scommettete?
CATANIA, RAPINA FINISCE NEL SANGUE
NICOLOSI (CATANIA) - ''Legittima difesa'': per questo il commerciante cinquantenne Gianni Guido avrebbe
ucciso due banditi di 21 anni e ferito un terzo, di 30, che avevano picchiato e minacciato con una pistola, poi rivelatasi giocattolo, lui e la
moglie, Mariangela Di Stefano, 44 anni, in un tentativo di rapina alla loro gioielleria, la 'Pierre Bonnet' del centrale
corso Italia a Nicolosi.
Per i carabinieri che indagano, infatti, non ci sono dubbi: 'ci sarebbero tutti gli estremi della legittima difesa'' perche'
chi ha ucciso ''lo avrebbe fatto in stato di necessita''', anche se, sottolineano gli investigatori, ''tutto dovra' passare al
vaglio della magistratura''.
Il tentativo di rapina che sconvolge la tranquillita' del paese etneo, a pochi chilometri dall'Etna ammantata di neve,
avviene intorno alle 19. Un giovane, a viso scoperto, si fa aprire la porta della gioielleria dalla signora Di Stefano, ma
all'improvviso con lui entrano anche altre due persone. I tre si travisano subito il viso con dei passamontagna. Uno impugna una
pistola giocattolo, ma senza tappo rosso, una copia identica all'originale, con tanto di caricatore, la punta contro la donna
e l'aggredisce invitandola ad aprire la cassaforte.
Gianni Guido, che e' nel laboratorio della gioielleria, si accorge dell'accaduto: prende una pistola calibro 9 per 21, legalmente detenuta, e corre in difesa della moglie e per intimorire i banditi spara due colpi in aria. Ma i rapinatori per tutta risposta puntano la pistola prima alla gola della donna e poi dell'uomo, e li aggrediscono entrambi colpendoli con schiaffi e pugni. Ne nasce una colluttazione. Ed e' a quel punto che il
commerciante spara contro di loro: un colpo centra al petto il bandito armato, altri, secondo i carabinieri di rimbalzo, colpiscono i due rapinatori, uno alla spalla, l'altro alla gamba.
I primi due provano a scappare, a raggiungere la Nissan Micra con la quale erano arrivati a Nicolosi, di proprieta' di uno di loro, ma fanno pochi metri e crollano. Il primo muore subito, il secondo durante il trasporto nell'ospedale Cannizzaro. Si chiamavano Davide Laudani e Salvo Catania. Il primo era incensurato, il secondo in passato era stato denunciato per reati contro il patrimonio. Il terzo bandito, Fabio Pappalardo, 30 anni, e' bloccato dai militari dell'Arma vicino alla guardia medica e portato nell'ospedale Garibaldi di Catania, ma non e' in pericolo di vita.
In un ospedale catanese viene ricoverata anche Mariangela Di Stefano, perche' sotto choc ma anche per farsi medicare le
ferite al volto. Il marito e' invece condotto nella stazione dei carabinieri per essere sentito dal sostituto procuratore
Antonella Barrera che valutera' la sua posizione. Il sindaco di Nicolosi descrive la coppia di commercianti come ''persone per bene, e grandi lavoratori'' e lancia ''l'allarme sicurezza'' in paese chiedendo l'attivazione del sistema pubblico di video sorveglianza.
CATANIA, RAPINA FINISCE NEL SANGUE

ucciso due banditi di 21 anni e ferito un terzo, di 30, che avevano picchiato e minacciato con una pistola, poi rivelatasi giocattolo, lui e la
moglie, Mariangela Di Stefano, 44 anni, in un tentativo di rapina alla loro gioielleria, la 'Pierre Bonnet' del centrale
corso Italia a Nicolosi.
Per i carabinieri che indagano, infatti, non ci sono dubbi: 'ci sarebbero tutti gli estremi della legittima difesa'' perche'
chi ha ucciso ''lo avrebbe fatto in stato di necessita''', anche se, sottolineano gli investigatori, ''tutto dovra' passare al
vaglio della magistratura''.
Il tentativo di rapina che sconvolge la tranquillita' del paese etneo, a pochi chilometri dall'Etna ammantata di neve,
avviene intorno alle 19. Un giovane, a viso scoperto, si fa aprire la porta della gioielleria dalla signora Di Stefano, ma
all'improvviso con lui entrano anche altre due persone. I tre si travisano subito il viso con dei passamontagna. Uno impugna una
pistola giocattolo, ma senza tappo rosso, una copia identica all'originale, con tanto di caricatore, la punta contro la donna
e l'aggredisce invitandola ad aprire la cassaforte.
Gianni Guido, che e' nel laboratorio della gioielleria, si accorge dell'accaduto: prende una pistola calibro 9 per 21, legalmente detenuta, e corre in difesa della moglie e per intimorire i banditi spara due colpi in aria. Ma i rapinatori per tutta risposta puntano la pistola prima alla gola della donna e poi dell'uomo, e li aggrediscono entrambi colpendoli con schiaffi e pugni. Ne nasce una colluttazione. Ed e' a quel punto che il
commerciante spara contro di loro: un colpo centra al petto il bandito armato, altri, secondo i carabinieri di rimbalzo, colpiscono i due rapinatori, uno alla spalla, l'altro alla gamba.
I primi due provano a scappare, a raggiungere la Nissan Micra con la quale erano arrivati a Nicolosi, di proprieta' di uno di loro, ma fanno pochi metri e crollano. Il primo muore subito, il secondo durante il trasporto nell'ospedale Cannizzaro. Si chiamavano Davide Laudani e Salvo Catania. Il primo era incensurato, il secondo in passato era stato denunciato per reati contro il patrimonio. Il terzo bandito, Fabio Pappalardo, 30 anni, e' bloccato dai militari dell'Arma vicino alla guardia medica e portato nell'ospedale Garibaldi di Catania, ma non e' in pericolo di vita.
In un ospedale catanese viene ricoverata anche Mariangela Di Stefano, perche' sotto choc ma anche per farsi medicare le
ferite al volto. Il marito e' invece condotto nella stazione dei carabinieri per essere sentito dal sostituto procuratore
Antonella Barrera che valutera' la sua posizione. Il sindaco di Nicolosi descrive la coppia di commercianti come ''persone per bene, e grandi lavoratori'' e lancia ''l'allarme sicurezza'' in paese chiedendo l'attivazione del sistema pubblico di video sorveglianza.
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