25 anni, per molti l'inizio di una vita, la maturità, per qualcun altro, l'invecchiamento biologico.
Questo ci dicono le convenzioni.
Ora come ora la mia vita vede come bilancio la fine di una storia. Non so dire se amorosa o no, io non l'ho amata come lei ha amato me, quand'era nel pieno delle sue possibilità.
Scoprirsi falliti a 25 anni, con tre esami fatti a Giurisprudenza e uno alle porte, nel tentativo disperato di rientrare tra le porte della Normalità. Una normalità paralizzante, lobotomizzante ma che è quella che ti da da mangiare e ti fa fare l'amore.
Il buon Celentano lo diceva. Chi non lavora, non fa l'amore. Ebbene si, tragica realtà.
Brutto scoprire che le donne, anche quelle più dolci, si scoprono ciniche dalla sera alla mattina e che quando ciò avviene, mettono sotto processo la tua esistenza.
E così sono felice, perlomeno, di osservare come in questi due anni e mezzo di storia io perlomeno me la sia goduta, abbia vissuto questa storia senza i crismi della definitività, cercando altre donne con cui godere di piaceri che lei mi ha sempre negato.
Io non l'ho mai amata smisuratamente, qui lo posso dire. Ma in lei ho visto la strada verso la normalità, quella che per uno come me è sempre stato un miraggio ma al tempo stesso un luogo da cui scappare.
La normalità, quella che ti da da mangiare, ma oggi scopro che ho 25 anni e non so fare nulla. Non ho un titolo di studio, la mia donna sta andando via e già so che mi attende un pericoloso cammino, a due passi da un esame, a, fatto di tanti rapporti finti e di nessun rapporto vero.
E tanta immaturità, la mia immaturità, ad incorniciare la mia esistenza.
Non è vittimismo, non cado nel ricatto morale di chi interverrà dicendo che "faccio la vittima". E' solo un bilancio realistico di com'è la mia esistenza. Il guaio mio è che sono un wannabe. Ho ambizioni e sogni su una struttura fragile e debole, su mezzi insufficienti. Come se volessi mettere una Ferrari sul telaio di una Cinquecento.
Il corpo si ribella, la mia anima no. La mia anima vuole volare aldilà di tutto ciò che è apparente, di tutto ciò che è Normale. La mia anima vede traguardi, orizzonti, non casermoni di cemento armato e di ipocrisia. La mia anima, bugiarda, superficiale a volte, ma poi tremendamente sensibile e autistica, vede tutt'altro futuro.
Sono nel fondo della mia vita e ho con me la triste consapevolezza che non c'è nessuno che può aiutarmi a risalire ma al tempo stesso sono io a non avere i mezzi. Vivo nel paradosso, nell'incertezza. E quando ciò avviene è davvero difficile capire e capirsi. Io non ce l'ho fatta.
Un pensiero al povero Gianluca Pessotto. Altrove, coerentemente con la mia doppia immagine, l'ho criticato, pensavo fosse solo un ragazzo viziato.
Ma ora che sono qui, con tutta la povertà e la miseria della mia persona, fortunatamente protetta dall'anonimato, posso fargli il mio più sincero in bocca al lupo. Se lui ha fatto quel gesto, sta nella mia stessa situazione. Una situazione balorda, perchè al mondo pare che non ti manchi niente, invece ti manca tutto. In primis, l'equilibrio interiore, in secundis (che è frutto del primis) la capacità di saper accettare le logiche della vita.
Nessuno di noi due l'ha fatto.
Questo ci dicono le convenzioni.
Ora come ora la mia vita vede come bilancio la fine di una storia. Non so dire se amorosa o no, io non l'ho amata come lei ha amato me, quand'era nel pieno delle sue possibilità.
Scoprirsi falliti a 25 anni, con tre esami fatti a Giurisprudenza e uno alle porte, nel tentativo disperato di rientrare tra le porte della Normalità. Una normalità paralizzante, lobotomizzante ma che è quella che ti da da mangiare e ti fa fare l'amore.
Il buon Celentano lo diceva. Chi non lavora, non fa l'amore. Ebbene si, tragica realtà.
Brutto scoprire che le donne, anche quelle più dolci, si scoprono ciniche dalla sera alla mattina e che quando ciò avviene, mettono sotto processo la tua esistenza.
E così sono felice, perlomeno, di osservare come in questi due anni e mezzo di storia io perlomeno me la sia goduta, abbia vissuto questa storia senza i crismi della definitività, cercando altre donne con cui godere di piaceri che lei mi ha sempre negato.
Io non l'ho mai amata smisuratamente, qui lo posso dire. Ma in lei ho visto la strada verso la normalità, quella che per uno come me è sempre stato un miraggio ma al tempo stesso un luogo da cui scappare.
La normalità, quella che ti da da mangiare, ma oggi scopro che ho 25 anni e non so fare nulla. Non ho un titolo di studio, la mia donna sta andando via e già so che mi attende un pericoloso cammino, a due passi da un esame, a, fatto di tanti rapporti finti e di nessun rapporto vero.
E tanta immaturità, la mia immaturità, ad incorniciare la mia esistenza.
Non è vittimismo, non cado nel ricatto morale di chi interverrà dicendo che "faccio la vittima". E' solo un bilancio realistico di com'è la mia esistenza. Il guaio mio è che sono un wannabe. Ho ambizioni e sogni su una struttura fragile e debole, su mezzi insufficienti. Come se volessi mettere una Ferrari sul telaio di una Cinquecento.
Il corpo si ribella, la mia anima no. La mia anima vuole volare aldilà di tutto ciò che è apparente, di tutto ciò che è Normale. La mia anima vede traguardi, orizzonti, non casermoni di cemento armato e di ipocrisia. La mia anima, bugiarda, superficiale a volte, ma poi tremendamente sensibile e autistica, vede tutt'altro futuro.
Sono nel fondo della mia vita e ho con me la triste consapevolezza che non c'è nessuno che può aiutarmi a risalire ma al tempo stesso sono io a non avere i mezzi. Vivo nel paradosso, nell'incertezza. E quando ciò avviene è davvero difficile capire e capirsi. Io non ce l'ho fatta.
Un pensiero al povero Gianluca Pessotto. Altrove, coerentemente con la mia doppia immagine, l'ho criticato, pensavo fosse solo un ragazzo viziato.
Ma ora che sono qui, con tutta la povertà e la miseria della mia persona, fortunatamente protetta dall'anonimato, posso fargli il mio più sincero in bocca al lupo. Se lui ha fatto quel gesto, sta nella mia stessa situazione. Una situazione balorda, perchè al mondo pare che non ti manchi niente, invece ti manca tutto. In primis, l'equilibrio interiore, in secundis (che è frutto del primis) la capacità di saper accettare le logiche della vita.
Nessuno di noi due l'ha fatto.
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