Ne sono sempre rimasto affascinato perchè mio padre mi raccontava sempre dei sequestri dove sono dovuti intervenire ma per partecipare al gruppo occorre anche una buona prestanza fisica voi gli conoscevate?
Gli anni di piombo
Negli anni ’70, i cosiddetti “anni di piombo”, quando l’emergenza del terrorismo cominciava a dilagare, ogni governo europeo decise di dotarsi di unità specializzate nella lotta all’eversione.
La Polizia italiana, in seguito ad alcuni attentati avvenuti nel paese, tra cui l’attacco all’aeroporto di Fiumicino nel 1974, decise di costituire una squadra appositamente addestrata per il contrasto operativo ai terroristi.
Sotto la guida dell'allora questore di Roma Emilio Santillo venne così creato, proprio nel 1974, l’Ispettorato Generale per l’Azione contro il Terrorismo, sostituito l’anno seguente dal Servizio di Sicurezza (S.D.S.) nel 1975.
Le competenze di questo nuovo ufficio, però, rendevano necessario che oltre al supporto di intelligence si dovesse disporre anche di una squadra operativa. Per questa ragione venne decisa la nascita del “Nucleo Anticommando”, il primo embrione di reparto di intervento della Polizia.
Negli anni che vanno dal 1975 al 1977, l’Anticommando, il primo nucleo di personale ad altissima specializzazione, diede un fondamentale apporto alla lotta al terrorismo, rendendosi da subito protagonista di rilevanti azioni, prevalentemente contro i Nuclei Armati Proletari e gli estremisti di destra appartenenti ad “Ordine Nuovo”.
La riorganizzazione della sicurezza nazionale
La crescente pressione rivoluzionaria ed eversiva rese necessaria nel 1978 una completa revisione delle Organizzazioni di Sicurezza Nazionale.
L’unico Servizio di Informazione, il militare Sifar (Servizio Informazioni Forze Armate) venne sostituito da due strutture, una con le “stellette”, il Sismi (Servizio informazioni sicurezza militare) che di fatto ne raccolse l’eredità, ed il civile Sisde (Servizio informazioni sicurezza democratica), affiancati da un organismo di coordinamento, il Cesis (Comitato esecutivo servizi di informazione e sicurezza).Un numero rilevante di funzionari del Servizio di Sicurezza fu inserito nel Sisde, mentre una componente più esigua del personale diede vita all’Ucigos, l’Ufficio centrale investigazioni generali e operazioni speciali, strutturato in quattro divisioni.
La nascita del Nocs
Il 24 ottobre 1977, l'allora Ministro dell’interno, Francesco Cossiga, emanò una direttiva che prevedeva la costituzione di unità speciali antiterrorismo e potenziava le strutture nazionali anticommando, creando le "Teste di cuoio" nell’ambito delle forze di polizia.
E' così, dunque, che nascono parallelamente il Gruppo d'Intervento Speciale (GIS) dell’Arma dei Carabinieri ed il Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza (NOCS) della Polizia di Stato.
Il NOCS per il quale lo stesso ministro conia il motto "Sicut nox silentes", è organicamente inserito nell’UCIGOS (Ufficio Centrale per le Investigazioni e le Operazioni Speciali) con il compito di intervenire a supporto dell’operatività delle DIGOS, rendendo così l’azione antiterrorismo più efficace e maggiormente adeguata agli scenari di quel particolare momento storico.
Nei suoi primi quattro anni di vita il NOCS, benché appena costituito, effettua centinaia di interventi e di irruzioni nei covi brigatisti ed in ogni situazione critica che richiede al fianco di abili investigatori anche uomini preparati ad affrontare qualsiasi difficoltà, nelle condizioni più imprevedibili di tempo e di luogo.
Sono sempre gli uomini del NOCS che aprono la strada e coprono le spalle agli agenti antiterrorismo delle DIGOS quando devono affrontare e catturare i più pericolosi latitanti di Prima linea, dei NAR e delle Brigate Rosse.
Memorabile ed ormai una pagina di storia conosciuta anche a livello internazionale il blitz del NOCS che nel 1982 liberò a Padova il generale americano Dozier, rapito dai brigatisti rossi.
Chiusa la prima stagione del terrorismo con la vittoria dello Stato, l'UCIGOS che aveva contribuito al risultato con un ruolo di primo piano, perse il suo connotato di operatività diretta e fu trasformato nell’attuale Direzione centrale della polizia di prevenzione. Non perse però il NOCS, il suo fiore all'occhiello, che rimane inserito nel Servizio Antiterrorismo, ma, ormai forte di una lunga e consolidata esperienza, continuò ad offrire il suo supporto specialistico a tutti i reparti investigativi della Polizia di Stato, raccogliendo brillanti successi anche sul fronte della lotta nei sequestri di persona.
Il Nocs è un gruppo speciale della Polizia di Stato addestrato per portare a termine operazioni ad alto rischio, come la liberazione di ostaggi, le irruzioni in ogni ambiente per la cattura di criminali e terroristi, la protezione di alte personalità istituzionali italiane in particolari situazioni di pericolo e la tutela di personalità straniere in visita in Italia.
Gli operatori del reparto speciale, dunque, intervengono soltanto come unità di assalto, al termine dell’attività definita in gergo “info-operativa” svolta da altri uffici della Polizia.
Dotato di equipaggiamento speciale, il Nocs è articolato in team di pronto impiego in grado di intervenire, con il supporto di mezzi terrestri, aerei e navali, su tutto il territorio nazionale nell’arco delle 24 ore.
Le selezioni
Gli operatori della Polizia di Stato che vogliono entrare a far parte del Reparto speciale devono avare oltre al coraggio, la prontezza, il sangue freddo e una straordinaria preparazione atletica. Queste le doti indispensabili.
Pronti ad affrontare tempestivamente ogni situazione di emergenza, "i Nocs" devono dimostrare di possedere innanzitutto eccezionali requisiti dal punto di vista fisico. Prima di diventare “combat ready”, infatti, i candidati devono superare numerose prove tecniche. Qualche esempio? 5000 metri in 20 minuti e 100 metri in 14 secondi; 100 metri a nuoto; salto in alto di almeno 135 cm e salto in lungo di almeno 4 metri e mezzo; salita alla fune con la sola forza delle braccia naturalmente una prova di tiro con la pistola a 15 e 25 metri.
Soltanto così è possibile resistere al duro addestramento giornaliero, impegnativo e diversificato, che consente di migliorare costantemente le tecniche di intervento.
Gli operatori dei Nocs fanno della flessibilità la loro prima arma per superare le situazioni estreme. Abili tiratori scelti, conoscono perfettamente tutti i tipi di armi e di esplosivi; sono in grado di arrampicarsi sia sulla roccia che con le corde e sono pronti a lanciarsi in volo con il paracadute. Oltre ad essere esperti subacquei, vengono anche addestrati alla guida di diversi tipi di veicoli.
Irruzioni nella notte
E’ la notte la migliore amica dei poliziotti del Nocs. Fedeli al loro motto “Silenziosi come la notte”, i “commandos” si avvicinano all’obiettivo al segnale di assalto “go, go go”.
Le squadre operative, dopo una lunga e paziente pianificazione della missione, possono entrare in azione con una fulminea discesa dal mezzo per l’assalto d’urgenza o tramite un avvicinamento silenzioso. Molto poco in questo tipo di operazioni può essere lasciato al caso. Senza dubbio esistono procedure operative standard per lo svolgimento delle attività, ma in genere vengono eseguite in caso di emergenza, quando non si ha il tempo per organizzare un piano di intervento complessivo. Altrimenti si elaborano ogni volta tutti i dettagli dell’intervento, perché nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata la metodologia operativa di ogni missione non può essere replicata una seconda volta.
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