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10 giugno 2010 - 70 anni

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    10 giugno 2010 - 70 anni

    "Combattenti di terra, di mare e dell'aria! Camicie nere della rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d'Italia, dell'impero e del regno d'Albania! Ascoltate!

    Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L'ora delle decisioni irrevocabili.

    La dichiarazione di guerra è già stata consegnata (Grida altissime di "Guerra! Guerra!") agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia.

    Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'occidente che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l'esistenza medesima del popolo italiano.

    Alcuni lustri della storia più recente si possono riassumere in queste frasi: promesse, minacce, ricatti e, alla fine, quale coronamento dell'edificio, l'ignobile assedio societario di cinquantadue stati.
    La nostra coscienza è assolutamente tranquilla. Con voi il mondo intero è testimone che l'Italia del littorio ha fatto quanto umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolge l'Europa; ma tutto fu vano.
    Bastava rivedere i trattati per adeguarli alle mutevoli esigenze della vita delle nazioni e non considerarli intangibili per l'eternità; bastava non iniziare la stolta politica delle garanzie, che si è palesata soprattutto micidiale per coloro che le hanno accettate; bastava non respingere la proposta che il Fuhrer fece il 6 ottobre dell'anno scorso, dopo la finita campagna di Polonia.
    Oramai tutto ciò appartiene al passato. Se poi oggi siamo decisi ad affrontare i rischi e i sacrifici di una guerra, gli è che l'onore, gli interessi, l'avvenire ferramente lo impongono, poichè un grande popolo è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia.

    Noi impugnammo le armi per risolvere, dopo il problema risolto delle nostre frontiere continentali, il problema delle nostre frontiere marittime; noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale che ci soffocano nel nostro mare, poichè un popolo di quarantacinque milioni di anime non è veramente libero se non ha libero accesso agli oceani.

    Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione; è la lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l'oro della terra; è la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto; è la lotta tra due secoli e due idee.
    Ora che i dadi sono gettati e la nostra volontà ha bruciato alle nostre spalle i vascelli, io dichiaro solennemente che l'Italia non intende trascinare nel conflitto altri popoli con essa confinanti per mare o per terra. Svizzera, Jugoslavia, Grecia, Turchia, Egitto prendano atto di queste mie parole e dipende da loro, soltanto da loro, se esse saranno o no rigorosamente confermate.

    Italiani!
    In una memorabile adunata, quella di Berlino, io dissi che, secondo le leggi della morale fascista, quando si ha un amico si marcia con lui fino in fondo. ("Duce! Duce! Duce!") Questo abbiamo fatto con la Germania, col suo popolo, con le sue meravigliose forze armate.
    In questa vigilia di un evento di una portata secolare, rivolgiamo il nostro pensiero alla maestà del re imperatore che, come sempre, ha interpretato l'anima della patria. E salutiamo alla voce il Fuhrer, il capo della grande Germania alleata (Il popolo acclama lungamente all'indirizzo di Hitler.)
    L'Italia proletaria e fascista, è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai. (La folla grida:"Sì!") La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi all'Oceano indiano: vincere! (il popolo prorompe in altissime ovazioni.)
    E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all'Italia, all'Europa, al mondo.

    Popolo italiano!....
    Corri alle armi.... e dimostra la tua tenacia.... il tuo coraggio.... il tuo valore!......
    sono passati ben 70 anni.

    ma ci pensate?

    mi piacerebbe leggere qualche testimonianza di qualche nonno o parente vicino.

    mio nonno combatte' la seconda guerra e i suoi racconti non erano molto cinematografici... a volte ci si aspetta avventure roboanti... suo padre e suo zio avevano fatto la prima guerra e mi diceva che era completamente diverso da quello che aveva visto lui.

    ma lui piu' che fame, noia e sofferenza non mi racconto' mai.

    era in contraerea e mi raccontava che era ridicolo sparare con quello che avevano ai bombardieri americani...

    come caporale il suo compito piu' importante era quello di cercare il cibo per gli altri. piu' che altro chiedeva in giro qualcosa da mangiare o se proprio non trovava nulla doveva rubarla.

    so che una volta gli spararono perche' stava rubando un sacco di carrube che i contadini davano agli animali...

    #2
    Bravo Warry, rep.

    Volevo aprirlo io ma ci hai già pensato tu.


    Sicuramente la decisione presa in quel giorno è stata di fondamentale importanza per la Storia del nostro Paese, decisione che ha portato conseguenze che ancora oggi stiamo vivendo.

    E' facile fare i moralisti e giudicare col senno di poi, ma bisogna cercare di immaginare come apparivano le prospettive in quel preciso istante e in quelle determinate situazioni.
    Last edited by Ospite; 10-06-2010, 13:47:50.

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      #3
      piu' che quello mi piacerebbe sentire se qualcuno ha storie "vere" di persone che hanno affrontato quelle giornate

      non solo al fronte

      l'italia era un paese quasi esclusivamente agricolo e non poteva competere se non con il sangue contro le potenze industriali

      i discorsi storici, monaco, la pugnalata all'uomo morente, l'uomo della provv, ecc sono tutte cose super interessanti

      ma visto che ne parliamo spesso, anche se non direttamente, sarebbe bello un ricordo collettivo... sapete, le sirene, il buio, la fame, le partenze, i ritorni, e tutto cio' che in effetti ha colpito la maggioranza, non le piccole minoranze, fondamentali, ma che spesso tendono a tirare una linea su cio' che e' stato veramente.

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        #4
        appena ho due minuti posto la storia di mio nonno materno e di quello paterno

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          #5
          Sostanzialmente mio nonno materno era un socialista convinto di linea matteottiano-aventiniana,recidivo a Mussolini, così come suo padre...all'epoca aveva poco più di 18 anni e lavorava a Milano come dipendente al ristorante Peck (oltre che per la Siemes, cosa che gli consentì di non partire ai fronti), dal propietario del quale (il Vecchio Peck, un magiaro) era tenuto in grandissima considerazione...il suddetto aveva un pappagallo al quale un garzone aveva insegnato a dire "Fascisti ricchioni,fascisti ricchioni".
          Puntualmente, per ironia della sorte, il volatile ripeteva queste frasi quando entravano alcuni ufficiali della GNR o dell E.Muti, i quali puntualmente manganellavano un altro garzone che non c'entrava nulla
          Questo pappagallo morì durante un bombardamento britannico

          Il giorno della caduta del governo M., nel '43, fu tra coloro che assaltarono i palazzi del partito....entrò che alcuni soldati sparavano ancora e rubò un frigorifero

          Alcuni mesi dopo, mentre faceva il solito tratto Milano-Bergamo in bicicletta,fu fermato da una pattuglia della Totenkopf i quali gli puntarono addosso un mitra...ebbe un attacco cardiaco, e le consenguenze di quell'incontro se le è portate dietro per decenni dopo.

          Era anche molto amico di un ufficiale della Luftwaffe, già eroe nella Battaglia dei Laghi Masuri nel '14-18 (di cui ora non ricordo il nome), che ogni volta gli diceva "Hitler porterà la Germania alla rovina, non dovevamo eleggerlo,che errore abbiamo fatto,il nostro stato maggiore è composto da pazzi incoscienti!!!".
          Fu abbattuto durante un raid alleato.

          Perse una decina di amici sotto le bombe americane a Milano.

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            #6
            Dimenticavo...è stato anche staffetta e fonte di alcune brigate garibaldi.

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              #7
              un mio bisnonno fu fascista. partecipò con entusiasmo alla marcia su Roma poco più che ventenne, tuttavia rimase profondamente deluso ( eufemismo) dal regime e non volle ricoprire nessun ruolo ufficiale durante il ventennio. abbiamo qualche sua denuncia contro gli abusi di potere delle autorità fasciste ai danni dei suoi concittadini, rimase cmq fascista fino alla fine della guerra, quando dovette ,per breve tempo, " nascondersi" con la famiglia, tuttavia non ci furono ripercussioni.
              Originariamente Scritto da gorgone
              è plotino la chiave universale per le vagine
              Originariamente Scritto da gorgone
              secondo me sono pazzi.

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                #8
                Originariamente Scritto da LARRY SCOTT Visualizza Messaggio
                Sostanzialmente mio nonno materno era un socialista convinto di linea matteottiano-aventiniana,recidivo a Mussolini, così come suo padre...all'epoca aveva poco più di 18 anni e lavorava a Milano come dipendente al ristorante Peck (oltre che per la Siemes, cosa che gli consentì di non partire ai fronti), dal propietario del quale (il Vecchio Peck, un magiaro) era tenuto in grandissima considerazione...il suddetto aveva un pappagallo al quale un garzone aveva insegnato a dire "Fascisti ricchioni,fascisti ricchioni".
                Puntualmente, per ironia della sorte, il volatile ripeteva queste frasi quando entravano alcuni ufficiali della GNR o dell E.Muti, i quali puntualmente manganellavano un altro garzone che non c'entrava nulla
                Questo pappagallo morì durante un bombardamento britannico

                Il giorno della caduta del governo M., nel '43, fu tra coloro che assaltarono i palazzi del partito....entrò che alcuni soldati sparavano ancora e rubò un frigorifero
                ecco cosa intendevo!!! la storia del frigo e' emblematica!

                Originariamente Scritto da Leonida Visualizza Messaggio
                un mio bisnonno fu fascista. partecipò con entusiasmo alla marcia su Roma poco più che ventenne, tuttavia rimase profondamente deluso ( eufemismo) dal regime e non volle ricoprire nessun ruolo ufficiale durante il ventennio. abbiamo qualche sua denuncia contro gli abusi di potere delle autorità fasciste ai danni dei suoi concittadini, rimase cmq fascista fino alla fine della guerra, quando dovette ,per breve tempo, " nascondersi" con la famiglia, tuttavia non ci furono ripercussioni.
                di che zona era tuo nonno? non c'e' bisogno di esser precisi.

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                  #9
                  mio nonno ha combattuto in Grecia , ed era a capo di un plotone.....
                  persone molto prudente , perse quali completamente la vista a causa dei riverberi del sole nella gelida neve dell inverno greco
                  si diceva tra i soldati semplici " nel plotone di XXXXXXX non si muore"
                  una volta un suo superiore gli ordine di andare avanti col suo plotone per conquistare non so che punto/altura........dopo che gia' altri due plotoni avevano tentato subendo perdite enormi....al che mio nonno disse
                  " Non ho nessun timore di perdere la vita, ma lei deve sapere che sta condannando a morte 25 ( o 3o nn so) padri di famiglia.......e se ne deve assumere le responsabilita....
                  guardi....( tiro fuori un cappello appoggiandolo al fucile e dopo neanche un secondo il cappello fu sventrato dalle fucilate nemiche"
                  Il superiore revoco' l ordine , mio nonno divenne un mito per quei ragazzi
                  Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                  parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                  Originariamente Scritto da GoodBoy!
                  ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                  grazie.




                  PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                    #10
                    Un frigorifero all'epoca valeva


                    Mio nonno paterno invece aveva fatto l'accademia militare nel periodo 1919-1926 e allo scoppio della guerra era Capitano...fu spedito sul Fronte Francese, quei pochi giorno di guerra tra noi e la Francia, durante l'invasione della Provenza che, tutto sommato, fu abbastanza semplice.

                    Invece si ritrovò tempo dopo ad El Alamein e a Tobruk, dove passò col suo battaglione settimane intere incartato nella sabbia stretto tra il deserto e il 56°Highlander che sparava a tutto ciò che si muoveva...fu li che si guadagnò la promozione sul campo.
                    Fu catturato dagli Inglesi, e rientrò in Italia nel '44. Non prese parte alle vicende della RSI o della guerriglia partigiana. Lo stesso anno venne comunque su a Torino, quando qui in Piemonte eravamo al culmine della guerra civile.

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                      #11
                      quando poi l Italia si "arrese" , tra i tantissimi soldati spiazzati dalla mancanza di comunicazioni e decisioni dei comandi si venne a trovare anche mio nonno....
                      lui e il suo plotone furono arrestati e disarmati dai tedeschi , i quali si prepararono a fucilarli.....estrassero i fucili , e proprio in quel momento un aereo passo' sulle loro teste..
                      i tedeschi si gettarono al riparo , mio nonno ed alcuni suoi commilitoni scapparono salvandosi la vita


                      ed ecco perchè io sono qua a scrivere minchiate su bw ;
                      Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                      parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                      Originariamente Scritto da GoodBoy!
                      ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                      grazie.




                      PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                        #12
                        durante un bombardamento notturno invece perse la vita una mia zia...

                        era a milano

                        se non ricordo male la storia, era su un tram o in stazione me la raccontarono da piccolo

                        scese di corsa e tocco' un filo o un cavo dell'alta tensione e fini' fulminata davanti alla madre e alle sorelle

                        la cosa che mi ha sempre impressionato di questi racconti e' il fatto che chi li ha vissuti, raccontandoli ha uno sguardo che vede le scene con lucidita'

                        spesso ci penso e rimango sbalordito. io non credo di avere ricordi cosi' vivi e forti. probabilmente si stampano nelle memorie con il loro carico di sentimenti e vengono rivissuti centinaia di volte.

                        allo stesso modo un altro mio zio che dovette tornare dalla russia con mezzi di fortuna... probabilmente fu una cosa terribile. la cosa piu' scioccante e' che mori' qui in italia qualche mese dopo esser tornato per mancanza di cure.

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                          #13
                          Mio nonno materno era un ufficiale del Genio. Fu catturato nel 1941 in Libia e tornò in Italia nel 1947. Fece sei anni di prigionia in Australia. Fu catturato che pesava 80 kg (185cm) e tornò che era 110. Nel campo di prigionia inglese avevano talmente tanto da mangiare che facevano le candele con il burro e sotterravano i prosciutti. Gli inglesi li armavano (!) e organizzavano battute di caccia al coniglio, spettacoli teatrali ecc. Lavorò alla costruzione di strade ed infrastrutture assieme ad altri italiani (preferiti agli altri prigionieri sia come operai che come ingegneri). Solo metà degli italiani imprigionati in Australia fecero ritorno, gli altri rimasero lì. Anche metà di quelli rimpatriati preferirono tornarsene in Australia. Lui provò a convincere mia nonna, ma non ci fu verso.

                          L'altro mio nonno, padre ebreo e madre cattolica, era nell'esercito quando furono emanate le leggi razziali. I problemi sorsero solo dopo l'Armistizio, quando i nazisti cercarono di stanarlo per via del cognome ebraico nonostante fosse battezzato. Si salvò. Altri miei parenti finirono in cenere. Anzi no, nei campi di sterminio si giocava a pallanuoto (cit.)

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                            #14
                            Un mio nonno era di fatto un contadino e ha passato tutto il tempo della guerra nascondendosi.
                            Always the beautiful answer who asks a more beautiful question

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                              #15
                              mio nonno materno fu maresciallo dell'esercito.Fu fatto prigioniero in africa dagli inglesi,e portato in Inghilterra dove imparò la lingua e fu addestrato come cuoco.Ci sarebbe tanto ancora da raccontare,ma purtroppo,avendolo perso in tenera età,questi sono i soli ricordi sbiaditi che ho delle sue avventure.Lo ricordo come una persona mite,infatti mi diceva(forse esagerando)di aver sparato sempre e solo in aria.Tornato in Italia,nonostante la possibilità di intraprendere una carriera politica,preferì fare l'apicoltore.
                              sigpic

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