Faccio una breve premessa: questo è un 3d serio, io non sono abile ad esprimere concetti filosofico quindi la farò breve e non riguarda il bodybuilding (o meglio, non è incentrato su di esso), è un discorso generale.
Lo spunto mi è venuto da un servizio al TGR della settimana scorsa in cui si parlava di un ospedale che sta per essere chiuso, l'unico servizio sanitario pubblico disponibile nel raggio di 50 km, utilizzato dagli abitanti di 4 comuni limitrofi. Nel servizio una donna, abitante della zona, si lamentava del fatto che i cittadini venissero privati del diritto alla salute e che, con quella scelta delle amministrazioni locali (di chiudere l'ospedale), sarebbero morte molte persone.
Se la salute è un diritto, si presume che colui che ne deve usufruire sia consapevole del significato del termine "salute" per poterlo richiedere come servizio garantito, ma ciò implica anche che si debba essere a conoscenza delle modalità con cui un soggetto si mantiene in salute e, di riflesso, quelle che contribuiscono a rendere un soggetto "sano" dal punto di vista fisico.
Se io pretendo che lo Stato mi metta a disposizione gli ospedali come mezzo per potermi mantenere in salute perchè mi posso sentire libero di fare tutto quello che voglio al mio organismo perchè tanto c'è poi chi è incaricato di rimettermi in sesto perchè è un mio diritto quello di essere in salute?
Sia chiaro, io non sto parlando di malattie, tumori e patologie che, fin quando la scienza non troverà rapporti di causa-effetto, non possono essere attribuiti ad attività o pratiche eseguite con il libero arbitrio... parlo piuttosto di pratiche quali l'abuso di alcol, il fumo, la cattiva alimentazione, lo scarso esercizio fisico, il consumo eccessivo di prodotti artificiali di origine industriale, l'abbronzatura senza protezione quando l'indice UV è alto e tutte quelle attività che è stato dimostrato scientificamente essere dannose per l'organismo.
Perchè lo Stato mi permette di farmi del male quando poi sa che io stesso dovrò servirmi di una prestazione che ponga rimedio al danno da me stesso procurato al mio organismo?
Dov'è il confine tra diritto alla salute e dovere di stare in salute? Perchè sono libero di autodistruggermi e poi pretendere di essere curato?
Perchè non è un diritto anche quello di essere informato dallo Stato su ciò che è dannoso e ciò che invece mi aiuta a mantenermi in salute?
A voi la parola
Lo spunto mi è venuto da un servizio al TGR della settimana scorsa in cui si parlava di un ospedale che sta per essere chiuso, l'unico servizio sanitario pubblico disponibile nel raggio di 50 km, utilizzato dagli abitanti di 4 comuni limitrofi. Nel servizio una donna, abitante della zona, si lamentava del fatto che i cittadini venissero privati del diritto alla salute e che, con quella scelta delle amministrazioni locali (di chiudere l'ospedale), sarebbero morte molte persone.
Se la salute è un diritto, si presume che colui che ne deve usufruire sia consapevole del significato del termine "salute" per poterlo richiedere come servizio garantito, ma ciò implica anche che si debba essere a conoscenza delle modalità con cui un soggetto si mantiene in salute e, di riflesso, quelle che contribuiscono a rendere un soggetto "sano" dal punto di vista fisico.
Se io pretendo che lo Stato mi metta a disposizione gli ospedali come mezzo per potermi mantenere in salute perchè mi posso sentire libero di fare tutto quello che voglio al mio organismo perchè tanto c'è poi chi è incaricato di rimettermi in sesto perchè è un mio diritto quello di essere in salute?
Sia chiaro, io non sto parlando di malattie, tumori e patologie che, fin quando la scienza non troverà rapporti di causa-effetto, non possono essere attribuiti ad attività o pratiche eseguite con il libero arbitrio... parlo piuttosto di pratiche quali l'abuso di alcol, il fumo, la cattiva alimentazione, lo scarso esercizio fisico, il consumo eccessivo di prodotti artificiali di origine industriale, l'abbronzatura senza protezione quando l'indice UV è alto e tutte quelle attività che è stato dimostrato scientificamente essere dannose per l'organismo.
Perchè lo Stato mi permette di farmi del male quando poi sa che io stesso dovrò servirmi di una prestazione che ponga rimedio al danno da me stesso procurato al mio organismo?
Dov'è il confine tra diritto alla salute e dovere di stare in salute? Perchè sono libero di autodistruggermi e poi pretendere di essere curato?
Perchè non è un diritto anche quello di essere informato dallo Stato su ciò che è dannoso e ciò che invece mi aiuta a mantenermi in salute?
A voi la parola
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