Racconto breve depositato in SIAE

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  • BatmanRevenge
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    • Feb 2005
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    Racconto breve depositato in SIAE



    Il professore che raccoglieva le stelline



    È uno dei ricordi persi nella mia adolescenza disperata, il primo professore di Filosofia;

    era siciliano ed era un uomo particolare..

    Era vestito di nero, in lutto per la sua madre morta..

    Aveva i capelli grigi lunghi, raccolti con la brillantina..

    Mi sembra di ricordarne il profumo…

    Se fosse stato un animale sarebbe stato un gufo…

    Quando faceva l’appello ed incontrava il nome di una allieva che aveva lo stesso nome della sua defunta madre si lamentava:

    “Ah Lucia, Lucia, dammi luce, dammi luce..”

    Era amorevole e diceva pissicologia piuttosto che psicologia, facendomi venire in mente: “Pissi, Pissi..”

    Mi affezionai a lui sentendo nella mia imprecisa vista di adolescente qualche affinità misteriosa..

    Più tardi, anni e anni dopo, forse compresi dall’episodio che concluse le sue lezioni la persona che era..

    Era comunista e trattava questa sua professione ideologica con pudore, orgoglio e cautela..

    Ero umilissimo ma intimamente fiero di se stesso..

    Ho pensato che la conversione ad un dottrina assurda come il marxismo gli fosse dovuta costare parecchio…

    Ho pensato che sua madre, la sua famosa madre della quale tanto parlava, mancata da poco, avesse avuto un solo rapporto sessuale nella sua vita con un essere brutale, ma sanissimo…

    Un manovale, un caruso ma con denti, capelli e muscoli splendidi, scelto apposta per generargli un figlio sanissimo..

    E poi, quando aveva partorito questa creatura senza padre come Gesù, si fosse inginocchiata accanto a lui e lo avesse pregato di diventare un uomo meraviglioso, un grande uomo ed il bambino avesse incominciato, con i primi passi, a cercare di fare grandi cose per accontentarla, come raccogliere stelline in cielo per poi portarle alla sua mamma…

    Immaginai questa persona trascorrere gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza custodendo solitario dentro di sé i meraviglioso segreti dedicati alla sua mamma ed al momento della maturazione parlare, davanti ad una folla attonita di subumani, delle sue epiche stelline...

    La sua vita era trascorsa così con l’insegnamento della filosofia nei licei, un giorno mi aveva avuto allievo ed io adoravo le sue uniche lezioni..

    Era scapolo..

    Forse quando era ritornato al suo paesino d’origine per i funerali della madre, con il cuore prosciugato per il dolore atroce aveva ricevuto le condoglianze del popolino della sua terra..

    E li aveva sentiti vicini…

    Forse si domandò se la gente del popolo con il sistema nervoso completamente sterile, seccato, vivesse sempre il dolore che provava lui in quel momento, se sentiva sempre nelle orecchie quel rumore bianco che adesso lui ascoltava…

    Forse fu come se tutti gli uomini del popolo, con i loro poveri mestieri, con le loro assurde domande: “Ma tu cosa sei, cosa fai?” rivolgessero la parola a Lui, proprio a Lui, che aveva trascorso la vita tra neotomismo ed esistenzialismo..

    Forse, ad un certo punto gli apparve assurda tutta la sua esistenza, passata a spiegare l’idealismo durante gli anni della guerra fredda, accanto alla grande massa del popolo che lavorava, mentre lui leggeva…

    Magari ripensò al passo di Marx che diceva: “Mentre una piccola parte dell’umanità legge e studia la stragrande parte tesse la tela e batte il ferro ”…

    Forse conosceva la glossa che Petrarca scriveva accanto alle sue poesie quando si interrompeva perché ‘Vocatus ad cenam’, chiamato a cenare dai servi della sua casa, e sorrise, scoprendo ridicolo il poeta…

    Il popolo gli apparve diverso, si rese conto che tutta la vita era stato servito, era stato riverito e che per tutta quella gente lui, ed ogni altra persona, era amico, fratello, parente ed anche amante.

    Immaginò allora di correre per strada trascinato anche lui dalla rivoluzione che sino ad allora aveva ignorato, cieco, sordo, egoista, piccolo e spaventato..

    Raccolse la voce degli umili e diventò comunista ed il suo tempo, il suo agire nel mondo, diventò quello dell’immanente rivoluzione comunista, dello scoccare dell’ora X..

    Sognò che ci sarebbe stata una rivoluzione che avrebbe spazzato via ogni gerarchia, ogni re, ogni regina, e il mondo sarebbe rinato e tutti sarebbero state affratellati da una nuova visione..

    Lui e gli umili perché, per un istante, avevano provato il medesimo dolore di vivere..

    Avevano visto il mondo con gli stessi occhi..

    Ed un giorno ebbe come suo allievo me che, adolescente, andavo alle manifestazioni e le capeggiavo…

    Mi chiamò alla cattedra e mi chiese con finta noncuranza:

    “ Conosci Marx ? ”

    “ Si ”

    “ Tu ” lo disse quasi sputando per il disprezzo “ hai studiato il Marxismo?! ”

    “Un po’..”

    “Cosa è il materialismo dialettico”

    Ed io risposi, e lui attonito ascoltò la mia risposta.

    Forse scoprire in me, così giovane, la stessa professione di fede che gli era costata tanto lo lasciò sbalordito..

    Mi rimando al posto, si alzò dalla cattedra e disse, indicandomi:

    ”Ho avuto di fronte a me Luigi Corrias, il ragazzo che è ora, il grande uomo che diventerà! ”..

    Ed io che sono nessuno, carico di quel pesante presagio, forse ho capito da che stato d’animo e scaturito e l’ho voluto testimoniare con queste righe.

































    Io vorrei che facessi un bel fuoco in piazza, di questi sodomiti maschi o femine, ché si trova anche donne che attendono allo scellerato vizio fate dico un sacrificio a Dio che sarà in odor di suavità

  • BatmanRevenge
    Bodyweb Member
    • Feb 2005
    • 2007
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    #2
    MA perhé nessuno legge e commenta queste righe????


    Io vorrei che facessi un bel fuoco in piazza, di questi sodomiti maschi o femine, ché si trova anche donne che attendono allo scellerato vizio fate dico un sacrificio a Dio che sarà in odor di suavità

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    • Mi80
      Semibstrd mod
      • Oct 2003
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      • a casa mia
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      #3
      Perche' fanno cagare?
      Sciopero

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      • BatmanRevenge
        Bodyweb Member
        • Feb 2005
        • 2007
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        #4
        perche non te ne vai a fanculo??


        Io vorrei che facessi un bel fuoco in piazza, di questi sodomiti maschi o femine, ché si trova anche donne che attendono allo scellerato vizio fate dico un sacrificio a Dio che sarà in odor di suavità

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        • Mi80
          Semibstrd mod
          • Oct 2003
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          • a casa mia
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          #5
          Originariamente Scritto da BatmanRevenge
          perche non te ne vai a fanculo??


          hai fatto una domanda e ti ho risposto, sfigato.
          Sciopero

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          • Banjo
            Bodyweb Senior
            • Feb 2005
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            • Italia
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            #6
            Non è che nessuno legge. Ci sono varie visite. Nessuno risponde. Io personalmente perchè non me ne frega un ***** di quello che hai scritto
            Originariamente Scritto da master wallace
            Se solo tu capissi il concetto della ******* e del BB. . ., ma. . chiedo troppo.

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            • quellogrosso
              Inattivo
              • Jun 2000
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              • italy
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              #7
              lo hai scritto tu? lo vuoi pubblicare? vuoi un commento?
              non si capisce...

              non mi comunica tanto. Se sei tu lo studente, sicuramente per te la vicenda narrata è densa di significato perchè eri affezionato al professore e questo che hai scritto è un bell'omaggio.

              se però lo vuoi pubblicare aspettandoti che qualcuno lo compri...sono un profano, ma non prevedo un gran successo..

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              • JPP
                Il Sofisticatore
                • Aug 2001
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                • Crema
                • Send PM

                #8
                Originariamente Scritto da quellogrosso
                lo hai scritto tu? lo vuoi pubblicare? vuoi un commento?
                non si capisce...

                non mi comunica tanto. Se sei tu lo studente, sicuramente per te la vicenda narrata è densa di significato perchè eri affezionato al professore e questo che hai scritto è un bell'omaggio.

                se però lo vuoi pubblicare aspettandoti che qualcuno lo compri...sono un profano, ma non prevedo un gran successo..
                credo che se pubblicassi la foto di un mio stronzo, avrebbe certamente più successo e penso anche qualche possibilità di vendita
                "Qualsiasi cosa che non sia la morte è un leggero infortunio"

                Jpp, prima di lanciarsi con il carrello

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                • Ector
                  Bodyweb member
                  • Oct 2003
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                  #9
                  Ma porca ***** che merda..
                  Pulcinella si è messo a piangere.... niente firma quindi!

                  Per favore, non chiedetemi opinioni/consigli medici. Vi è una sezione dedicata sul forum

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                  • zuperman
                    Zuper Hero
                    • May 2003
                    • 17204
                    • 364
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                    • Burundi/usr/bin
                    • Send PM

                    #10
                    il giardino del vicino è sempre più verde
                    Allenamento e dieta fanno di te un atleta

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                    • Arturo Bandini
                      Bodyweb Senior
                      • Aug 2003
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                      #11
                      Originariamente Scritto da quellogrosso
                      lo hai scritto tu? lo vuoi pubblicare? vuoi un commento?
                      non si capisce...

                      non mi comunica tanto. Se sei tu lo studente, sicuramente per te la vicenda narrata è densa di significato perchè eri affezionato al professore e questo che hai scritto è un bell'omaggio.

                      se però lo vuoi pubblicare aspettandoti che qualcuno lo compri...sono un profano, ma non prevedo un gran successo..
                      bè, lo vorrai pubblicare insieme a altra roba, no? hai altri racconti?
                      cmq per come la penso io la scrittura autobiografica (e anche l' invenzione, che comunque si basa sull' esperienza personale) deve trattare delle cose banali ma pure importanti, le cose vere che accadono alle persone normali, giorno dopo giorno, guidandole nelle loro scelte, conducendole su strade obbligate, o anche solo rendendole consapevoli di ciò che esse sono... E bisogna avere coraggio, e tirar fuori i ricordi e i segreti più dolorosi, quelli di cui ci vergognamo... e bisogna usare le parole normali, le parole vere che le persone usano per parlare di se stesse e tra sè e sè, e nascondere in queste frasi il senso nascosto delle cose... quelle frasi che nella loro banalità ti sembrano chissà perchè così importanti, e ti danno un brivido lungo la schiena: sono le parole necessarie e vere, perchè il senso delle nostre vite si trova nascosto tra le cose da niente, nelle paroli semplici che pronunciamo senza prestarci attenzione...
                      Carver ne il mestiere di scrivere ripete continuamente: niente trucchi da 4 soldi. Anzi: niente trucchi, tutto qui.
                      Io smetto subito di leggere quando mi imbatto in qualche trovata, quando ho l' impressione che chi scrive voglia prendermi in giro o fare sfoggio della propria arguzia...
                      nel tuo racconto trovo 2 difetti di contenuto: l' esperienza di cui parli non è condivisibile, cioè, non è in alcun modo metaforica di un' esperienza significativa , non evoca alcuna emozione, alcun archetipo... E poi manca la vergogna, anzi: c'è il suo opposto...
                      Last edited by Arturo Bandini; 10-01-2006, 00:43:38.

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                      • matt85
                        Bodyweb Senior
                        • Mar 2005
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                        • Send PM

                        #12
                        ecco il colpo di grazia te l'ha dato bandini

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                        • temete
                          Bodyweb Senior
                          • Jun 2005
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                          • Treviso
                          • Send PM

                          #13
                          Originariamente Scritto da BatmanRevenge

                          Il professore che raccoglieva le stelline




                          È uno dei ricordi persi nella mia adolescenza disperata, il primo professore di Filosofia;

                          era siciliano ed era un uomo particolare..

                          Era vestito di nero, in lutto per la sua madre morta..

                          Aveva i capelli grigi lunghi, raccolti con la brillantina..

                          Mi sembra di ricordarne il profumo…

                          Se fosse stato un animale sarebbe stato un gufo…

                          Quando faceva l’appello ed incontrava il nome di una allieva che aveva lo stesso nome della sua defunta madre si lamentava:

                          “Ah Lucia, Lucia, dammi luce, dammi luce..”

                          Era amorevole e diceva pissicologia piuttosto che psicologia, facendomi venire in mente: “Pissi, Pissi..”

                          Mi affezionai a lui sentendo nella mia imprecisa vista di adolescente qualche affinità misteriosa..

                          Più tardi, anni e anni dopo, forse compresi dall’episodio che concluse le sue lezioni la persona che era..

                          Era comunista e trattava questa sua professione ideologica con pudore, orgoglio e cautela..

                          Ero umilissimo ma intimamente fiero di se stesso..

                          Ho pensato che la conversione ad un dottrina assurda come il marxismo gli fosse dovuta costare parecchio…

                          Ho pensato che sua madre, la sua famosa madre della quale tanto parlava, mancata da poco, avesse avuto un solo rapporto sessuale nella sua vita con un essere brutale, ma sanissimo…

                          Un manovale, un caruso ma con denti, capelli e muscoli splendidi, scelto apposta per generargli un figlio sanissimo..

                          E poi, quando aveva partorito questa creatura senza padre come Gesù, si fosse inginocchiata accanto a lui e lo avesse pregato di diventare un uomo meraviglioso, un grande uomo ed il bambino avesse incominciato, con i primi passi, a cercare di fare grandi cose per accontentarla, come raccogliere stelline in cielo per poi portarle alla sua mamma…

                          Immaginai questa persona trascorrere gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza custodendo solitario dentro di sé i meraviglioso segreti dedicati alla sua mamma ed al momento della maturazione parlare, davanti ad una folla attonita di subumani, delle sue epiche stelline...

                          La sua vita era trascorsa così con l’insegnamento della filosofia nei licei, un giorno mi aveva avuto allievo ed io adoravo le sue uniche lezioni..

                          Era scapolo..

                          Forse quando era ritornato al suo paesino d’origine per i funerali della madre, con il cuore prosciugato per il dolore atroce aveva ricevuto le condoglianze del popolino della sua terra..

                          E li aveva sentiti vicini…

                          Forse si domandò se la gente del popolo con il sistema nervoso completamente sterile, seccato, vivesse sempre il dolore che provava lui in quel momento, se sentiva sempre nelle orecchie quel rumore bianco che adesso lui ascoltava…

                          Forse fu come se tutti gli uomini del popolo, con i loro poveri mestieri, con le loro assurde domande: “Ma tu cosa sei, cosa fai?” rivolgessero la parola a Lui, proprio a Lui, che aveva trascorso la vita tra neotomismo ed esistenzialismo..

                          Forse, ad un certo punto gli apparve assurda tutta la sua esistenza, passata a spiegare l’idealismo durante gli anni della guerra fredda, accanto alla grande massa del popolo che lavorava, mentre lui leggeva…

                          Magari ripensò al passo di Marx che diceva: “Mentre una piccola parte dell’umanità legge e studia la stragrande parte tesse la tela e batte il ferro ”…

                          Forse conosceva la glossa che Petrarca scriveva accanto alle sue poesie quando si interrompeva perché ‘Vocatus ad cenam’, chiamato a cenare dai servi della sua casa, e sorrise, scoprendo ridicolo il poeta…

                          Il popolo gli apparve diverso, si rese conto che tutta la vita era stato servito, era stato riverito e che per tutta quella gente lui, ed ogni altra persona, era amico, fratello, parente ed anche amante.

                          Immaginò allora di correre per strada trascinato anche lui dalla rivoluzione che sino ad allora aveva ignorato, cieco, sordo, egoista, piccolo e spaventato..

                          Raccolse la voce degli umili e diventò comunista ed il suo tempo, il suo agire nel mondo, diventò quello dell’immanente rivoluzione comunista, dello scoccare dell’ora X..

                          Sognò che ci sarebbe stata una rivoluzione che avrebbe spazzato via ogni gerarchia, ogni re, ogni regina, e il mondo sarebbe rinato e tutti sarebbero state affratellati da una nuova visione..

                          Lui e gli umili perché, per un istante, avevano provato il medesimo dolore di vivere..

                          Avevano visto il mondo con gli stessi occhi..

                          Ed un giorno ebbe come suo allievo me che, adolescente, andavo alle manifestazioni e le capeggiavo…

                          Mi chiamò alla cattedra e mi chiese con finta noncuranza:

                          “ Conosci Marx ? ”

                          “ Si ”

                          “ Tu ” lo disse quasi sputando per il disprezzo “ hai studiato il Marxismo?! ”

                          “Un po’..”

                          “Cosa è il materialismo dialettico”

                          Ed io risposi, e lui attonito ascoltò la mia risposta.

                          Forse scoprire in me, così giovane, la stessa professione di fede che gli era costata tanto lo lasciò sbalordito..

                          Mi rimando al posto, si alzò dalla cattedra e disse, indicandomi:

                          ”Ho avuto di fronte a me Luigi Corrias, il ragazzo che è ora, il grande uomo che diventerà! ”..

                          Ed io che sono nessuno, carico di quel pesante presagio, forse ho capito da che stato d’animo e scaturito e l’ho voluto testimoniare con queste righe.






























                          ma tu ce l'hai con i gay?
                          Silvio Berlusconi:l'undicesima piaga d'Egitto, la prima d'Italia.

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                          • quellogrosso
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                            #14
                            Originariamente Scritto da JPP
                            credo che se pubblicassi la foto di un mio stronzo, avrebbe certamente più successo e penso anche qualche possibilità di vendita
                            non volevo essere così crudo...

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                            • Arturo Bandini
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                              #15
                              vuoi provare a fare lo scrittore batman?
                              se vuoi possiamo scambiarci qualche consiglio...
                              Last edited by Arturo Bandini; 09-01-2006, 22:06:09.

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