apro un nuovo 3d sol per mettere in evidenza, senza paroloni per una fruizione più ampia, la sorta di conclusione del 3d "briciole, sulla religione", siccome di tutti questi topic che svolazzano in caffetteria non se ne può quasi più.
andando al nocciolo, la fede nell'esistenza di dio ed il modo di rapportarsi ad essa sono in presupposto per definire noi tutti in:
-credenti: accettano tale presupposto (dio esiste)
- atei: non accettano tale presupposto (dio non esiste)
- agnostici: sospendono il giudizio (non posso affermare o negare che dio esista).
da chiarire che la fede è una caratteristica dello spirito (per chi ci crede) dell'uomo, ed è dettata dall'esperienza metafisica del riconoscimento della rivelazione (cioè, l'atto di riconoscere dio che si manifesta -epifania-). tale esperienza, essendo spirituale e dunque metafisica, non è registrabile da strumenti non metafisici: la sfera cognitiva (e dunque anche la scienza) non è in grado di registrare tali esperienze. ma ciò non vuol dire che tali esperienze non esistano, seppur non registrabili cognitivamente. così come l'atto di negare la possibilità di tali esperienze in base a criteri cognitivi è un'azione ottusa e pretenziosa (ciò che fa spesso l'ateo), così l'assumere che un altro individuo possa/debba provare la stessa esperienza spirituale è altrettanto ottuso e pretenzioso (ciò che fa spesso il credente).
tutto il resto (gli sproloqui su questo o quell'altro punto delle posizioni agnostiche, atee, credenti.etc etc..) vien dopo: il discrimine di partenza è quello sopra esposto. teologia e scienza vengono addotte in modo improprio nella disputa, come spesso dolorosamente si nota: a nessuna delle due attiene l'atto di fede, unico vero discrimine
andando al nocciolo, la fede nell'esistenza di dio ed il modo di rapportarsi ad essa sono in presupposto per definire noi tutti in:
-credenti: accettano tale presupposto (dio esiste)
- atei: non accettano tale presupposto (dio non esiste)
- agnostici: sospendono il giudizio (non posso affermare o negare che dio esista).
da chiarire che la fede è una caratteristica dello spirito (per chi ci crede) dell'uomo, ed è dettata dall'esperienza metafisica del riconoscimento della rivelazione (cioè, l'atto di riconoscere dio che si manifesta -epifania-). tale esperienza, essendo spirituale e dunque metafisica, non è registrabile da strumenti non metafisici: la sfera cognitiva (e dunque anche la scienza) non è in grado di registrare tali esperienze. ma ciò non vuol dire che tali esperienze non esistano, seppur non registrabili cognitivamente. così come l'atto di negare la possibilità di tali esperienze in base a criteri cognitivi è un'azione ottusa e pretenziosa (ciò che fa spesso l'ateo), così l'assumere che un altro individuo possa/debba provare la stessa esperienza spirituale è altrettanto ottuso e pretenzioso (ciò che fa spesso il credente).
tutto il resto (gli sproloqui su questo o quell'altro punto delle posizioni agnostiche, atee, credenti.etc etc..) vien dopo: il discrimine di partenza è quello sopra esposto. teologia e scienza vengono addotte in modo improprio nella disputa, come spesso dolorosamente si nota: a nessuna delle due attiene l'atto di fede, unico vero discrimine
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