Originariamente Scritto da -El Diablo-
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Ho una palestra, immagino che in un forum di questo genere possa essere il sogno di molti.
La palestra è piccola in un paese piccolo con concorrenza diffusa e variegata. Il budget non permette grossi lussi ed essendo al sud le spese sono sì non elevatissime ma le quote di partecipazione hanno prezzi molto popolari (mensile 35-40€, annuale 200-250€). Questo vuol dire che pur essendo io il "boss" mi devo fare il **** peggio dell'ultimo clandestino sbarcato e buttato direttamente a raccogliere pomodori.
Una palestra ha in media 8 mesi attivi, 2 in pareggio e 2 in perdita. I conti si fanno a fine stagione, quindi anche un mese particolarmente positivo degli 8 può essere drasticamente ridimensionato da un giugno che anziché in pareggio finisce in perdita perché "quest'anno fa troppo caldo per andare in palestra".
Ma questi sono solo "numeri", un po' di strategia, programmazione e un pizzico di capacità di improvvisare e si riesce a rendere più omogeno il bilancio. Il difficile sono le persone.
Vogliono tutto e non vogliono pagare niente. E' difficile far capire alle persone che per, una media tra mesili e plurimestrali, di appena 30€ al mese ti sto offrendo una struttura aperta 60 ore settimanali, istruttore sempre in sala, corsi liberi senza vincoli, acqua calda, illuminazione, musica e soprattuto un tetto (perché il grosso di quella quota serve essenzialmente a pagare al proprietario l'affito), non puoi venirmi ogni volta a chiedere lo sconto o di recuperare una settimana in cui non sei venuto perché avevi i fatti tuoi. A Sky non chiedi lo sconto perché questa domenica al posto di vedere la partita a casa sei andato a vederla in pizzeria.
Sorvolo sui problemi riguardanti gli aspetti "tecnici", nel senso che se avessi un euro per ogni volta che ho dovuto combattere contro chi voleva dimagrire facendo un quarto d'ora di tappeto e una settimana di cenoni probabilmente starei scrivendo questo post da un'isola caraibica con un sigaro e un bicchiere di rum accanto al computer.
Ma essendo che così non è, posso dire di amare il mio lavoro?
Ogni tanto mi fermo a pensare, a priori dell'aspetto economico, che altro lavoro mi piacerebbe fare. L'unico che mi viene veramente in mente è l'atleta professionista. Ma calcolando che il powerlifting non è esattamente lo sport nazionale, per la prossima stagione mi sto attrezzando per aprire una seconda palestra
La palestra è piccola in un paese piccolo con concorrenza diffusa e variegata. Il budget non permette grossi lussi ed essendo al sud le spese sono sì non elevatissime ma le quote di partecipazione hanno prezzi molto popolari (mensile 35-40€, annuale 200-250€). Questo vuol dire che pur essendo io il "boss" mi devo fare il **** peggio dell'ultimo clandestino sbarcato e buttato direttamente a raccogliere pomodori.
Una palestra ha in media 8 mesi attivi, 2 in pareggio e 2 in perdita. I conti si fanno a fine stagione, quindi anche un mese particolarmente positivo degli 8 può essere drasticamente ridimensionato da un giugno che anziché in pareggio finisce in perdita perché "quest'anno fa troppo caldo per andare in palestra".
Ma questi sono solo "numeri", un po' di strategia, programmazione e un pizzico di capacità di improvvisare e si riesce a rendere più omogeno il bilancio. Il difficile sono le persone.
Vogliono tutto e non vogliono pagare niente. E' difficile far capire alle persone che per, una media tra mesili e plurimestrali, di appena 30€ al mese ti sto offrendo una struttura aperta 60 ore settimanali, istruttore sempre in sala, corsi liberi senza vincoli, acqua calda, illuminazione, musica e soprattuto un tetto (perché il grosso di quella quota serve essenzialmente a pagare al proprietario l'affito), non puoi venirmi ogni volta a chiedere lo sconto o di recuperare una settimana in cui non sei venuto perché avevi i fatti tuoi. A Sky non chiedi lo sconto perché questa domenica al posto di vedere la partita a casa sei andato a vederla in pizzeria.
Sorvolo sui problemi riguardanti gli aspetti "tecnici", nel senso che se avessi un euro per ogni volta che ho dovuto combattere contro chi voleva dimagrire facendo un quarto d'ora di tappeto e una settimana di cenoni probabilmente starei scrivendo questo post da un'isola caraibica con un sigaro e un bicchiere di rum accanto al computer.
Ma essendo che così non è, posso dire di amare il mio lavoro?
Ogni tanto mi fermo a pensare, a priori dell'aspetto economico, che altro lavoro mi piacerebbe fare. L'unico che mi viene veramente in mente è l'atleta professionista. Ma calcolando che il powerlifting non è esattamente lo sport nazionale, per la prossima stagione mi sto attrezzando per aprire una seconda palestra
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