Un ricercatore del Colorado è arrivato alla conclusione che dopo una lunga
dormita la nostra efficienza è più bassa che al termine di una lunga veglia
Se il sonno dura troppo
il cervello si sveglia male
Le prove su "cavie" umane. Oltre le otto ore le persone hanno problemi
a risolvere operazioni. E' "l'inerzia del dormire"
di ELENA DUSI
ROMA - Gli scienziati gli hanno dato subito il nome di "inerzia del dormire". Più si dorme, più si fatica a riemergere dal torpore. Tanto che in termini di efficienza del cervello è meglio passare la notte in bianco che non superare la soglia delle otto ore di sonno consecutive.
Alla conclusione - sorprendente ma non troppo - è arrivato un ricercatore esperto di neurologia e ritmi circadiani, Kenneth Wright. Lavorando con i suoi colleghi dell'università del Colorado ha messo a confronto un gruppo di volontari con 24 ore di veglia alle spalle e un altro gruppo che aveva dormito per otto ore filate. Nei test eseguiti tre minuti dopo il risveglio, il secondo gruppo ha ottenuto risultati pessimi in termini di capacità di calcolo, di decisione e di memorizzazione a breve termine. "Le capacità cognitive - scrive Wright nel suo articolo sul Journal of American Medical Association - dei volontari dopo una lunga dormita erano peggiori di quelle dei volontari sottoposti a privazione prolungata del sonno".
Chiaramente questi risultati si riferiscono a veglie occasionali, non consecutive o ripetute più volte in una settimana.
Gli effetti dell'inerzia del sonno sono paragonabili a quelli di una sbronza. "Un individuo risvegliatosi da poco - conferma Wright - è in una situazione simile se non peggiore rispetto a una persona ubriaca". Lo scopo della ricerca era misurare l'efficienza notturna di quei lavoratori come pompieri o medici di guardia che hanno bisogno di reagire alle chiamate d'urgenza. Le aree della corteccia cerebrale dove si concentrano le funzioni intellettive superiori, come il contare o trovare soluzioni razionali a problemi complessi, impiegano molto più tempo rispetto alle altre zone del cervello per ricominciare a funzionare a pieno ritmo.
I volontari sottoposti all'overdose di sonno venivano svegliati solo dopo aver dormito profondamente per otto ore. L'esperimento è stato portato avanti per sei notti di seguito e ogni mattina, immediatamente dopo il risveglio, agli individui era domandato di risolvere delle addizioni a due cifre. "La massima difficoltà - si legge nello studio - si aveva nei primi tre minuti dalla fine del sonno. Ma a volte l'inerzia si prolungava a lungo e in alcuni volontari raggiungeva addirittura le due ore".
(10 gennaio 2006)
dormita la nostra efficienza è più bassa che al termine di una lunga veglia
Se il sonno dura troppo
il cervello si sveglia male
Le prove su "cavie" umane. Oltre le otto ore le persone hanno problemi
a risolvere operazioni. E' "l'inerzia del dormire"
di ELENA DUSI
ROMA - Gli scienziati gli hanno dato subito il nome di "inerzia del dormire". Più si dorme, più si fatica a riemergere dal torpore. Tanto che in termini di efficienza del cervello è meglio passare la notte in bianco che non superare la soglia delle otto ore di sonno consecutive.
Alla conclusione - sorprendente ma non troppo - è arrivato un ricercatore esperto di neurologia e ritmi circadiani, Kenneth Wright. Lavorando con i suoi colleghi dell'università del Colorado ha messo a confronto un gruppo di volontari con 24 ore di veglia alle spalle e un altro gruppo che aveva dormito per otto ore filate. Nei test eseguiti tre minuti dopo il risveglio, il secondo gruppo ha ottenuto risultati pessimi in termini di capacità di calcolo, di decisione e di memorizzazione a breve termine. "Le capacità cognitive - scrive Wright nel suo articolo sul Journal of American Medical Association - dei volontari dopo una lunga dormita erano peggiori di quelle dei volontari sottoposti a privazione prolungata del sonno".
Chiaramente questi risultati si riferiscono a veglie occasionali, non consecutive o ripetute più volte in una settimana.
Gli effetti dell'inerzia del sonno sono paragonabili a quelli di una sbronza. "Un individuo risvegliatosi da poco - conferma Wright - è in una situazione simile se non peggiore rispetto a una persona ubriaca". Lo scopo della ricerca era misurare l'efficienza notturna di quei lavoratori come pompieri o medici di guardia che hanno bisogno di reagire alle chiamate d'urgenza. Le aree della corteccia cerebrale dove si concentrano le funzioni intellettive superiori, come il contare o trovare soluzioni razionali a problemi complessi, impiegano molto più tempo rispetto alle altre zone del cervello per ricominciare a funzionare a pieno ritmo.
I volontari sottoposti all'overdose di sonno venivano svegliati solo dopo aver dormito profondamente per otto ore. L'esperimento è stato portato avanti per sei notti di seguito e ogni mattina, immediatamente dopo il risveglio, agli individui era domandato di risolvere delle addizioni a due cifre. "La massima difficoltà - si legge nello studio - si aveva nei primi tre minuti dalla fine del sonno. Ma a volte l'inerzia si prolungava a lungo e in alcuni volontari raggiungeva addirittura le due ore".
(10 gennaio 2006)
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