Velocita' di contrazione e ipertrofia

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  • richard
    scientific mode
    • May 2006
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    #31
    Originariamente Scritto da Luna Caprese Visualizza Messaggio
    nella salita veloce impieghi tutte le fibre perchè devi calcolare anche l' accelerazione che imprimi al peso : anche usando l' 80 % del max in realtà impieghi il 100 % delle fibre
    Distinguerei tra unità motorie e fibre:

    - se è attiva una unità motoria, sono attive il 100% delle sue fibre (secondo la "legge del tutto o nulla");

    - se sono attive (quindi "impieghi") il 100% delle unità motorie (quindi tutte le fibre), si è necessariamente al massimo carico.

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    • korallox
      Bodyweb Advanced
      • Apr 2007
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      #32
      Thread molto interessante

      Finito il primo anno di palestra! Fase attuale: alla ricerca degli abs. Io ci provo!

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      • mascotte
        Bodyweb Senior
        • Apr 2005
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        • Caserta
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        #33
        io credo ke valga solo per le fibre..cioè che i muscoli non si contraggono mai "interamente" o "per niente"..nn siamo in grado si regolare la velocità della contrazione di un braccio e di una gamba, e di imprimervi la forza ke desideriamo..tipo possiamo correre, muoverci con più o meno forza, e questa scelta comporta uno sforzo maggiore e o minore...con un dispendio di energia più alto o più basso..punto..almeno credo eh!

        mio diario : https://www.bodyweb.com/threads/2538...iario!/page322
        Dr.h.c. Wellness Studies / Posturologo esperto in posturologia funzionale / Studente di Osteopatia e Scienze Motorie / Master in Kistructural Osteopathic Method / Personal Trainer ISSA/Corrective Exercise Specialist ISSA/Nutrition Specialist -

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        • IronPaolo
          Bodyweb Senior
          • Dec 2005
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          #34
          Nella nostra incontenibile ricerca dell'“è meglio” per diventare più grossi, forti, definiti e ganzi utilizziamo tutti gli approcci del mondo. Tutti.

          Ad esempio, molto spesso usiamo il metodo “ai miei tempi” o l'altro “si stava meglio quando si stava peggio”, altre volte invece il metodo “lo fa l'amico dell'amico ed è grosso”.

          Un altro metodo che usiamo con entusiasmo è “chiediamo alla Scienza”. Mi vorrei soffermare su questo metodo estremamente vario ed interessante. E' umano, infatti, chiedere un aiuto alla Scienza per essere guidati in quello che si fa. A nessuno piace andare a caso, pertanto se esistono studi o ricerche che possono indirizzare, perchè non sfruttarle per ottenere il meglio?

          Per questo hanno sempre molto successo rubriche tipo Scientific Corner, dove ci sono articoli interi basati sul commento a studi scientifici di interesse per noi. Sono quelle che hanno nel testo quei numerelli, quegli apici strani che poi rimandano ad una bibliografia scritta in piccolo alla fine.

          E' interessante notare come ci sono studi scientifici praticamente su tutto, e che dicono tutto ma anche l'esatto contrario di tutto. Studi che affermano che è meglio allenarsi con una serie sola, e studi che affermano che sono meglio 3 serie. Come è possibile? Teoria del complotto? Malafede? Gli scienziati non ci capiscono una mazza?

          Nel mio girovagare su Internet ho conosciuto tantissime persone in gamba. Una di queste è Richard, che in una discussione sulle paleodiete espresse con una sintesi a me sconosciuta dei concetti che mi hanno colpito. Perciò, cito quello che scrisse, eliminando i pezzi discorsivi con le altre persone, ma lasciando assolutamente inalterato il senso:

          Uno studio/ricerca non è per tutti: uno studio è uno strumento della Scienza per la Scienza, che è l'unica realmente in grado di comprenderne il valore e il significato.

          In mani sbagliate diventa solo oggetto di strumentalizzazione.

          Permettetemi un consiglio di carattere generale: quando cercate delle reference per qualche ricerca non buttatevi sui singoli studi (che, oltre a non avere lo scopo di dimostrare nulla, sono tipicamente estremeamente tecnici). Cercate ed affidatevi, piuttosto, alle review a cura di esperti nel settore le quali, avendo un ritmo di pubblicazione molto lento (tipicamente di tot anni), fanno un punto più esauriente sulla questione (riassumendo e commentando molti singoli studi) e hanno un linguaggio tipicamente più accessibile e adatto alla divulgazione.

          Una review è un punto di vista generale (e documentato da moltissimi studi) che esponenti scientifici esperti nel campo espongono su una determinata questione.

          Una pubblicazione scientifica non nasce per convincere. Fa il punto della situazione ed espone un punto di vista, poggiando sulla cultura, preparazione e professionalità di chi la scrive. Ogni affermazione ha, o dovrebbe avere, opportuni riferimenti che, per una completa comprensione della questione, vanno via via approfonditi. Il lettore, in tutta libertà, decide quando fermare questo processo di apprendimento/approfondimento e dovrebbe autonomamente avere gli strumenti per giudicare il valore e il significato di ciò che trova scritto (per questo dicevo che uno studio/ricerca è della scienza per la scienza, diversamente facilmente diventa strumentalizzazione).

          Quindi, almeno in linea di principio (poiché, ahime, sbagliare è umano ...) e parlando di riviste scientifiche serie, una ricerca è vagliata per la pubblicazione indipendentemente dall'autore (alcune riviste richiedono addirittura il manoscritto anonimo) ed è accettata per la pubblicazione solo per la struttura e il rigore delle argomentazioni esposte (e i nomi degli autori sono inviati solo dopo la decisione di pubblicazione).

          Ok, direi che è perfetto, e che dovreste ricordarvelo assolutamente a memoria quando vi trovate di fronte a persone che snocciolano studi su studi a sostegno di quanto dicono.

          Per la serie 'cca nisciunno è 'ffesso, sintetizzo alcuni punti che dovreste sempre avere a mente:

          1)uno studio non dimostra nulla se non la sua tesi. Non estende le conclusioni ad altro. Se qualcuno lo fa, in buona fede è un entusiasta, ma sbaglia (il confine fra entusiasta e coglione è labile talvolta eh), se è in malafede vi vuole vendere qualcosa. Beware!
          2)uno studio va letto. Non l'abstract, il riassuntino. Proprio lo studio stesso. *****, c'è gente che parla e non ha letto una minchia di nulla... discussioni sull'aria fritta. Non ci credete. Lo so. Voi del resto l'avete letto il manuale del cellulare, vero?
          3)in uno studio due cose sono fondamentali: quello di cui si parla, e a chi si applica quello di cui si parla. Per il primo punto, direte “ma come, chiaro che è importante quello di cui si parla, altrimenti... di che si parla”. Ok, partendo dal presupposto che la 2) è soddisfatta (vero?), la domanda deve essere: “quello di cui si parla è applicabile a me?”. La domanda successiva, se la risposta a questa è affermativa, è: £il risultato di questo esperimento si applica a me?”

          Perciò... attenti.

          Il problema è che gli studi scientifici sono delle vere palle. poiché hanno un formato standard, dove si deve essere rigorosi, sono piatti, poco interessanti, e certe volte preferirei una frustata nella sacca scrotale piuttosto che leggere certe cose, ma... se si vuole capire, vanno letti.

          Nelle riviste, invece, il lettore che paga e legge al cesso per rilassarsi non è che vuole addormentarsi su cose tipo P<0.05, ANOVA, regressioni senza nemmeno una donnina nuda languida. Il giornalista effettua un sunto di quello che LUI ritiene interessante, cercando di rendere l'argomento frizzante se non spettacolare, per finire tirando fuori delle indicazioni pratiche.

          Tutto questo porta a quello che Richard definisce come “strumentalizzazione”.

          Fra voi e lo studio c'è una terza persona che inserisce il suo giudizio. Altera le informazioni. La terza persona potete essere anche voi stessi, perchè non avete i mezzi per capire e cercate di trovare un causa-effetto estendendo il risultato dello studio ad altro che non sia lo studio stesso.

          Che so... la leptina è responsabile del senso di sazierà (non mi ricordo se è vero, ma tanto va bene lo stesso), e chi ha il feedback della leptina sballato mangia a crepapelle. Ok, voi mangiate a crepapelle, decidete che avete la leptina sballata. Voi o un giornalista, perchè se notate c'è la tendenza a voler dimostrare che l'obesità sia una malattia. Sono malato, non è colpa mia se magno come un *****... sono malato. Datemi una medicina, intanto non mi sento in colpa se ho i trigliceridi che strabordano dalle mie orecchie.

          Ripeto: attenti.

          Un mio collega di forum, Eagle (un medico che fa i pesi, una rarità con cui è sempre molto piacevole discutere e, più che altro, imparare) posta uno studio che si intitola “Short-term high- vs low-velocity isokinetic lengthening training results in greater hypertrophy of the elbow flexors in young men” cioè “nel breve periodo l'allenamento eccentrico ad alta velocità rispetto a quello a bassa velocità evidenzia una ipertrofia più elevata nei flessori del gomito in giovani uomini” (perdonatemi se traduco un po' a modo mio...)

          Perciò l'articolo viene utilizzato nel forum per discutere sul fatto che le eccentriche “veloci” facciano o meno diventare più grossi. Parte una discussione che è un classico brainstorming. Mi perdonino i colleghi del forum, non me ne vogliano sinceramente, però noto che vengono commessi proprio due errori metodologici gravi quanto tipici.

          Il primo, è che denoto che nessuno ha letto lo studio (ah ah ah, è così). Se si fosse letto, si sarebbe capito istantaneamente che tutto questo per noi non ha nessun senso. Il secondo è che viene esteso questo studio, anche se avesse un senso per noi, oltre il suo significato.

          Mi preme sottolineare che però la situazione è tipica delle riviste e dei telegiornali, perciò la porto come case study. Sorry, come cheis stadi.

          Vi prego di leggerlo, lo studio. Altrimenti io sono “the man in the middle” che esprime un giudizio. Oppure, vi fidate di me. E mi date il codice della vostra carta di credito. Tanto, vi fidate...

          Dall'abstract si capisce che qualcosa non torna: si parla di macchina isocinetica, un aggeggio che permette movimenti ad una velocità prefissata (in pratica, immaginatevi una leva che ruota intorno ad un perno che è collegato ad un motore e a una frizione. Dall'altra parte della leva c'è una maniglia o un qualcosa per fasciare la vostra mano. In pratica, vi legano ad una sedia e fate un curl con questa macchina. Tirate, ma non potete andare più veloci di quanto preimpostato, viceversa, attaccano il motore, impostano una velocità, la leva va giù e voi dovete tenere il più possibile, ma niente può frenare la rotazione che è a velocità fissa.

          E' chiaro che questo strumento sia necessario: come sarebbe altrimenti possibile misurare le velocità in maniera rigorosa? Invece di X radianti al secondo avremmo una scala della serie “piano”, “forte”, “fortino”, “veloce ma non troppo”.

          Ci si deve però rendere conto che questa macchina non produce eccentriche come quelle possibili in palestra, dove farete l'esatto contrario: qui si parla di eccentrica veloce perchè il peso viene tirato giù dalla macchina, in pratica. In palestra, una eccentrica veloce è un vero controsenso, a meno di non mettere 3000Kg e fare lo squat, diventando velocemente una decalcomania al suolo. A senso chi ha una idea di come ci si allena in palestra non può non rilevare la differenza.

          Che senso ha per noi, perciò, dire che le eccentriche veloci producono più ipertrofia? Nessuno per quello che ci riguarda. Lo studio evidenzia il risultato per quello che questo studio. Altri salti logici sono del tutto arbitrari e discutere di velocità e carichi delle eccentriche correlando il tutto con questa roba è illogico. Possiamo cioè discutere di eccentriche senza tirare fuori questo studio, che non serve.

          Quante volte avete visto questo film? Ecco: leggere, please... vi accorgerete che leggendo sgamerete tanti furboni, un po' come quelli che parlano citando leggi su leggi, poi queste leggi non esistono.

          Ma ammettiamo che lo studio fosse stato svolto con le eccentriche in palestra (badate bene, UN ALTRO studio, del tutto diverso). L'altro aspetto che dovete SEMPRE andare a leggere è il campione su cui è stato svolto lo studio. Mi sembra evidente che se il campione è mia nonna e le sue amiche ultraottantenni, poco ho a che spartire con queste...

          “Ah ah ah, come sei simpatico”. Mmmmmm.... Ok, leggiamo. Gli studi, dopo la prima parte, descrivono minuziosamente e narcoticamente il metodo che è stato seguito. In questo caso, hanno preso ragazzi di circa 24 anni che non facevano pesi, e in generale quasi nulla. Di sicuro, era richiesto di non aver fatto pesi negli ultimi 6 mesi.

          Il protocollo prevedeva poi un programma di serie e ripetizioni a varie velocità, bla bla bla etc etc etc, per 8 settimane.

          Bene: dei nerds, grassi o secchi. Che dimostra questo studio? Che le eccentriche nei secchi in due mesi ha creato più ipertrofia (quanta? a dopo il responso). E' rilevante per noi? Noi siamo nerds sedentari o gente allenata da anni? E dopo 16 settimane che sarebbe successo? Lo studio non lo dice. Non può dirlo, non deve dirlo. Non è il suo scopo. Perciò, attenti nuovamente ai salti logici: se dite che le eccentriche sono meglio delle concentriche, (beep) vostri se poi rimanete al passo...

          L'analisi dei risultati è complessa e prevede l'esposizione di tutti i parametri, consideriamo la CSA, Cross Section Area, in pratica di quanto è diventato più grosso il muscolo nella sezione più grande.

          Se si va a fare due conti, a partire dalla CSA e in maniera spannometrica dal grafico (per quello che diciamo è sufficiente) c'è un incremento della circonferenza nel caso lento pari al 5.6%, nel caso veloce pari all'8.4%, decimale più, decimale meno.

          Ciò significa che potrei dire che nel primo caso uno con 40cm di braccio passerebbe a 42.2 con un metodo e a 43.4 con l'altro. Un centimetro di differenza, molti venderebbero a prezzi stracciati la moglie al mercato della tratta delle bianche pur di guadagnare quel fottuto centimetro.

          Wow... peccato che non sia vero. Perchè uno con 40 di braccio non è un nerd sedentario, e se un nerd sedentario avesse 40 di braccio, sarebbe un nerd sedentario grasso, e basta. Il campione di riferimento non è per voi rilevante e... non scordate che lo studio non è sulle eccentriche in palestra. Marò quante ipotesi...

          Però potrei inventare un macchinetta isocinetica fatta con 4 tubi quadri scatolati, una cromatura alla alè alè, metterci dentro due integrati da 3 euro al migliaio di pezzi, programmarli con 3 o 4 velocità, farla montare in cina da eserciti di schiavi e vendere il tutto a 500 euro. Il tutto supportato da un bello studio scientifico.

          Ah,no, scusate... questo giochino l'hanno già fatto con le pedane vibranti, quelle da 200 euro che vibrano a 5 Hertz, con nelle istruzioni gli studi, scientifici, di Bosco. Caratteristica di queste pedane è che costano poco, e sono ripiegabili. Inefficaci, però si possono sbattere facilmente in cantina.

          Mi spiace fare sempre la figura del saccente furbo, che fa apparire gli altri fessi, vi confesso che invece anche io ho comprato la mia dose di prodotti idioti, e mi sono allenato anche io secondo metodi scientifici con risultati deludenti.

          Ad esempio, mi ricordo di quando comprai la diosginina, il potentissimo sterolo vegetale precursore del testosterone. Peccato che nessuno diceva che il fatto di essere un precursore non implicava che potesse trasformarsi in uno steroide... e i miei mi scoprirono la boccettina e successe il finimondo. Un po' come considerare il figlio un drogato perchè ha in tasca una bottiglina di acqua ossigenata. A ripensarci, mi vergogno ancora. 50.000 lire prese e bruciate con l'accendino.

          Come dice un proverbio tibetano, “a prenderlo nel culo è un attimo”. Perciò... leggiamo sempre in maniera critica. Più che altro... leggiamo.
          Last edited by IronPaolo; 25-05-2008, 19:33:37.

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          • Eagle
            Bodyweb Member
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            #35
            Originariamente Scritto da richard Visualizza Messaggio
            Distinguerei tra unità motorie e fibre:

            - se è attiva una unità motoria, sono attive il 100% delle sue fibre (secondo la "legge del tutto o nulla");

            - se sono attive (quindi "impieghi") il 100% delle unità motorie (quindi tutte le fibre), si è necessariamente al massimo carico.
            Si ma un carico submassimale sollevato ad una velocita' massimale attiva tutte le unita' motorie o no?

            L'accelerazione "costa", quindi mi aspetterei che la massima accelerazione, con un carico sufficiente, anche non massimale, possa farlo.

            Eagle
            Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d'accordo con una minoranza.

            NEUROPROLOTERAPIA - la nuova cura per problemi articolari e muscolari. Mininvasiva ma soprattutto, che funziona!
            kluca64@yahoo.com

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            • Eagle
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              #36
              Originariamente Scritto da IronPaolo Visualizza Messaggio
              Nella nostra incontenibile ricerca dell'“è meglio” per diventare più grossi, forti, definiti e ganzi utilizziamo tutti gli approcci del mondo. Tutti.

              Ad esempio, molto spesso usiamo il metodo “ai miei tempi” o l'altro “si stava meglio quando si stava peggio”, altre volte invece il metodo “lo fa l'amico dell'amico ed è grosso”.

              Un altro metodo che usiamo con entusiasmo è “chiediamo alla Scienza”. Mi vorrei soffermare su questo metodo estremamente vario ed interessante. E' umano, infatti, chiedere un aiuto alla Scienza per essere guidati in quello che si fa. A nessuno piace andare a caso, pertanto se esistono studi o ricerche che possono indirizzare, perchè non sfruttarle per ottenere il meglio?

              Per questo hanno sempre molto successo rubriche tipo Scientific Corner, dove ci sono articoli interi basati sul commento a studi scientifici di interesse per noi. Sono quelle che hanno nel testo quei numerelli, quegli apici strani che poi rimandano ad una bibliografia scritta in piccolo alla fine.

              E' interessante notare come ci sono studi scientifici praticamente su tutto, e che dicono tutto ma anche l'esatto contrario di tutto. Studi che affermano che è meglio allenarsi con una serie sola, e studi che affermano che sono meglio 3 serie. Come è possibile? Teoria del complotto? Malafede? Gli scienziati non ci capiscono una mazza?

              Nel mio girovagare su Internet ho conosciuto tantissime persone in gamba. Una di queste è Richard, che in una discussione sulle paleodiete espresse con una sintesi a me sconosciuta dei concetti che mi hanno colpito. Perciò, cito quello che scrisse, eliminando i pezzi discorsivi con le altre persone, ma lasciando assolutamente inalterato il senso:

              Uno studio/ricerca non è per tutti: uno studio è uno strumento della Scienza per la Scienza, che è l'unica realmente in grado di comprenderne il valore e il significato.

              In mani sbagliate diventa solo oggetto di strumentalizzazione.

              Permettetemi un consiglio di carattere generale: quando cercate delle reference per qualche ricerca non buttatevi sui singoli studi (che, oltre a non avere lo scopo di dimostrare nulla, sono tipicamente estremeamente tecnici). Cercate ed affidatevi, piuttosto, alle review a cura di esperti nel settore le quali, avendo un ritmo di pubblicazione molto lento (tipicamente di tot anni), fanno un punto più esauriente sulla questione (riassumendo e commentando molti singoli studi) e hanno un linguaggio tipicamente più accessibile e adatto alla divulgazione.

              Una review è un punto di vista generale (e documentato da moltissimi studi) che esponenti scientifici esperti nel campo espongono su una determinata questione.

              Una pubblicazione scientifica non nasce per convincere. Fa il punto della situazione ed espone un punto di vista, poggiando sulla cultura, preparazione e professionalità di chi la scrive. Ogni affermazione ha, o dovrebbe avere, opportuni riferimenti che, per una completa comprensione della questione, vanno via via approfonditi. Il lettore, in tutta libertà, decide quando fermare questo processo di apprendimento/approfondimento e dovrebbe autonomamente avere gli strumenti per giudicare il valore e il significato di ciò che trova scritto (per questo dicevo che uno studio/ricerca è della scienza per la scienza, diversamente facilmente diventa strumentalizzazione).

              Quindi, almeno in linea di principio (poiché, ahime, sbagliare è umano ...) e parlando di riviste scientifiche serie, una ricerca è vagliata per la pubblicazione indipendentemente dall'autore (alcune riviste richiedono addirittura il manoscritto anonimo) ed è accettata per la pubblicazione solo per la struttura e il rigore delle argomentazioni esposte (e i nomi degli autori sono inviati solo dopo la decisione di pubblicazione).

              Ok, direi che è perfetto, e che dovreste ricordarvelo assolutamente a memoria quando vi trovate di fronte a persone che snocciolano studi su studi a sostegno di quanto dicono.

              Per la serie 'cca nisciunno è 'ffesso, sintetizzo alcuni punti che dovreste sempre avere a mente:

              1)uno studio non dimostra nulla se non la sua tesi. Non estende le conclusioni ad altro. Se qualcuno lo fa, in buona fede è un entusiasta, ma sbaglia (il confine fra entusiasta e coglione è labile talvolta eh), se è in malafede vi vuole vendere qualcosa. Beware!
              2)uno studio va letto. Non l'abstract, il riassuntino. Proprio lo studio stesso. *****, c'è gente che parla e non ha letto una minchia di nulla... discussioni sull'aria fritta. Non ci credete. Lo so. Voi del resto l'avete letto il manuale del cellulare, vero?
              3)in uno studio due cose sono fondamentali: quello di cui si parla, e a chi si applica quello di cui si parla. Per il primo punto, direte “ma come, chiaro che è importante quello di cui si parla, altrimenti... di che si parla”. Ok, partendo dal presupposto che la 2) è soddisfatta (vero?), la domanda deve essere: “quello di cui si parla è applicabile a me?”. La domanda successiva, se la risposta a questa è affermativa, è: £il risultato di questo esperimento si applica a me?”

              Perciò... attenti.

              Il problema è che gli studi scientifici sono delle vere palle. poiché hanno un formato standard, dove si deve essere rigorosi, sono piatti, poco interessanti, e certe volte preferirei una frustata nella sacca scrotale piuttosto che leggere certe cose, ma... se si vuole capire, vanno letti.

              Nelle riviste, invece, il lettore che paga e legge al cesso per rilassarsi non è che vuole addormentarsi su cose tipo P<0.05, ANOVA, regressioni senza nemmeno una donnina nuda languida. Il giornalista effettua un sunto di quello che LUI ritiene interessante, cercando di rendere l'argomento frizzante se non spettacolare, per finire tirando fuori delle indicazioni pratiche.

              Tutto questo porta a quello che Richard definisce come “strumentalizzazione”.

              Fra voi e lo studio c'è una terza persona che inserisce il suo giudizio. Altera le informazioni. La terza persona potete essere anche voi stessi, perchè non avete i mezzi per capire e cercate di trovare un causa-effetto estendendo il risultato dello studio ad altro che non sia lo studio stesso.

              Che so... la leptina è responsabile del senso di sazierà (non mi ricordo se è vero, ma tanto va bene lo stesso), e chi ha il feedback della leptina sballato mangia a crepapelle. Ok, voi mangiate a crepapelle, decidete che avete la leptina sballata. Voi o un giornalista, perchè se notate c'è la tendenza a voler dimostrare che l'obesità sia una malattia. Sono malato, non è colpa mia se magno come un *****... sono malato. Datemi una medicina, intanto non mi sento in colpa se ho i trigliceridi che strabordano dalle mie orecchie.

              Ripeto: attenti.

              Un mio collega di forum, Eagle (un medico che fa i pesi, una rarità con cui è sempre molto piacevole discutere e, più che altro, imparare) posta uno studio che si intitola “Short-term high- vs low-velocity isokinetic lengthening training results in greater hypertrophy of the elbow flexors in young men” cioè “nel breve periodo l'allenamento eccentrico ad alta velocità rispetto a quello a bassa velocità evidenzia una ipertrofia più elevata nei flessori del gomito in giovani uomini” (perdonatemi se traduco un po' a modo mio...)

              Perciò l'articolo viene utilizzato nel forum per discutere sul fatto che le eccentriche “veloci” facciano o meno diventare più grossi. Parte una discussione che è un classico brainstorming. Mi perdonino i colleghi del forum, non me ne vogliano sinceramente, però noto che vengono commessi proprio due errori metodologici gravi quanto tipici.

              Il primo, è che denoto che nessuno ha letto lo studio (ah ah ah, è così). Se si fosse letto, si sarebbe capito istantaneamente che tutto questo per noi non ha nessun senso. Il secondo è che viene esteso questo studio, anche se avesse un senso per noi, oltre il suo significato.

              Mi preme sottolineare che però la situazione è tipica delle riviste e dei telegiornali, perciò la porto come case study. Sorry, come cheis stadi.

              Vi prego di leggerlo, lo studio. Altrimenti io sono “the man in the middle” che esprime un giudizio. Oppure, vi fidate di me. E mi date il codice della vostra carta di credito. Tanto, vi fidate...

              Dall'abstract si capisce che qualcosa non torna: si parla di macchina isocinetica, un aggeggio che permette movimenti ad una velocità prefissata (in pratica, immaginatevi una leva che ruota intorno ad un perno che è collegato ad un motore e a una frizione. Dall'altra parte della leva c'è una maniglia o un qualcosa per fasciare la vostra mano. In pratica, vi legano ad una sedia e fate un curl con questa macchina. Tirate, ma non potete andare più veloci di quanto preimpostato, viceversa, attaccano il motore, impostano una velocità, la leva va giù e voi dovete tenere il più possibile, ma niente può frenare la rotazione che è a velocità fissa.

              E' chiaro che questo strumento sia necessario: come sarebbe altrimenti possibile misurare le velocità in maniera rigorosa? Invece di X radianti al secondo avremmo una scala della serie “piano”, “forte”, “fortino”, “veloce ma non troppo”.

              Ci si deve però rendere conto che questa macchina non produce eccentriche come quelle possibili in palestra, dove farete l'esatto contrario: qui si parla di eccentrica veloce perchè il peso viene tirato giù dalla macchina, in pratica. In palestra, una eccentrica veloce è un vero controsenso, a meno di non mettere 3000Kg e fare lo squat, diventando velocemente una decalcomania al suolo. A senso chi ha una idea di come ci si allena in palestra non può non rilevare la differenza.

              Che senso ha per noi, perciò, dire che le eccentriche veloci producono più ipertrofia? Nessuno per quello che ci riguarda. Lo studio evidenzia il risultato per quello che questo studio. Altri salti logici sono del tutto arbitrari e discutere di velocità e carichi delle eccentriche correlando il tutto con questa roba è illogico. Possiamo cioè discutere di eccentriche senza tirare fuori questo studio, che non serve.

              Quante volte avete visto questo film? Ecco: leggere, please... vi accorgerete che leggendo sgamerete tanti furboni, un po' come quelli che parlano citando leggi su leggi, poi queste leggi non esistono.

              Ma ammettiamo che lo studio fosse stato svolto con le eccentriche in palestra (badate bene, UN ALTRO studio, del tutto diverso). L'altro aspetto che dovete SEMPRE andare a leggere è il campione su cui è stato svolto lo studio. Mi sembra evidente che se il campione è mia nonna e le sue amiche ultraottantenni, poco ho a che spartire con queste...

              “Ah ah ah, come sei simpatico”. Mmmmmm.... Ok, leggiamo. Gli studi, dopo la prima parte, descrivono minuziosamente e narcoticamente il metodo che è stato seguito. In questo caso, hanno preso ragazzi di circa 24 anni che non facevano pesi, e in generale quasi nulla. Di sicuro, era richiesto di non aver fatto pesi negli ultimi 6 mesi.

              Il protocollo prevedeva poi un programma di serie e ripetizioni a varie velocità, bla bla bla etc etc etc, per 8 settimane.

              Bene: dei nerds, grassi o secchi. Che dimostra questo studio? Che le eccentriche nei secchi in due mesi ha creato più ipertrofia (quanta? a dopo il responso). E' rilevante per noi? Noi siamo nerds sedentari o gente allenata da anni? E dopo 16 settimane che sarebbe successo? Lo studio non lo dice. Non può dirlo, non deve dirlo. Non è il suo scopo. Perciò, attenti nuovamente ai salti logici: se dite che le eccentriche sono meglio delle concentriche, (beep) vostri se poi rimanete al passo...

              L'analisi dei risultati è complessa e prevede l'esposizione di tutti i parametri, consideriamo la CSA, Cross Section Area, in pratica di quanto è diventato più grosso il muscolo nella sezione più grande.

              Se si va a fare due conti, a partire dalla CSA e in maniera spannometrica dal grafico (per quello che diciamo è sufficiente) c'è un incremento della circonferenza nel caso lento pari al 5.6%, nel caso veloce pari all'8.4%, decimale più, decimale meno.

              Ciò significa che potrei dire che nel primo caso uno con 40cm di braccio passerebbe a 42.2 con un metodo e a 43.4 con l'altro. Un centimetro di differenza, molti venderebbero a prezzi stracciati la moglie al mercato della tratta delle bianche pur di guadagnare quel fottuto centimetro.

              Wow... peccato che non sia vero. Perchè uno con 40 di braccio non è un nerd sedentario, e se un nerd sedentario avesse 40 di braccio, sarebbe un nerd sedentario grasso, e basta. Il campione di riferimento non è per voi rilevante e... non scordate che lo studio non è sulle eccentriche in palestra. Marò quante ipotesi...

              Però potrei inventare un macchinetta isocinetica fatta con 4 tubi quadri scatolati, una cromatura alla alè alè, metterci dentro due integrati da 3 euro al migliaio di pezzi, programmarli con 3 o 4 velocità, farla montare in cina da eserciti di schiavi e vendere il tutto a 500 euro. Il tutto supportato da un bello studio scientifico.

              Ah,no, scusate... questo giochino l'hanno già fatto con le pedane vibranti, quelle da 200 euro che vibrano a 5 Hertz, con nelle istruzioni gli studi, scientifici, di Bosco. Caratteristica di queste pedane è che costano poco, e sono ripiegabili. Inefficaci, però si possono sbattere facilmente in cantina.

              Mi spiace fare sempre la figura del saccente furbo, che fa apparire gli altri fessi, vi confesso che invece anche io ho comprato la mia dose di prodotti idioti, e mi sono allenato anche io secondo metodi scientifici con risultati deludenti.

              Ad esempio, mi ricordo di quando comprai la diosginina, il potentissimo sterolo vegetale precursore del testosterone. Peccato che nessuno diceva che il fatto di essere un precursore non implicava che potesse trasformarsi in uno steroide... e i miei mi scoprirono la boccettina e successe il finimondo. Un po' come considerare il figlio un drogato perchè ha in tasca una bottiglina di acqua ossigenata. A ripensarci, mi vergogno ancora. 50.000 lire prese e bruciate con l'accendino.

              Come dice un proverbio tibetano, “a prenderlo nel culo è un attimo”. Perciò... leggiamo sempre in maniera critica. Più che altro... leggiamo.
              Tutto molto interessante e preciso.

              Mi sembra di aver precisato in uno dei primi post qualche cosa del genere comunque.

              Sulle Reviw mi permetto di dissentire da Richard.
              Ne abbiamo gia' discusso e ho postato, apposta, un esempio in scentific corner, in cui mi sono andato a leggere la bibliografia.
              E ne emerge che la reviw conclude dando delle linee guida che si basano su studi molto criticabili.

              Quindi le review vanno bene SE il revisore lo sa fare come si deve, SE la rivista che le accetta le analizza per bene e le pubblica solo se sono fatte bene, etc etc etc.

              In pratica nella review si ha un "passggio in piu'", uno o un gruppo che legge e interpreta molti studi a riguardo e trae delle conclusioni ... quel "trae" a volte non mi trova d'accordo, ma pace.

              Ci sono dei tipi di studio, chiamati metanalisi, che sono delle review particolari, in cui le analisi dei vari studi sono fatte con regole ben precise, molto pallose e numeriche, con tante formule, ma che garantiscono imparzialita', per quanto possibile, dei risultati. Che diventano pertanto dei "superstudi" in cui si buttano dentro e si calcolano, ma non a giudizio personale, ma con regole precise, note ed approvate, i risultati COMPLESSIVI.

              Peccato che per le cose che interessano a noi non esistano, dato che la maggior parte degli studi sono fatti ... come sono fatti.

              Lo studio da me postato prevede l'uso di una macchina isocinetica.
              Significa che la macchina "tira il peso in giu' alla velocita' prevista".
              All'atleta rimane il compito di contrastarlo. PERO' c'e' un piccolo pero', le macchine isocinetiche non e' che muovono il peso e basta (nella fase negativa).
              Lo muovono SOLO SE tu opponi la resistenza prevista. Se ne opponi di meno si fermano. Almeno penso, altrimenti non avrebbe alcun senso perche' non si potrebbe sapere quanto oppongono i soggetti. Quindi ti portano a simulare perfettamente una negativa a velocita' nota e desiderata.

              Nelle positiva, per conoscenza, ti permettono di muovere il peso solo alla velocita' impostata, SOLO E SOLTANTO se applichi la forza richiesta e spingi alla velocita' prevista. Se ci sono 100kg con velocita' tale da richiedere una concentrica da 1 secondo, se spingi 90 non si muove, se spingi 100 a velocita' 2 secondi a ripetizione non si muove. Se spingi 100kg o di piu', a velocita' 1 secondo / rep o maggiore, si muove a 100kg per 1 secondo a rep.

              come fa notare Paolo ferro poi non c'erano molte alternative per calcolare con precisione la velocita' delle negative.

              Le differenza di ipertrofia mi sembra significativa, come dicono anche i calcoli statistici. Che poi si passi, in teoria e con la approssimazioni del caso, da 30 a 32 piuttosto che da 50 a 55 di braccio, poco importa.

              Un fatto importante e' che sono principianti.
              Nei principianti funziona tutto, E INFATTI anche le negative lente, pur meno efficaci, hanno funzionato.

              Negli avanzati non funziona quasi niente ... purtroppo.

              Comunque grazie a Paolo, spero in tanti altri contributi critici costruttivi, perche' almeno la discussione rimane interessante!


              Eagle
              Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d'accordo con una minoranza.

              NEUROPROLOTERAPIA - la nuova cura per problemi articolari e muscolari. Mininvasiva ma soprattutto, che funziona!
              kluca64@yahoo.com

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              • richard
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                #37
                Intanto ringrazio Paolo per la stima che manifesta nei miei confronti con questa "citazione".
                Ho sempre provato profondo rispetto per il lavoro della ricerca e penso che, purtroppo, spesso venga tirato in ballo a sproposito.
                Troppo semplice leggere un abstract per far dire all'autore quel che si vuole.

                Originariamente Scritto da Eagle Visualizza Messaggio
                Sulle Reviw mi permetto di dissentire da Richard.
                Ne abbiamo gia' discusso e ho postato, apposta, un esempio in scentific corner, in cui mi sono andato a leggere la bibliografia.
                E ne emerge che la reviw conclude dando delle linee guida che si basano su studi molto criticabili.
                Ho replicato, in Scientific Corner, ad una parte delle tue obiezioni (quelle che mi sembravano più significative) e non ho più ricevuto repliche.
                Trovo quella review ben fatta e, fondamentalmente, penso che possa essere facilmente fraintesa fin dal titolo ... come ho fatto notare in quella sede.


                Originariamente Scritto da Eagle
                Quindi le review vanno bene SE il revisore lo sa fare come si deve, SE la rivista che le accetta le analizza per bene e le pubblica solo se sono fatte bene, etc etc etc.
                Qui hai scoperto l'acqua calda ( ), ma già ti dissi che "non c'è problema" in una review fatta "male": il ricercatore (destinatario naturale della review) che trovasse inappropriato il lavoro di review per fondati motivi di carattere scientifico può contattare rivista e autori per manifestare le proprie perplessità (che, se fondate, la rivista non esita a pubblicare); di solito ne scaturisce un dibattito interessante e costruttivo.
                Questo discorso vale, in generale, per ogni tipo di pubblicazione scientifica.

                Originariamente Scritto da Eagle
                In pratica nella review si ha un "passggio in piu'", uno o un gruppo che legge e interpreta molti studi a riguardo e trae delle conclusioni ... quel "trae" a volte non mi trova d'accordo, ma pace.
                Quel "trae", sul quale ci si può trovare d'accordo o meno (e che, come detto prima, può essere pubblicamente dibattuto), poggia su una cultura scientifica e di ricerca: è questa la norma, non l'eccezione ...

                Originariamente Scritto da Eagle
                Ci sono dei tipi di studio, chiamati metanalisi, che sono delle review particolari, in cui le analisi dei vari studi sono fatte con regole ben precise, molto pallose e numeriche, con tante formule, ma che garantiscono imparzialita', per quanto possibile, dei risultati. Che diventano pertanto dei "superstudi" in cui si buttano dentro e si calcolano, ma non a giudizio personale, ma con regole precise, note ed approvate, i risultati COMPLESSIVI.

                Peccato che per le cose che interessano a noi non esistano, dato che la maggior parte degli studi sono fatti ... come sono fatti.
                Esiste, in effetti, una vasta tipologia di pubblicazioni scientifiche a seconda della branca della scienza e degli scopi che si prefigge: esse possono essere particolarissime e tecniche, o più generali e discorsive.
                Tutte, torno a ripeterlo, con il fine del progresso scientifico, sia che esse forniscano motivi di conferma di conoscenze acquisite, sia che suscitino dubbi o nuovi interrogativi.
                La ricerca non è costituita solo dallo "studio" a se stante, ma anche e soprattutto dalla logica e dall'analisi che da esso scaturisce e segue.
                Last edited by richard; 25-05-2008, 23:41:28. Motivo: misprints

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                • richard
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                  #38
                  Originariamente Scritto da Eagle Visualizza Messaggio
                  Si ma un carico submassimale sollevato ad una velocita' massimale attiva tutte le unita' motorie o no?

                  L'accelerazione "costa", quindi mi aspetterei che la massima accelerazione, con un carico sufficiente, anche non massimale, possa farlo.

                  Eagle
                  Assumo che per carico massimale si intenda, come specificato altrove, il carico massimo che si può vincere attivando tutte le unità motorie, a prescindere da "esaurimento metabolico". Quindi un carico sub-massimale, per definizione, non coinvolge tutte le fibre.

                  L'accelerazione "costa" nel senso che sono necessarie frequenze di impulso neuroelettrico (del treno di potenziali d'azione) più elevate per consentire gli incrementi di velocità richiesti; queste frequenze sono "alla portata" delle fibre veloci e non di quelle lente.
                  In questi frangenti si ipotizza, come affermai in un altro post (in un'altra discussione), che l'attivazione delle fibre rapide possa "bypassare" quella delle fibre lente.
                  Last edited by richard; 25-05-2008, 23:36:49. Motivo: misprints

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                  • Eagle
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                    #39
                    Originariamente Scritto da richard Visualizza Messaggio
                    Assumo che per carico massimale si intenda, come specificato altrove, il carico massimo che si può vincere attivando tutte le unità motorie, a prescindere da "esaurimento metabolico". Quindi un carico sub-massimale, per definizione, non coinvolge tutte le fibre.

                    L'accelerazione "costa" nel senso che sono necessarie frequenze di impulso neuroelettrico (del treno di potenziali d'azione) più elevate per consentire gli incrementi di velocità richiesti; queste frequenze sono "alla portata" delle fibre veloci e non di quelle lente.
                    In questi frangenti si ipotizza, come affermai in un altro post (in un'altra discussione), che l'attivazione delle fibre rapide possa "bypassare" quella delle fibre lente.
                    L'attivazione delle fibre e' in relazione con la frequenza di impulso, non col carico sollevato.

                    Con frequenza massimali si attivano tutte le fibre, indipendentemente dal carico sollevato.

                    Con carico massimale si attivano per necessita' tutte le fibre, essendo per necessita' l'impulso massimale.

                    Ergo, conslusione teorica che dovrebbe avere delle conferme sperimentali per essere accettabile, anche con carichi non massimali, se si spinge al massimo e il carico lo consente (deve essere sufficientemente pesante per poter far esprimere il massimo impulso) si attivano tutte le unita' motorie.

                    Eagle
                    Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d'accordo con una minoranza.

                    NEUROPROLOTERAPIA - la nuova cura per problemi articolari e muscolari. Mininvasiva ma soprattutto, che funziona!
                    kluca64@yahoo.com

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                    • Eagle
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                      #40
                      Originariamente Scritto da richard Visualizza Messaggio
                      Ho replicato, in Scientific Corner, ad una parte delle tue obiezioni (quelle che mi sembravano più significative) e non ho più ricevuto repliche.
                      Trovo quella review ben fatta e, fondamentalmente, penso che possa essere facilmente fraintesa fin dal titolo ... come ho fatto notare in quella sede.

                      Inivito chi fosse interessato a leggere il 3ad.

                      Ho preso un parametro a me caro ed interessante, la velocita' di esecuzione, e mi sono andato a vedere come mai consigliano quello che consigliano.

                      Viene consigliata una velocita' moderatamente lenta per l'ipertrofia, ma il tutto si fonda su UNO studio, del 1987, che ha analizzato cosa succede a 21 soggetti totali, divisi in due gruppi, uno che si allanva per la forza esplosiva e l'altro per la forza "pesante" (massimale).

                      I miei commenti sono nel post nr 5 del 3ad: http://www.bodyweb.it/forums/showthread.php?t=162472

                      Si puo' discutere fino al 2030 sul fatto che la ricerca procede a piccoli passi, che gli studi vanno presi ed interpretati con le dovute cautele e limiti, etc etc etc ... DI FATTO, secondo me, non e' corretto basare delle linee guida che consigliano una velocita' moderata su UNO studio e che oltre tutto non analizza solo il fattore velocita', ma il fattore velocita' in relazione al carico.

                      Oltre tutto uno studio vecchio, con pochi soggetti, e che non ha trovato conferme nei 20 anni successivi.

                      Originariamente Scritto da richard Visualizza Messaggio
                      Qui hai scoperto l'acqua calda ( ), ma già ti dissi che "non c'è problema" in una review fatta "male": il ricercatore (destinatario naturale della review) che trovasse inappropriato il lavoro di review per fondati motivi di carattere scientifico può contattare rivista e autori per manifestare le proprie perplessità (che, se fondate, la rivista non esita a pubblicare); di solito ne scaturisce un dibattito interessante e costruttivo.
                      Questo discorso vale, in generale, per ogni tipo di pubblicazione scientifica.

                      Questo mi va bene se si trattasse del corriere dei piccoli.

                      Una rivista scientifica DEVE avere un comitato scientifico che legge i lavori che vengono proposti per la pubblicazione, legge ed analizza tutta la bibliografia, discute con gli autori di eventuali problemi, punti di debolezza, correzioni, etc etc.

                      Nel caso specifico, sempre secondo me, dovevano coreggere e non scrivere che si consiglia una velocita' moderatamente lenta (che poi non significa niente), ma che ci sono pochissime evidenze sperimentali, e che l'unico lavoro che loro hanno considerato ha visto questo e quello.

                      E questo non lo deve fare un urologo che si interessa per hobby di bb, lo DEVE fare il comitato scientifico della rivista.


                      Eagle
                      Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d'accordo con una minoranza.

                      NEUROPROLOTERAPIA - la nuova cura per problemi articolari e muscolari. Mininvasiva ma soprattutto, che funziona!
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                      • IronPaolo
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                        #41
                        Ragazzi, ma proviamo un po' noi a definire un modello, no?

                        Vediamo...

                        Non sarò preciso perchè sono in pausa mensa. Sorry

                        L'attivazione delle fibre è in relazione alla frequenza dell'impulso nervoso, e dell'intensità. Diciamo che ci siamo.

                        La frequenza e l'intensità sono in relazione con la tensione ai capi muscolari, con i segnali dei fusi neuromuscolari (perciò con la velocità e l'intensità della tensione rilevata), con quelli degli organi del Golgi, con quanto i sensi e le capacità propriocettive indicano, con la "coscienza" che invia il segnale di richiesta di produzione della forza.

                        In altre parole, la struttura è a retroazione. Anche qui, ci siamo, dài.

                        Perciò, posso attivare tutte le fibre muscolari anche con un peso non massimale, "basta" che gli imprima sufficiente accelerazione. Un peso che si muove ha due componenti di forza: una "statica" per cui il peso si muove a velocità costante o sta fermo, una "dinamica" che è quella relativa all'accelerazione impressa. Pertanto, più accelerazione, più forza per produrla, più tensione ai capi muscolari, più impulsi, più...

                        Però le cose non sono così semplici: potrei usare anche delle isometriche dove premo contro qualcosa. Un modo per quantificare questo è caricare, che so... 100Kg e premerli verso l'alto contro i fermi del rack. Quando i 100Kg iniziano a scendere, non sto generando forza sufficiente. Perciò posso contrarre massimalmente tutte le fibre anche a zero velocità.

                        In più, la forza che i muscoli generano è angolo-dipendente. 100Kg di panca alla lockout attivano meno fibre che 100Kg di panca al petto.

                        Tutto questo per dire che è possibile fare tante cose, ma che poi è difficile capirci qualcosa.

                        In generale, pertanto, io credo che consigliare una esecuzione fluida potrebbe invece essere così formulata: "esegui il movimento con il peso che permette un movimento a velocità costante".

                        "velocità costante" è una approssimazione, perchè quando il movimento si inverte non è così, e c'è un impulso, ma... va bene lo stesso, dài...

                        Se si esegue a velocità costante, il reclutamento delle fibre è solo dovuto al carico meccanico. E gli esperimenti sono più facili.

                        Per questo non mi piace introdurre velocità e cose del genere. Perchè si fa casino.

                        Però possiamo dire così: poichè in un movimento c'è solo un range ristretto che attiva X fibre, perchè non ampliarlo?

                        Se io faccio lo stacco con gli elastici, il peso diventa via via maggiore al salire del bilanciere stesso. Perciò la mia catena cinetica posteriore è sottoposta ad uno stress che vuole essere costante su tutti gli angoli.

                        Io credo che per il BBer questa potrebbe essere una soluzione. Perchè gli elastici sono un metodo facilmente quantificabile, mentre variare le velocità molto più approssimativo.

                        Per le review e le meta-analisi, quello che tu dici, Eagle, è vero: gli studi possono non essere acritici, ma polarizzati in una direzione, ma ciò non toglie la generalità delle affermazioni fatte: uno studio è qualcosa di tecnico, locale, specifico, circoscritto. Una review o ancora di più una meta-analisi sono visioni molto più generali e, per chi le sa leggere, utilizzabili.

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                        • richard
                          scientific mode
                          • May 2006
                          • 19924
                          • 381
                          • 414
                          • Send PM

                          #42
                          Originariamente Scritto da Eagle Visualizza Messaggio
                          L'attivazione delle fibre e' in relazione con la frequenza di impulso, non col carico sollevato.

                          Con frequenza massimali si attivano tutte le fibre, indipendentemente dal carico sollevato.

                          Il reclutamento ha due connotazioni: spaziale (capacità di attivare nuove unità motorie) e temporale (capacità di attivare più unità motorie in un tempo fissato).

                          La forza massima (necessaria a vincere il "carico massimo", se non sopraggiungono "esaurimenti" metabolici o neurali) è quella corrispondente all'attivazione di tutte le unità motorie, per definizione.

                          - Non è detto che tale forza sia subito raggiungibile da chi si allena, anzi spesso lo scopo è tendere all'attuazione di questa tensione muscolare massimale.

                          - Quello che chiamiamo 100% RM è la forza massima che riusciamo ad estrinsecare tenendo in conto non solo il puro reclutamento, ma anche fenomeni metabolici ed energetici che inficiano via via l'attività delle unità motorie.

                          La forza massima si può ottenere anche con frequenze (del treno di potenziali d'azione che si propaga lungo l'unità motoria) basse (valori tipici di queste frequenze ricadono in qualche decina di Hz). Quando la frequenza (del segnale che si trasmette lungo l'unità motoria) è di questi ordini il reclutamento ha connotazione spaziale.

                          Per attuare movimenti veloci contro carichi esterni (reclutamento temporale) sono necessarie frequenze (del treno di potenziale d'azione ...) alte (tipicamente 100 Hz ed oltre). Non tutte le fibre hanno le caratteristiche fisiologiche per trasmettere un treno di impulsi elettrici a tali frequenze (di fatto lo fanno solo le fibre IIb). In movimenti molto rapidi (al limite del balistico) esistono motivi per pensare che il sistema nervoso possa attivare direttamente le unità motorie afferenti a fibre rapide (IIb). In questi casi, però, la tensione muscolare complessiva non è quella massima ottenibile.

                          E' quindi indiscutibile il legame tra frequenza del treno d'impulsi e carico da vincere (in relazione anche alla velocità da attuare).

                          Originariamente Scritto da Eagle

                          Con carico massimale si attivano per necessita' tutte le fibre, essendo per necessita' l'impulso massimale.
                          Questo è chiaro, purché il carico sia vinto.

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                          • richard
                            scientific mode
                            • May 2006
                            • 19924
                            • 381
                            • 414
                            • Send PM

                            #43
                            Originariamente Scritto da Eagle Visualizza Messaggio
                            Inivito chi fosse interessato a leggere il 3ad.

                            Ho preso un parametro a me caro ed interessante, la velocita' di esecuzione, e mi sono andato a vedere come mai consigliano quello che consigliano.

                            Viene consigliata una velocita' moderatamente lenta per l'ipertrofia, ma il tutto si fonda su UNO studio, del 1987, che ha analizzato cosa succede a 21 soggetti totali, divisi in due gruppi, uno che si allanva per la forza esplosiva e l'altro per la forza "pesante" (massimale).

                            I miei commenti sono nel post nr 5 del 3ad: http://www.bodyweb.it/forums/showthread.php?t=162472

                            Si puo' discutere fino al 2030 sul fatto che la ricerca procede a piccoli passi, che gli studi vanno presi ed interpretati con le dovute cautele e limiti, etc etc etc ... DI FATTO, secondo me, non e' corretto basare delle linee guida che consigliano una velocita' moderata su UNO studio e che oltre tutto non analizza solo il fattore velocita', ma il fattore velocita' in relazione al carico.

                            Oltre tutto uno studio vecchio, con pochi soggetti, e che non ha trovato conferme nei 20 anni successivi.
                            Come scrissi in quel thread:

                            In effetti la review dedica una intera sezione alle direttive ottimali per l'ipertrofia, sempre in ambito di allenamento di resistenza e in un'ottica di progressività.
                            Sono presi in considerazione diversi parametri di lavoro: possiamo inizialmente (come ha fatto Eagle) soffermarci sulla velocità di ripetizione.
                            La review ammette che "meno è noto sugli effetti di questo parametro di lavoro su l'ipertrofia rispetto a quanto si sappia degli altri parametri (volume, intensità, ...)".

                            Quindi la direttiva che fornisce in questo caso si basa, per lo più, su criteri di progressività: in sostanza consiglia il metodo più sicuro dal punto di vista medico.


                            Originariamente Scritto da Eagle
                            Questo mi va bene se si trattasse del corriere dei piccoli.

                            Una rivista scientifica DEVE avere un comitato scientifico che legge i lavori che vengono proposti per la pubblicazione, legge ed analizza tutta la bibliografia, discute con gli autori di eventuali problemi, punti di debolezza, correzioni, etc etc.

                            Nel caso specifico, sempre secondo me, dovevano coreggere e non scrivere che si consiglia una velocita' moderatamente lenta (che poi non significa niente), ma che ci sono pochissime evidenze sperimentali, e che l'unico lavoro che loro hanno considerato ha visto questo e quello.

                            E questo non lo deve fare un urologo che si interessa per hobby di bb, lo DEVE fare il comitato scientifico della rivista.


                            Eagle
                            La review ha uno spirito e un senso che, a mio avviso, non hai colto: è una review di carattere medico, non dimentichiamolo.

                            Per quanto riguarda il discorso "corriere dei piccoli", so perfettamente che una rivista deve avere un comitato di esperti giudicanti (si da il caso che, anche se in ambito completamente diverso, io faccia parte di più di uno di questi "comitati", in qualità di referee per alcune riviste). Ti assicuro che, spesso, il giudizio ai fini della pubblicazione richiede mesi di studio.

                            Quanto tempo abbiamo dedicato noi, io e te, a quella review?

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                            • menez
                              SdS - Moderator
                              • Aug 2005
                              • 7166
                              • 521
                              • 56
                              • Send PM

                              #44
                              stento a ritrovarmi scorrendo i vostri interventi, devo ammettere che forse sono estremamente scientifici.
                              Ma devo anche dire che mi sfuggono molte cose, quando queste sono confrontate con miei personalissimi studi.
                              Ma praticamente di che cosa si parla?
                              Se si parla di velocità esecutiva allora mi domanda ma secondo chi, ci deve essere un nesso tra velocità esecutiva e ipertrofia? Un carico submassimale può essere sollevato secondo alcune cadenze esecutiva ognuna delle quali conduce in tempi diversi ad una condizione di affaticamento(lenta e controllata, estremamente lenta, superslow e alternanza dei regimi di contrazione).quindi? la domanda cosa è importante per la massa muscolare, la velocità o il livello di affaticamento indotto entro un certo tempo e con un dato carico?.
                              Ricordo che l'ipertrofia è il risultato strutturale-muscolare(per molti sport indesiderato) ,di una tipologia di allenamento indirizzato e specifico che "normalmente" è conseguito attraverso l'applicazione di fattori precisi, tra cui la cadenza o velocità esecutiva.
                              Il problema è che se parliamo di atleti dediti allo sviluppo di una capacità condizionale ben evidente quale forza-resistenza-velocità allora credo possano esserci campi più vasti da esplorare ed esplorati. Ma il resto mi pare sia un corollario di interrogativi ai quali la fisiologia ha offerto delle risposte, non definitive è evidente ma alquanto pertinenti.
                              Lo dimostra il fatto che partendo da un interrogativo specifico, si approda inesorabilmente alla legge del tutto o niente, per poi concludere che esiste anche la graduazione della forza muscolare.
                              Ma a complicare il tutto è poi scoprire che globalmente la composizione in tipi di fibre varia tra differenti regioni di uno stesso muscolo, tra differenti muscoli di uno stesso soggetto,e, certamente, anche tra gli stessi muscoli in soggetti diversi.
                              Gli studi a migliaia, tengono conto di molti aspetti, forza isocinetica, popolazione di studenti, bambini, adulti, donne, giocatori di basket, mai o quasi mai Culturisti o comunque Bber agonisiti.
                              GUTTA CAVAT LAPIDEM
                              http://albertomenegazzi.blogspot.it/
                              MANX SDS

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                              • richard
                                scientific mode
                                • May 2006
                                • 19924
                                • 381
                                • 414
                                • Send PM

                                #45
                                Originariamente Scritto da menez Visualizza Messaggio
                                stento a ritrovarmi scorrendo i vostri interventi, devo ammettere che forse sono estremamente scientifici.
                                Ma devo anche dire che mi sfuggono molte cose, quando queste sono confrontate con miei personalissimi studi.
                                Ma praticamente di che cosa si parla?
                                Se si parla di velocità esecutiva allora mi domanda ma secondo chi, ci deve essere un nesso tra velocità esecutiva e ipertrofia? Un carico submassimale può essere sollevato secondo alcune cadenze esecutiva ognuna delle quali conduce in tempi diversi ad una condizione di affaticamento(lenta e controllata, estremamente lenta, superslow e alternanza dei regimi di contrazione).quindi? la domanda cosa è importante per la massa muscolare, la velocità o il livello di affaticamento indotto entro un certo tempo e con un dato carico?.
                                La velocità ha importanza nel senso che ad essa corrisponde reclutamento di fibre rapide, più propense a condizionamenti ipertrofici.

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