Editoriale Due Torri 2007

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    Editoriale Due Torri 2007

    Di Piero Nocerino - Due torri e contorni.

    Un mio amico mi ha scritto: “...ma e' come se corressero la Stramilano a Crotone...”
    Se e' Due Torri, le Due Torri storteggiano e campeggiano a Bologna, e Bologna dovrebbe essere.
    Da Bologna a Modena ci si sposta quasi per osmosi; stesso ragu' sugli stessi tortellini, la stessa orrenda piadina plastificata nei chioschi extra palazzetto, il mega Supermercato nell'immediatezza dello stesso. Un po' di Autostrada, un paio di viali alberati, e il gioco e' fatto. Frega una cippa se siamo altrove, quando l'Europa e' una, e le targhe delle auto non segnalano da anni la provincia di appartenenza.
    Finalmente non devo millantare di essere il fratello abbandonato di Fabbri per parcheggiare la macchina. Non devo litigare col solito Vigile del Fuoco o con i portantini delle ambulanze pronte alle disidratazioni del back stage, e questa e' cosa buona. Dall'apertura del bagagliaio all'inserimento dei prodotti nello stand trascorrono 20 secondi netti...un sogno che si realizza sulla base del mio sorriso ebete e incredulo. Non ci scrocchiano le ossa neanche i soliti -20 di temperatura, fedele costante matematica di tutti, o quasi, gli eventi Palamalagutiani degli ultimi anni.
    Dov'e' l'inghippo? Mi chiedo con una certa insistenza quasi gufaiola, se in qualche momento della giornata un dramma qualsiasi, dal crollo di pareti portanti alla semplice esplosione di un Erpes fulminante, possa spezzare la bolgia del “tutto liscio” al quale non siamo abituati. E invece niente, davvero tutto perfetto. Il tavolo c'e', si accendono persino le luci, le prese per il registratore di cassa....Dio Santo!
    Se dovessi dire che non c'era gente, dovrei farlo mentendo. Certo, era tutto ridotto nelle dimensioni, ma alla fine non lo era piu' di tanto, e mi spingo alla dichiarazione di “Top five” nel mio personalissimo cartellino della classifica delle migliori locations per l'evento duetorriano. Per la cronaca, rimane fanalino di coda il tragico, gelido, grigiotopometallizzato ambient del Palazzetto in quel di Via Azzarita: dopo Dachau, una delle mete di pellegrinaggio elettive per coloro che volessero automortificare il proprio senso dell'architettura funzionale al benessere dell'uomo.
    Ottima la fiera, quindi. Operatori del settore presenti e brillanti, acquirenti in veste da ottimismo cacciasfiga e crisi economica olistica esorcizzata da propositi guerrieri e futuristici approcci al Know how tecnologico offerto da integrazione e mezzi biomeccanici.
    Tutto perfetto, quindi? No, perdio, proprio no! Se il Due Torri e' anche una gara, abbasso il Due Torri.
    Premetto, parlo da uomo innamorato di questa tortura che ci si autoinfligge ogni santo Novembre, mese nel quale, oltre ai morti, ci ricordiamo di glorificare San Sacrificio martire, patrono dei masochisti che continuano a circolettare in rosso la festa del massacro.
    Ci stiamo arrivando, Franco Fabbri, persona onesta e degnissima, abbi pazienza un attimo che ci arriviamo...Che tu organizzi la festa maxima del muscolo striato, questo nessuno lo misconosce, ma occhio, Francone, che stiamo svilendo e deturpando a colpi di lapidate una tua creatura che tua sta rimanendo solo nell'aspetto fieristico/commerciale, e che hai demandato in mani forse meno ferme e responsabili delle tue.
    Hai posto forti paletti. Alle 20, il Palazzetto va a dormire, e' questo ci puo' stare, anzi...ma mi spieghi come e' stato possibile giudicare la categoria dei Medi ( 75-85 kg ), iperponderata da, mi sembra, 29 ragazzi, in circa 20 minuti? Mi ricordo alcune edizioni nelle quali la santa giuria veniva tacciata di tentata strage perche' costringeva la popolazione del parquet a maratone ipercontrattili fino alla spolpazione del verdetto, giusto o sbagliato che fosse. Era una gara sicuramente sofferta da entrambe le controparti.
    Oggi, quasi 30 atleti e neanche 6 confronti. Scandalo, perdio, scandalo!!!
    Metti Dennis Giusto, Meiattini, Martinez, e mettili per meriti o per nome, poco mi interessa, nei primi sei.
    Ma poi, gli altri 26 atleti, mi spieghi come li hanno guardati? Con quale efferata noncuranza sono stati trattati mesi di sacrifici, sogni, aspettative....
    Il mio amico Paolo Tamarri, uomo, ancor prima che atleta, e atleta, ancor prima che giudice, mi ha telefonato urlandomi la sua vergogna per l'appartenenza ad un ceppo etnico che si e' permesso ( in qualche caso ) di stilare la classifica dei primi 6 in trenta secondi. Questo perche' il trend attuale del buon giudice e' quello che avevamo noi, bambini alle elementari, ancorche' si faceva a gara a chi consegnava per primo il temino sulla neve scivolosa o sulle vacanze appena finite. Triste, Franco, devo dirtelo da persona che ha attraversato la tua creatura come atleta, spettatore, standista e sponsor. Davvero triste. “ Mi raccomando, pochi confronti, il tempo e' limitato”...questo era il “diktat” che girava nel perimetro del tavolo dei giudici. E allora via, lasciamo all' “ubi maior, minor cessat” il timone di una gara ancora sana, strafrequentata, al limite della mitologia applicata al BB.
    Stuprate la verginita' di questo entusiamo, vedete fin dove riuscite a spingervi, tirate la corda...
    Battiamo il record assoluto. Se il prossimo anno ci saranno duecento atleti, invece dei quasi 170 di ieri, vediamo come comprimerli ulteriormente topograficamente e nelle aspettative di successo.
    Proviamo, giochiamo a giudicarne 40 in 10 minuti, e battiamo il Guinness della stronzata, siamo sulla buona strada.
    Paolo ha provato a consegnare un foglietto con un confronto che gli interessava ai fini di una precisione di giudizio che gli appartiene. Non se ne e' fatto nulla. Sentivo il rossore feroce di Tamarri via telefono, e ne ero parte affettiva per lui e la responsabilita' che gli era stata affidata.
    Ponendomi in posizione Kantiana, mi piacerebbe veder costruire dopo l'evidente demolizione. Dalle ceneri di questo trauma etico, l'Araba fenice di una nuova deontologia comportamentale deve farsi strada prima che lo scoramento dei molti si trasformi nello scoglionamento di tutti.

    Piero Nocerino.

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