Sulla via del tramonto

[Arturo Bandini]

Sto guardando un film con Renato Pozzetto... che fine ha fatto? qualche anno fa si vedeva dappertutto, ora è sparito, come gli altri attori che andavano di moda quando ero bambino: Boldi, De Sica, Montesano... I loro film non li passano più, e in tv ora vedi Scamarcio, Vapodiris, la Ragonese... Nessuno ha voglia di vedere un film con le automobili di 20 anni fa, e accorgersi di come sono diventate strane, e pensare a un tempo che non ci appartiene più...
Scomparsi, come i personaggi della tv di quando ero bambino: corrado, sandra e raimondo, pippo franco... Chi li ricorda? Finisce così presto la nostra storia.
Ecco, io mi sento così, come un attore che ha fatto il suo tempo e non gli danno più parti, al massimo la pubblicità del gran soleil

gli anni '20 di rodolfo valentino
gli anni '30 fanno pensare a al capone e al fascismo
non ho mai sentito usare l'espressione "gli anni '40", e neanche "gli anni '10"... forse perchè sono stati anni di guerre e di tragedie, di vita che aspetta di ricominciare e intanto non si considera vita
e poi gli anni '50 di elvis presley
i '60 dei figli dei fiori
i '70 di piombo
gli '80 della milano da bere e i '90 di mani pulite

e ora? suona strano dire "gli anni 2000", ma quando la parola andrà alle generazioni nate in questo secolo, e saranno loro a definire la misura delle cose, allora "gli anni '30" saranno i 2030, e chi vorrà parlare di al capone dovrà dire "nel 1930", oppure "negli anni '30 del secolo scorso". Spero di non vedere mai quel giorno.

[Bob Terwilliger]

Negli anni ‘20 c’era ancora spazio per gli esploratori alla Indiana Jones.
Negli anni ‘50, boom economico e voglia di vivere, penso a romani con i pantaloni bianchi e la vespa, a Kerouak che gira gli USA su un treno merci.
Oggi c’è il mondo a portata di mano, il web sterminato sullo smartphone e aerei di linea che ti portano ovunque per pochi euro.
Mi domando spesso cosa vedremo nel 2030 e nel 2050. E mi secca pensare che nel 2200 ci saranno meraviglie che non posso immaginare e che non potrò vedere.

Ricordo una sera a Chennai alcuni anni fa. Ero con un amico, un ex ufficiale dell’esercito con 15 anni più di me. Attraversiamo la strada (rischiando la vita, come sempre in India) e camminiamo sull’altro marciapiede. Ci sono i negozietti che vendono SIM prepagate e cover per il cellulare e lattine dell’ultimo energy drink, carretti di noci di cocco, sportelli bancomat, bancarelle di cibo vegetariano avvolto in fogli di giornale, gente che chiacchiera, gente che manda messaggi su WA, gente che dorme buttata in un cantuccio. Dico al mio amico: “certo che deve essere strano per te vedere tutti questi negozi di roba tecnologica e tutte queste automobili, a pensare com’era qui in India quando eri bambino...”
Lui mi guarda, ride, guarda in giro. Poi mi fa: “non è cambiato niente, non cambierà mai niente. In India nulla cambia, mai.”

[Arturo Bandini]

La curiosità per il futuro, per me riguarda solo l'evoluzione tecnologica, perchè per il resto è già scontato cosa vedremo: la nostra identità annientata dall'immigrazione e la residua bellezza distrutta. Quando vado in treno a Firenze e penso che solo 50 anni fa lì c'erano le campagne toscane, e ora è un susseguirsi desolante di periferie, capannoni, centri commerciali, mi prende un gran disgusto all'idea del futuro, per quanto ancora sapremo stuprare la nostra terra.
E poi noi ci figuriamo il futuro come se, essendo ancora vivi, potessimo contemplarlo con lo stesso sguardo di oggi, ma se futuro vi sarà per noi, lì saremo i vecchi, e il nostro sguardo sarà rivolto al passato, indifferente all'aspetto di un mondo che non sentirà più suo.
io non lo so se negli anni più lontani, il trascorrere del tempo si rifletteva allo stesso modo di oggi sull'aspetto delle cose e sul loro nome. Forse, quando la modernità decadeva e si rinnovava lenta al rinnovarsi delle generazioni, gli uomini percepivano il passare del tempo solo nel proprio volto e in quello dei loro cari, cosicchè da vecchi si poteva pensare che il mondo fosse ancora lo stesso che si era sempre saputo. Prima della rivoluzione industriale la gente poteva nascere e morire senza che nel frattempo le cose fossero troppo cambiate... un vecchio poteva vedere il suo paesello quasi lo stesso che aveva conosciuto da bambino. A noi invece il mondo di appena 20 anni fa appare già lontano

[M K K]

Pozzetto ha un locale sul lago maggiore... Tempo fa faceva la pubblicità in radio per l' Esselunga...

[Arturo Bandini]

Sarà presente alla rassegna Amarcord a Carrara questa domenica insieme a Manu e Uan di Bim Bum Bam... Uan ormai è pure muto perchè quello che gli dava la voce è morto

https://www.youtube.com/watch?v=aMIlVxaS9oQ

[M K K]

jhaha geniale al minuto 1.12

la beretta la beretta la beretta 9 colpi in linea retta

https://www.youtube.com/watch?v=_epMAPZj5V4

[Death Magnetic]

Ahahahah, Bum come il rumore di una bomba, bum il colpo di una rivoltella.... Oggi chiuderebbero tutto e arriverebbero messaggi di indignazione da ogni associazione di ogni dove.
Comunque grazie Arturo per avermi dato anche oggi uno spunto per affrontare la giornata con una marcia in più.

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[Alberto84]

A me quello che preoccupa non e' il cambiemento, ma che i cambienti degli ultimi 20 anni non rispettano la natura umana. 2000-500-100-50 anni fa, le attivita' quotidiane rispettavano i tempi di comprensione, elaborazione, riposo dell' uomo. Ti alzavi ti si raccontavano cose, magari studiavi, mangiavi, parlavi e ricevevi informazioni, leggendo o tramite dialogo in una modalita', quantita' e velocita' che ben si adattavano all' essere umano. Oggi siamo bombardati di informazioni da tutto il mondo, che noi stessi impariamo ad assimilare superficialmente e velocissimamente, un ammucchiarsi di migliaia di idee e pensieri...nozioni su posti e avvenimenti e cose lontanissime da noi tutte insieme, troppe da immagazzinare. Anche il riposo e le piu' semplici comunicazioni vengono turbate dalla quantita' e modalita' di informazioni che turbinano nella nostra testa.

[ottantino]

La curiosità per il futuro, per me riguarda solo l'evoluzione tecnologica, perchè per il resto è già scontato cosa vedremo: la nostra identità annientata dall'immigrazione e la residua bellezza distrutta. Quando vado in treno a Firenze e penso che solo 50 anni fa lì c'erano le campagne toscane, e ora è un susseguirsi desolante di periferie, capannoni, centri commerciali, mi prende un gran disgusto all'idea del futuro, per quanto ancora sapremo stuprare la nostra terra.
E poi noi ci figuriamo il futuro come se, essendo ancora vivi, potessimo contemplarlo con lo stesso sguardo di oggi, ma se futuro vi sarà per noi, lì saremo i vecchi, e il nostro sguardo sarà rivolto al passato, indifferente all'aspetto di un mondo che non sentirà più suo.
io non lo so se negli anni più lontani, il trascorrere del tempo si rifletteva allo stesso modo di oggi sull'aspetto delle cose e sul loro nome. Forse, quando la modernità decadeva e si rinnovava lenta al rinnovarsi delle generazioni, gli uomini percepivano il passare del tempo solo nel proprio volto e in quello dei loro cari, cosicchè da vecchi si poteva pensare che il mondo fosse ancora lo stesso che si era sempre saputo. Prima della rivoluzione industriale la gente poteva nascere e morire senza che nel frattempo le cose fossero troppo cambiate... un vecchio poteva vedere il suo paesello quasi lo stesso che aveva conosciuto da bambino. A noi invece il mondo di appena 20 anni fa appare già lontano

Mi piace un sacco quello che hai scritto, chapeau

[Arturo Bandini]

Mi piace un sacco quello che hai scritto, chapeau

Grazie

[Manx]

Già Goethe due secoli fa...denunciava la modernità come l'epoca della "velocizzazione"...e non si riferiva tanto al progresso tecnologico indiscriminato, folle, che travolge ogni cosa, alla distruzione della natura ecc... quanto...alla "velocizzazione" dello spirito...che in realtà era ed è un inabissarsi folle e senza tregua nel mediocre, nelle bassezze, nelle oscurità dell'animo e nella perdita...della nostra identità..europeo-cristiana (e lo diceva...da "pagano", capace di adorare il sole quanto il Cristo).

E se la "velocizzazione" travolge tutto...travolge perfino il futuro nella sua opera di sorpassamento del passato. E alla fine...superato il passato e il futuro...ristagneremo per l'eternità in un eterno presente, marcescente e senza nessuna possibilità di rinascita spirituale. E' il tempo stesso che si cancella...che si..."auto-suicida". E in questo auto-suicidio del tempo...cio' che viene meno è l'Occidente. E' il nostro mondo...quello del (nostro) tramonto.

[Arturo Bandini]

E se la "velocizzazione" travolge tutto...travolge perfino il futuro nella sua opera di sorpassamento del passato. E alla fine...superato il passato e il futuro...ristagneremo per l'eternità in un eterno presente, marcescente e senza nessuna possibilità di rinascita spirituale. E' il tempo stesso che si cancella...che si..."auto-suicida". E in questo auto-suicidio del tempo...cio' che viene meno è l'Occidente. E' il nostro mondo...quello del (nostro) tramonto.

Concetto suggestivo, non facile da afferrare, purtroppo mi mancano le basi...

[Manx]

Concetto suggestivo, non facile da afferrare, purtroppo mi mancano le basi...

ehm...è purtroppo una mia distorsione professionale... forse mi sono espresso in maniera troppo "oscura" e filosofica.

[ekans]

Ecco Manx che ci fa venire voglia di studiare filosofia .

A parte questo quello che io colgo più banalmente ed in modo più polemico è l'imbruttimento culturale odierno. La televisione/musica/cinema degli anni 70/80 italiani non avevano nulla da invidiare a nessuno, quando vedo i film di oggi non posso fare a meno di provare un senso di vergogna per gli autori di queste opere.

L'ultimo film italiano che ho visto tempo fa è stato "indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto", certo non un film che si vedeva tutti i giorni e nemmeno tutti gli anni anche all'epoca d'oro del cinema italiano, ma negli ultimi 20 anni cosa c'è che sia nettamente al di sopra della mediocrità/sufficienza/accettabilità ?

[Testa]

ho letto l'inizio del post dove si parla di renato pozzetto, poi il commento di manx sulla "velocizzazione" come modo dell'essere in senso filosofico
molto bene