Ogni tanto mi chiedi che ***** li paghiamo a fare:
In un momento di grave crisi a livello mondiale, 38 deputati del nostro parlamento (30 del PDL, 4 del PD, 2 dell'UDC, 1 della Lega Nord e 1 del gruppo misto per le autonomie) non hanno nulla di meglio da fare che proporre un disegno di legge per vietare la visione degli show di wrestling ai minori di 18 anni e proibire la trasmissione del wrestling in tv. I 38 firmatari dell'iniziativa legislativa, nel testo presentato sostengono che il wrestling "è uno show diseducativo e pericoloso" e si schierano "in difesa del milione e mezzo di piccoli italiani che per ore stanno incollati al piccolo schermo per assistere alle imprese dei loro beniamini" (dimostrando di non avere la minima idea di quello che dicono visto che ormai gli ascolti sono nettamente inferiori al milione e mezzo...). L'obiettivo di questi 38 deputati è una regolamentazione che vada a colpire non solo il wresling ma tutti gli sport violenti trasmessi in tv, per trasformarli in spettacoli vietati ai minori di 18 anni. Infine, la carica dei 38 si propone anche di istituire delle leggi che mettano importanti paletti alla pratica di questi sport e ai luoghi dove questi spettacoli potranno essere messi in scena.
Speriamo che il parlamento italiano ignori questa iniziativa delirante e per una volta dimostri di avere un po' di buon senso.
Questa la proposta di legge presentata il 2 luglio 2008 e il cui iter parlamentare è iniziato il 5 novembre quando la proposta di legge è stata assegnata in sede referente alla VII Commissione Cultura:
PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa dei deputati
SCALERA (PDL), ABRIGNANI (PDL), ANGELI (PDL), BARBIERI (PDL), BOCCIA (PD), CALABRIA (PDL), CARLUCCI (PDL), CASTIELLO (PDL), CESARO (PDL), CICCANTI (UDC), CICCIOLI (PDL), CIRIELLI (PDL), COSENZA (PDL), DE CORATO (PDL), DI CATERINA (PDL), DIVELLA (PDL), ANTONINO FOTI (PDL), FUCCI (PDL), GAROFALO (PDL), GIAMMANCO (PDL), GOISIS (LEGA NORD), GIULIO MARINI (PDL), MOFFA (PDL), PAGANO (PDL), PAPA (PDL), MARIO PEPE (PD), PETRENGA (PDL), LUCIANO ROSSI (PDL), SAMMARCO (PDL), SARDELLI (MISTO - MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE), SARUBBI (PD), SBAI STEFANI (PDL), TEMPESTINI (PD), NUNZIO FRANCESCO TESTA (UDC), TORRISI (PDL), VALENTINI (PDL), VELLA (PDL), VENTUCCI (PDL)
Delega al Governo per la disciplina degli sport violenti e per la tutela dei minori
Presentata il 2 luglio 2008
Onorevoli Colleghi! - La pratica di sport come il wrestling è violenta e diseducativa, un pessimo esempio che i bambini tendono a emulare trasformando le aule delle scuole primarie in ring per sperimentare prese e choke slam sui compagni.
Si tratta di discipline acrobatiche molto spettacolari e particolarmente violente, in cui i protagonisti danno vita a una lotta senza esclusione di colpi, lanciandosi sull'avversario dalle corde o spaccando sedie e altri oggetti sullo sfidante. Ovviamente, i lottatori sono attori bravissimi che fingono e non si procurano nemmeno un graffio, ma questo i bambini non lo sanno e non lo percepiscono, credendo di assistere a una vera lotta.
Si tratta, peraltro, di pseudo discipline sportive: esistono addirittura scrittori stipendiati per creare i personaggi dei lottatori e per sceneggiare le faide tra lottatori buoni e cattivi. Peraltro molti wrestler, per quanto allenati e ben preparati, spesso vanno incontro a fratture delle vertebre. Gli infortuni, anche gravi, non sono rari.
Ovviamente, per i bambini è tutto vero, senza distinguo: un eccitante e ipnotico spettacolo di lotta tra energumeni che eseguono mosse impossibili, una fiction a metà tra un film d'azione e la vita reale.
Associazioni delle famiglie e dei consumatori sottolineano come queste trasmissioni non solo siano violente e diseducative, ma generino emulazione da parte dei bambini.
Esistono reti televisive italiane che mandano regolarmente in onda questi programmi diseducativi, che secondo autorevoli rilevazioni sono seguiti da quasi un milione e mezzo di bambini al di sotto dei quattordici anni di età. Questa cifra dovrebbe bastare per capire come gli orari prescelti siano del tutto inadatti, a meno che, come si può intuire dai gadget legati al wrestling, l'obiettivo non sia proprio quello di rivolgersi ai bambini.
Molti genitori sono seriamente preoccupati per l'atteggiamento particolarmente aggressivo dei figli i quali, anche con i compagni a scuola, tendono a imitare i comportamenti dei lottatori visti alla televisione, alzando le mani e sferrando calci. È noto il caso verificatosi qualche anno fa in una scuola primaria di Milano dove una mamma, che aveva appena portato il figlio di sette anni a scuola dopo averlo lasciato davanti alla televisione a vedere una trasmissione di wrestling, lo aveva visto scagliarsi su una compagna di scuola, afferrarla al collo e sbatterla a terra tra lo sconcerto e l'allarme di tutti.
Il problema non è solo nell'emulazione, ma anche nella consuetudine alla violenza che questi spettacoli generano negli spettatori meno maturi. La televisione sta contribuendo a crescere una generazione di persone aggressive, e ciò attraverso un processo continuo, portato avanti in ogni momento e con ogni mezzo; dal sesso violento alla morte violenta all'aggressività verbale, condita da molta volgarità.
La presente proposta di legge prevede di delegare al Governo la disciplina di questi sport violenti, se non addirittura estremi, al fine di adottare le opportune misure normative necessarie per regolamentare queste discipline dello spettacolo, impedendone la diffusione televisiva e la possibilità per i minori di anni diciotto di assistere a tali spettacoli.
PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
1. Il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un decreto legislativo per la disciplina degli sport violenti, secondo i seguenti princìpi e criteri direttivi:
a) individuare e disciplinare gli sport violenti o estremi;
b) individuare i soggetti che possono praticare gli sport di cui alla lettera a);
c) stabilire le caratteristiche dei luoghi dove possono essere praticati gli sport violenti;
d) stabilire princìpi minimi di sicurezza nello svolgimento degli sport violenti;
e) vietare la trasmissione televisiva degli incontri relativi a sport violenti;
f) vietare l'ingresso agli spettacoli di sport violenti ai minori di anni diciotto;
g) vietare e punire le scommesse di qualsiasi tipo relative agli sport violenti.
2. Le disposizioni contenute nel decreto legislativo di cui al comma 1 entrano in vigore il giorno successivo a quello di pubblicazione del medesimo decreto nella Gazzetta Ufficiale.
3. Il decreto legislativo di cui al comma 1 provvede altresì al coordinamento delle disposizioni in esso contenute con le altre disposizioni vigenti in materia.
4. Lo schema del decreto legislativo di cui al comma 1 è trasmesso al Senato della Repubblica e alla Camera dei deputati affinché le competenti Commissioni parlamentari esprimano il relativo parere entro il termine di due mesi dalla data di trasmissione, decorso il quale il decreto è emanato anche in mancanza del parere.
5. Entro due anni dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo di cui al comma 1, il Governo può emanare disposizioni correttive del medesimo, nel rispetto dei princìpi e criteri direttivi di cui al medesimo comma 1 e con la procedura di cui al comma 4.
In un momento di grave crisi a livello mondiale, 38 deputati del nostro parlamento (30 del PDL, 4 del PD, 2 dell'UDC, 1 della Lega Nord e 1 del gruppo misto per le autonomie) non hanno nulla di meglio da fare che proporre un disegno di legge per vietare la visione degli show di wrestling ai minori di 18 anni e proibire la trasmissione del wrestling in tv. I 38 firmatari dell'iniziativa legislativa, nel testo presentato sostengono che il wrestling "è uno show diseducativo e pericoloso" e si schierano "in difesa del milione e mezzo di piccoli italiani che per ore stanno incollati al piccolo schermo per assistere alle imprese dei loro beniamini" (dimostrando di non avere la minima idea di quello che dicono visto che ormai gli ascolti sono nettamente inferiori al milione e mezzo...). L'obiettivo di questi 38 deputati è una regolamentazione che vada a colpire non solo il wresling ma tutti gli sport violenti trasmessi in tv, per trasformarli in spettacoli vietati ai minori di 18 anni. Infine, la carica dei 38 si propone anche di istituire delle leggi che mettano importanti paletti alla pratica di questi sport e ai luoghi dove questi spettacoli potranno essere messi in scena.
Speriamo che il parlamento italiano ignori questa iniziativa delirante e per una volta dimostri di avere un po' di buon senso.
Questa la proposta di legge presentata il 2 luglio 2008 e il cui iter parlamentare è iniziato il 5 novembre quando la proposta di legge è stata assegnata in sede referente alla VII Commissione Cultura:
PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa dei deputati
SCALERA (PDL), ABRIGNANI (PDL), ANGELI (PDL), BARBIERI (PDL), BOCCIA (PD), CALABRIA (PDL), CARLUCCI (PDL), CASTIELLO (PDL), CESARO (PDL), CICCANTI (UDC), CICCIOLI (PDL), CIRIELLI (PDL), COSENZA (PDL), DE CORATO (PDL), DI CATERINA (PDL), DIVELLA (PDL), ANTONINO FOTI (PDL), FUCCI (PDL), GAROFALO (PDL), GIAMMANCO (PDL), GOISIS (LEGA NORD), GIULIO MARINI (PDL), MOFFA (PDL), PAGANO (PDL), PAPA (PDL), MARIO PEPE (PD), PETRENGA (PDL), LUCIANO ROSSI (PDL), SAMMARCO (PDL), SARDELLI (MISTO - MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE), SARUBBI (PD), SBAI STEFANI (PDL), TEMPESTINI (PD), NUNZIO FRANCESCO TESTA (UDC), TORRISI (PDL), VALENTINI (PDL), VELLA (PDL), VENTUCCI (PDL)
Delega al Governo per la disciplina degli sport violenti e per la tutela dei minori
Presentata il 2 luglio 2008
Onorevoli Colleghi! - La pratica di sport come il wrestling è violenta e diseducativa, un pessimo esempio che i bambini tendono a emulare trasformando le aule delle scuole primarie in ring per sperimentare prese e choke slam sui compagni.
Si tratta di discipline acrobatiche molto spettacolari e particolarmente violente, in cui i protagonisti danno vita a una lotta senza esclusione di colpi, lanciandosi sull'avversario dalle corde o spaccando sedie e altri oggetti sullo sfidante. Ovviamente, i lottatori sono attori bravissimi che fingono e non si procurano nemmeno un graffio, ma questo i bambini non lo sanno e non lo percepiscono, credendo di assistere a una vera lotta.
Si tratta, peraltro, di pseudo discipline sportive: esistono addirittura scrittori stipendiati per creare i personaggi dei lottatori e per sceneggiare le faide tra lottatori buoni e cattivi. Peraltro molti wrestler, per quanto allenati e ben preparati, spesso vanno incontro a fratture delle vertebre. Gli infortuni, anche gravi, non sono rari.
Ovviamente, per i bambini è tutto vero, senza distinguo: un eccitante e ipnotico spettacolo di lotta tra energumeni che eseguono mosse impossibili, una fiction a metà tra un film d'azione e la vita reale.
Associazioni delle famiglie e dei consumatori sottolineano come queste trasmissioni non solo siano violente e diseducative, ma generino emulazione da parte dei bambini.
Esistono reti televisive italiane che mandano regolarmente in onda questi programmi diseducativi, che secondo autorevoli rilevazioni sono seguiti da quasi un milione e mezzo di bambini al di sotto dei quattordici anni di età. Questa cifra dovrebbe bastare per capire come gli orari prescelti siano del tutto inadatti, a meno che, come si può intuire dai gadget legati al wrestling, l'obiettivo non sia proprio quello di rivolgersi ai bambini.
Molti genitori sono seriamente preoccupati per l'atteggiamento particolarmente aggressivo dei figli i quali, anche con i compagni a scuola, tendono a imitare i comportamenti dei lottatori visti alla televisione, alzando le mani e sferrando calci. È noto il caso verificatosi qualche anno fa in una scuola primaria di Milano dove una mamma, che aveva appena portato il figlio di sette anni a scuola dopo averlo lasciato davanti alla televisione a vedere una trasmissione di wrestling, lo aveva visto scagliarsi su una compagna di scuola, afferrarla al collo e sbatterla a terra tra lo sconcerto e l'allarme di tutti.
Il problema non è solo nell'emulazione, ma anche nella consuetudine alla violenza che questi spettacoli generano negli spettatori meno maturi. La televisione sta contribuendo a crescere una generazione di persone aggressive, e ciò attraverso un processo continuo, portato avanti in ogni momento e con ogni mezzo; dal sesso violento alla morte violenta all'aggressività verbale, condita da molta volgarità.
La presente proposta di legge prevede di delegare al Governo la disciplina di questi sport violenti, se non addirittura estremi, al fine di adottare le opportune misure normative necessarie per regolamentare queste discipline dello spettacolo, impedendone la diffusione televisiva e la possibilità per i minori di anni diciotto di assistere a tali spettacoli.
PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
1. Il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un decreto legislativo per la disciplina degli sport violenti, secondo i seguenti princìpi e criteri direttivi:
a) individuare e disciplinare gli sport violenti o estremi;
b) individuare i soggetti che possono praticare gli sport di cui alla lettera a);
c) stabilire le caratteristiche dei luoghi dove possono essere praticati gli sport violenti;
d) stabilire princìpi minimi di sicurezza nello svolgimento degli sport violenti;
e) vietare la trasmissione televisiva degli incontri relativi a sport violenti;
f) vietare l'ingresso agli spettacoli di sport violenti ai minori di anni diciotto;
g) vietare e punire le scommesse di qualsiasi tipo relative agli sport violenti.
2. Le disposizioni contenute nel decreto legislativo di cui al comma 1 entrano in vigore il giorno successivo a quello di pubblicazione del medesimo decreto nella Gazzetta Ufficiale.
3. Il decreto legislativo di cui al comma 1 provvede altresì al coordinamento delle disposizioni in esso contenute con le altre disposizioni vigenti in materia.
4. Lo schema del decreto legislativo di cui al comma 1 è trasmesso al Senato della Repubblica e alla Camera dei deputati affinché le competenti Commissioni parlamentari esprimano il relativo parere entro il termine di due mesi dalla data di trasmissione, decorso il quale il decreto è emanato anche in mancanza del parere.
5. Entro due anni dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo di cui al comma 1, il Governo può emanare disposizioni correttive del medesimo, nel rispetto dei princìpi e criteri direttivi di cui al medesimo comma 1 e con la procedura di cui al comma 4.
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