Un giorno sentii dire che tra le montagne di Shirakawa, nella provincia di Yamashiro, viveva in una grotta un eremita che era chiamato maestro Hakuyu. Era di prodigiosa longevità, avendo già passato tre o quattro volte il ciclo dei sessant'anni, e la sua dimora distava tre o quattro ri dall'abitato. Non amava incontrar gente. Se qualcuno andava da lui, lo evitava fuggendo. Non era chiaro se fosse uno stolto o un saggio, ma presso gli abitanti del villaggio aveva fama di Immortale. Si diceva fosse stato il maestro del defunto Ishikawa Jozan e che avesse profonde conoscenze di astronomia e arte medica. Se qualcuno gli richiedeva insegnamenti usandogli la massima cortesia, pronunciava poche parole di arcana sottigliezza. Riflettendo su di esse, l'interrogante ne traeva grandi benefici.
Nella seconda decade del primo mese del settimo anno dell'era Hoei feci segretamente i preparativi per il viaggio e lasciai la parte orientale di Mino, in cui mi trovavo. Attraversando Kurotani, giunsi direttamente al villaggio di Shirakawa, dove, lasciato il mio bagaglio in una casa da tè, chiesi indicazioni sulla strada da percorrere per raggiungere la grotta di Hakuyu. Un abitante del villaggio mi indicò un torrente che si vedeva in lontananza. Mi addentrai tra le montagne seguendo il rumore dell'acqua. Dopo aver percorso esattamente un ri, all'improvviso tutto fu silenzio. Anche i sentieri dei boscaioli finivano in quel punto. Vidi un vecchio, che interrogai, e lui additò un punto in lontananza tra le nuvole e la foschia. Indicava un oggetto quadrato, bianco e giallo, di circa un sun, che appariva e scompariva tra i vapori della montagna.