Ubriaco al volante uccise uomo a Roma:
condannato a tre anni di carcere
Il romeno aveva appena rubato un'auto e dopo l'incidente
scappò fermandosi a bere una birra in un bar poco distante
ROMA (21 luglio) - È stato condannato a tre anni di reclusione il romeno che ubriaco e senza patente investì a Roma e uccise un giovane di 36 anni, Marco Picano e ferì gravemente la sua fidanzata, nel febbraio scorso. Dopo l'incidente, avvenuto in via Prenestina, Serban Dan Daniel, di 36 anni, che non aveva prestato soccorso, si fermò in un bar a bere una birra.
I carabinieri che lo arrestarono lo salvarono dal linciaggio di alcuni cittadini che lo avevano riconosciuto come l'investitore killer. La pena è scaturita dopo la richiesta di patteggiamento concordata con la Procura di Roma dal difensore del romeno, l'avvocato Luca Zennaro. Il Gip ha disposto che l'uomo rimanga in carcere.
L'incidente era avvenuto il 6 febbraio in via Prenestina subito dopo il Raccordo anulare, poco dopo le 11 della sera. Il romeno, ubriaco, contromano, centrò in pieno un'auto che arrivava nella direzione opposta. Nell'auto c'era una coppia. Marco Picano morì sul colpo mentre la ragazza che era con lui venne ricoverata in condizioni molto gravi a Tor Vergata.
Daniel Dan Serban, di 36 anni, dopo l'incidente, come se non fosse accaduto nulla, si è recato in un bar lì vicino per bere un'altra birra. In zona però si era già sparsa la notizia dell'incidente e lo straniero è stato aggredito e picchiato dalla gente. Se non fossero arrivati subito polizia e carabinieri rischiava il linciaggio.
Il romeno, era alla guida di un'auto appena rubata in un parcheggio davanti a una pizzeria, sempre lungo la via Prenestina.
La sentenza ha lasciato «interdetto» il fratello della vittima. «Possibile che in quei tre anni di reclusione - ha detto Giuseppe Picano - siano stati considerati anche il furto dell'auto con la quale il romeno causò l'incidente? Di fronte a questa sentenza non posso non chiedermi con quali criteri i giudici giudichino reati simili». «Non c'è alcuna forma di certezza della pena, per questa ragione - ha aggiunto Picano - vorrei che mi venisse data una spiegazione argomentata di questa sentenza che mi lascia davvero interdetto. Al sindaco Alemanno, poi, che subito dopo la morte di Marco venne a trovarci a casa per portarci la sua solidarietà, chiedo di farsi portavoce di questa richiesta, perchè venga fatta la necessaria chiarezza».
Da New York parla anche il sindaco Alemanno: «Sono sconcertato rispetto a questa sentenza eccessivamente mite, che non punisce con la dovuta severità chi si mette alla guida di un'auto in stato di ebbrezza». Lo ha detto il sindaco Gianni Alemanno, commentando da New York la sentenza di primo grado in merito all'incidente in cui morì Marco Picano. «Si tratta di segnali negativi, che inducono alla leggerezza rispetto al codice della strada e non tengono conto del fatto che i comportamenti tenuti da una persona prima di mettersi alla guida sono determinanti negli incidenti - ha aggiunto - Tre anni sono troppo pochi. Spero che ci sia ricorso in appello. Mi auguro che ci siano pene più severe, perchè per la sicurezza stradale dobbiamo fare molto di più».
Ne sconterà 1 e mezzo se tutto va bene. Giudici nel baratro, mostrano serietà solo per difendersi (giustamente) da Berlusconi.
condannato a tre anni di carcere
Il romeno aveva appena rubato un'auto e dopo l'incidente
scappò fermandosi a bere una birra in un bar poco distante
ROMA (21 luglio) - È stato condannato a tre anni di reclusione il romeno che ubriaco e senza patente investì a Roma e uccise un giovane di 36 anni, Marco Picano e ferì gravemente la sua fidanzata, nel febbraio scorso. Dopo l'incidente, avvenuto in via Prenestina, Serban Dan Daniel, di 36 anni, che non aveva prestato soccorso, si fermò in un bar a bere una birra.
I carabinieri che lo arrestarono lo salvarono dal linciaggio di alcuni cittadini che lo avevano riconosciuto come l'investitore killer. La pena è scaturita dopo la richiesta di patteggiamento concordata con la Procura di Roma dal difensore del romeno, l'avvocato Luca Zennaro. Il Gip ha disposto che l'uomo rimanga in carcere.
L'incidente era avvenuto il 6 febbraio in via Prenestina subito dopo il Raccordo anulare, poco dopo le 11 della sera. Il romeno, ubriaco, contromano, centrò in pieno un'auto che arrivava nella direzione opposta. Nell'auto c'era una coppia. Marco Picano morì sul colpo mentre la ragazza che era con lui venne ricoverata in condizioni molto gravi a Tor Vergata.
Daniel Dan Serban, di 36 anni, dopo l'incidente, come se non fosse accaduto nulla, si è recato in un bar lì vicino per bere un'altra birra. In zona però si era già sparsa la notizia dell'incidente e lo straniero è stato aggredito e picchiato dalla gente. Se non fossero arrivati subito polizia e carabinieri rischiava il linciaggio.
Il romeno, era alla guida di un'auto appena rubata in un parcheggio davanti a una pizzeria, sempre lungo la via Prenestina.
La sentenza ha lasciato «interdetto» il fratello della vittima. «Possibile che in quei tre anni di reclusione - ha detto Giuseppe Picano - siano stati considerati anche il furto dell'auto con la quale il romeno causò l'incidente? Di fronte a questa sentenza non posso non chiedermi con quali criteri i giudici giudichino reati simili». «Non c'è alcuna forma di certezza della pena, per questa ragione - ha aggiunto Picano - vorrei che mi venisse data una spiegazione argomentata di questa sentenza che mi lascia davvero interdetto. Al sindaco Alemanno, poi, che subito dopo la morte di Marco venne a trovarci a casa per portarci la sua solidarietà, chiedo di farsi portavoce di questa richiesta, perchè venga fatta la necessaria chiarezza».
Da New York parla anche il sindaco Alemanno: «Sono sconcertato rispetto a questa sentenza eccessivamente mite, che non punisce con la dovuta severità chi si mette alla guida di un'auto in stato di ebbrezza». Lo ha detto il sindaco Gianni Alemanno, commentando da New York la sentenza di primo grado in merito all'incidente in cui morì Marco Picano. «Si tratta di segnali negativi, che inducono alla leggerezza rispetto al codice della strada e non tengono conto del fatto che i comportamenti tenuti da una persona prima di mettersi alla guida sono determinanti negli incidenti - ha aggiunto - Tre anni sono troppo pochi. Spero che ci sia ricorso in appello. Mi auguro che ci siano pene più severe, perchè per la sicurezza stradale dobbiamo fare molto di più».
Ne sconterà 1 e mezzo se tutto va bene. Giudici nel baratro, mostrano serietà solo per difendersi (giustamente) da Berlusconi.
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