Parlare di tutto implicherebbe scrivere un romanzo da un migliaio di pagine...con più calma conto di raccontarti almeno le esperienze che mi hanno colpito di più. Di certo, se dovessi definire con una sola parola tutto il viaggio lo definirei "squilibrante". Nel senso proprio di sentirsi cedere il terreno delle proprie certezze sotto i piedi, di essere obbligati a ridiscutere le proprie convinzioni, di comprendere realmente cosa significhi "essere di un altro mondo".
L'alba sul Gange a Varanasi, il tragitto prima col risciò e poi a piedi per arrivare al ghat, la convivenza assoluta e pacifica tra vita e morte, nello stesso momento, con gli odori della cremazione e degli escrementi umani e bovini che si mischiano alle spezie, il calore della pira che forma un insieme micidiale con l'umiditò del monsone, non si può raccontare ma solo vivere
L'alba sul Gange a Varanasi, il tragitto prima col risciò e poi a piedi per arrivare al ghat, la convivenza assoluta e pacifica tra vita e morte, nello stesso momento, con gli odori della cremazione e degli escrementi umani e bovini che si mischiano alle spezie, il calore della pira che forma un insieme micidiale con l'umiditò del monsone, non si può raccontare ma solo vivere