Cosa ne pensate? Avevete mai avuto dubbi sull'allunaggio della Nasa? Dite la vostra
E' notizia di oggi che i filmati della Nasa dell'allunaggio del 69 sono misteriosamente spariti dagli archivi top secret della Nasa. Quindi tutte le immagini che vengono ora riprodotte sono unicamente delle registrazione tv.
Da Wickipedia:
Con teoria del complotto lunare si indica la tesi secondo cui le missioni del programma Apollo non avrebbero mai portato l’uomo a toccare il suolo lunare e la NASA avrebbe falsificato le prove degli allunaggi, in una cospirazione organizzata assieme al governo degli Stati Uniti. Ciò nonostante esistano prove indipendenti che dimostrano la realtà dell'allunaggio dell'Apollo.
Tale teoria, che gode di una certa popolarità negli Stati Uniti a partire dal 1976, sostiene che i vari allunaggi presentati all'opinione pubblica mondiale tra il 1969 ed il 1972 non sarebbero mai realmente avvenuti, bensì sarebbero stati messi in scena in uno studio televisivo con l'aiuto degli effetti speciali. Questa teoria viene perorata da dubbi, osservazioni, ipotesi, sui fatti intercorsi durante le missioni Apollo. Ne scaturiscono argomentazioni, deduzioni e controdeduzioni.
Indice
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Origini della teoria [modifica]
L'origine della teoria del falso allunaggio (Moon Hoax in inglese) si individua nel libro dell'americano Bill Kaysing (William Charles Kaysing, Chicago 1921) We never went to the moon del 1976 (in Italia Non siamo mai andati sulla Luna, Cult Media Net, 1997), ripresa, più recentemente, in una trasmissione televisiva del network americano Fox Television, della durata di un'ora circa, trasmessa nel 2001.
La teoria del complotto nel libro di Kaysing [modifica]
Kaysing, nel suo libro, sostiene che la tecnologia degli anni sessanta non avrebbe mai consentito di portare a termine un allunaggio con equipaggio. Kaysing espone tre premesse alle sue dichiarazioni e alle sue ipotesi formulate dalla sua esperienza professionale.
Con un team per gli effetti speciali capeggiato da Douglas Trumbull, Kubrick avrebbe inscenato la prima e la seconda missione lunare in un edificio speciale di Huntsville, nell'Alabama. Per simulare la gravità lunare si sarebbero usate gru a ponti idraulici e sottilissimi cavi. L'interesse di Kubrick verso la matematica teorica sarebbe stata potenziata dalle nozioni di meccanica orbitale ricevute nei consulti di Wernher von Braun, all'epoca anch'egli a Huntsville. Dopo il rifiuto di girare l' "Apollo 13" sarebbe stato arruolato il regista inglese Randall Cunningham. La teoria di Kaysing si ramifica sostenendo tre varie possibilità.
I tre astronauti Roger Chaffee, Edward White e Virgil Grissom, morti ufficialmente nell'incendio dell'Apollo 1, sarebbero stati "eliminati" dalla NASA perché non collusibili. Pertanto, i collaboratori della NASA avrebbero giurato l'assoluto riserbo, sotto la minaccia prefigurata dall'eliminazione dei tre. Kaysing segnalò altri sette casi di presunte eliminazioni tra astronauti e piloti.
In un programma televisivo sul complotto dell'allunaggio la Fox Entertainment Group elencò le morti di 10 astronauti e due civili collegati agli uomini dei programmi spaziali come plausibili vittime delle operazioni di copertura della montatura:
Charles Conrad pianta la bandiera statunitense sul suolo lunare
I sostenitori di questa "teoria del complotto" adducono diversi moventi per l'intera messa in scena:
A contribuire ulteriormente alla diffusione popolare della teoria fu un film del 1978, Capricorn One, del regista Peter Hyams. La trama tratta, in maniera analoga, di una missione su Marte: la NASA scopre di non essere in grado di partire per la missione. Onde evitare che i finanziamenti per missioni successive vengano cancellati, decide di inscenare il tutto in uno studio televisivo. Poco prima del lancio, gli astronauti vengono portati in una base militare nel deserto. Così il razzo viene lanciato nello spazio vuoto e all'umanità vengono presentate le immagini registrate in un apposito studio televisivo. Mentre il mondo si prepara a festeggiare gli astronauti al rientro dalla missione, accade però che la capsula (vuota) esploda durante il rientro in atmosfera. Così la NASA si trova costretta ad "eliminare" gli astronauti, per evitare il rischio che l'inganno possa venire scoperto. Gli astronauti, scoperto tale progetto, riescono tuttavia a fuggire dalla base militare. Vengono dunque inseguiti attraverso il deserto per essere eliminati. Contemporaneamente un giornalista (nel film con il nome di Robert Caulfield) inizia la sua ricerca su diversi fatti anomali della missione, scoprendo man mano l'imbroglio messo in scena dalla NASA.
Reazioni della NASA [modifica]
La NASA stessa non dà molto peso alle contestazioni espresse da diversi autori. L'unica reazione ufficiale è stata il finanziamento del progetto per un libro del giornalista ed esperto di voli nello spazio James Oberg. L'opinione pubblica reagì con diverse proteste con la motivazione che si trattava uno spreco di denaro pubblico. La NASA reagì cancellando il finanziamento.
Argomenti e controdeduzioni [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Prove indipendenti sull'allunaggio dell'Apollo.
Tutte le motivazioni politiche, e militari, indicate dai sostenitori della teoria devono premettere la risposta a una domanda: avrebbe potuto l'Unione Sovietica denunciare gli americani di aver inscenato uno sbarco sulla Luna? Ovvero, ne avrebbe avuto i mezzi e le facoltà? Anche il Partito Comunista dell'Unione Sovietica poteva dimostrare una lunga tradizione nella falsificazione di immagini fotografiche, per motivi di propaganda ai sensi di un cosiddetto controllo della realtà, come nel caso delle foto ufficiali di gruppo dalle quali i politici scomodi venivano cancellati come se non fossero mai esistiti realmente. L'Unione Sovietica (come ovviamente viceversa) ebbe la possibilità di seguire e registrare i colloqui via radio degli astronauti, nonché ed in particolar modo di localizzarne la provenienza con semplici calcoli di triangolazione. Non è plausibile che l'URSS, impegnata nella corsa allo spazio, non avesse immediatamente denunciato all'opinione pubblica mondiale una messinscena di tutto o parte del programma lunare americano, traendone innegabili benefici politici.
Dal punto di vista dei finanziamenti, la NASA non poteva avere interesse a falsificare le varie missioni. Il denaro veniva infatti utilizzato per la maggior parte per gli stipendi dei vari ingegneri, nonché in particolar modo per la costruzione dei vari apparecchi per le missioni (alcuni razzi Saturn V sono addirittura rimasti inutilizzati). Le missioni cancellate di Apollo 18, 19 e 20 hanno contribuito ad un risparmio sugli straordinari del personale di Houston, risparmio di tempo per allenamenti e sperimentazioni, nonché di carburante, ossigeno liquido ed alimentazione apposita per astronauti.
Su Internet si trovano diversi siti che sottolineano gli argomenti di chi concorda con questa teoria. Le tabelle vogliono presentare schematicamente sia i principali argomenti che le relative plausibili spiegazioni:
Validità dei reperti [modifica]
ArgomentoControdeduzioniUno degli argomenti di maggior peso a favore della dimostrazione dell'allunaggio sono i 382 kg di rocce lunari. Queste furono analizzate da scienziati di tutto il mondo. Si riteneva contenessero minerali ed isotopi fino ad allora sconosciuti sulla Terra. Alcuni della teoria del complotto sostengono che si tratta di meteore precipitate sulla Terra. Qualcuno ritiene invece che le rocce siano state portate sulla Terra da sonde automatiche, come ha fatto l'Unione Sovietica con la sonda Luna 16. Altri pensano che le presunte rocce lunari siano state fabbricate artificialmente sulla Terra in laboratori segreti, sfruttando i dati ottenuti con le sonde Surveyor. Altri ancora sostengono che le rocce siano invece del tutto simili a quelle ritrovate in Antartide nelle McMurdo Dry Valleys e compatibili con quelle particolarissime condizioni geologiche e atmosferiche. Recenti studi dimostrano inoltre che la composizione isotopica dell'ossigeno terrestre e di quello lunare sono identiche.[3] I ricercatori dell' Eidgenössische Technische Hochschule Zürich sono giunti a questa conclusione dopo aver analizzato 31 campioni di suolo lunare provenienti da cinque zone diverse della Luna e riportati sulla Terra da altrettante missioni Apollo. La misura è stata fatta usando una tecnica di fluorinazione mediante laser, messa a punto negli ultimi anni, con cui è stato misurato il contenuto degli isotopi 16, 17 e 18 dell'ossigeno. In realtà, queste misure erano già state fatte molto tempo fa, ma la precisione della nuova tecnica ha convinto i ricercatori a ripeterle. In passato si era quindi già visto che le composizioni isotopiche della Terra e della Luna sono simili, ma scoprire che in realtà sono identiche è stata una sorpresa.
Durante le missioni lunari furono scoperti tre nuovi minerali: Tranquillityte, Armalcolite, Piroxferroite.[4] Inoltre può essere documentato l'impatto di molteplici micrometeore su dette rocce lunari. Sulle meteore trovate sulla Terra non si possono constatare tali impatti. Tale circostanza è dovuta al fatto che, durante l'entrata nell'atmosfera terrestre, questi segni vengono bruciati e pertanto cancellati. Inoltre le rocce contenevano isotopi radioattivi di breve vita, dovuti all'irradiamento permanente che si trova sulla Luna. Infine, sulle rocce lunari manca del tutto il cosiddetto involucro acquoso in quanto a causa del vuoto l'acqua sparisce completamente dalla superficie dei sassi. L'ipotesi che le rocce siano state fabbricate sulla Terra in laboratori segreti non è plausibile, in quanto la densità dei minerali delle rocce lunari è minore rispetto a quelli delle rocce terrestri, cosa che indica che si sono formati in condizioni di gravità inferiore. Si sarebbe pertanto dovuto fabbricarle in orbita attorno alla Terra, cosa molto difficile con la tecnologia dell'epoca. Non è neanche ipotizzabile che più di 300 Kg di rocce siano state portate sulla Terra da sonde automatiche, dato che tre sonde sovietiche ne hanno riportato solo 350 grammi; sarebbero state necessarie centinaia di sonde, con costi enormi. Infine, il motivo della identicità della composizione isotopica dell'ossigeno è da ricercarsi nel fatto che la Luna si sarebbe formata a partire da materiale espulso dalla Terra in seguito a una grande collisione; questo materiale avrebbe poi dato luogo ad aggregazioni secondarie attorno alla Terra, formando la Luna. [5]
Validità delle prove fotografiche [modifica]
ArgomentoControdeduzioniSi riconoscono decisamente due serie di fotomontaggi: quelli della prima missione, l'Apollo 11, con foto riprese presumibilmente in interni; e quelle delle altre missioni con foto manipolate da riprese all'esterno. Sulle immagini dell'Apollo 11 infatti, le ombre non si diffondono parallelamente. Tale fatto è dovuto ad uno studio cinematografico dotato di uno o più riflettori[6] disposti ad una distanza finita, come esposto nelle tesi del Dr. David Groves[7] ampiamente divulgate sulla rete. All'osservazione, sono assolutamente rilevabili ombre divergenti, su una superficie piana, ogni volta che i due astronauti vengono a trovarsi a una distanza, l'uno dall'altro, paragonabile a quella della fonte illuminante. Per una fonte da considerarsi posta a distanza infinita, o meglio non proporzionabile alla distanza relativa dei soggetti illuminati, come è proprio dell'illuminazione solare, le ombre non possono in nessuno modo risultare divergenti (e invece sono apprezzabili pesantissime divergenze di novanta gradi). Nelle foto panoramiche delle missioni possono notarsi la disposizione delle ombre rispetto alle pietre e ai declivi. Come nella foto ad alta risoluzione AS11-40-5888[8]
Apollo 11: Aldrin
Le ombre cadono su di una superficie ineguale e pertanto sembrano più brevi (in caso di elevazione del suolo) o più lunghe (in caso di approfondimento del suolo). Inoltre, la prospettiva della fotografia fa sfigurare nella vicinanza l'immagine dell'ombra in una maniera tale che non sembrano diffondersi parallelamente. Se fossero state utilizzate più fonti di luce, cioè riflettori, dovrebbero essere visibili più ombre dello stesso oggetto che si diffondono in direzioni diverse. Tale fatto può per esempio essere constatato con le ombre dei giocatori di calcio durante una partita giocata con i riflettori accesi. Il fatto che certe zone sembrano illuminate quando non dovrebbero esserlo è dato dal fatto che la "polvere" lunare è in grado di riflettere facilmente la luce (di notte la luna ci rimanda la luce riflessa dal sole, e tutti possono notare che è molto luminosa per essere una luce riflessa) e quindi le parti che non dovrebbero essere illuminate lo sono a causa della luce che viene rifessa dal suolo lunare e che va a colpire le zone in ombra di fatto illuminandole. Su diverse fotografie, raccolte in luoghi differenti, il paesaggio lunare è identico. Sassi visibili in primo piano sono addirittura identici. Ciò presume l'utilizzo di un'unica quinta utilizzata più volte come immagine di sfondo. Nella stragrande maggioranza delle foto lunari, nelle missioni successive a quelle dell'Apollo 11, la linea di giunta tra fondo e piano di posa attraversa tutto il fotogramma, da parte a parte, così che le foto risultino la somma evidente di due metà ben distinte, senza nessuna zona di continuità che leghi i due piani. Si riscontra una rimarchevole differenza di colorazione fra i terreni di posa e quelli di fondo. Nel caso delle carrellate a 360° la continuità della linea di giunzione[14] segnalerebbe la presenza di uno stranissimo plateau rialzato, separato dal mondo circostante da una vallata circolare,[15] che non appare sulle mappe degli allunaggi.
Le colline visibili sullo sfondo sono in realtà sempre montagne lunari che si trovano a grande distanza, e che quindi cambiano molto poco spostandosi da un punto all'altro. Sembrano vicine solo a causa della mancanza d'atmosfera della Luna, dove non possono formarsi foschie. Osservando attentamente le immagini si può constatare che gli sfondi non sono mai identici, bensì diversi a seconda del punto di vista delle immagini stesse.
Credibilità delle prove fotografiche [modifica]
ArgomentoControdeduzioniLe macchine fotografiche erano montate all'altezza del petto delle tute degli astronauti. Pertanto l'astronauta non riusciva a vedere cosa stava fotografando. Ciò nonostante le immagini riuscirono, erano messe a fuoco perfettamente e furono scattate senza tagliare la testa ai compagni di missione.Esistono esempi a sufficienza di immagini non riuscite [16]. Le immagini scelte dai media, e pertanto più conosciute, erano ovviamente quelle più riuscite dal punto di vista estetico; sono state inoltre modificate nel formato e nei contrasti dei colori. Gli apparecchi fotografici erano apparecchi fotografici Hasselblad, dotati di mirino a pozzetto,che consentiva agli astronauti di scattare immagini a sagoma intera, anche con la macchina adiacente al busto. Infine gli astronauti si erano allenati a fotografare con detti apparecchi durante i sei mesi di preparazione alla missione [17].Su numerose immagini NASA sono visibili delle stelle [18]. Questo è probabile in un set cinematografico con fondale in carta forata. Il contrasto su negativi con diaframma da 9 a 11 non è sufficiente per consentire di fotografare un oggetto poco luminoso (come una stella lontana), in un paesaggio chiaro. Per fotografare stelle in cielo sarebbe stato necessario un tempo di esposizione alla luce molto lungo. Ovviamente, in tal caso, gli astronauti ed il paesaggio lunare sarebbero stati del tutto sovraesposti. Lo stesso effetto può essere raggiunto e constatato con qualsiasi apparecchio fotografico comune, nel caso di un'immagine di un oggetto chiaro scattata di notte (ad esempio una città). Anche su queste immagini non sono visibili le stelle. Infine, anche su immagini prese dallo spazio più recentemente (ad esempio dallo Space Shuttle che si trova in vicinanza della Terra) non sono visibili le stelle.Nella maggior parte delle foto le stelle non sono visibili; alcune foto comunque possono essere state arricchite di particolari suggestivi come stelle ed effetti luminosi, che restano innocenti espedienti divulgativi.Molte immagini contengono palesi errori; ad esempio l'orma di uno stivale sotto il modulo lunare; su di un'altra immagine si specchiano altri due astronauti nella visiera dell'astronauta fotografato (mai più di due astronauti si sono trovati contemporaneamente sulla Luna), in alcune foto nei visori sono visibili strutture di coperture e, sempre, il riflesso sui visori della fonte luminosa non è circolare, come il riflesso solare nelle foto di astronauti in orbita, ma pentagonale[19]. Nel filmato della partenza del modulo lunare dell'Apollo 16[20] l'effetto del color bleeding che occulta il binario sul quale scorre la navetta, viene tradito dallo scintillio causato dalle polveri. Qualcuno ipotizza che su alcune fotografie possono essere intraviste delle lettere incise sui sassi, rispettivamente nel suolo lunare. [21] [22]Si tratta di illusioni o di ritocchi. In particolar modo l'immagine del terzo astronauta proviene dalla home page privata di un dipendente della NASA. La NASA mette a disposizione sui suoi server tutti gli originali, in alta risoluzione, privi di questi piccoli errori. Le lettere riconoscibili sono dovute a perdite di dettaglio rispettivamente a causa della riduzione e copiatura di immagini. Molte illusioni sono dovute a minuscole immagini diffuse su Internet in un formato altamente compresso, i cosiddetti artefatti di compressione (come diverse immagini JPEG). La lettera C presente in una delle fotografie è in realtà un piccolo pelo, che si è depositato sulla carta in fase di sviluppo.Su molte immagini della NASA sono visibili le crocette delle fotocamere. Queste crocette talvolta vengono addirittura coperte da oggetti che si trovano sulla Luna. Pertanto si può trattare esclusivamente di fotomontaggi.In questo caso si tratta di un effetto fotografico chiamato color bleeding. Su immagini della bandiera americana, le crocette vengono coperte nelle strisce di colore bianco, mentre appaiono davanti alle strisce più scure di colore rosso.
E' notizia di oggi che i filmati della Nasa dell'allunaggio del 69 sono misteriosamente spariti dagli archivi top secret della Nasa. Quindi tutte le immagini che vengono ora riprodotte sono unicamente delle registrazione tv.
Da Wickipedia:
Con teoria del complotto lunare si indica la tesi secondo cui le missioni del programma Apollo non avrebbero mai portato l’uomo a toccare il suolo lunare e la NASA avrebbe falsificato le prove degli allunaggi, in una cospirazione organizzata assieme al governo degli Stati Uniti. Ciò nonostante esistano prove indipendenti che dimostrano la realtà dell'allunaggio dell'Apollo.
Tale teoria, che gode di una certa popolarità negli Stati Uniti a partire dal 1976, sostiene che i vari allunaggi presentati all'opinione pubblica mondiale tra il 1969 ed il 1972 non sarebbero mai realmente avvenuti, bensì sarebbero stati messi in scena in uno studio televisivo con l'aiuto degli effetti speciali. Questa teoria viene perorata da dubbi, osservazioni, ipotesi, sui fatti intercorsi durante le missioni Apollo. Ne scaturiscono argomentazioni, deduzioni e controdeduzioni.
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- <LI class=toclevel-1>1 Origini della teoria <LI class=toclevel-1>2 La teoria del complotto nel libro di Kaysing
- <LI class=toclevel-2>2.1 Altri motivi che supporterebbero la teoria
- 2.2 Il film Capricorn One
- <LI class=toclevel-2>4.1 Validità dei reperti <LI class=toclevel-2>4.2 Validità delle prove fotografiche <LI class=toclevel-2>4.3 Credibilità delle prove fotografiche
- 4.4 Condizioni di plausibilità
- 11 Collegamenti esterni
Origini della teoria [modifica]
L'origine della teoria del falso allunaggio (Moon Hoax in inglese) si individua nel libro dell'americano Bill Kaysing (William Charles Kaysing, Chicago 1921) We never went to the moon del 1976 (in Italia Non siamo mai andati sulla Luna, Cult Media Net, 1997), ripresa, più recentemente, in una trasmissione televisiva del network americano Fox Television, della durata di un'ora circa, trasmessa nel 2001.
La teoria del complotto nel libro di Kaysing [modifica]
Kaysing, nel suo libro, sostiene che la tecnologia degli anni sessanta non avrebbe mai consentito di portare a termine un allunaggio con equipaggio. Kaysing espone tre premesse alle sue dichiarazioni e alle sue ipotesi formulate dalla sua esperienza professionale.
- La percentuale di successo sarebbe stata considerata dalla NASA stessa all'incirca dello 0,0017 per cento: praticamente senza speranza.
- La NASA, amministrata in malo modo, non avrebbe potuto passare da una situazione disastrosa a un successo totale.
- La NASA e Rocketdyne erano semplicemente alla ricerca di denaro;
Con un team per gli effetti speciali capeggiato da Douglas Trumbull, Kubrick avrebbe inscenato la prima e la seconda missione lunare in un edificio speciale di Huntsville, nell'Alabama. Per simulare la gravità lunare si sarebbero usate gru a ponti idraulici e sottilissimi cavi. L'interesse di Kubrick verso la matematica teorica sarebbe stata potenziata dalle nozioni di meccanica orbitale ricevute nei consulti di Wernher von Braun, all'epoca anch'egli a Huntsville. Dopo il rifiuto di girare l' "Apollo 13" sarebbe stato arruolato il regista inglese Randall Cunningham. La teoria di Kaysing si ramifica sostenendo tre varie possibilità.
- «Probabilmente, il razzo Saturn V con gli astronauti Armstrong, Aldrin e Collins a bordo, partì regolarmente ma, appena furono fuori dallo sguardo del pubblico, l'astronave si diresse verso il polo sud, espulse l'equipaggio e si schiantò nell'Oceano.
- Un'altra ipotesi è che rimasero in orbita terrestre fino al rientro nell'atmosfera per finire con un perfetto ammaraggio nel Pacifico.
- L'ultima ipotesi è che « non salirono neppure alla partenza e la navicella caduta in mare fosse vuota. Dopo il rientro, gli astronauti furono messi in isolamento con l'incredibile scusa di non contagiare con i virus lunari!»
I tre astronauti Roger Chaffee, Edward White e Virgil Grissom, morti ufficialmente nell'incendio dell'Apollo 1, sarebbero stati "eliminati" dalla NASA perché non collusibili. Pertanto, i collaboratori della NASA avrebbero giurato l'assoluto riserbo, sotto la minaccia prefigurata dall'eliminazione dei tre. Kaysing segnalò altri sette casi di presunte eliminazioni tra astronauti e piloti.
In un programma televisivo sul complotto dell'allunaggio la Fox Entertainment Group elencò le morti di 10 astronauti e due civili collegati agli uomini dei programmi spaziali come plausibili vittime delle operazioni di copertura della montatura:
- Ted Freeman (deceduto nello schianto di un T-38, 1964)
- Elliott See e Charlie Bassett (deceduto in un incidente T-38, 1966)
- Virgil Ivan "Gus" Grissom (deceduto nell'incendio dell'Apollo 1, gennaio 1967).
- Edward White (deceduto a causa dell'incendio dell'Apollo 1, gennaio 1967)
- Roger Chaffee (deceduto a causa di un incendio nell'Apollo 1, gennaio 1967)
- Ed Givens (deceduto in un incidente automobilistico, 1967)
- C. C. Williams (deceduto nell'incidente con un T-38, ottobre 1967)
- Mike Adams pilota di X-15 (l'unico pilota di X-15 deceduto durante il programma dei test di volo degli X-15, novembre 1967 - non era un astronauta della NASA, ma fece volare un X-15 per oltre 50 miglia).
- Robert Lawrence, stabilito che sarebbe stato un pilota della "Air Force Manned Orbiting Laboratory", morì nello schianto di un jet nel dicembre 1967.
- Thomas Baron, impiegato NASA, deceduto nella collisione tra auto e treno (1967).
- James Irwin (deceduto per infarto, 1991).
Charles Conrad pianta la bandiera statunitense sul suolo lunare
I sostenitori di questa "teoria del complotto" adducono diversi moventi per l'intera messa in scena:
- La corsa verso la Luna deve essere vista nel complesso della guerra fredda. Le prime tappe di questa corsa erano state vinte dall'Unione Sovietica, che era riuscita a mandare in orbita il primo satellite artificiale, a fotografare l'altra faccia della Luna e a portare il primo uomo nello spazio. Ora spettava agli americani di aggiudicarsi ad ogni costo questo prestigioso titolo.
- La corsa verso la Luna copriva i potenti finanziamenti per la sperimentazione dei nuovi armamenti e la ricerca e i test dei nuovi sistemi missilistici.
- Questa vittoria tecnologica fu per il popolo americano estremamente motivante quale dimostrazione di supremazia non solo militare. Il progetto di esplorazione umana della luna subentrò all'abbandonato progetto A119 (top-secret), o meglio "A Study of Lunar Research Flights", sviluppato nel 1950 dalla Armour Research Foundation di Chicago (oggi Illinois Institute of Technology Research) per la "United States Air Force" che prefigurava l'esplosione di una testata nucleare sulla Luna. Si presuppone che lo scopo fosse di dimostrare la superiorità militare sull'Unione Sovietica e sul resto del mondo durante la Guerra Fredda. I piani non furono mai svelati perché comportavano rischi incalcolabili e perché l'esplorazione umana fu considerata assai più accettabile dal pubblico.
- L'allunaggio sarebbe stato inscenato per distrarre gli americani dalla guerra del Vietnam.
- La NASA avrebbe avuto timore di perdere il proprio budget che ammontava già allora a 30 miliardi di dollari.
- Tutta la missione dell'Apollo 13 sarebbe stata messa in scena per riguadagnare l'interesse della gente alle missioni lunari ed assicurarsi il finanziamento delle future attività. Tale sceneggiatura fu talmente perfetta da essere utilizzata quale trama dell'omonimo film di successo.
- Nessun altro paese aveva i mezzi e l'autorità per contestare la veridicità della missione ad eccezione dell'Unione Sovietica che, propagandandosi con la stampa comunista, non aveva grande credito presso il grande pubblico occidentale [2]
A contribuire ulteriormente alla diffusione popolare della teoria fu un film del 1978, Capricorn One, del regista Peter Hyams. La trama tratta, in maniera analoga, di una missione su Marte: la NASA scopre di non essere in grado di partire per la missione. Onde evitare che i finanziamenti per missioni successive vengano cancellati, decide di inscenare il tutto in uno studio televisivo. Poco prima del lancio, gli astronauti vengono portati in una base militare nel deserto. Così il razzo viene lanciato nello spazio vuoto e all'umanità vengono presentate le immagini registrate in un apposito studio televisivo. Mentre il mondo si prepara a festeggiare gli astronauti al rientro dalla missione, accade però che la capsula (vuota) esploda durante il rientro in atmosfera. Così la NASA si trova costretta ad "eliminare" gli astronauti, per evitare il rischio che l'inganno possa venire scoperto. Gli astronauti, scoperto tale progetto, riescono tuttavia a fuggire dalla base militare. Vengono dunque inseguiti attraverso il deserto per essere eliminati. Contemporaneamente un giornalista (nel film con il nome di Robert Caulfield) inizia la sua ricerca su diversi fatti anomali della missione, scoprendo man mano l'imbroglio messo in scena dalla NASA.
Reazioni della NASA [modifica]
La NASA stessa non dà molto peso alle contestazioni espresse da diversi autori. L'unica reazione ufficiale è stata il finanziamento del progetto per un libro del giornalista ed esperto di voli nello spazio James Oberg. L'opinione pubblica reagì con diverse proteste con la motivazione che si trattava uno spreco di denaro pubblico. La NASA reagì cancellando il finanziamento.
Argomenti e controdeduzioni [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Prove indipendenti sull'allunaggio dell'Apollo.
Tutte le motivazioni politiche, e militari, indicate dai sostenitori della teoria devono premettere la risposta a una domanda: avrebbe potuto l'Unione Sovietica denunciare gli americani di aver inscenato uno sbarco sulla Luna? Ovvero, ne avrebbe avuto i mezzi e le facoltà? Anche il Partito Comunista dell'Unione Sovietica poteva dimostrare una lunga tradizione nella falsificazione di immagini fotografiche, per motivi di propaganda ai sensi di un cosiddetto controllo della realtà, come nel caso delle foto ufficiali di gruppo dalle quali i politici scomodi venivano cancellati come se non fossero mai esistiti realmente. L'Unione Sovietica (come ovviamente viceversa) ebbe la possibilità di seguire e registrare i colloqui via radio degli astronauti, nonché ed in particolar modo di localizzarne la provenienza con semplici calcoli di triangolazione. Non è plausibile che l'URSS, impegnata nella corsa allo spazio, non avesse immediatamente denunciato all'opinione pubblica mondiale una messinscena di tutto o parte del programma lunare americano, traendone innegabili benefici politici.
Dal punto di vista dei finanziamenti, la NASA non poteva avere interesse a falsificare le varie missioni. Il denaro veniva infatti utilizzato per la maggior parte per gli stipendi dei vari ingegneri, nonché in particolar modo per la costruzione dei vari apparecchi per le missioni (alcuni razzi Saturn V sono addirittura rimasti inutilizzati). Le missioni cancellate di Apollo 18, 19 e 20 hanno contribuito ad un risparmio sugli straordinari del personale di Houston, risparmio di tempo per allenamenti e sperimentazioni, nonché di carburante, ossigeno liquido ed alimentazione apposita per astronauti.
Su Internet si trovano diversi siti che sottolineano gli argomenti di chi concorda con questa teoria. Le tabelle vogliono presentare schematicamente sia i principali argomenti che le relative plausibili spiegazioni:
Validità dei reperti [modifica]
ArgomentoControdeduzioniUno degli argomenti di maggior peso a favore della dimostrazione dell'allunaggio sono i 382 kg di rocce lunari. Queste furono analizzate da scienziati di tutto il mondo. Si riteneva contenessero minerali ed isotopi fino ad allora sconosciuti sulla Terra. Alcuni della teoria del complotto sostengono che si tratta di meteore precipitate sulla Terra. Qualcuno ritiene invece che le rocce siano state portate sulla Terra da sonde automatiche, come ha fatto l'Unione Sovietica con la sonda Luna 16. Altri pensano che le presunte rocce lunari siano state fabbricate artificialmente sulla Terra in laboratori segreti, sfruttando i dati ottenuti con le sonde Surveyor. Altri ancora sostengono che le rocce siano invece del tutto simili a quelle ritrovate in Antartide nelle McMurdo Dry Valleys e compatibili con quelle particolarissime condizioni geologiche e atmosferiche. Recenti studi dimostrano inoltre che la composizione isotopica dell'ossigeno terrestre e di quello lunare sono identiche.[3] I ricercatori dell' Eidgenössische Technische Hochschule Zürich sono giunti a questa conclusione dopo aver analizzato 31 campioni di suolo lunare provenienti da cinque zone diverse della Luna e riportati sulla Terra da altrettante missioni Apollo. La misura è stata fatta usando una tecnica di fluorinazione mediante laser, messa a punto negli ultimi anni, con cui è stato misurato il contenuto degli isotopi 16, 17 e 18 dell'ossigeno. In realtà, queste misure erano già state fatte molto tempo fa, ma la precisione della nuova tecnica ha convinto i ricercatori a ripeterle. In passato si era quindi già visto che le composizioni isotopiche della Terra e della Luna sono simili, ma scoprire che in realtà sono identiche è stata una sorpresa.
Durante le missioni lunari furono scoperti tre nuovi minerali: Tranquillityte, Armalcolite, Piroxferroite.[4] Inoltre può essere documentato l'impatto di molteplici micrometeore su dette rocce lunari. Sulle meteore trovate sulla Terra non si possono constatare tali impatti. Tale circostanza è dovuta al fatto che, durante l'entrata nell'atmosfera terrestre, questi segni vengono bruciati e pertanto cancellati. Inoltre le rocce contenevano isotopi radioattivi di breve vita, dovuti all'irradiamento permanente che si trova sulla Luna. Infine, sulle rocce lunari manca del tutto il cosiddetto involucro acquoso in quanto a causa del vuoto l'acqua sparisce completamente dalla superficie dei sassi. L'ipotesi che le rocce siano state fabbricate sulla Terra in laboratori segreti non è plausibile, in quanto la densità dei minerali delle rocce lunari è minore rispetto a quelli delle rocce terrestri, cosa che indica che si sono formati in condizioni di gravità inferiore. Si sarebbe pertanto dovuto fabbricarle in orbita attorno alla Terra, cosa molto difficile con la tecnologia dell'epoca. Non è neanche ipotizzabile che più di 300 Kg di rocce siano state portate sulla Terra da sonde automatiche, dato che tre sonde sovietiche ne hanno riportato solo 350 grammi; sarebbero state necessarie centinaia di sonde, con costi enormi. Infine, il motivo della identicità della composizione isotopica dell'ossigeno è da ricercarsi nel fatto che la Luna si sarebbe formata a partire da materiale espulso dalla Terra in seguito a una grande collisione; questo materiale avrebbe poi dato luogo ad aggregazioni secondarie attorno alla Terra, formando la Luna. [5]
Validità delle prove fotografiche [modifica]
ArgomentoControdeduzioniSi riconoscono decisamente due serie di fotomontaggi: quelli della prima missione, l'Apollo 11, con foto riprese presumibilmente in interni; e quelle delle altre missioni con foto manipolate da riprese all'esterno. Sulle immagini dell'Apollo 11 infatti, le ombre non si diffondono parallelamente. Tale fatto è dovuto ad uno studio cinematografico dotato di uno o più riflettori[6] disposti ad una distanza finita, come esposto nelle tesi del Dr. David Groves[7] ampiamente divulgate sulla rete. All'osservazione, sono assolutamente rilevabili ombre divergenti, su una superficie piana, ogni volta che i due astronauti vengono a trovarsi a una distanza, l'uno dall'altro, paragonabile a quella della fonte illuminante. Per una fonte da considerarsi posta a distanza infinita, o meglio non proporzionabile alla distanza relativa dei soggetti illuminati, come è proprio dell'illuminazione solare, le ombre non possono in nessuno modo risultare divergenti (e invece sono apprezzabili pesantissime divergenze di novanta gradi). Nelle foto panoramiche delle missioni possono notarsi la disposizione delle ombre rispetto alle pietre e ai declivi. Come nella foto ad alta risoluzione AS11-40-5888[8]
- Le ombre sono radiali rispetto alla fonte illuminante anziché parallele.
- Le ombre sono brevi in prossimità della fonte illuminante e lunghe quando sono più distanti
- Sole inspiegabilmente "anemico" (che consente un diaframma sufficiente a leggere le ombre, nonostante l'inquadratura diretta),
- La zona in ombra illuminata da riflessi ingiustificati (il "compromesso impossibile" del controluce),
- il vistoso cono di luce al centro dell'immagine[12], dove il terreno risulta molto più chiaro che non ai lati[13].
Apollo 11: Aldrin
Le ombre cadono su di una superficie ineguale e pertanto sembrano più brevi (in caso di elevazione del suolo) o più lunghe (in caso di approfondimento del suolo). Inoltre, la prospettiva della fotografia fa sfigurare nella vicinanza l'immagine dell'ombra in una maniera tale che non sembrano diffondersi parallelamente. Se fossero state utilizzate più fonti di luce, cioè riflettori, dovrebbero essere visibili più ombre dello stesso oggetto che si diffondono in direzioni diverse. Tale fatto può per esempio essere constatato con le ombre dei giocatori di calcio durante una partita giocata con i riflettori accesi. Il fatto che certe zone sembrano illuminate quando non dovrebbero esserlo è dato dal fatto che la "polvere" lunare è in grado di riflettere facilmente la luce (di notte la luna ci rimanda la luce riflessa dal sole, e tutti possono notare che è molto luminosa per essere una luce riflessa) e quindi le parti che non dovrebbero essere illuminate lo sono a causa della luce che viene rifessa dal suolo lunare e che va a colpire le zone in ombra di fatto illuminandole. Su diverse fotografie, raccolte in luoghi differenti, il paesaggio lunare è identico. Sassi visibili in primo piano sono addirittura identici. Ciò presume l'utilizzo di un'unica quinta utilizzata più volte come immagine di sfondo. Nella stragrande maggioranza delle foto lunari, nelle missioni successive a quelle dell'Apollo 11, la linea di giunta tra fondo e piano di posa attraversa tutto il fotogramma, da parte a parte, così che le foto risultino la somma evidente di due metà ben distinte, senza nessuna zona di continuità che leghi i due piani. Si riscontra una rimarchevole differenza di colorazione fra i terreni di posa e quelli di fondo. Nel caso delle carrellate a 360° la continuità della linea di giunzione[14] segnalerebbe la presenza di uno stranissimo plateau rialzato, separato dal mondo circostante da una vallata circolare,[15] che non appare sulle mappe degli allunaggi.
Le colline visibili sullo sfondo sono in realtà sempre montagne lunari che si trovano a grande distanza, e che quindi cambiano molto poco spostandosi da un punto all'altro. Sembrano vicine solo a causa della mancanza d'atmosfera della Luna, dove non possono formarsi foschie. Osservando attentamente le immagini si può constatare che gli sfondi non sono mai identici, bensì diversi a seconda del punto di vista delle immagini stesse.
Credibilità delle prove fotografiche [modifica]
ArgomentoControdeduzioniLe macchine fotografiche erano montate all'altezza del petto delle tute degli astronauti. Pertanto l'astronauta non riusciva a vedere cosa stava fotografando. Ciò nonostante le immagini riuscirono, erano messe a fuoco perfettamente e furono scattate senza tagliare la testa ai compagni di missione.Esistono esempi a sufficienza di immagini non riuscite [16]. Le immagini scelte dai media, e pertanto più conosciute, erano ovviamente quelle più riuscite dal punto di vista estetico; sono state inoltre modificate nel formato e nei contrasti dei colori. Gli apparecchi fotografici erano apparecchi fotografici Hasselblad, dotati di mirino a pozzetto,che consentiva agli astronauti di scattare immagini a sagoma intera, anche con la macchina adiacente al busto. Infine gli astronauti si erano allenati a fotografare con detti apparecchi durante i sei mesi di preparazione alla missione [17].Su numerose immagini NASA sono visibili delle stelle [18]. Questo è probabile in un set cinematografico con fondale in carta forata. Il contrasto su negativi con diaframma da 9 a 11 non è sufficiente per consentire di fotografare un oggetto poco luminoso (come una stella lontana), in un paesaggio chiaro. Per fotografare stelle in cielo sarebbe stato necessario un tempo di esposizione alla luce molto lungo. Ovviamente, in tal caso, gli astronauti ed il paesaggio lunare sarebbero stati del tutto sovraesposti. Lo stesso effetto può essere raggiunto e constatato con qualsiasi apparecchio fotografico comune, nel caso di un'immagine di un oggetto chiaro scattata di notte (ad esempio una città). Anche su queste immagini non sono visibili le stelle. Infine, anche su immagini prese dallo spazio più recentemente (ad esempio dallo Space Shuttle che si trova in vicinanza della Terra) non sono visibili le stelle.Nella maggior parte delle foto le stelle non sono visibili; alcune foto comunque possono essere state arricchite di particolari suggestivi come stelle ed effetti luminosi, che restano innocenti espedienti divulgativi.Molte immagini contengono palesi errori; ad esempio l'orma di uno stivale sotto il modulo lunare; su di un'altra immagine si specchiano altri due astronauti nella visiera dell'astronauta fotografato (mai più di due astronauti si sono trovati contemporaneamente sulla Luna), in alcune foto nei visori sono visibili strutture di coperture e, sempre, il riflesso sui visori della fonte luminosa non è circolare, come il riflesso solare nelle foto di astronauti in orbita, ma pentagonale[19]. Nel filmato della partenza del modulo lunare dell'Apollo 16[20] l'effetto del color bleeding che occulta il binario sul quale scorre la navetta, viene tradito dallo scintillio causato dalle polveri. Qualcuno ipotizza che su alcune fotografie possono essere intraviste delle lettere incise sui sassi, rispettivamente nel suolo lunare. [21] [22]Si tratta di illusioni o di ritocchi. In particolar modo l'immagine del terzo astronauta proviene dalla home page privata di un dipendente della NASA. La NASA mette a disposizione sui suoi server tutti gli originali, in alta risoluzione, privi di questi piccoli errori. Le lettere riconoscibili sono dovute a perdite di dettaglio rispettivamente a causa della riduzione e copiatura di immagini. Molte illusioni sono dovute a minuscole immagini diffuse su Internet in un formato altamente compresso, i cosiddetti artefatti di compressione (come diverse immagini JPEG). La lettera C presente in una delle fotografie è in realtà un piccolo pelo, che si è depositato sulla carta in fase di sviluppo.Su molte immagini della NASA sono visibili le crocette delle fotocamere. Queste crocette talvolta vengono addirittura coperte da oggetti che si trovano sulla Luna. Pertanto si può trattare esclusivamente di fotomontaggi.In questo caso si tratta di un effetto fotografico chiamato color bleeding. Su immagini della bandiera americana, le crocette vengono coperte nelle strisce di colore bianco, mentre appaiono davanti alle strisce più scure di colore rosso.
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