Picchia gli autori del video hard della figlia
Medicati al pronto soccorso, violenta discussione con un genitore. Rapporto orale della figlia 12enne filmato con il telefonino
COMO - Sberle, pugni e ceffoni per tutti. Così un padre domenica pomeriggio a Valmorea (in provincia di Como) ha regolato i conti con cinque ragazzini, tutti minori di 14 anni, che avevano filmato con un telefonino un rapporto orale della figlia 12enne in un garage davanti a sette compagni di classe, video che aveva subito fatto il giro della scuola media frequentata dalla ragazzina. Sul filmato era già stata aperta un'inchiesta da parte della Procura dei minori di Milano.
BOTTE - Il padre della ragazza, in auto con la moglie, ha notato domenica pomeriggio i ragazzini in giro in bicicletta, li ha seguiti e ha preso a sberle uno dei protagonisti del video. È nata una colluttazione generale che ha coinvolto anche la moglie, gli altri quattro ragazzi e uno dei loro genitori, nel frattempo avvisato dal figlio. È stato lui, quando l'aggressore si è allontanato, a chiamare i carabinieri. Dopo la visita al pronto soccorso i cinque ragazzi sono stati dimessi. Non esistendo i presupposti per una denuncia d'ufficio, nei confronti dell'aggressore non sono stati presi provvedimenti, anche se i genitori dei giovani malmenati hanno annunciato di voler presentare querela per minacce e lesioni.
VIOLENZA - Il padre della ragazza è sempre stato convinto della versione dei fatti data dalla figlia, che ha affermato di essere stata vittima di una violenza, e costretta all'atto sessuale ripreso dal cellulare. I ragazzi hanno invece sostenuto che si trattava di una sorta di rito di iniziazione per farsi accettare nel gruppo e che lei era consenziente e a conoscenza che sarebbe stata ripresa. La procura minorile di Milano ha avviato un'indagine per violenza sessuale nei confronti dei ragazzi del gruppo che hanno superato i 14 anni.
Loro due non volevano essere ripresi ma è stato fatto lo stesso». A dirlo è uno dei ragazzini coinvolti nello scandalo del filmino hard circolato fra i telefonini degli alunni delle Medie di Valmorea (Como) e in cui si vede una ragazzina di 12 anni impegnata in un atto di carattere sessuale con un compagno 13enne. Lei dice di essere stata costretta, gli altri, sette maschi, sostengono invece che era consenziente. «Sapeva benissimo quello che stava facendo e che veniva ripresa. Era solo un gioco, una sorta di rito di iniziazione per entrare a far parte della compagnia. Non c'era nulla di male», dice il ragazzino. «Filmini di quel genere fra noi compagni ne sono girati parecchi», tutti scaricati da internet, ma questo era il primo autoprodotto. APERTA UN'INCHIESTA - Sulla vicenda la Procura dei Minori di Milano ha aperto un'inchiesta. Nonostante i due protagonisti siano al di sotto della soglia di punibilità, almeno uno tra coloro che via ha assistito, avendo 14 anni rischia un'imputazione per violenza sessuale. La Procura ha acquisito una copia del video in attesa di ulteriori atti istruttori. L'episodio filmato risale a sabato scorso ed è avvenuto non a scuola ma nel garage della casa di uno dei ragazzi, nel quale la dodicenne è stata attirata e di essere stata costretta all'atto, e in questo è pienamente supportata dalla famiglia, che sostiene la tesi di una vera e propria violenza sessuale. I genitori hanno nominato un legale, che li assisterà anche dal punto di vista civile. I ragazzi protagonisti e spettatori dell'episodio, sentiti dai carabinieri, avevano detto che l'atto rappresentava una sorta di rito di iniziazione per l'ingresso nella loro compagnia. Il breve filmato, registrato nel garage su un telefonino, nel giro di poche ore aveva fatto il giro dei compagni di scuola passando da un cellulare all'altro, fino a quando la notizia non era arrivata a un'insegnante, che ha informato il preside, che dopo avere avvisato i genitori ha convocato il collegio dei docenti per valutare se e quali sanzioni disciplinari comminare agli alunni protagonisti dell'episodio, anche se questo non è avvenuto in ambito scolastico. «Quando accaduto, la scena ritratta nel filmino - ribadisce il Preside Giuseppe Monzo - è accaduto fuori dagli ambiti della struttura scolastica. Ma questo non ci esime dal prendere seri provvedimenti»
Decisamente troppo severo
Medicati al pronto soccorso, violenta discussione con un genitore. Rapporto orale della figlia 12enne filmato con il telefonino
COMO - Sberle, pugni e ceffoni per tutti. Così un padre domenica pomeriggio a Valmorea (in provincia di Como) ha regolato i conti con cinque ragazzini, tutti minori di 14 anni, che avevano filmato con un telefonino un rapporto orale della figlia 12enne in un garage davanti a sette compagni di classe, video che aveva subito fatto il giro della scuola media frequentata dalla ragazzina. Sul filmato era già stata aperta un'inchiesta da parte della Procura dei minori di Milano.
BOTTE - Il padre della ragazza, in auto con la moglie, ha notato domenica pomeriggio i ragazzini in giro in bicicletta, li ha seguiti e ha preso a sberle uno dei protagonisti del video. È nata una colluttazione generale che ha coinvolto anche la moglie, gli altri quattro ragazzi e uno dei loro genitori, nel frattempo avvisato dal figlio. È stato lui, quando l'aggressore si è allontanato, a chiamare i carabinieri. Dopo la visita al pronto soccorso i cinque ragazzi sono stati dimessi. Non esistendo i presupposti per una denuncia d'ufficio, nei confronti dell'aggressore non sono stati presi provvedimenti, anche se i genitori dei giovani malmenati hanno annunciato di voler presentare querela per minacce e lesioni.
VIOLENZA - Il padre della ragazza è sempre stato convinto della versione dei fatti data dalla figlia, che ha affermato di essere stata vittima di una violenza, e costretta all'atto sessuale ripreso dal cellulare. I ragazzi hanno invece sostenuto che si trattava di una sorta di rito di iniziazione per farsi accettare nel gruppo e che lei era consenziente e a conoscenza che sarebbe stata ripresa. La procura minorile di Milano ha avviato un'indagine per violenza sessuale nei confronti dei ragazzi del gruppo che hanno superato i 14 anni.
Loro due non volevano essere ripresi ma è stato fatto lo stesso». A dirlo è uno dei ragazzini coinvolti nello scandalo del filmino hard circolato fra i telefonini degli alunni delle Medie di Valmorea (Como) e in cui si vede una ragazzina di 12 anni impegnata in un atto di carattere sessuale con un compagno 13enne. Lei dice di essere stata costretta, gli altri, sette maschi, sostengono invece che era consenziente. «Sapeva benissimo quello che stava facendo e che veniva ripresa. Era solo un gioco, una sorta di rito di iniziazione per entrare a far parte della compagnia. Non c'era nulla di male», dice il ragazzino. «Filmini di quel genere fra noi compagni ne sono girati parecchi», tutti scaricati da internet, ma questo era il primo autoprodotto. APERTA UN'INCHIESTA - Sulla vicenda la Procura dei Minori di Milano ha aperto un'inchiesta. Nonostante i due protagonisti siano al di sotto della soglia di punibilità, almeno uno tra coloro che via ha assistito, avendo 14 anni rischia un'imputazione per violenza sessuale. La Procura ha acquisito una copia del video in attesa di ulteriori atti istruttori. L'episodio filmato risale a sabato scorso ed è avvenuto non a scuola ma nel garage della casa di uno dei ragazzi, nel quale la dodicenne è stata attirata e di essere stata costretta all'atto, e in questo è pienamente supportata dalla famiglia, che sostiene la tesi di una vera e propria violenza sessuale. I genitori hanno nominato un legale, che li assisterà anche dal punto di vista civile. I ragazzi protagonisti e spettatori dell'episodio, sentiti dai carabinieri, avevano detto che l'atto rappresentava una sorta di rito di iniziazione per l'ingresso nella loro compagnia. Il breve filmato, registrato nel garage su un telefonino, nel giro di poche ore aveva fatto il giro dei compagni di scuola passando da un cellulare all'altro, fino a quando la notizia non era arrivata a un'insegnante, che ha informato il preside, che dopo avere avvisato i genitori ha convocato il collegio dei docenti per valutare se e quali sanzioni disciplinari comminare agli alunni protagonisti dell'episodio, anche se questo non è avvenuto in ambito scolastico. «Quando accaduto, la scena ritratta nel filmino - ribadisce il Preside Giuseppe Monzo - è accaduto fuori dagli ambiti della struttura scolastica. Ma questo non ci esime dal prendere seri provvedimenti»
Decisamente troppo severo
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