per primo e per la quale provo profonda pena. Paragonarla a reati commessi in piena coscienza, per interesse economico o politico, mi pare voler sommare mele e pere
ma poi lui non si vuole candidare quindi il problema comunque non si pone.
se poi si vuole criminalizzare una persona per un incidente allora...
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Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
«Appalti e costi gonfiati anche del 50 per cento» - Corriere della Sera
ROMA — Costi aumentati anche del 50 per cento rispetto al progetto originario. Preventivi gonfiati con l’avallo degli alti funzionari per drenare soldi dalle casse dello Stato e spartirsi la torta dei lavori pubblici. C’è anche questo nelle carte dell’inchiesta di Firenze che ha travolto la Protezione civile guidata da Guido Bertolaso. Un sistema di scambio che ha come perno Diego Anemone, l’imprenditore di 39 anni finito in carcere proprio perché accusato di aver distribuito soldi e favori a chi ha agevolato la sua irresistibile ascesa affidandogli lavori per milioni di euro.
Sul link ci sono le intercettazioni, roba da mettere davvero le mani nei capelli.
Nel frattempo Bertolaso ha dichiarato a skytg24 di "essersi forse fidato troppo".
Le cose sono due: o è incompetente (e dopo anni e anni di protezione civile, avrei dei dubbi), o è in malafede. Non ci si può far truffare da quattro imprenditori-faccendieri, per la gestione di una situazione così importante, quando sei la Protezione Civile. E' inammissibile.
magari, ripartiamo da qui senza inquinare la discussione ulteriormente
Presidente siamo con Te,
meno male che Silvio muore.
Alla sua società Bertolaso ha affidato milioni di euro di lavori segretati.
Aeroporti, carceri e strutture riservate come la sede dove si sarebbe dovuto svolgere il G8 alla Maddalena. Fino a quando non è stato fermato con l’arresto di Diego Anemone, l’omonimo gruppo familiare di Grottaferrata sguazzava allegramente nello stagno oscuro delle “opere segretate”. Anemone Costruzioni era diventata negli ultimi cinque anni l’asso pigliatutto dei lavori per i quali occorre il supernos, il super nulla osta di sicurezza concesso dal Ministero dell’interno a pochi eletti. Grazie al rapporto di ferro con il dirigente della presidenza del consiglio e della struttura incaricata dei grandi eventi, Angelo Balducci, il 39enne Diego Anemone, era riuscito a far decollare un’impresa di costruzioni di poche ambizioni (non poteva fino al 2005 gareggiare sopra i 5 milioni di euro) fino a farne un colosso inserito in tutti i mega-appalti della Protezione civile. Sotto la benedizione dell’amico Guido Bertolaso (che ha una certa dimestichezza con la materia essendo figlio di un generale dell’aeronautica e fratello di un capocentro del servizio segreto) il gruppo Anemone era esploso fino al fatturato record di 16milioni del 2005 per poi ripiegare nel 2007 a 10 milioni. Il valore reale del gruppo però era molto più alto. Oltre alla società Amp, che fattura altri 4 milioni di euro, e alla Maddalena Scarl, che si occupava dei lavori per un centinaio di milioni di euro del G8, ne facevano parte anche la Redim 2002 di Vanessa Pascucci, moglie di Diego; la Tecnocos dello zio Luciano e poi una rete di associazioni di imprese che avrebbero incassato decine di milioni di euro negli anni a venire.
Un gran risultato per una società che dispone solo di 26 impiegati ma che ha il suo vero valore aggiunto nelle capacità relazionali dei suoi proprietari. Secondo i giudici fiorentini, per esempio nei cantieri degli Anemone della Maddalena si annidava un piccolo conflitto di interessi per Guido Bertolaso: suo cognato, l’architetto Francesco Piermarini, fratello di Gloria, lavorava nel cantiere degli Anemone. Mentre il responsabile dei lavori per la struttura pubblica di Bertolaso, l’archietto Bruno Della Giovampaola, è stato in passato addirittura socio degli Anemone nella società di progettazione Medea. Grazie alle intercettazioni i magistrati ritengono di avere scoperto altri legami illeciti tra i controllori - Roberto De Santis, Angelo Balducci e Bruno Della Giovampaola - e i controllati: dai viaggi in aereo privato all’uso di automobili, dalle prestazioni sessuali all’offerta di mobili e persino del personale di servizio. Il successore di Balducci alla Maddalena, Roberto De Santis, raccomandava per i subappalti il fratello Marco. Ma se queste storie squallide erano finora ignote al pubblico, i legami societari tra Balducci e Anemone erano già stati illuminati dalle inchieste de L’Espresso. Bertolaso sapeva da un anno che il circolo Salario Village è stato creato da Filippo Balducci, figlio di Angelo, e da Diego Anemone. Eppure, invece di intervenire contro lo sconcio connubio di interessi del circolo, Bertolaso preferiva farsi organizzare in loco festini e massaggi. Forte di questo senso di impunità, la lobby triangolare Balducci-Anemone-Bertolaso, ha permesso alle società della famiglia di Grottaferrata di entrare contemporaneamente in tutti i grandi affari in ballo nel dipartimento della Presidenza del consiglio che ha la sua sede a due passi da San Giovanni, a Roma. Di volta in volta Anemone partecipava alle gare in associazione con una o più imprese dalle spalle larghe . Lo scopo era quello di ottenere l’affidamento garantendo a Bertolaso la garanzia di un’esecuzione veloce. Al di là della natura dei massaggi praticati al sottosegretario da Francesca e dell’esito dei balletti di Monica, era questa la principale contropartita per lui. Il “sistema gelatinoso” creato da Anemone e Balducci si basava su questo accordo tacito: le maglie larghe della legislazione d’urgenza permettevano di far lievitare i costi dei lavori e il guadagno per Anemone e compagni mentre Bertolaso otteneva il ritorno di immagine dell’esecuzione rapida. Basta fare un giro dei cantieri per capire però che, anche sotto questo aspetto il sistema Bertolaso-Anemone ha fallito. Il gruppo era entrato nell’affare da 20 milioni dello stadio del nuoto da costruire al Foro Italico per i mondiali del 2009. La spesa è lievitata (anche per colpa delle indecisioni della politica) ma nonostante le generose varianti, le piscine - sei mesi dopo i mondiali - ancora non ci sono.
Non va meglio con il secondo appalto da venti milioni di euro per il museo dello sport, sempre previsto nell’ambito dei lavori dei Mondiali di nuoto. L’affidamento è andato all’associazione di imprese della Igit di Bruno Ciolfi (che sta realizzando a Sassari con Anemone il nuovo carcere).
Ebbene, anche il museo dello Sport di Tor Vergata rappresenta un altro simbolo dell’inefficienza del sistema. A prescindere dalle presunte corruzioni, si tratta di un’opera che arriverà in ritardo e senza alcun senso compiuto. Lì accanto sarebbe dovuta sorgere la città dello sport progettata da Calatrava. Quando il comune non ha voluto stanziare i 200 milioni di euro necessari, bisognava trovare il coraggio di dire agli amici di Anemone che anche il museo sarebbe saltato. Ma l’opera è ovviamente andata avanti. Anche nell’altro grande evento gestito dalla struttura di Guido Bertolaso, la celebrazioni del 150esimo anniversario dell'unità d’Italia nel 2011, i parenti e gli amici di Diego Anemone sono riusciti a mettere lo zampino. Tra le sette imprese associate per allargare l’aeroporto internazionale dell'Umbria di Perugia, un’opera tanto costosa (26 milioni di euro) quanto inutile secondo i tecnici, c’è la società della moglie di Diego Anemone e la Igit, del solito Bruno Ciolfi.
Gli Anemone non disdegnavano gli investimenti immobiliari nel centro storico di Roma. A Il Fatto Quotidiano risulta una strana coincidenza che non è segnalata dagli investigatori. Nel 2004 gli Anemone hanno comprato molti appartamenti a due passi da piazza della Pigna, una delle zone più belle di Roma, con una società immobiliare. Nello stesso periodo il figlio di Angelo Balducci, Filippo, lo stesso che poi diverrà socio degli Anemone nel circolo Salario, ha comprato molti appartamenti e negozi nello stesso palazzo. Dopo le prime indiscrezioni sui rapporti Anemone-Balducci, pochi mesi fa li ha rivenduti in blocco.
da Il Fatto Quotidiano del 13 febbraio 2010
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Nel frattempo, è entrato in campo il legale di Bertolaso, che essenzialmente nega tutto ed etichetta tutte le ricostruzioni fatte dalla magistratura come "fantasiose".
MILANO - «Si tratta di fantasiose ricostruzioni» nella migliore delle ipotesi quelle che vedono il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso coinvolto in festini o massaggi a sfondi sessuale. Lo dice il legale dello stesso Bertolaso, Filippo Dinacci, sottolineando che in seguito a indagini difensive «si sono acquisite prove» che dimostrano come i massaggi di cui ha usufruito Bertolaso sono stati fatti per motivi terapeutici. L'avvocato definisce inoltre una «ipotesi di fantasia» il rapporto sessuale che il capo della Protezione Civile avrebbe avuto con una brasiliana di nome Monica.
Presidente siamo con Te,
meno male che Silvio muore.
Nel frattempo, è entrato in campo il legale di Bertolaso, che essenzialmente nega tutto ed etichetta tutte le ricostruzioni fatte dalla magistratura come "fantasiose".
MILANO - «Si tratta di fantasiose ricostruzioni» nella migliore delle ipotesi quelle che vedono il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso coinvolto in festini o massaggi a sfondi sessuale. Lo dice il legale dello stesso Bertolaso, Filippo Dinacci, sottolineando che in seguito a indagini difensive «si sono acquisite prove» che dimostrano come i massaggi di cui ha usufruito Bertolaso sono stati fatti per motivi terapeutici. L'avvocato definisce inoltre una «ipotesi di fantasia» il rapporto sessuale che il capo della Protezione Civile avrebbe avuto con una brasiliana di nome Monica.
io ripeto se hanno costruito l'ipotesi accusatoria solo sulle intercettazioni allora verrà smontata molto facilmente
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Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
Intanto retromarcia, sembra, sulla conversione della protezione civile in una spa. O almeno, retromarcia rispetto a quello che la stampa aveva diffuso in precedenza.
Gianni Letta stoppa il decreto:
«La Protezione civile mai società privata»
«Con il decreto si era solo pensato di dotarla di uno strumento ulteriore per operare, con maggiore efficacia»
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
Gianni Letta stoppa il decreto:
«La Protezione civile mai società privata»
«Con il decreto si era solo pensato di dotarla di uno strumento ulteriore per operare, con maggiore efficacia» Una foto d'archivio di Gianni Letta a L'Aquila. (Ansa) MILANO -«Anche io mi arrabbierei se qualcuno pensasse di trasformare la Protezione civile in società privata, ma non è così e chi lo dice non dice il vero. La Protezione civile è e rimane un Dipartimento della presidenza del Consiglio con le sue strutture, le sue funzioni e le sue regole che restano pubbliche». Lo ha affermato Gianni Letta sottosegretario alla Presidenza del Consiglio rispondendo ad una domanda in proposito al termine della visita del Papa all'ostello della Caritas alla Stazione Termini di Roma. Letta ha quindi ribadito che Bertolaso potrà continuare a lavorare con gli strumenti abituali e con lo stesso spirito e con lo stesso impegno BERTOLASO - «Con il decreto si era solo pensato di dotare la protezione civile di uno strumento ulteriore, aggiuntivo, che le consentisse - ha spiegato Letta - di operare, in determinate circostanze, con maggiore flessibilità ed efficacia». «Sono personalmente convinto - ha aggiunto - che come in tutti questi anni nelle emergenze drammatiche e "nei grandi eventi" ha operato con successo senza questo ulteriore strumento, la Protezione civile di Bertolaso potrà tranquillamente continuare a farlo con gli strumenti abituali e con lo stesso spirito e lo stesso impegno. Questi sì - ha concluso - sono i veri strumenti del successo». (Fonte: Ansa)
Maggiore flessibilità ed efficacia?
L'incompetenza o, in alternativa, la malafede dimostrate da Bertolaso suggerirebbero che bisognerebbe scegliere meglio gli uomini, piuttosto che gli strumenti (già efficaci) in mano alla protezione civile.
Presidente siamo con Te,
meno male che Silvio muore.
Alle 19.56 chiama Bertolaso e, annota il giudice, «fa capire che ha la scorta».
Bertolaso: «Sono Guido...». Rossetti: «Sì, Guido... allora guarda tutto a posto... tu quando vuoi vieni qui da me, è tutto quanto chiuso e dopo ci sono io... tu parcheggia con la macchina tranquillamente in fondo dove sta la scalinata che ti porta direttamente nel Centro benessere oppure parcheggia al solito posto come vuoi te». Bertolaso: «Eh no io sono al solito posto perché non sono da solo... ovviamente ».
Poco dopo Rossetti fornisce a Regina le ultime istruzioni prima che arrivi il dottor Bertolaso. Poi le riferisce che provvederà lui a riaccompagnare e a pagare la ragazza: «Sì, sì dopo l’accompagno io così dopo gli do i soldini e dopo, dopo noi ci mettiamo d’accordo dai... ci vediamo un attimo». Poi parla con Erica, un’altra dipendente «raccomandando la massima riservatezza», le riferisce che Bertolaso sta per arrivare e le chiede le istruzioni per come attivare la sauna e l’impianto musicale.
Alle 21.19 squilla il telefono. Rossetti: «Sì Guido, sono Simone... sei arrivato?». Bertolaso: «Sì» Rossetti: «Okay arrivo subito».
Neanche un’ora dopo avvisa Anemone: «L’ho messo a suo agio, l’appuntamento sta andando bene». Poi Anemone richiama per essere aggiornato e quando scopre che ancora non è uscito esclama: «È come se avessimo guadagnato 500 punti». Alle 23.04 Bertolaso chiama Rossetti e chiede come fa a uscire. Lui gli spiega il funzionamento della porta. Due minuti dopo «contatta Regina e la rassicura che è tutto finito e quindi provvederà a fare sì che la ragazza (Monica) chiami casa: "A posto e... tutto bene... mo’ la faccio chiamare a casa". Regina è preoccupata perché la ragazza ha lasciato il suo telefono a casa dicendo che andava al centro benessere a fare dei massaggi ». «Togli lo champagne»
Alle ore 23.14 Rossetti chiama Stefano che è ancora al circolo: «Allora bisogna andare a sistemare il centro benessere, che ci sta lo spumante in giro e tutto quanto e questa è già pronta che deve andare via... intanto leva quello lì... e giusto la bottiglia, il doppio calice. Butta tutto. Fra quanto lo posso mandare giù quello della sicurezza?». Poi richiama Anemone: «È andato via. È rimasto più che contento, contentissimo».
Alle 23.49 è Stefano a contattarlo. Stefano: «Oh... un’altra cosa. Io ho cercato tracce di preservativi... ma non l’ho visti...». Rossetti: «Ma sai dove ha fatto il massaggio?... L’ha fatto alla prima sala a destra dello Scen Tao... capito?... Come esci dal centro estetico... prima sala a destra... ». Stefano: «Okay, oramai io sono fuori ». Rossetti: «Va beh... non fa niente dai, ho dato tutto alla sicurezza».
Stefano: «Quindi al limite se ci vuoi fare te un sopralluogo... però io ho cercato, niente. Ma lei che ti ha detto?... E dove li ha messi?». Rossetti: «Eh... che ne so!».
Poco dopo Rossetti torna invece al centro benessere «e descrive in diretta a Stefano le operazioni di pulizia che sta effettuando. Quest’ultimo è incuriosito e gli chiede se la ragazza gli ha riferito qualcosa. Rossetti dice che preferisce raccontargli tutto di persona e gli dà appuntamento davanti alla chiesa a Settebagni ».
Preservativi?
Ma Bertolaso non ha sempre spergiurato che lui si faceva fare solo dei massaggi in quel centro? Mi ricordate quale parte del corpo necessita di un preservativo per essere massaggiata?
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
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