Disclaimer iniziale. Questo scritto non vuole essere contro l’integrazione alimentare, già solo per il fatto che pure l’autore integra. Ha il semplice scopo di fare riflettere su alcuni aspetti che, normalmente, vengono sotto/sopravvalutati.
E’ incredibile come, in generale, l’utente medio che si avvicina sulle soglie di una palestra, sia così attirato dall’acquisto di integratori.
Forse considerati con l’aurea magica di sostanze succedanee del doping ed indubbiamente legali [*], sicuramente pubblicizzati da signori in camice bianco (con vaghi riferimenti alla scienza o a laboratori di sperimentazione) o iperfighi con spalle a palla di cannone, vene in evidenza da far impallidire un gasdotto sovietico, strizzati in costumi attillati tali da non solo indovinarne il sesso ma anche la religione, gli integratori promettono cose che poi, per forza di cose, non possono sicuramente mantenere.
Ma andiamo per ordine.
Qui in Italia si fa confusione anche dal punto di vista puramente linguistico. Da noi si chiamano infatti "integratori" . Peccato che nessuno ci associ pure un’altra parolina magica, cioè "alimentari". Infatti il loro scopo è esattamente integrare un’eventuale carenza o una richiesta maggiore. O per lo meno, sono nati esattamente per questo.
Nei paesi anglosassoni sono chiamati in altro modo. E, linguisticamente, sono molto più brutali: "supplements". Cioè un supplemento, un qualcosa in più, che si associa alla normale alimentazione.
Oltretutto, il lavorio di marketing, come dicevo prima, induce in confusione. Mentre le aziende ovviamente fanno il loro lavoro (cioè quello di vendere i propri prodotti), l’utente medio della palestra vede il fisico utilizzato sui siti internet o sulle riviste patinate del settore e, non avendo un sano quanto approfondito livello critico, che fa ?
Esatto. Compra.
E cosa compra ? Proteine, weight gainer, aminoacidi, creatina, ossido nitrico, volumizzatore, proormone, etc. Tutti in barattoli di plastica, con nomi di fantasia, alcuni quasi drammaticamente vicini al doping (cioè tutto ciò che finisce con "one", sarebbe da cancellare dai banchi di qualunque negozio, pure virtuale). E l’acquisto è pure avventato, non conoscendo esattamente ciò che si sta acquistando e, soprattutto, non conoscendone minimamente la posologia.
E’ infatti piuttosto demoralizzante leggere domande sui vari fora di BBing che più o meno suonano così:
"ho deciso di assumere proteine. Che mi consigliate ?"
oppure
"ho comprato la creatina XYZ. Quando la devo prendere ?"
Putroppo, alla prima domanda circa l’adeguatezza della propria alimentazione, nella maggior parte dei casi, si ottengono risposte vaghe del tipo "ho già un’alimentazione curata" (per poi scoprire che la mia colazione vale quanto l’intera giornata alimentare "tipo"). In altri casi, l’utente si è già volatilizzato, avendo scoperto che non ha raggiunto i risultai che si era prefisso.
Come al solito, l’integratore è ampiamente sopravvalutato in sè e nei suoi effetti: se mangiate male e vi allenate peggio, assumere proteine (ma il termine è completamente intercambiabile con tutti gli altri) non comporta quel fenomeno anabolico tale da far aumentare di tre taglie le spalle o ridurre di 6 cm. il girovita.
Mentre la nostra popolazione è solitamente molto attenta all’acquisto di molti generi e sa di tutto sui consumi di un’autovettura, sui tipi di telecomunicazioni possibili con l’ultimo telefonino, sia da un negozio o su internet, l’utente medio della palestra, quando compra un integratore, cade in una sorta di tranche mediatico, si fida delle due informazioni che gli stimolano la parte emozionale del cervello e lo compra così, senza saper nulla su cosa ha realmente acquistato. Se poi ci assommiamo pure che vaga in palestra dove il meglio che gli può capitare è il "grosso" di turno che gli dice che il tuorlo di un uovo non deve essere mangiato perché altrimenti aumenta il colesterolo, il gioco è fatto. La (dis)informazione o la superficialità (quando va bene) che regna sovrana sia in palestra che su internet è un fenomeno che deve essere evitato ed infranto.
Perciò, il mio personale consiglio è quello di leggere, documentarvi, arrivare alla fonte delle informazioni. Internet da questo punto di vista è eccezionale. Io, tuttavia, sono portato a diffidare degli articoli che compaiono su siti delle case venditrici di integratori. Leggete, viceversa, i siti americani di sport e nutrizione o i siti scientifici che hanno come scopo la diffusione di articoli della comunità medica.
E soprattutto, costruite il vostro spirito critico. Così farete bene a voi stessi, alla vostra forma fisica ed al vostro portafoglio, mirando gli acquisti in base alle vostre personali esigenze.
[*] Questo non accade in Italia, quanto negli Stati Uniti, visto che, mentre in Italia qualunque integratore alimentare deve essere notificato al Ministero della Salute, negli states non passa dal più o meno analogo FDA (Food & Drug Administration)
E’ incredibile come, in generale, l’utente medio che si avvicina sulle soglie di una palestra, sia così attirato dall’acquisto di integratori.
Forse considerati con l’aurea magica di sostanze succedanee del doping ed indubbiamente legali [*], sicuramente pubblicizzati da signori in camice bianco (con vaghi riferimenti alla scienza o a laboratori di sperimentazione) o iperfighi con spalle a palla di cannone, vene in evidenza da far impallidire un gasdotto sovietico, strizzati in costumi attillati tali da non solo indovinarne il sesso ma anche la religione, gli integratori promettono cose che poi, per forza di cose, non possono sicuramente mantenere.
Ma andiamo per ordine.
Qui in Italia si fa confusione anche dal punto di vista puramente linguistico. Da noi si chiamano infatti "integratori" . Peccato che nessuno ci associ pure un’altra parolina magica, cioè "alimentari". Infatti il loro scopo è esattamente integrare un’eventuale carenza o una richiesta maggiore. O per lo meno, sono nati esattamente per questo.
Nei paesi anglosassoni sono chiamati in altro modo. E, linguisticamente, sono molto più brutali: "supplements". Cioè un supplemento, un qualcosa in più, che si associa alla normale alimentazione.
Oltretutto, il lavorio di marketing, come dicevo prima, induce in confusione. Mentre le aziende ovviamente fanno il loro lavoro (cioè quello di vendere i propri prodotti), l’utente medio della palestra vede il fisico utilizzato sui siti internet o sulle riviste patinate del settore e, non avendo un sano quanto approfondito livello critico, che fa ?
Esatto. Compra.
E cosa compra ? Proteine, weight gainer, aminoacidi, creatina, ossido nitrico, volumizzatore, proormone, etc. Tutti in barattoli di plastica, con nomi di fantasia, alcuni quasi drammaticamente vicini al doping (cioè tutto ciò che finisce con "one", sarebbe da cancellare dai banchi di qualunque negozio, pure virtuale). E l’acquisto è pure avventato, non conoscendo esattamente ciò che si sta acquistando e, soprattutto, non conoscendone minimamente la posologia.
E’ infatti piuttosto demoralizzante leggere domande sui vari fora di BBing che più o meno suonano così:
"ho deciso di assumere proteine. Che mi consigliate ?"
oppure
"ho comprato la creatina XYZ. Quando la devo prendere ?"
Putroppo, alla prima domanda circa l’adeguatezza della propria alimentazione, nella maggior parte dei casi, si ottengono risposte vaghe del tipo "ho già un’alimentazione curata" (per poi scoprire che la mia colazione vale quanto l’intera giornata alimentare "tipo"). In altri casi, l’utente si è già volatilizzato, avendo scoperto che non ha raggiunto i risultai che si era prefisso.
Come al solito, l’integratore è ampiamente sopravvalutato in sè e nei suoi effetti: se mangiate male e vi allenate peggio, assumere proteine (ma il termine è completamente intercambiabile con tutti gli altri) non comporta quel fenomeno anabolico tale da far aumentare di tre taglie le spalle o ridurre di 6 cm. il girovita.
Mentre la nostra popolazione è solitamente molto attenta all’acquisto di molti generi e sa di tutto sui consumi di un’autovettura, sui tipi di telecomunicazioni possibili con l’ultimo telefonino, sia da un negozio o su internet, l’utente medio della palestra, quando compra un integratore, cade in una sorta di tranche mediatico, si fida delle due informazioni che gli stimolano la parte emozionale del cervello e lo compra così, senza saper nulla su cosa ha realmente acquistato. Se poi ci assommiamo pure che vaga in palestra dove il meglio che gli può capitare è il "grosso" di turno che gli dice che il tuorlo di un uovo non deve essere mangiato perché altrimenti aumenta il colesterolo, il gioco è fatto. La (dis)informazione o la superficialità (quando va bene) che regna sovrana sia in palestra che su internet è un fenomeno che deve essere evitato ed infranto.
Perciò, il mio personale consiglio è quello di leggere, documentarvi, arrivare alla fonte delle informazioni. Internet da questo punto di vista è eccezionale. Io, tuttavia, sono portato a diffidare degli articoli che compaiono su siti delle case venditrici di integratori. Leggete, viceversa, i siti americani di sport e nutrizione o i siti scientifici che hanno come scopo la diffusione di articoli della comunità medica.
E soprattutto, costruite il vostro spirito critico. Così farete bene a voi stessi, alla vostra forma fisica ed al vostro portafoglio, mirando gli acquisti in base alle vostre personali esigenze.
[*] Questo non accade in Italia, quanto negli Stati Uniti, visto che, mentre in Italia qualunque integratore alimentare deve essere notificato al Ministero della Salute, negli states non passa dal più o meno analogo FDA (Food & Drug Administration)
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