Originariamente Scritto da ma_75
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C'è da ricordare poi il peso del popolo e dei suoi rappresentanti in Gran Bretagna, dove, come sappiamo, non esiste una Costituzione.
Gli inglesi cioè non legano ad una carta fondante l'esistenza della loro forma statale, affidando la loro democrazia al Parlamento ed alla Corona che sintetizza la storia nazionale:
E' proprio quel pragmatismo, molto protestante, di cui parli e dove risiede la differenza tra quella statua eretta dagli inglesi, e la damnatio memoriae francese ed europea in genere.
Noi incensiamo solo i vincitori, non riconoscendo mai alcun merito a chi, pure lottando, cade.
Mentre per gli inglesi è tutta la loro storia a fare testo e a garantirli, anche quella porzione di storia magari condotta da un personaggio assai discusso come un Cromwell, senza che si leghino ad alcunchè, neppure ad un foglio di carta, noi continentali diluiamo, molto cattolicamente, le responsabilità, ci trinceriamo dietro papiri irriformabili (guarda con quanta sacralità, per esempio, i custodi democratici si trincerano dietro la Carta, Napolitano compreso), dietro quella "inviolabilità dei deputati" che fu, se non sbaglio, l'unico articolo che i rivoluzionari salvarono del vecchio stato, articolo genitore di quella "immunità parlamentare" che non permette al popolo di giudicare i suoi rappresentanti, slegandoli da ogni responsabilità, mettendoli, ironia della sorte, al riparo da qualunque Rivoluzione.
Grazie alla Rivoluzione la Carta di uno Stato divenne il principio sacro oltre il quale non si può andare, ma come disse il de Maistre "Nel dichiararsi inviolabili, i deputati si confederarono allo scopo di garantirsi vicendevolmente. Al fine di assicurare ciascun individuo, misero il pericolo in comune; ma per questo si affrancarono da tutti gli obblighi che erano loro imposti dal loro mandato".
E' vero che la Rivoluzione innalzò lo Stato sopra ogni individuo, ne fece il Sommo Bene, ma lo blindò rendendolo intoccabile attraverso la sacralità costituzionale.
E' forse per questo che si ricorda la Rivoluzione, non i rivoluzionari, sopratutto se poi a quello stesso Stato il ricordo comincia a risultare, o può diventare, scomodo.
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