per aumentare l'intensità di esercizio posso concentrarmi su questi due aspetti:
1) aumento i carichi
2) aumento la velocità di spostamento del carico.
questo in accordo con la nota legge che vuole F=m x a
Vi è però una circostanza che credo non sia stata presa in esame, ed è quella relativa allo spostamento lento del carico, ovvero slow training che, con il tempo di esposizione più prolungato diviene superslow training.
I fautori di questa metodica non concordano sul terzo aspetto di aumento intensivo, nel senso che vorrebbero fosse loro riconosciuto anche lo spostamento molto lento del carico in fase eccentrica e in fase concentrica.
a detta loro infatti si raggiungono livelli intensivi molto elevati.
Spostare molto lentamente un carico nelle due fasi di contrazione diviene molto impegnativo, ma aumenta o dilata enormemente il tempo di applicazione dello sforzo, questo aumento della durata è contradditorio nei confronti dell'aumento intensivo attraverso carichi massimali la cui durata è limitata a pochi secondi.
il famoso tempo sotto tensione quindi è:
1) minimo nei carichi massimali
2) massimo nei carichi superslow
laddove aumenta il tempo di lavoro l'intensità necessariamente deve diminuire, al contrario, laddove il tempo diminuisce trova conferma e stabilità il massimo della tensione, tradotto, il massimo dell'intensità.
questa contraddizione in realtà è un'arma da utilizzare in due contesti:
Il primo dei carichi massimali in cui l'intensità raggiunge un picco massimo e definitivo in cui la componente accelerativa ha la sua importanza e dimensione.
Il secondo dei carichi submassimali in cui l'intensità raggiunge un picco medio di livello inferiore al massimale ma mantenuto nel tempo costante nelle due fasi e la fase accelerativa è quasi nulla per effetto della gestione del carico volutamente controllato: concentrica-eccentrica.
1) aumento i carichi
2) aumento la velocità di spostamento del carico.
questo in accordo con la nota legge che vuole F=m x a
Vi è però una circostanza che credo non sia stata presa in esame, ed è quella relativa allo spostamento lento del carico, ovvero slow training che, con il tempo di esposizione più prolungato diviene superslow training.
I fautori di questa metodica non concordano sul terzo aspetto di aumento intensivo, nel senso che vorrebbero fosse loro riconosciuto anche lo spostamento molto lento del carico in fase eccentrica e in fase concentrica.
a detta loro infatti si raggiungono livelli intensivi molto elevati.
Spostare molto lentamente un carico nelle due fasi di contrazione diviene molto impegnativo, ma aumenta o dilata enormemente il tempo di applicazione dello sforzo, questo aumento della durata è contradditorio nei confronti dell'aumento intensivo attraverso carichi massimali la cui durata è limitata a pochi secondi.
il famoso tempo sotto tensione quindi è:
1) minimo nei carichi massimali
2) massimo nei carichi superslow
laddove aumenta il tempo di lavoro l'intensità necessariamente deve diminuire, al contrario, laddove il tempo diminuisce trova conferma e stabilità il massimo della tensione, tradotto, il massimo dell'intensità.
questa contraddizione in realtà è un'arma da utilizzare in due contesti:
Il primo dei carichi massimali in cui l'intensità raggiunge un picco massimo e definitivo in cui la componente accelerativa ha la sua importanza e dimensione.
Il secondo dei carichi submassimali in cui l'intensità raggiunge un picco medio di livello inferiore al massimale ma mantenuto nel tempo costante nelle due fasi e la fase accelerativa è quasi nulla per effetto della gestione del carico volutamente controllato: concentrica-eccentrica.
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