ne elenco le principali 6..cominciamo con
Serie di ripetizioni esplosive
Alterno ritmicamente la fase positiva con quella negativa. L’escursione del movimento è quella massima tale da consentirmi di mantenere costantemente in tensione il muscolo. Non arrivo mai al punto in cui il peso sia sorretto solo dalle articolazioni ma mi fermo due o tre centimetri prima in modo da far gravare tutto il peso sempre sui muscoli.
Nella fase positiva sollevo il peso in non meno di due secondi. Se l’esercizio di turno è di tipo A devo contrarre isometricamente il muscolo al termine della fase positiva per circa un secondo. A questo punto posso dar inizio alla fase negativa. Dura almeno quattro secondi. Negli ultimi cinque centimetri
aumento leggermente la velocità del gesto atletico in modo da innescare in corrispondenza dell’inversione del verso di moto lo stimolo miotatico che mi consente di disporre di maggiori energie per iniziare la fase positiva. Strattoni, slanci, movimenti scomposti sono banditi. Tutto è fatto con omogeneità, fluidità e concentrazione mentale massimi. Andando avanti nelle ripetizioni mi accorgo che nella fase positiva la forza va progressivamente diminuendo mentre il tempo che impiego per sollevare il peso si allunga sempre di più
le ultime ripetizioni possono durare anche quattro secondi. Accetto questo
fenomeno ben volentieri, vuol dire che i muscoli stanno lavorando al limite delle loro capacità.
Con l’avanzare della fatica sarei però tentato anche di accorciare la fase negativa facendomi strattonare dal peso tirato dalla gravità ma questo significherebbe possibilità di infortunio quindi lo evito accuratamente.
Adotto un peso che mi faccia pervenire all’esaurimento muscolare entro le sei-otto ripetizioni.
Dato che nella fase negativa i miei muscoli sono più forti di un 40% circa rispetto a quella positiva e nella contrazione isometrica di un 20% circa, nel conteggio della durata totale dello sforzo massimale considero tutta la durata in secondi della fase positiva , l 'ottanta % della durata in secondi della contrazione isometrica effettuata dopo la fase positiva ed il sessanta % della durata in secondi della fase negativa. Moltiplicando il numero delle ripetizioni consigliato per le durate medie delle tre fasi del gesto allenante (con i ritocchi
percentuali testé evidenziati) si perviene ad una durata dello sforzo di circa 26-42 secondi. Sto quindi lavorando nel pieno dell’intervallo ottimale dei 15-40 secondi. Alla luce di quanto detto precedentemente quindi la serie di ripetizioni esplosive causa il coinvolgimento e l’esaurimento totale delle riserve energetiche delle fibre bianche a rapida contrazione ed un totale coinvolgimento e parziale esaurimento delle fibre rosse a lenta contrazione. In ultima analisi quindi massima miogenesi ed ipertrofia delle fibre bianche e parziale ipertrofia delle fibre rosse.
Alterno ritmicamente la fase positiva con quella negativa. L’escursione del movimento è quella massima tale da consentirmi di mantenere costantemente in tensione il muscolo. Non arrivo mai al punto in cui il peso sia sorretto solo dalle articolazioni ma mi fermo due o tre centimetri prima in modo da far gravare tutto il peso sempre sui muscoli.
Nella fase positiva sollevo il peso in non meno di due secondi. Se l’esercizio di turno è di tipo A devo contrarre isometricamente il muscolo al termine della fase positiva per circa un secondo. A questo punto posso dar inizio alla fase negativa. Dura almeno quattro secondi. Negli ultimi cinque centimetri
aumento leggermente la velocità del gesto atletico in modo da innescare in corrispondenza dell’inversione del verso di moto lo stimolo miotatico che mi consente di disporre di maggiori energie per iniziare la fase positiva. Strattoni, slanci, movimenti scomposti sono banditi. Tutto è fatto con omogeneità, fluidità e concentrazione mentale massimi. Andando avanti nelle ripetizioni mi accorgo che nella fase positiva la forza va progressivamente diminuendo mentre il tempo che impiego per sollevare il peso si allunga sempre di più
le ultime ripetizioni possono durare anche quattro secondi. Accetto questo
fenomeno ben volentieri, vuol dire che i muscoli stanno lavorando al limite delle loro capacità.
Con l’avanzare della fatica sarei però tentato anche di accorciare la fase negativa facendomi strattonare dal peso tirato dalla gravità ma questo significherebbe possibilità di infortunio quindi lo evito accuratamente.
Adotto un peso che mi faccia pervenire all’esaurimento muscolare entro le sei-otto ripetizioni.
Dato che nella fase negativa i miei muscoli sono più forti di un 40% circa rispetto a quella positiva e nella contrazione isometrica di un 20% circa, nel conteggio della durata totale dello sforzo massimale considero tutta la durata in secondi della fase positiva , l 'ottanta % della durata in secondi della contrazione isometrica effettuata dopo la fase positiva ed il sessanta % della durata in secondi della fase negativa. Moltiplicando il numero delle ripetizioni consigliato per le durate medie delle tre fasi del gesto allenante (con i ritocchi
percentuali testé evidenziati) si perviene ad una durata dello sforzo di circa 26-42 secondi. Sto quindi lavorando nel pieno dell’intervallo ottimale dei 15-40 secondi. Alla luce di quanto detto precedentemente quindi la serie di ripetizioni esplosive causa il coinvolgimento e l’esaurimento totale delle riserve energetiche delle fibre bianche a rapida contrazione ed un totale coinvolgimento e parziale esaurimento delle fibre rosse a lenta contrazione. In ultima analisi quindi massima miogenesi ed ipertrofia delle fibre bianche e parziale ipertrofia delle fibre rosse.
Commenta