scherzi a parte fa veramente cagare questo racconto,e si che sei laureato in filosofia
Racconto breve depositato in SIAE
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Originariamente Scritto da Arturo Bandinivuoi provare a fare lo scrittore batman?
se vuoi possiamo scambiarci qualche consiglio...
Caro il mio piccolo Arturo,
A parte la mia attività di articolista devi sapere che miei lavori letterari hanno ricevuto consensi da Stefano Zecchi, Edoardo Sanguineti ed altri esponenti della cultura italiana..
Poi senza offesa, ma dopo la tua tirata così confusa non saprei che cosa tu possa consigliare
Io vorrei che facessi un bel fuoco in piazza, di questi sodomiti maschi o femine, ché si trova anche donne che attendono allo scellerato vizio fate dico un sacrificio a Dio che sarà in odor di suavità
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Originariamente Scritto da BatmanRevengeCaro il mio piccolo Arturo,
A parte la mia attività di articolista devi sapere che miei lavori letterari hanno ricevuto consensi da Stefano Zecchi, Edoardo Sanguineti ed altri esponenti della cultura italiana..
Poi senza offesa, ma dopo la tua tirata così confusa non saprei che cosa tu possa consigliare
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Originariamente Scritto da BatmanRevengeCaro il mio piccoloArturo,
A parte la mia attività di articolistadevi sapere che miei lavori letterari hanno ricevuto consensi da Stefano Zecchi, Edoardo Sanguineti ed altri esponenti della cultura italiana..
Questo non vuol dire niente.
I consensi, come li chiami tutti, vengono facilmente concessi ad amici e paraculi.
Poi senza offesa, ma dopo la tua tirata così confusa non saprei che cosa tu possa consigliare
L'analisi di Arturo è semplicemente perfetta.
Tu piuttosto vedi di imparare ad accettare le critiche, specialmente quelle così gentili.
Togli quei puntini di sospensione..
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Originariamente Scritto da Arturo Bandinibè, lo vorrai pubblicare insieme a altra roba, no? hai altri racconti?
cmq per come la penso io la scrittura autobiografica (e anche l' invenzione, che comunque si basa sull' esperienza personale) deve trattare delle cose banali ma pure importanti, le cose vere che accadono alle persone normali, giorno dopo giorno, guidandole nelle loro scelte, conducendole su strade obbligate, o anche solo rendendole consapevoli di ciò che esse sono... E bisogna avere coraggio, e tirar fuori i ricordi e i segreti più dolorosi, quelli di cui ci vergognamo... e bisogna usare le parole normali, le parole vere che le persone usano per parlare di se stesse e tra sè e sè, e nascondere in queste frasi il senso nascosto delle cose... quelle frasi che nella loro banalità ti sembrano chissà perchè così importanti, e ti danno un brivido lungo la schiena: sono le parole necessarie e vere, perchè il senso delle nostre vite si trova nascosto tra le cose da niente, nelle paroli semplici che pronunciamo senza prestarci attenzione...
Carver ne il mestiere di scrivere ripete continuamente: niente trucchi da 4 soldi. Anzi: niente trucchi, tutto qui.
Io smetto subito di leggere quando mi imbatto in qualche trovata, quando ho l' impressione che chi scrive voglia prendermi in giro o fare sfoggio della propria arguzia...
nel tuo racconto trovo 2 difetti di contenuto: l' esperienza di cui parli non è condivisibile, cioè, non è in alcun modo metaforica di un' esperienza significativa , non evoca alcuna emozione, alcun archetipo... E poi manca la vergogna, anzi: c'è il suo opposto...
Io vorrei che facessi un bel fuoco in piazza, di questi sodomiti maschi o femine, ché si trova anche donne che attendono allo scellerato vizio fate dico un sacrificio a Dio che sarà in odor di suavità
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Sperando che possano esserti utili, ti annoto nel testo qualche osservazione.
Sono giudizi personali, non hanno pretese di universalità. Non sono un critico di professione. Sono solo un "lettore professionista"
Le poche volte che mi sono avventurato a scrivere qualcosa di narrativo mi hanno fatto piacere le annotazioni a margine di un mio amico. Mi auguro sia così anche per te, Bat.
Da psicologo, poi, mi chiedo: ma perché se sei convinto di valere, hai delle conferme nel tuo lavoro di pubblicista e l'apprezzamento di Zecchi&Co lo consideri una ratifica del tuo talento poi dopo pochi minuti ti lamenti che nessuno commenta il tuo racconto e, infine, rigetti ostilmente ogni valutazione sul tuo prodotto che non sia un'ovazione?
Originariamente Scritto da BatmanRevenge
Il professore che raccoglieva le stelline
È uno dei ricordi persi nella mia adolescenza disperata, il primo professore di Filosofia;
era siciliano ed era un uomo particolare..
Era vestito di nero, in lutto per la sua madre morta..
per la sua madre morta mi fa un po' impressione come espressione
Aveva i capelli grigi lunghi, raccolti con la brillantina..
Mi sembra di ricordarne il profumo…
Se fosse stato un animale sarebbe stato un gufo…
Il professore-gufo la trovo un'immagine piuttosto oleografica. Mi ricorda la sigla "amico gufo dai / racconta che ci fai / col libro tuo" della tv dei ragazzi sulla RAI... (qualcuno la ricorda?)
Quando faceva l’appello ed incontrava il nome di una allieva che aveva lo stesso nome della sua defunta madre si lamentava:
“Ah Lucia, Lucia, dammi luce, dammi luce..”
Era amorevole e diceva pissicologia piuttosto che psicologia, facendomi venire in mente: “Pissi, Pissi..”
Mi affezionai a lui sentendo nella mia imprecisa vista di adolescente qualche affinità misteriosa..
sentendo nella mia imprecisa vista è un po' azzardato... La letteratura è piena di sinestesie (sinestesia= figura retorica con cui si associano sfere sensoriali diverse, come qui l'udito con la vista), ma qui la trovo un po' pesante.
Più tardi, anni e anni dopo, forse compresi dall’episodio che concluse le sue lezioni la persona che era..
Frase contorta. L'ho dovuta rileggere un paio di volte prima di capire il senso. La preposizione temporale all'inizio confonde un po' la frase, sarebbe meglio fare un "arrocco".
Era comunista e trattava questa sua professione ideologica con pudore, orgoglio e cautela..
Ero umilissimo ma intimamente fiero di se stesso..
Era
Ho pensato che la conversione ad un dottrina assurda come il marxismo gli fosse dovuta costare parecchio…
Questa affermazione andrebbe rivista: se vuoi lasciar intendere che prima "credeva" in altro e poi si è convertito dovresti dare qualche elemento in più e lasciar intuire come ha fatto l'io narrante a sapere i suoi trascorsi ideologici. Se invece la congettura riguarda la sua adesione lascerei stare la "conversione"
Ho pensato che sua madre, la sua famosa madre della quale tanto parlava, mancata da poco, avesse avuto un solo rapporto sessuale nella sua vita con un essere brutale, ma sanissimo…
Beh, se quando l'ha conosciuto al liceo era già orfano di madre, e le ipotesi formulate dall'io narrante sono successive all'ultima lezione, non è poi così poco che la madre è mancata...
Un manovale, un caruso ma con denti, capelli e muscoli splendidi, scelto apposta per generargli un figlio sanissimo..
E poi, quando aveva partorito questa creatura senza padre come Gesù, si fosse inginocchiata accanto a lui e lo avesse pregato di diventare un uomo meraviglioso, un grande uomo ed il bambino avesse incominciato, con i primi passi, a cercare di fare grandi cose per accontentarla, come raccogliere stelline in cielo per poi portarle alla sua mamma…
E lo avesse pregato di farlo diventare come...
Immaginai questa persona trascorrere gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza custodendo solitario dentro di sé i meraviglioso segreti dedicati alla sua mamma ed al momento della maturazione parlare, davanti ad una folla attonita di subumani, delle sue epiche stelline...
La sua vita era trascorsa così con l’insegnamento della filosofia nei licei, un giorno mi aveva avuto allievo ed io adoravo le sue uniche lezioni..
Le sue uniche lezioni significa che ne ha tenute due o tre o che erano uniche nel senso di speciali, particolari, affascinanti?
Era scapolo..
Forse quando era ritornato al suo paesino d’origine per i funerali della madre, con il cuore prosciugato per il dolore atroce aveva ricevuto le condoglianze del popolino della sua terra..
Prosciugato per il dolore già rende l'idea, l'aggettivo "atroce" è ridondante
E li aveva sentiti vicini…
Forse si domandò se la gente del popolo con il sistema nervoso completamente sterile, seccato, vivesse sempre il dolore che provava lui in quel momento, se sentiva sempre nelle orecchie quel rumore bianco che adesso lui ascoltava…
Io avrei scritto "forse si domandò se la gente [...] avesse vissuto. E il sistema nervoso lo lascerei ai libri di neurofisiologia
Forse fu come se tutti gli uomini del popolo, con i loro poveri mestieri, con le loro assurde domande: “Ma tu cosa sei, cosa fai?” rivolgessero la parola a Lui, proprio a Lui, che aveva trascorso la vita tra neotomismo ed esistenzialismo..
Forse, ad un certo punto gli apparve assurda tutta la sua esistenza, passata a spiegare l’idealismo durante gli anni della guerra fredda, accanto alla grande massa del popolo che lavorava, mentre lui leggeva…
Magari ripensò al passo di Marx che diceva: “Mentre una piccola parte dell’umanità legge e studia la stragrande parte tesse la tela e batte il ferro ”…
Forse conosceva la glossa che Petrarca scriveva accanto alle sue poesie quando si interrompeva perché ‘Vocatus ad cenam’, chiamato a cenare dai servi della sua casa, e sorrise, scoprendo ridicolo il poeta…
Il popolo gli apparve diverso, si rese conto che tutta la vita era stato servito, era stato riverito e che per tutta quella gente lui, ed ogni altra persona, era amico, fratello, parente ed anche amante.
Immaginò allora di correre per strada trascinato anche lui dalla rivoluzione che sino ad allora aveva ignorato, cieco, sordo, egoista, piccolo e spaventato..
Raccolse la voce degli umili e diventò comunista ed il suo tempo, il suo agire nel mondo, diventò quello dell’immanente rivoluzione comunista, dello scoccare dell’ora X..
Sognò che ci sarebbe stata una rivoluzione che avrebbe spazzato via ogni gerarchia, ogni re, ogni regina, e il mondo sarebbe rinato e tutti sarebbero state affratellati da una nuova visione..
Lui e gli umili perché, per un istante, avevano provato il medesimo dolore di vivere..
Avevano visto il mondo con gli stessi occhi..
Ed un giorno ebbe come suo allievo me che, adolescente, andavo alle manifestazioni e le capeggiavo…
Mi chiamò alla cattedra e mi chiese con finta noncuranza:
“ Conosci Marx ? ”
“ Si ”
“ Tu ” lo disse quasi sputando per il disprezzo “ hai studiato il Marxismo?! ”
“Un po’..”
“Cosa è il materialismo dialettico”
Ed io risposi, e lui attonito ascoltò la mia risposta.
Forse scoprire in me, così giovane, la stessa professione di fede che gli era costata tanto lo lasciò sbalordito..
Mi rimando al posto, si alzò dalla cattedra e disse, indicandomi:
”Ho avuto di fronte a me Luigi Corrias, il ragazzo che è ora, il grande uomo che diventerà! ”..
Ed io che sono nessuno, carico di quel pesante presagio, forse ho capito da che stato d’animo e scaturito e l’ho voluto testimoniare con queste righe.
"io sono calmo ma nella mente ho un virus latente incline ad azioni violente"
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