ecco un bel cosino che ho trovato su http://utenti.lycos.it/supplementi/studies4.html
Recentemente l'uso degli integratori erboristici ha subito un notevole incremento e pare che la tendenza sia destinata ad aumentare, soprattutto grazie alle discipline di meditazione, filosofiche, alimentari e sportive ispirate dall'oriente, ove se ne fa un largo utilizzo. Pertanto viene pubblicata una serie di schede molto piu' approfondite destinate alle piante piu' comunemente usate in ambito erboristico in Italia.
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ACEROLA
Altri nomi usati: Ciliegia delle Indie occidentali, Barbados cherry, Puerto Rican cherry, West indian cherry, Huesito
Nome botanico: Malpighia glabra L., Malpighia punicifolia L.
Principi attivi: VITAMINA C (14,5%), VITAMINA A, TIAMINA, RIBOFLAVINA, NIACINA, CALCIO, FERRO, FOSFORO,
Erba sostitutiva: ROSA CANINA
Erbe sinergiche: ROSA CANINA
L'Acerola viene usata soprattutto in composizioni di concentrati per apporto di vitamina C. Le altre vitamine e i sali minerali dell'Acerola sono contenute in concentrazioni comparabili a quelle di altri frutti. Appartiene alla categoria della frutta acidula, ricca di acidi organici, in particolare di acido malico. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare ha azione alcalinizzante per l'organismo perché gli acidi deboli, con l'ossidazione, generano acido carbonico che, combinandosi con il Sodio e il Potassio nel sangue, forma carbonati e bicarbonati: questi aumentano la riserva alcalina dell'organismo, utile difesa occorrente a neutralizzare acidi diversi che possono formarsi in seguito a condizioni morbose. D'altra parte gli stessi acidi organici formano sali di vario tipo (es. ossalati) che possono essere di importanza rilevante in caso di calcolosi renale.
ALGHE BRUNE O KELP
Altri nomi usati: Laminaria, Algina, Alginati, Algin, Alginates, Kelp gigante
Nome botanico: Macrocystis pyrifera (L.) C.A. Agardh., Laminaria digitata (L.) Edmonson, Ascophyllum nodosum (L.) LeJolis
Principi attivi: ACIDO ALGINICO FORMATO DA ACIDO D-MANNURONICO E ACIDO L-GULURONICO
Erba sostitutiva: FUCUS
L'alginato estratto dalle alghe brune è importante non tanto per le sue proprietà terapeutiche, quanto perché se ne fa un largo consumo in vari settori: da quello alimentare come gelificante a quello medico-farmaceutico. Sembra inoltre che l'alginato di sodio (con maggiori percentuali di acido guluronico) abbia capacità di ridurre l'assorbimento dello stronzio e diminuisce la ritenzione, di altri cationi. Le gomme naturali sono dei polisaccaridi eterogenei. Pare che la formazione da parte delle piante abbia cause fitopatologiche. Le gomme formano soluzioni adesive con acqua calda. Si suddividono in: - solubili quando danno soluzioni colloidali sciogliendosi in acqua (gomma arabica); - semisolubili quando si comportano come le insolubili e poi, per aggiunta di altra acqua diventano solubili; - insolubili se in acqua rigonfiano e danno un gel (gomma adragante, gomma karaja, gomma guar, glucomannano). L'impiego farmaceutico e cosmetico è molto vario: eccipienti, correttivi, viscosizzanti, emulsionanti ecc., in fitoterapia vengono usati anche direttamente come blandi lassativi, anoressanti, protettivi delle mucose e antiacidi. Il gel naturale estratto dall'agar è insolubile in acqua fredda ma facilmente solubile in acqua bollente ; la soluzione ottenuta (sol) è un gel solido che non fonde al di sotto degli 85° C. Con l'essiccamento del gel viene prodotta una polvere priva di tossicità che può assorbire fino a 200 volte il peso in acqua e che viene utilizzata dall'industria alimentare come addensante, dall'industria farmaceutica per sospensioni, gel e supposte, nella ricerca di laboratorio come terreno di coltura e in odontoiatria. Nella fitoterapia è considerato un buon lassativo meccanico. La gomma guar non è né solubile né dispersibile nei solventi organici. La viscosità dei sol di gomma guar non è modificata da cambiamenti di PH tra 4 e 10,5. È compatibile con la gelatina, l'amido e molte altre gomme insolubili. La gomma di carrubo è compatibile con la gelatina, l'amido e altre gomme vegetali; ha usi simili a quelli della gomma guar e viene utilizzata anche al posto della adragante; può aumentare la forza dei gel d'agar e ritardare la loro sineresi. Essa viene idratata in acqua calda per poi essere conservata in soluzione fredda (sol). Non è digerita dagli animali e viene utilizzata soprattutto come additivo in formaggi, carni, salse di pesce, gelati, torte farcite, zuppe, prodotti da forno, ecc.
ANANAS
Nome botanico: Ananas sativus Schult. F. + var.
Principi attivi: BROMELINE
Controindicazioni: NON USARE IN CASO DI ULCERA PEPTICA ATTIVA.
Dal caule e dal frutto dell'Ananas viene estratto il succo che contiene bromelaina; questa sostanza viene lavorata e commercializzata come polvere di colore giallo-marroncino e costituisce la sostanza utilizzata in terapia. Non è stata ancora chiarita la natura di alcuni effetti terapeutici della bromelaina ma pare che siano indotti per stimolazione a produrre composti tipo prostaglandina E.
BROMELINA PAPAINA E FICINA - Chimicamente sono considerate proteasi sulfidriliche. La bromelaina viene estratta dall'Ananas, la papaina dalla Papaya e la ficina dal Ficus insipida. Queste tre sostanze sono dei noti proteolitici, ovvero in grado di idrolizzare diversi substrati proteinacei e ottimi antiinfiammatori. Le proteasi possono indurre allergie da contatto in individui sensibili e dosi orali eccessive possono causare catarsi (evacuazione delle feci). In particolare la ficina grezza ha proprietà corrosive per la pelle e un contatto prolungato può provocare sanguinamento; la papaina ha la capacità di digerire i tessuti morti senza interessare i tessuti vivi circostanti (scalpello biologico), tuttavia un alto consumo può provocare disturbi gastrici. La bromelaina, più economica della papaina, viene usata in luogo di quest'ultima anche come ammorbidente della carne, ingrediente di cereali precotti, per la concia di pelli e nella birra.
ARANCIO AMARO
Nome botanico: Citrus aurantium L. var. amara Link.
Principi attivi: OLIO ESSENZIALE D-LIMONENE, ESPERIDINA, NEOESPERIDINA, CUMARINE, PRINCIPI AMARI, VITAMINE A B C, FLAVONOIDI, SINEFRINA
Possiede proprietà ed usi analoghi a quelli dell'Arancio dolce. L'essenza di "Neroli" è estratta dai fiori, mentre il "Petit-grain" è data dai frutti piccoli e dalle foglie e rametti asportati con la potatura. Con il frutto si preparano canditi, mentre la polpa serve a confezionare marmellate.
I frutti acerbi e disseccati di Citrus aurantium varietà amara contengono sinefrina, un'amina simpaticomimetica (alcaloide) in grado di provocare nel ratto una significativa riduzione dell'assunzione di cibo e dell'aumento ponderale. Uno studio è stato condotto anche su esseri umani da Colker per determinare gli effetti dell'estratto di Citrus Aurantium, caffeina, e ST. John's Wort sulla composizione del corpo, sulle variazioni metaboliche, lipidemia e sullo stato d'animo in persone adulte, sane e in sovrappeso. La sinefrina è un calmante che può avere molti degli effetti positivi dell’efedrina senza i suoi effetti collaterali. In sintesi l’efedrina è sì molto potente come agente lipolitico, ma ha numerosi ed indesiderati effetti collaterali che non la rendono assolutamente sicura. Metre la sinefrina assomiglia molto all’efedrina, ha parte dei suoi effetti migliori, ma non ha la stessa efficacia, pur essendo in ogni modo sicura. Le sostanze termogene sono le seguenti: Amine simpaticomimetiche (catecolamine): sinefrina 4-6%, N- metiltiramina, hordenina, octopamina, tiramina, glucosidi flavonici. La termogenesi è un particolare processo metabolico che consiste nella produzione di calore da parte dell’organismo, soprattutto nel tessuto adiposo e muscolare. Il metabolismo, e quindi anche l’entità della termogenesi, dipendono fra l’altro da fattori genetici, e possono quindi variare da individuo a individuo. Tali fattori influenzano anche la quantità del cosiddetto tessuto bruno adiposo (grasso bruno), tessuto capace di produrre calore ed energia "bruciando" i grassi in quantità maggiore rispetto ad ogni altro distretto dell’organismo. Poiché il peso corporeo è determinato dal bilanciamento fra calorie introdotte con gli alimenti e quelle bruciate con l’attività fisica e con i vari processi metabolici quali digestione, respirazione etc., stimolando la termogenesi si può ottenere un certo controllo del peso corporeo. Il fitocomplesso contenuto nell’estratto secco di Citrus aurantium ha una particolarità: mostra un’attività termogenetica selettiva, stimola cioè soltanto i recettori adrenergici beta-3, presenti principalmente nel tessuto adiposo e nel fegato, i quali sono responsabili dei processi di demolizione dei grassi ( lipolisi). Poichè non agisce su altri tipi di recettori delle catecolamine, quali alfa-1, alfa-2, beta-1 e beta-2, ai dosaggi consigliati non provoca effetti collaterali a livello del sistema cardiovascolare nè del sistema nervoso centrale. Attraverso dunque un’aumentata beta-ossidazione dei grassi l’estratto secco di Citrus aiuta ad ottenere la riduzione del peso corporeo , ma soprattutto a migliorare il rapporto fra massa magra e massa grassa. L’estratto secco titolato e standardizzato di Citrus aurantium è indicato nelle diete dimagranti; inoltre aiuta a migliorare la performance fisica. I dosaggi usuali sono di 200-400 mg di estratto prima dei pasti principali, in capsule o compresse.
PRINCIPI ATTIVI SULLO STOMACO (EUPEPTICHE) - Sono quelle che aumentano la quantità di succo gastrico e prendono il nome generale di 'eupeptici' o, più volgarmente, di aperitivi, digestivi, stomachici. Esse influenzano la secrezione cloropeptica in base a diversi meccanismi d'azione: A) Eupeptici a meccanismo nervoso riflesso o amari puri: rappresentati da quelle droghe che agiscono su terminazioni nervose lontane dallo stomaco (palato e lingua). Qui la secrezione è stimolata da semplice contatto dei recettori gustativi che, attraverso i nervi vaghi, determinano aumento della secrezione salivare, dei succhi gastrici e dalla mtilità del tubo digerente (Genziana, Quassio, Trifoglio fibrino, Centaurea minore). B) Eupeptici a meccanismo nervoso centrale: hanno azione parasimpaticomimetica ovvero stimolano il sistema parasimpatico determinando un aumento di tutte le secrezioni, compresa quella gastrica. Tuttavia non vengono usate per questo scopo a causa dei loro effetti collaterali. C) Eupeptici a meccanismo diretto: giunte allo stomaco stimolano direttamente la mucosa gastrica per via chimica o fisica. Le sostanze a meccanismo chimico determinano abbondante formazione di gastrina (succhi, brodi e polveri di carne opportunamente sgrassati). Le sostanze a meccanismo fisico, invece, stimolano direttamente le ghiandole gastriche o iperemizzano la mucosa (gran parte delle piante con odore e sapore intenso come Aglio, Salvia, Rosmarino, ecc.; alcuni amari aromatici contenenti essenze irritanti). Le caratteristiche eupeptiche degli amari vengono esaltate per una gradazione alcolica inferiore ai 25°. D) Eupeptici a meccanismo misto: sommano meccanismi diretti e riflessi provocati dalle loro caratteristiche organolettiche. Infine, in base alla natura chimica dei principi attivi contenuti nelle droghe eupeptiche possiamo suddividerle in: - AMARI PURI se contengono solo principi amari (Genziana, Quassia, Centaurea, Trifoglio fibrino); - AMARI ALCALOIDEI se contengono alcaloidi di sapore amaro (China, Noce vomica, Fava di St. Ignazio); - AMARI AROMATICI se contengono principi amari e oli essenziali (Angelica, Arancio amaro, Assenzio, Calamo aromatico, Luppolo, Ruta, Condurango, Cascarilla); - AMARI MUCILLAGINOSI se contengono principi amari e forti quantità di mucillagini (Colombo, Lichene islandico); - AMARI SALINI se contengono principi amari a cui si associano elevate quantità di sali (Cardo benedetto, Cicoria, Tarassaco.
ARTIGLIO DEL DIAVOLO
Nome botanico: Harpagophytum procumbens (Burch.) DC.
Principi attivi: GLICOSIDI IRIDOIDI: ARPAGOSIDE, ARPAGIDE, PROCUMBIDE, ACIDI TRITERPENICI, FLAVONOIDI, BETA-SITOSTIROLO, STACHIOSIO, HARPAGOCHINONE
Controindicazioni: NON USARE IN GRAVIDANZA O ALLATTAMENTO ED IN CASO DI ULCERA GASTRICA O DUODENALE. IN SOGGETTI SENSIBILI
L'Harpagophytum procumbens o Arpagofito è una pianta che cresce nel deserto del Kalahari, nelle steppe della Namibia, nel Madagascar ed in Sud Africa. Conosciuta anche con il sinonimo di Artiglio del diavolo, deve questa denominazione agli uncini che coprono i suoi frutti. La parte usata a scopo medicamentoso è la radice. Nella medicina tradizionale viene usata per i suoi effetti analgesici e antipiretici. In Europa e nel mondo occidentale (principalmente in Canada) viene in genere utilizzata per alleviare i sintomi derivati da malattie artrosiche. Nell'animale da laboratorio è stato dimostrato che la somministrazione di Arpagofito allevia il dolore nei processi infiammatori cronici a carico delle articolazioni, ma la sua efficacia sembra essere inferiore a quella dell'aspirina e dell'indometacina. Poche sono le sperimentazioni condotte sull'uomo. Recentemente è stato pubblicato uno studio clinico controllato condotto su 197 pazienti che presentavano episodi ricorrenti di lombalgia in cui si dimostra che il trattamento con arpagofito è più efficace del placebo. La dose consigliata è di circa 1 grammo di estratto al giorno. I principali costituenti chimici ritenuti responsabili dell'attività terapeutica dell'Arpagofito sono i glicosidi: arpagoside, arpagide e procumbide. Tra le differenti attività farmacologiche degli estratti di Arpagofito che sono state dimostrate in laboratotorio vi sono l'attività analgesica e l'attività anti-aritmica. Il meccanismo dell'azione anti-infiammatoria non è chiaro, ma sembra che non sia coinvolto il metabolismo dell'acido arachidonico. Altri aspetti meno studiati dell'estratto di radice di Arpagofito sono la capacità di stimolare l'appetito e l'attività coleretica. L'Arpagofito sembra avere una azione regolatrice nelle dispepsie. La pianta è originaria del deserto del Kalahari. Gli animali, quando si feriscono sulle sporgenze delle radici, simili ad artigli, si agitano tanto dal dolore da sembrare indemoniati; da qui il nome "Artiglio del diavolo"
BETULLA
Nome botanico: Betula alba L.
• Sinonimi: Betula verrucosa Ehrh., Betula pendula Roth., Betula pubescens Ehrh.
Principi attivi: BETULINA (CANFORA DI BETULLA), QUERCITINA, MIRICETINA, OLIO ESSENZIALE, ESTERE BUTILICO SAPONINE, ACIDO NICOTINICO, CLOROGENICO, CAFFEICO, ACIDO BETULINICO, FLAVONOIDI,
Controindicazioni: CONTROINDICATA NEI SOGGETTI ALLERGICI ALL'ASPIRINA (SALICILATI)
La Betulla era chiamata "albero della saggezza" in quanto gli antichi educatori ne facevano verghe dai giovani rami a scopo.. didattico.
La Betulla si trova comunemente in tutto il continente europeo. Le specie di Betulla sono la Betula pendula e la Betula pubescens denominate entrambe Betula alba. I principi attivi contenuti nelle foglie di Betulla sono: flavonoidi quali l'iperoside (il principale), ed i glicosidi luteolina e quercitrina. Nella pianta sono presenti anche saponine e tannini. Le foglie fresche contengono anche oltre 0,5 % di acido ascorbico. Gli estratti in commercio sono titolati in flavonoidi totali (2,22 %) calcolati come iperoside. Le attività che la medicina popolare riconosce alla Betulla sono di tipo diuretico, antiinfiammatorio ed antisettico. Le foglie di Betulla sono state tradizionalmente utilizzate per il trattamento della gotta, delle malattie infiammatorie delle articolazioni e per trattare il dolore di tipo medio nell'artrite. La Betulla è anche utilizzata per ridurre i fenomeni di ritenzione idrica e nella calcolosi renale. Nell'animale da laboratorio la somministrazione orale di Betulla produce un aumento della diuresi del 30-40 % e del 50-100 % dell'escrezione di sodio urinario. E' stato anche dimostrato che gli estratti di Betula pubescens possiedono effetti antibatterici contro lo Stafilococcus aureus. Le indicazioni terapeutiche nella moderna fitoterapia sono la irrigazione del tratto urinario, in caso di infiammazione, i casi lievi di calcolosi renale e come coadiuvante nelle infezioni batteriche del tratto urinario. Per la sua attività diuretica la Betulla viene comunemente impiegata nel trattamento della cellulite.
PRINCIPI ATTIVI SULL'APPARATO URINARIO - Le piante medicinali ad azione diuretica, ovvero che aumentano la diuresi, sono moltissime. Il loro meccanismo d'azione non è mai univoco e questo porta ad una loro difficile classificazione. Tuttavia in base alla natura del principio attivo responsabile dell'azione diuretica possiamo suddividerle in: a) droghe diuretiche per la presenza prevalente di saponine; b) droghe diuretiche per la presenza prevalente di composti flavonoidi; c) droghe diuretiche per la presenza prevalente di sali (potassio); d) droghe diuretiche per la presenza prevalente di oli essenziali. E' anche molto interessante, dal punto di vista terapeutico, conoscere di quali sostanze le droghe riescono a facilitare l'escrezione attraverso i reni. Così abbiamo: 1) Diuretici azoturici, se aumentano l'eliminazione dell'urea (Spirea olmaria, Prezzemolo, Salsapariglia, Betulla, Carciofo, Cipolla, Enula, Orthosifon, Ononide); 2) Diuretici uricolitici, se aumentano l'eliminazione dell'acido urico e dei suoi sali (Alkekengi, Frassino, Ribes nero, Betulla, Salsapariglia, Mais, Uva ursina, Mirtillo rosso e nero, Verga d'oro, Pioppo nero gemme, Ginepro); 3) Diuretici decloruranti, se aumentano l'eliminazione dei cloruri (Orthosifon, Ononide, Pungitopo, Finocchio, Sambuco, Ortica, Asparago, Spirea olmaria); 4) Diuretici fosfatici e ossalici, se promuovono l'eliminazione dei fosfati e degli ossalati (Mais); 5) Diuretici antiputridi, se possiedono una azione antisettica capace di combattere e contrastare le infezioni batteriche dell'apparato urinario (Uva ursina, Mirtillo nero e rosso, Corbezzolo, Sandalo essenza, Pioppo nero gemme, Verga d'oro, Ginepro, Lavanda, Timo).
CACAO
Nome botanico: Theobroma Cacao L.
Sinonimi: Cacao minor Gaertn., Cacao sativa Lamk.,, Cacao Theobroma Tussac
Principi attivi: TANNINI, LIPIDI, GLUCIDI, PROTEINE, POLIFENOLI, ALCALOIDI PURINICI TEOBROMINA CAFFEINA ADENINA GUANINA, GLICERIDI INSATURI, GLICERIDI DIINSATURI
Controindicazioni: IL CACAO VA USATO CON MODERAZIONE DA: BAMBINI, GOTTOSI, URICEMICI, ARTRITICI, OBESI, OSSALURICI. CONTROINDICATO NELL'ERNIA IATALE IN QUANTO LA TEOBROMINA RIDUCE LA PRESSIONE DELLO SFINTERE ESOFAGEO
Nei paesi anglosassoni il termine "Cacao" è generalmente usato per denominare sia l'albero che i semi, mentre il termine "cocoa" si riferisce al prodotto lavorato. Dai semi di Cacao si ricavano tre ingredienti principali: la polvere, il burro e gli estratti. I semi sono prima posti a fermentare e vengono essiccati, intanto la polpa che li circonda viene rimossa. I semi (ora denominati cacao grezzo) vengono tostati a 100-150° a seconda del prodotto finale che sivuole ottenere. Viene rimosso anche il tegumento e l'ipocotile. I cotiledoni rimasti contengono circa il 55% di burro di cacao che è una massa dall'aspetto di polvere bianca o di liquido detto cioccolato liquido, dal quale vengono rimosse quantità variabili di burro di cacao per pressione, compressione idraulica o tramite solventi. La 'torta' di cacao che rimane sul filtro viene raffreddata e ridotta in polvere fine; questa è la polvere di cacao che contiene ancora un 22% di grassi. Attualmente la polvere di cacao viene prodotta con il metodo olandese o processo alcalino che le conferiscono una maggiore solubilità, un colore migliore ed un sapore superiore. Gli estratti sono preparati con estrazione idroalcolica dai semi tostati; da questi ultimi si ottiene un olio essenziale per distillazione in corrente di vapore. L'attività della teobromina è simile a quella della caffeina, ma molto più debole, mentre è più forte la stimolazione cardiaca, dilatante le coronarie e rilassante la muscolatura liscia. Il burro di cacao è comedogenico (favorisce la formazione dei punti neri sulla pelle) Ma pare che sia fonte di antiossidanti liposolubili. Il suo impiego nella fitoterapia, combinato con altre droghe è rimedio per infezioni intestinali e diarrea, tosse e congestione polmonare. Sembra inoltre che riesca a regolare le funzioni delle ghiandole endocrine, specialmente della tiroide.
CAFFE'
Nome botanico: Coffea arabica L. + var.
Sinonimi: Coffea vulgaris Moench., Coffea canephora Pierre ex Froe., Coffea robusta Lind.
Principi attivi: ALCALOIDI: CAFFEINA, TRIGONELLINA, ADENINA, GUANINA, XANTINA, IPOXANTINA, ACIDI VOLATILI, POCO OLIO ESSENZIALE (OLIO DI CAFFÈ), ACIDO CAFFETANNICO (ANTAGONISTA SOSTANZE DEPRIMENTI), AMMINOACIDI.
Controindicazioni: IL CAFFÈ VA USATO CON MOLTA MODERAZIONE DA: BAMBINI, CARDIOPATICI, IPERTESI, GOTTOSI, URICEMICI, ARTRITICI, OBESI, OSSALURICI E IN CASO DI ERNIA IATALE E ULCERA GASTRICA. LA DOSE LETALE PER L'UOMO E' 10 gr CAFFEINA.
Note terapeutiche: L'azione depressiva è causata da alte dosi; l'azione analgesica è più evidente se associato all'acido
acetilsalicilico. La caffeina è presente in varie piante: Caffè semi 1-2 %, Tè foglie 1-4 %, Mate foglie 0,5-2 %, Guaranà semi 3-5 %, Cola semi 1-2,5 %, Cacao semi 0,1-0,4 % ed ha i seguenti effetti biologici: eccitazione del SNC e apparato neuromuscolare, stimolo adrenergico dell'apparato cardiovascolare, effetto diuretico, effetto lipolitico. Alte dosi producono tremore, insonnia, tachicardia e ipertensione.
La caffeina stimola il cuore, dilata le coronarie, rilassa la muscolatura liscia, ma a dose di 1 g può produrre mal di testa, nausea, insonnia, aritmie ecc. Una tazza di caffè contiene circa 100 mg di caffeina. In uno studio a doppio cieco, si è osservato che la somministrazione di caffeina produce effetti termogenici e lipolitici. I ricercatori costatarono che gli effetti termici erano correlati significativamente ai livelli di trigliceridi nel plasma, alla concentrazione di lattato, e al tono vascolare (cioè a maggiori incrementi nei vari livelli descritti corrispondono maggiori aumenti della termogenesi). Gli autori riferirono dunque l'incremento di lattato, di trigliceridi e l'aumentato tono vascolare, all'incremento del metabolismo. Vediamo come si arriva al chicco di caffè che conosciamo bene. I frutti maturi appena raccolti sono essiccati al sole in 2-3 settimane e in seguito vengono sottoposti alla rimozione meccanica dell'involucro essiccato (tegumento, polpa e tegumento del seme), oppure vengono immersi in acqua e trattati con delle impastatrici per la rimozione dell'involucro; si procede quindi alla fermentazione, che dura diversi giorni e all'essiccamento. Il primo metodo detto 'metodo secco' produce il caffè 'naturale'; il secondo, detto 'metodo umido', produce il caffè 'lavato'. A questo punto i chicchi prendono il nome di 'caffè verde' e sono pronti per l'esportazione. Per sviluppare il caratteristico sapore e aroma i chicchi vengono miscelati e sottoposti a tostatura a temperature variabili superiori ai 220° a seconda del tipo di caffè da produrre. Il caffè decaffeinato viene prodotto intervenendo con solventi (clorurati) sul chicco ancora verde. Il caffè istantaneo viene prodotto mediante estrazione del caffè tostato macinato con acqua calda sotto pressione, l'estratto viene quindi essiccato per congelamento o nebulizzazione, ottenendo il prodotto granulare o in polvere.
CENTELLA ASIATICA
Nome botanico: Centella asiatica (L.) Urban
Sinonimi: Hydrocotyle asiatica L., Centella coriacea Nannfd.
Principi attivi: OLIO ESSENZIALE VELLARINA, STEROLI, FLAVONOIDI, POLLINE, SAPONINE TRITERPENOIDI: ASIATICOSIDE, ACIDO ASIATICO E MADECASSICO, CENTELLOSIDE, BRAMOSIDE, TANKUNOSIDE, ZUCCHERI, GLICERIDI, AMMINOACIDI, POLIFENOLI, TANNINI.
Note terapeutiche: Per l'attività eutrofica sul connettivo i triterpeni estratti dalla Centella sono indicati nella cura della cellulite, sia in pomata, che per via generale, sia in mesoterapia. È infatti dimostrata una diminuita evoluzione verso la sclerosi dei fibroblasti. Il meccanismo d'azione dimostrato è l'incameramento nella struttura del collagene, di due aminoacidi, l'alanina e la prolina, con aumento della stabilità del tessuto connettivo della parete venosa. Valido anche l'utilizzo per prevenzione di cicatrici ipertrofiche, ulcere varicose e ragadi anali. La centella asiatica mostra un particolare trofismo per il tessuto connettivo stimolando principalmente la sintesi di glicosamminoglicani, componenti fondamentali della matrice amorfa del tessuto connettivo, in misura minore la sintesi delle componenti fibrillari (collagene ed elastina). Questo la rende ideale per il trattamento della cellulite. La sua attività si manifesta con due azioni terapeutiche principali: vasoprotettiva e trofica-cicatrizzante. 1) AZIONE VASOPROTETTIVA - migliora la funzionalità venosa tonificando le pareti vasali, diminuendo la stasi venosa e favorendo il ritorno venoso dalla periferia al cuore. 2) AZIONE TROFICO-CICATRIZZANTE - si esplica producendo una migliore vascolarizzazione, stimolando elettivamente il sistema reticolo-endoteliale similmente alle biostimoline di Filatov, favorendo la riparazione dei tessuti sia per via interna che esterna. Tale azione è dovuta in parte ad un effetto simil-anabolizzante capace di stimolare la sintesi delle proteine strutturali del connettivo. In effetti la centella agisce unicamente su aminoacidi come prolina, idrossiprolina e alanina che costituiscono il 40% degli aminoacidi totali del connettivo stesso.
Nella medicina tradizionale cinese e indiana la Centella è usata per raffreddore, insolazione, tonsillite,pleurite, infezioni epatiche e urinarie, itterizia, dissenteria, avvelenamento da funghi, scabbia, herpes zoster, lebbra, lupus, sifilide, tubercolosi e disturbi dermatologici.
COLA NITIDA
Nome botanico: Cola nitida (A. Chev.) Schott. et Vent., Cola acuminata Schott et Endl.
Sinonimi: Sterculia grandifolia Vent., Cola vera K. Sch., (Cola acuminata, Sterculia acuminata)
Principi attivi: CAFFEINA, TEOBROMINA, TEOFILLINA, XANTEINA, ADENINA, IPOXANTINA, TANNINO, POTASSIO, FOSFORO, MAGNESIO, FERRO, CALCIO, SILICIO
Controindicazioni: CARDIOPATIE ISCHEMICHE, IPERTENSIONE, IPERTIROIDISMO, INSONNIA. LA CAFFEINA RIDUCE L'ASSORBIMENTO DEL LITIO E AUMENTA QUELLO DELL'ASPIRINA
Erba sostitutiva: GUARANA
L'azione è simile al Caffè e Guaranà per il suo contenuto in caffeina ma più modesta. Per sfruttare al meglio gli effetti tonici e stimolanti per le prestazioni fisiche e su soggetto convalescenti o disappetenti, è opportuno non superare la dose di 200-300 mg al giorno di caffeina. E' una pianta concentrata nelle zone tropicali ed equatoriali dell'Africa dell'ovest. Contiene sali minerali, aminoacidi, cellulosa, amido, polifenoli, basi puriniche, caffeina, teobromina. E' uno stimolante del sistema nervoso centrale, aumenta lo stato di vigilanza, la rapidità dei processi intellettivi, l'associazione di idee. A forti dosi stimola i centri bulbari respiratori, vasomotori e vagali. Aumenta il metabolismo basale e la lipolisi. Un studio condotto in parallelo con caffeina e seme di cola, mostra che gli effetti osservati con la cola sono più graduali rispetto a quelli ottenuti con la caffeina e che, in più, il seme possiede un'azione specifica sul tono muscolare. Le xantine nella cola sono legate ai polifenoli : ciò assicura loro una liberazione lenta ed un'azione progressiva. Si usa anche il seme di cola fresca, utile da masticare per sostenere sforzi prolungati. Si usa anche come stimolante a livello fisico ed intellettivo. La polvere di cola è stata utilizzata nei convalescenti, in caso di surmenage e nello sport. Impiegata a dosi moderate è uno stimolante non nocivo ed ha azione prolungata.
ELEUTEROCOCCO
Nome botanico: Eleutherococcus senticosus Maxim.
Sinonimi: Acanthopanax senticosus Harms
Principi attivi: GLUCOSIDI ELEUTEROSIDI, DERIVATI CUMARINICI, SAPONINE TRITERPENICHE. ASSENTI SAPONINE GLICOSIDICHE PROPRIE DEL GINSENG.
Erba sostitutiva: GINSENG
E' diffusissimo nella Cina del nord, in Siberia ed in Mongolia. Le sue proprietà antistress e adattogene sono state sperimentate in doppio cieco su vari gruppi di sportivi. I risultati dimostrano che l'euterococco, durante l'esercizio muscolare fa diminuire la frequenza cardiaca e migliora la capacità di prelevare ossigeno dall'ambiente. Molto studiato anche in Russia e diffusamente somministrato agli anziani per ritardare gli effetti dell'invecchiamento, l'eleuterococco aumenta la resistenza agli sforzi, ed è assolutamente privo di tossicità: il suo effetto è farmacologicamente attribuibile ai vari ginsenosidi ed eleuterosidi contenuti in esso. Otimo contro la depressione nervosa, la ipotensione arteriosa, la convalescenza, lo stress fisico e mentale, ottimo per gli studenti nella concentrazione mentale.
FIENO GRECO
Nome botanico: Trigonella Foenum-Graecum L.
PRINCIPALI CARETTERISTICHE ACCERTATE: ANABOLIZZANTE, EMO-ERITRO-POIETICO, IPO-COLESTEROLEMIZZANTE, IPO-TRIGLICERIDEMIZZANTE, IPO-LIPIDEMIZZANTE.
È utilizzato come ingrediente nella polvere di curry. Negli USA l'uso principale concerne le imitazioni dello sciroppo di mele. Gli estratti sono usati come base per profumi, detergenti, lozioni e creme e anche in prodotti alimentari, quali bevande alcoliche ed analcoliche, prodotti da forno, gelatine e pudding, carne e prodotti derivati. Il Fieno greco venne introdotto nella medicina cinese nel 1057 D.C.; da allora è stato usato come nutriente, per malattie renali,impotenza e altre patologie maschili. Sono usati i semi naturali o tostati (fritti e spruzzati con acqua salata). È stato usato per millenni come droga, alimento e spezia in Egitto, India e Medio oriente. I suoi impieghi medicinali comprendono quello antipiretico, il trattamento di ulcere alla bocca, bronchiti, tossi croniche, labbra screpolate, aumento della produzione del latte, coadiuvante della digestione, trattamento del cancro; a Giava è usato anche come tonico per capelli e per curare la calvizie. Impiegato anche per aromatizzare il Tabacco, in molti paesi l'uso principale è quello di mangime per bestiame. In ragione del suo contenuto in sapogenine, i semi di Fieno greco costituiscono una fonte potenziale di materia prima per l'emisintesi degli ormoni steroidei.
FUCUS
Nome botanico: Fucus vesciculosus L.
Erba sostitutiva: ALGHE BRUNE O KELP
Il Fucus è molto attivo nella prevenzione di malattie infiammatorie croniche e recidivanti della vie aeree per la sua attività antiinfiammatoria e immunostimolante. Pare che il potere dimagrante della droga non sia efficace in tutti i casi di obesità, anzi, ne è sconsigliato l'uso per automedicazione; comunque i primi risultati apparirebbero dopo 3 settimane. L'acido alginico assunto con abbondante acqua è coadiuvante in diete ipocaloriche oppure rimedio tampone
PRINCIPALI CARATTERISTICHE ACCERTATE: CURATIVO DRENANTE, ANTIFLOGISTICO, IMMUNOSTIMOLANTE E MODULANTE, STIMOLA L'ATTIVITA' TIROIDEA
GARCINIA
Nome botanico: Garcinia cambogia Desr.
L'efficacia terapeutica dell'estratto dipende dalla sua biodisponibilità, ovvero dalla possibilità di essere assorbito dall'organismo e dal suo titolo che, in questo caso deve essere al 50% in acido idrossicitrico. La solubilità dovrebbe essere intorno al 100% (in complesso con calcio e potassio) e ciò determina un Ph favorevole al massimo assorbimento gastrointestinale.
Possibili meccanismi biochimici d’azione - Lo studio che terminiamo di descrivere suggerisce che l’(-) HCA inibisce la biosintesi degli acidi grassi (così come del colesterolo) abbassando direttamente il contenuto di acetil Coenzima A. L’(-) HCA, come il citrato, ha la funzione di substrato sul quale l’enzima citrato liasi può agire. Se è presente l’(-) HCA, il citrato non può essere facilmente convertito in aceti Coenzima A ed in ossalacetato. La ridotta disponibilità di questi due composti altera di conseguenza altri passaggi del ciclo di Krebs che accelerano la combustione dei grassi nel fegato. Quando le esigenze di ATP o di energia di una persona sono elevate, l’acetil Coenzima A viene incanalato nel ciclo di Krebs. Però quando le richieste di energia sono basse, l’acetil Coenzima A in eccesso non è più necessario agli aumentati livelli di energia metabolica. In questo caso, l’acetil Coenzima A viene incanalato nella biosintesi degli acidi grassi come riserva di combustibile. Quando si forma acetil Coenzima A a partire dal piruvato, esso resta all’interno dei mitocondri, incapace di diffondersi attraverso la membrana mitocondriale. La sintesi degli acidi grassi, al contrario, avviene fuori dai mitocondri. L’acetil Coenzima A è anche l’elemento costitutivo basilare per la sintesi degli acidi grassi. Durante il processo enzimatico di anabolismo dei grassi, l’acetil Coenzima A attraversa la membrana mitocondriale ed entra nel citoplasma. Qui l’acetil CoA ed il citrato citoplasmico iniziano la sintesi degli acidi grassi. Il primo passaggio nella biosintesi degli acidi grassi implica la formazione del malonil Coenzima A a partire dall’acetil Coenzima A. Il malonil Coenzima A blocca l’attività dell’enzima carnitina aciltransferasi. La principale funzione di questo enzima è di trasportare i grassi all’interno del mitocondrio, dove possono essere bruciati per fornire energia. Questo enzima collega i grassi con la L-carnitina, lo speciale componente portatore che tende ad attivarlo. L’ormone insulina indirettamente rende la carnitina aciltransferasi più sensibile alla inibizione causata dal malonil CoA. La carnitina, che è un aminoacido, gioca un ruolo chiave nel trasporto mitocondriale dell’acetil CoA dall’interno dei mitocondri al citoplasma. Questo ruolo è intimamente collegato alle capacità di "bruciare i grassi" della L-carnitina. Alcuni ricercatori sostengono che combinare la carnitina con l’(-) HCA promuove al massimo l’ossidazione degli acidi grassi, e conseguentemente la perdita di grassi del corpo. Tuttavia, anche senza ulteriore somministrazione di L-carnitina, l’(-) HCA sarebbe un prodotto naturale altamente efficace per la scomposizione del grasso corporeo in eccesso. Una volta diminuito il livello di malonil Coenzima A, viene ridotta anche la sua soppressione della carnitina-aciltransferasi. Di conseguenza, l’ossidazione o la combustione dei grassi nel fegato può poi essere accellerata. Questo è un altro meccanismo grazie al quale l’(-) HCA sembra avere un effetto positivo sul controllo del peso. Comunque, il valore terapeutico di questa sostanza di derivazione vegetale ai fini del controllo del peso si basa più sulla sua capacità di accelerare la combustione del grasso che sulla sua capacità di bloccare la formazione di nuovo grasso. In circostanze normali, gli uomini (a differenza di molti altri mammiferi, compresi i ratti) ricavano quasi tutto il grasso corporeo dai lipidi assunti con l’alimentazione. La formazione di nuovo grasso non incide molto sul controllo del peso. In uno studio, ad esempio, si è verificato che il fegato umano sintetizza meno della metà di un grammo di grasso al giorno. Questa quantità è considerevolmente bassa, specialmente se si confronta con regimi a bassissimo tenore di grassi, come la dieta di Pritkin che somministra un minimo di venti o trenta grammi di grassi al giorno. La sintesi di grasso nuovo, tuttavia, può arrivare ad essere importante in circostanze speciali, come in condizioni di indigestione prolungata, osservanza di una dieta artificiale senza grassi, e, forse, in gravidanza; ma nella maggior parte dei casi la sintesi dei grassi sembrerebbe essere di poca importanza nell’accumulazione dei grassi del corpo umano. La produzione di nuovi grassi rappresenta una parte trascurabile del grasso corporeo. In questo modo, la capacità dell’(-) HCA di inibire la formazione di nuovo grasso, benchè notevole, non risulterebbe di importanza cruciale per l’uomo. L’attività della carnitina aciltransferasi è incrementata sostanzialmente durante un digiuno prolungato. Durante questi periodi, il corpo è privato di carboidrati. I livelli di malonil CoA ed insulina scendono, però il fegato accumula attivamente L-carnitina. Tutti questi effetti tendono a stimolare l’azione catalizzatrice della carnitina aciltransferasi. Nei miticondri viene trasportato tanto grasso che per il fegato è impossibile bruciarlo completamente. Molto di questo grasso invece è ossidato solo parzialmente, e produce come prodotto secondario alcuni composti denominati corpi chetonici che poi entrano nel flusso sanguigno. Da qui sono trasportati ad altri organi come fonte di energia, incluso il cervello. Il cervello non è in grado di utilizzare direttamente i grassi per soddisfare le sue esigenze metaboliche. Tuttavia, i corpi chetonici costituiscono una fonte di grassi immagazzinati, una notevole riserva di energia alimentare che rimane disponibile per il cervello durante il digiuno. Inoltre, i corpi chetonici possono rallentare la velocità di scomposizione delle proteine nel muscolo scheletrico. La produzione dei corpi chetonici nel fegato costituisce un importante meccanismo di adattamento che la Natura ha creato per permettere al corpo di conservare proteine durante i periodi prolungati di carestia o digiuno. Dato che l’(-)HCA (così come la L-carnitina) accelera la velocità di produzione dei corpi chetonici, probabilmente ha un effetto di risparmio delle proteine. Il glucosio che si forma con la gluconeogenesi, invece, dovrebbe aiutare a conservare la massa magra, stimolando la secrezione di insulina. E’ necessario sottolineare che la scomposizione delle proteine viene inibita se l’attività dell’insulina aumenta. L’energia metabolica è necessaria per poter sintetizzare nuovo glucosio. Così, tutte le volte che viene stimolata la gluconeogenesi, aumenta il tasso metabolico. Per motivi ancora non chiariti, vengono bruciate più calorie quando i grassi vengono trasformati in corpi chetonici (attraverso un meccanismo noto come "trasporto inverso degli elettroni"). Ma prima di poter essere usati come carburante, i corpi chetonici devono venire attivati. Tale stadio richiede l’impiego di circa il 13% dell’energia alimentare presente nei corpi chetonici stessi. Parecchi meccanismi possono stimolare contemporaneamente la gluconeogenesi e ossidazione dei grassi nel fegato, incrementando in tal modo il consumo di calorie ed accelerando il tasso metabolico. Negli studi in vitro, quando le cellule epatiche vengono incubate con un acido grasso e un precursore della gluconeogenesi (piruvato), il consumo di ossigeno da parte di tali cellule (pari all’incirca al loro tasso metabolico) aumenta del 70%. Nei diabetici il metabolismo basale solitamente aumenta perché la loro carenza di attività insulinica non è in grado di sopprimere la gluconeogenesi e l’ossidazione del grasso che hanno luogo nelle cellule epatiche. Se si stimola l’ossidazione dei grassi nel fegato, aumenta la gluconeogenesi. Questo è un effetto dovuto all’incrementata attività della piruvato carbossilasi, un enzima stimolato dall’acetil CoA prodotto quando si brucia il grasso.
GINKGO BILOBA
Nome botanico: Ginkgo biloba L.
I glucosidi flavonoidici e i derivati terpenici del Ginkgo hanno proprietà microvascolari e nootrope che agiscono con meccanismi complessi: riduzione degli spasmi arteriolari e miglioramento della microcircolazione, miglioramento dello scambio ossigeno/glucosio con i tessuti, effetto antiossidante, inibizione del PAF, fattore di aggregazione piastrinica, antagonismo con reazioni da malattie allergiche, infiammatorie ed immunologiche.
E' un'erba molto popolare nel mondo, usata per migliorare l'afflusso di sangue al cervello, per migliorare la memoria e lo stato di coscienza nell'anziano e la circolazione del sangue in generale. Usata anche per rallentare la progressione della malattia di Alzhaimer. Il ginkgo biloba avrebbe anche proprietà inibitrici sulla 5-alfa-reduttasi. Il ginkgo biloba contiene terpeni, ginkgolide B con azione inibitrice del Paf-acether, mediatore fosfolipidico intercellulare implicato nell'aggregazione piastrinica, la tromboformazione, nell' aterogenesi e l' iperpermeabilità capillare; polifenoli, flavonoidi (ginketolo, isiginketolo, bilabetolo, ginkolide), con azione a tutti i livelli del sistema circolatorio : attività vasodilatatrice sulle arterie, aumento del tono venoso, aumento della circolazione cerebrale. Il ginketolo, isiginketolo, bilabetolo agiscono sulle membrane cellulari, stabilizzandole. Il ginkolide blocca la perossidazione lipidica e la formazione di radicali liberi, inibisce il fattore di attivazione delle piastrine (PAF). In cosmetica il ginkgo biloba si usa per la regolarizzazione della secrezione sebacea, pelle secca e devitalizzata, etc. Originario della Cina e del Giappone, è un specie leggendaria vecchia di più di 250 milioni di anni e che ha resistito ai peggiori inquinamenti del ventesimo secolo ed in particolare ai residui della bomba atomica di Hiroshima. E' particolarmente conosciuta per la sua attività sulla circolazione venosa, arteriosa e soprattutto per quella cerebrale. Numerose prove cliniche sono state compiute dimostrando l'efficacia delle foglie di ginkgo a tutti i livelli della circolazione sanguigna. * migliora la circolazione - aumentando l'afflusso di sangue al cervello migliora l'acuità mentale, la concentrazione, la memoria a breve termine, e l'abilità cognitiva. Utile perciò nelle perdite di memoria dovute a età avanzata, e nei problemi della memoria a breve termine. Aiuta anche in casi di tinnito (ronzio alle orecchie) e vertigini. Una migliore circolazione periferica aiuta a ridurre la sensazione di freddo alle estremità, i dolori intermittenti alle gambe e i crampi. Il gingko è utile anche nel trattamento per neuropatie diabetiche, degenerazione maculare, e altri problemi circolatori. E' uno scavenger (spazzino) dei radicali liberi, inibendo la perossidazione lipidica delle membrane - protegge quindi il cervello e il sistema nervoso dai danni provocati dai radicali liberi, e ciò può aiutare a controllare gli effetti dell'invecchiamento. Protegge la barriera sangue-crevello (barriere anatomiche e sistemi di trasporto che controllano tipi di sostanze che entrano nello spazio extracellulare del cervello). Diminuisce la viscosità del sangue inibendo il fattore attivante del PLATELET - platelet activating factor (PAF). Diminuisce il danno ai tessuti durante stress circolatori e aumenta la circolazione alle estremità; assiste nella distribuzione di ossigeno e glucosio al cervello protegge le arterie, le vene e i capillari dai danni, e aiuta a regolare il loro tono e la loro elasticità. E' usato anche per rallentare la progressione della malattia di Alzhaimer. Alcuni pazienti con scarso afflusso di sangue al cervello possono andare incontro a un leggero e passeggero mal di testa per i primi due o tre giorni. E' un segno che il gingko sta funzionando.
PRINCIPALI CARATTERISTICHE ACCERTATE: ACETILCOLINERGICO, ANTIAGGREGANTE PIASTRINICO, ANTIARTERIOSCLEROTICO ANTIATEROSCLEROTICO, ANTINEVRALGICO, ANESTETICO LOCALE, ANTIOSSIDANTE, CONTRASTANTE TURBE MENOPAUSA E CLIMATERIO, STIMOLANTE CIRCOLAZIONE CEREBRALE, STIMOLANTE CIRCOLAZIONE SANGUE, VASOPROTETTORE, CAPILLAROTROFO
Recentemente l'uso degli integratori erboristici ha subito un notevole incremento e pare che la tendenza sia destinata ad aumentare, soprattutto grazie alle discipline di meditazione, filosofiche, alimentari e sportive ispirate dall'oriente, ove se ne fa un largo utilizzo. Pertanto viene pubblicata una serie di schede molto piu' approfondite destinate alle piante piu' comunemente usate in ambito erboristico in Italia.
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ACEROLA
Altri nomi usati: Ciliegia delle Indie occidentali, Barbados cherry, Puerto Rican cherry, West indian cherry, Huesito
Nome botanico: Malpighia glabra L., Malpighia punicifolia L.
Principi attivi: VITAMINA C (14,5%), VITAMINA A, TIAMINA, RIBOFLAVINA, NIACINA, CALCIO, FERRO, FOSFORO,
Erba sostitutiva: ROSA CANINA
Erbe sinergiche: ROSA CANINA
L'Acerola viene usata soprattutto in composizioni di concentrati per apporto di vitamina C. Le altre vitamine e i sali minerali dell'Acerola sono contenute in concentrazioni comparabili a quelle di altri frutti. Appartiene alla categoria della frutta acidula, ricca di acidi organici, in particolare di acido malico. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare ha azione alcalinizzante per l'organismo perché gli acidi deboli, con l'ossidazione, generano acido carbonico che, combinandosi con il Sodio e il Potassio nel sangue, forma carbonati e bicarbonati: questi aumentano la riserva alcalina dell'organismo, utile difesa occorrente a neutralizzare acidi diversi che possono formarsi in seguito a condizioni morbose. D'altra parte gli stessi acidi organici formano sali di vario tipo (es. ossalati) che possono essere di importanza rilevante in caso di calcolosi renale.
ALGHE BRUNE O KELP
Altri nomi usati: Laminaria, Algina, Alginati, Algin, Alginates, Kelp gigante
Nome botanico: Macrocystis pyrifera (L.) C.A. Agardh., Laminaria digitata (L.) Edmonson, Ascophyllum nodosum (L.) LeJolis
Principi attivi: ACIDO ALGINICO FORMATO DA ACIDO D-MANNURONICO E ACIDO L-GULURONICO
Erba sostitutiva: FUCUS
L'alginato estratto dalle alghe brune è importante non tanto per le sue proprietà terapeutiche, quanto perché se ne fa un largo consumo in vari settori: da quello alimentare come gelificante a quello medico-farmaceutico. Sembra inoltre che l'alginato di sodio (con maggiori percentuali di acido guluronico) abbia capacità di ridurre l'assorbimento dello stronzio e diminuisce la ritenzione, di altri cationi. Le gomme naturali sono dei polisaccaridi eterogenei. Pare che la formazione da parte delle piante abbia cause fitopatologiche. Le gomme formano soluzioni adesive con acqua calda. Si suddividono in: - solubili quando danno soluzioni colloidali sciogliendosi in acqua (gomma arabica); - semisolubili quando si comportano come le insolubili e poi, per aggiunta di altra acqua diventano solubili; - insolubili se in acqua rigonfiano e danno un gel (gomma adragante, gomma karaja, gomma guar, glucomannano). L'impiego farmaceutico e cosmetico è molto vario: eccipienti, correttivi, viscosizzanti, emulsionanti ecc., in fitoterapia vengono usati anche direttamente come blandi lassativi, anoressanti, protettivi delle mucose e antiacidi. Il gel naturale estratto dall'agar è insolubile in acqua fredda ma facilmente solubile in acqua bollente ; la soluzione ottenuta (sol) è un gel solido che non fonde al di sotto degli 85° C. Con l'essiccamento del gel viene prodotta una polvere priva di tossicità che può assorbire fino a 200 volte il peso in acqua e che viene utilizzata dall'industria alimentare come addensante, dall'industria farmaceutica per sospensioni, gel e supposte, nella ricerca di laboratorio come terreno di coltura e in odontoiatria. Nella fitoterapia è considerato un buon lassativo meccanico. La gomma guar non è né solubile né dispersibile nei solventi organici. La viscosità dei sol di gomma guar non è modificata da cambiamenti di PH tra 4 e 10,5. È compatibile con la gelatina, l'amido e molte altre gomme insolubili. La gomma di carrubo è compatibile con la gelatina, l'amido e altre gomme vegetali; ha usi simili a quelli della gomma guar e viene utilizzata anche al posto della adragante; può aumentare la forza dei gel d'agar e ritardare la loro sineresi. Essa viene idratata in acqua calda per poi essere conservata in soluzione fredda (sol). Non è digerita dagli animali e viene utilizzata soprattutto come additivo in formaggi, carni, salse di pesce, gelati, torte farcite, zuppe, prodotti da forno, ecc.
ANANAS
Nome botanico: Ananas sativus Schult. F. + var.
Principi attivi: BROMELINE
Controindicazioni: NON USARE IN CASO DI ULCERA PEPTICA ATTIVA.
Dal caule e dal frutto dell'Ananas viene estratto il succo che contiene bromelaina; questa sostanza viene lavorata e commercializzata come polvere di colore giallo-marroncino e costituisce la sostanza utilizzata in terapia. Non è stata ancora chiarita la natura di alcuni effetti terapeutici della bromelaina ma pare che siano indotti per stimolazione a produrre composti tipo prostaglandina E.
BROMELINA PAPAINA E FICINA - Chimicamente sono considerate proteasi sulfidriliche. La bromelaina viene estratta dall'Ananas, la papaina dalla Papaya e la ficina dal Ficus insipida. Queste tre sostanze sono dei noti proteolitici, ovvero in grado di idrolizzare diversi substrati proteinacei e ottimi antiinfiammatori. Le proteasi possono indurre allergie da contatto in individui sensibili e dosi orali eccessive possono causare catarsi (evacuazione delle feci). In particolare la ficina grezza ha proprietà corrosive per la pelle e un contatto prolungato può provocare sanguinamento; la papaina ha la capacità di digerire i tessuti morti senza interessare i tessuti vivi circostanti (scalpello biologico), tuttavia un alto consumo può provocare disturbi gastrici. La bromelaina, più economica della papaina, viene usata in luogo di quest'ultima anche come ammorbidente della carne, ingrediente di cereali precotti, per la concia di pelli e nella birra.
ARANCIO AMARO
Nome botanico: Citrus aurantium L. var. amara Link.
Principi attivi: OLIO ESSENZIALE D-LIMONENE, ESPERIDINA, NEOESPERIDINA, CUMARINE, PRINCIPI AMARI, VITAMINE A B C, FLAVONOIDI, SINEFRINA
Possiede proprietà ed usi analoghi a quelli dell'Arancio dolce. L'essenza di "Neroli" è estratta dai fiori, mentre il "Petit-grain" è data dai frutti piccoli e dalle foglie e rametti asportati con la potatura. Con il frutto si preparano canditi, mentre la polpa serve a confezionare marmellate.
I frutti acerbi e disseccati di Citrus aurantium varietà amara contengono sinefrina, un'amina simpaticomimetica (alcaloide) in grado di provocare nel ratto una significativa riduzione dell'assunzione di cibo e dell'aumento ponderale. Uno studio è stato condotto anche su esseri umani da Colker per determinare gli effetti dell'estratto di Citrus Aurantium, caffeina, e ST. John's Wort sulla composizione del corpo, sulle variazioni metaboliche, lipidemia e sullo stato d'animo in persone adulte, sane e in sovrappeso. La sinefrina è un calmante che può avere molti degli effetti positivi dell’efedrina senza i suoi effetti collaterali. In sintesi l’efedrina è sì molto potente come agente lipolitico, ma ha numerosi ed indesiderati effetti collaterali che non la rendono assolutamente sicura. Metre la sinefrina assomiglia molto all’efedrina, ha parte dei suoi effetti migliori, ma non ha la stessa efficacia, pur essendo in ogni modo sicura. Le sostanze termogene sono le seguenti: Amine simpaticomimetiche (catecolamine): sinefrina 4-6%, N- metiltiramina, hordenina, octopamina, tiramina, glucosidi flavonici. La termogenesi è un particolare processo metabolico che consiste nella produzione di calore da parte dell’organismo, soprattutto nel tessuto adiposo e muscolare. Il metabolismo, e quindi anche l’entità della termogenesi, dipendono fra l’altro da fattori genetici, e possono quindi variare da individuo a individuo. Tali fattori influenzano anche la quantità del cosiddetto tessuto bruno adiposo (grasso bruno), tessuto capace di produrre calore ed energia "bruciando" i grassi in quantità maggiore rispetto ad ogni altro distretto dell’organismo. Poiché il peso corporeo è determinato dal bilanciamento fra calorie introdotte con gli alimenti e quelle bruciate con l’attività fisica e con i vari processi metabolici quali digestione, respirazione etc., stimolando la termogenesi si può ottenere un certo controllo del peso corporeo. Il fitocomplesso contenuto nell’estratto secco di Citrus aurantium ha una particolarità: mostra un’attività termogenetica selettiva, stimola cioè soltanto i recettori adrenergici beta-3, presenti principalmente nel tessuto adiposo e nel fegato, i quali sono responsabili dei processi di demolizione dei grassi ( lipolisi). Poichè non agisce su altri tipi di recettori delle catecolamine, quali alfa-1, alfa-2, beta-1 e beta-2, ai dosaggi consigliati non provoca effetti collaterali a livello del sistema cardiovascolare nè del sistema nervoso centrale. Attraverso dunque un’aumentata beta-ossidazione dei grassi l’estratto secco di Citrus aiuta ad ottenere la riduzione del peso corporeo , ma soprattutto a migliorare il rapporto fra massa magra e massa grassa. L’estratto secco titolato e standardizzato di Citrus aurantium è indicato nelle diete dimagranti; inoltre aiuta a migliorare la performance fisica. I dosaggi usuali sono di 200-400 mg di estratto prima dei pasti principali, in capsule o compresse.
PRINCIPI ATTIVI SULLO STOMACO (EUPEPTICHE) - Sono quelle che aumentano la quantità di succo gastrico e prendono il nome generale di 'eupeptici' o, più volgarmente, di aperitivi, digestivi, stomachici. Esse influenzano la secrezione cloropeptica in base a diversi meccanismi d'azione: A) Eupeptici a meccanismo nervoso riflesso o amari puri: rappresentati da quelle droghe che agiscono su terminazioni nervose lontane dallo stomaco (palato e lingua). Qui la secrezione è stimolata da semplice contatto dei recettori gustativi che, attraverso i nervi vaghi, determinano aumento della secrezione salivare, dei succhi gastrici e dalla mtilità del tubo digerente (Genziana, Quassio, Trifoglio fibrino, Centaurea minore). B) Eupeptici a meccanismo nervoso centrale: hanno azione parasimpaticomimetica ovvero stimolano il sistema parasimpatico determinando un aumento di tutte le secrezioni, compresa quella gastrica. Tuttavia non vengono usate per questo scopo a causa dei loro effetti collaterali. C) Eupeptici a meccanismo diretto: giunte allo stomaco stimolano direttamente la mucosa gastrica per via chimica o fisica. Le sostanze a meccanismo chimico determinano abbondante formazione di gastrina (succhi, brodi e polveri di carne opportunamente sgrassati). Le sostanze a meccanismo fisico, invece, stimolano direttamente le ghiandole gastriche o iperemizzano la mucosa (gran parte delle piante con odore e sapore intenso come Aglio, Salvia, Rosmarino, ecc.; alcuni amari aromatici contenenti essenze irritanti). Le caratteristiche eupeptiche degli amari vengono esaltate per una gradazione alcolica inferiore ai 25°. D) Eupeptici a meccanismo misto: sommano meccanismi diretti e riflessi provocati dalle loro caratteristiche organolettiche. Infine, in base alla natura chimica dei principi attivi contenuti nelle droghe eupeptiche possiamo suddividerle in: - AMARI PURI se contengono solo principi amari (Genziana, Quassia, Centaurea, Trifoglio fibrino); - AMARI ALCALOIDEI se contengono alcaloidi di sapore amaro (China, Noce vomica, Fava di St. Ignazio); - AMARI AROMATICI se contengono principi amari e oli essenziali (Angelica, Arancio amaro, Assenzio, Calamo aromatico, Luppolo, Ruta, Condurango, Cascarilla); - AMARI MUCILLAGINOSI se contengono principi amari e forti quantità di mucillagini (Colombo, Lichene islandico); - AMARI SALINI se contengono principi amari a cui si associano elevate quantità di sali (Cardo benedetto, Cicoria, Tarassaco.
ARTIGLIO DEL DIAVOLO
Nome botanico: Harpagophytum procumbens (Burch.) DC.
Principi attivi: GLICOSIDI IRIDOIDI: ARPAGOSIDE, ARPAGIDE, PROCUMBIDE, ACIDI TRITERPENICI, FLAVONOIDI, BETA-SITOSTIROLO, STACHIOSIO, HARPAGOCHINONE
Controindicazioni: NON USARE IN GRAVIDANZA O ALLATTAMENTO ED IN CASO DI ULCERA GASTRICA O DUODENALE. IN SOGGETTI SENSIBILI
L'Harpagophytum procumbens o Arpagofito è una pianta che cresce nel deserto del Kalahari, nelle steppe della Namibia, nel Madagascar ed in Sud Africa. Conosciuta anche con il sinonimo di Artiglio del diavolo, deve questa denominazione agli uncini che coprono i suoi frutti. La parte usata a scopo medicamentoso è la radice. Nella medicina tradizionale viene usata per i suoi effetti analgesici e antipiretici. In Europa e nel mondo occidentale (principalmente in Canada) viene in genere utilizzata per alleviare i sintomi derivati da malattie artrosiche. Nell'animale da laboratorio è stato dimostrato che la somministrazione di Arpagofito allevia il dolore nei processi infiammatori cronici a carico delle articolazioni, ma la sua efficacia sembra essere inferiore a quella dell'aspirina e dell'indometacina. Poche sono le sperimentazioni condotte sull'uomo. Recentemente è stato pubblicato uno studio clinico controllato condotto su 197 pazienti che presentavano episodi ricorrenti di lombalgia in cui si dimostra che il trattamento con arpagofito è più efficace del placebo. La dose consigliata è di circa 1 grammo di estratto al giorno. I principali costituenti chimici ritenuti responsabili dell'attività terapeutica dell'Arpagofito sono i glicosidi: arpagoside, arpagide e procumbide. Tra le differenti attività farmacologiche degli estratti di Arpagofito che sono state dimostrate in laboratotorio vi sono l'attività analgesica e l'attività anti-aritmica. Il meccanismo dell'azione anti-infiammatoria non è chiaro, ma sembra che non sia coinvolto il metabolismo dell'acido arachidonico. Altri aspetti meno studiati dell'estratto di radice di Arpagofito sono la capacità di stimolare l'appetito e l'attività coleretica. L'Arpagofito sembra avere una azione regolatrice nelle dispepsie. La pianta è originaria del deserto del Kalahari. Gli animali, quando si feriscono sulle sporgenze delle radici, simili ad artigli, si agitano tanto dal dolore da sembrare indemoniati; da qui il nome "Artiglio del diavolo"
BETULLA
Nome botanico: Betula alba L.
• Sinonimi: Betula verrucosa Ehrh., Betula pendula Roth., Betula pubescens Ehrh.
Principi attivi: BETULINA (CANFORA DI BETULLA), QUERCITINA, MIRICETINA, OLIO ESSENZIALE, ESTERE BUTILICO SAPONINE, ACIDO NICOTINICO, CLOROGENICO, CAFFEICO, ACIDO BETULINICO, FLAVONOIDI,
Controindicazioni: CONTROINDICATA NEI SOGGETTI ALLERGICI ALL'ASPIRINA (SALICILATI)
La Betulla era chiamata "albero della saggezza" in quanto gli antichi educatori ne facevano verghe dai giovani rami a scopo.. didattico.
La Betulla si trova comunemente in tutto il continente europeo. Le specie di Betulla sono la Betula pendula e la Betula pubescens denominate entrambe Betula alba. I principi attivi contenuti nelle foglie di Betulla sono: flavonoidi quali l'iperoside (il principale), ed i glicosidi luteolina e quercitrina. Nella pianta sono presenti anche saponine e tannini. Le foglie fresche contengono anche oltre 0,5 % di acido ascorbico. Gli estratti in commercio sono titolati in flavonoidi totali (2,22 %) calcolati come iperoside. Le attività che la medicina popolare riconosce alla Betulla sono di tipo diuretico, antiinfiammatorio ed antisettico. Le foglie di Betulla sono state tradizionalmente utilizzate per il trattamento della gotta, delle malattie infiammatorie delle articolazioni e per trattare il dolore di tipo medio nell'artrite. La Betulla è anche utilizzata per ridurre i fenomeni di ritenzione idrica e nella calcolosi renale. Nell'animale da laboratorio la somministrazione orale di Betulla produce un aumento della diuresi del 30-40 % e del 50-100 % dell'escrezione di sodio urinario. E' stato anche dimostrato che gli estratti di Betula pubescens possiedono effetti antibatterici contro lo Stafilococcus aureus. Le indicazioni terapeutiche nella moderna fitoterapia sono la irrigazione del tratto urinario, in caso di infiammazione, i casi lievi di calcolosi renale e come coadiuvante nelle infezioni batteriche del tratto urinario. Per la sua attività diuretica la Betulla viene comunemente impiegata nel trattamento della cellulite.
PRINCIPI ATTIVI SULL'APPARATO URINARIO - Le piante medicinali ad azione diuretica, ovvero che aumentano la diuresi, sono moltissime. Il loro meccanismo d'azione non è mai univoco e questo porta ad una loro difficile classificazione. Tuttavia in base alla natura del principio attivo responsabile dell'azione diuretica possiamo suddividerle in: a) droghe diuretiche per la presenza prevalente di saponine; b) droghe diuretiche per la presenza prevalente di composti flavonoidi; c) droghe diuretiche per la presenza prevalente di sali (potassio); d) droghe diuretiche per la presenza prevalente di oli essenziali. E' anche molto interessante, dal punto di vista terapeutico, conoscere di quali sostanze le droghe riescono a facilitare l'escrezione attraverso i reni. Così abbiamo: 1) Diuretici azoturici, se aumentano l'eliminazione dell'urea (Spirea olmaria, Prezzemolo, Salsapariglia, Betulla, Carciofo, Cipolla, Enula, Orthosifon, Ononide); 2) Diuretici uricolitici, se aumentano l'eliminazione dell'acido urico e dei suoi sali (Alkekengi, Frassino, Ribes nero, Betulla, Salsapariglia, Mais, Uva ursina, Mirtillo rosso e nero, Verga d'oro, Pioppo nero gemme, Ginepro); 3) Diuretici decloruranti, se aumentano l'eliminazione dei cloruri (Orthosifon, Ononide, Pungitopo, Finocchio, Sambuco, Ortica, Asparago, Spirea olmaria); 4) Diuretici fosfatici e ossalici, se promuovono l'eliminazione dei fosfati e degli ossalati (Mais); 5) Diuretici antiputridi, se possiedono una azione antisettica capace di combattere e contrastare le infezioni batteriche dell'apparato urinario (Uva ursina, Mirtillo nero e rosso, Corbezzolo, Sandalo essenza, Pioppo nero gemme, Verga d'oro, Ginepro, Lavanda, Timo).
CACAO
Nome botanico: Theobroma Cacao L.
Sinonimi: Cacao minor Gaertn., Cacao sativa Lamk.,, Cacao Theobroma Tussac
Principi attivi: TANNINI, LIPIDI, GLUCIDI, PROTEINE, POLIFENOLI, ALCALOIDI PURINICI TEOBROMINA CAFFEINA ADENINA GUANINA, GLICERIDI INSATURI, GLICERIDI DIINSATURI
Controindicazioni: IL CACAO VA USATO CON MODERAZIONE DA: BAMBINI, GOTTOSI, URICEMICI, ARTRITICI, OBESI, OSSALURICI. CONTROINDICATO NELL'ERNIA IATALE IN QUANTO LA TEOBROMINA RIDUCE LA PRESSIONE DELLO SFINTERE ESOFAGEO
Nei paesi anglosassoni il termine "Cacao" è generalmente usato per denominare sia l'albero che i semi, mentre il termine "cocoa" si riferisce al prodotto lavorato. Dai semi di Cacao si ricavano tre ingredienti principali: la polvere, il burro e gli estratti. I semi sono prima posti a fermentare e vengono essiccati, intanto la polpa che li circonda viene rimossa. I semi (ora denominati cacao grezzo) vengono tostati a 100-150° a seconda del prodotto finale che sivuole ottenere. Viene rimosso anche il tegumento e l'ipocotile. I cotiledoni rimasti contengono circa il 55% di burro di cacao che è una massa dall'aspetto di polvere bianca o di liquido detto cioccolato liquido, dal quale vengono rimosse quantità variabili di burro di cacao per pressione, compressione idraulica o tramite solventi. La 'torta' di cacao che rimane sul filtro viene raffreddata e ridotta in polvere fine; questa è la polvere di cacao che contiene ancora un 22% di grassi. Attualmente la polvere di cacao viene prodotta con il metodo olandese o processo alcalino che le conferiscono una maggiore solubilità, un colore migliore ed un sapore superiore. Gli estratti sono preparati con estrazione idroalcolica dai semi tostati; da questi ultimi si ottiene un olio essenziale per distillazione in corrente di vapore. L'attività della teobromina è simile a quella della caffeina, ma molto più debole, mentre è più forte la stimolazione cardiaca, dilatante le coronarie e rilassante la muscolatura liscia. Il burro di cacao è comedogenico (favorisce la formazione dei punti neri sulla pelle) Ma pare che sia fonte di antiossidanti liposolubili. Il suo impiego nella fitoterapia, combinato con altre droghe è rimedio per infezioni intestinali e diarrea, tosse e congestione polmonare. Sembra inoltre che riesca a regolare le funzioni delle ghiandole endocrine, specialmente della tiroide.
CAFFE'
Nome botanico: Coffea arabica L. + var.
Sinonimi: Coffea vulgaris Moench., Coffea canephora Pierre ex Froe., Coffea robusta Lind.
Principi attivi: ALCALOIDI: CAFFEINA, TRIGONELLINA, ADENINA, GUANINA, XANTINA, IPOXANTINA, ACIDI VOLATILI, POCO OLIO ESSENZIALE (OLIO DI CAFFÈ), ACIDO CAFFETANNICO (ANTAGONISTA SOSTANZE DEPRIMENTI), AMMINOACIDI.
Controindicazioni: IL CAFFÈ VA USATO CON MOLTA MODERAZIONE DA: BAMBINI, CARDIOPATICI, IPERTESI, GOTTOSI, URICEMICI, ARTRITICI, OBESI, OSSALURICI E IN CASO DI ERNIA IATALE E ULCERA GASTRICA. LA DOSE LETALE PER L'UOMO E' 10 gr CAFFEINA.
Note terapeutiche: L'azione depressiva è causata da alte dosi; l'azione analgesica è più evidente se associato all'acido
acetilsalicilico. La caffeina è presente in varie piante: Caffè semi 1-2 %, Tè foglie 1-4 %, Mate foglie 0,5-2 %, Guaranà semi 3-5 %, Cola semi 1-2,5 %, Cacao semi 0,1-0,4 % ed ha i seguenti effetti biologici: eccitazione del SNC e apparato neuromuscolare, stimolo adrenergico dell'apparato cardiovascolare, effetto diuretico, effetto lipolitico. Alte dosi producono tremore, insonnia, tachicardia e ipertensione.
La caffeina stimola il cuore, dilata le coronarie, rilassa la muscolatura liscia, ma a dose di 1 g può produrre mal di testa, nausea, insonnia, aritmie ecc. Una tazza di caffè contiene circa 100 mg di caffeina. In uno studio a doppio cieco, si è osservato che la somministrazione di caffeina produce effetti termogenici e lipolitici. I ricercatori costatarono che gli effetti termici erano correlati significativamente ai livelli di trigliceridi nel plasma, alla concentrazione di lattato, e al tono vascolare (cioè a maggiori incrementi nei vari livelli descritti corrispondono maggiori aumenti della termogenesi). Gli autori riferirono dunque l'incremento di lattato, di trigliceridi e l'aumentato tono vascolare, all'incremento del metabolismo. Vediamo come si arriva al chicco di caffè che conosciamo bene. I frutti maturi appena raccolti sono essiccati al sole in 2-3 settimane e in seguito vengono sottoposti alla rimozione meccanica dell'involucro essiccato (tegumento, polpa e tegumento del seme), oppure vengono immersi in acqua e trattati con delle impastatrici per la rimozione dell'involucro; si procede quindi alla fermentazione, che dura diversi giorni e all'essiccamento. Il primo metodo detto 'metodo secco' produce il caffè 'naturale'; il secondo, detto 'metodo umido', produce il caffè 'lavato'. A questo punto i chicchi prendono il nome di 'caffè verde' e sono pronti per l'esportazione. Per sviluppare il caratteristico sapore e aroma i chicchi vengono miscelati e sottoposti a tostatura a temperature variabili superiori ai 220° a seconda del tipo di caffè da produrre. Il caffè decaffeinato viene prodotto intervenendo con solventi (clorurati) sul chicco ancora verde. Il caffè istantaneo viene prodotto mediante estrazione del caffè tostato macinato con acqua calda sotto pressione, l'estratto viene quindi essiccato per congelamento o nebulizzazione, ottenendo il prodotto granulare o in polvere.
CENTELLA ASIATICA
Nome botanico: Centella asiatica (L.) Urban
Sinonimi: Hydrocotyle asiatica L., Centella coriacea Nannfd.
Principi attivi: OLIO ESSENZIALE VELLARINA, STEROLI, FLAVONOIDI, POLLINE, SAPONINE TRITERPENOIDI: ASIATICOSIDE, ACIDO ASIATICO E MADECASSICO, CENTELLOSIDE, BRAMOSIDE, TANKUNOSIDE, ZUCCHERI, GLICERIDI, AMMINOACIDI, POLIFENOLI, TANNINI.
Note terapeutiche: Per l'attività eutrofica sul connettivo i triterpeni estratti dalla Centella sono indicati nella cura della cellulite, sia in pomata, che per via generale, sia in mesoterapia. È infatti dimostrata una diminuita evoluzione verso la sclerosi dei fibroblasti. Il meccanismo d'azione dimostrato è l'incameramento nella struttura del collagene, di due aminoacidi, l'alanina e la prolina, con aumento della stabilità del tessuto connettivo della parete venosa. Valido anche l'utilizzo per prevenzione di cicatrici ipertrofiche, ulcere varicose e ragadi anali. La centella asiatica mostra un particolare trofismo per il tessuto connettivo stimolando principalmente la sintesi di glicosamminoglicani, componenti fondamentali della matrice amorfa del tessuto connettivo, in misura minore la sintesi delle componenti fibrillari (collagene ed elastina). Questo la rende ideale per il trattamento della cellulite. La sua attività si manifesta con due azioni terapeutiche principali: vasoprotettiva e trofica-cicatrizzante. 1) AZIONE VASOPROTETTIVA - migliora la funzionalità venosa tonificando le pareti vasali, diminuendo la stasi venosa e favorendo il ritorno venoso dalla periferia al cuore. 2) AZIONE TROFICO-CICATRIZZANTE - si esplica producendo una migliore vascolarizzazione, stimolando elettivamente il sistema reticolo-endoteliale similmente alle biostimoline di Filatov, favorendo la riparazione dei tessuti sia per via interna che esterna. Tale azione è dovuta in parte ad un effetto simil-anabolizzante capace di stimolare la sintesi delle proteine strutturali del connettivo. In effetti la centella agisce unicamente su aminoacidi come prolina, idrossiprolina e alanina che costituiscono il 40% degli aminoacidi totali del connettivo stesso.
Nella medicina tradizionale cinese e indiana la Centella è usata per raffreddore, insolazione, tonsillite,pleurite, infezioni epatiche e urinarie, itterizia, dissenteria, avvelenamento da funghi, scabbia, herpes zoster, lebbra, lupus, sifilide, tubercolosi e disturbi dermatologici.
COLA NITIDA
Nome botanico: Cola nitida (A. Chev.) Schott. et Vent., Cola acuminata Schott et Endl.
Sinonimi: Sterculia grandifolia Vent., Cola vera K. Sch., (Cola acuminata, Sterculia acuminata)
Principi attivi: CAFFEINA, TEOBROMINA, TEOFILLINA, XANTEINA, ADENINA, IPOXANTINA, TANNINO, POTASSIO, FOSFORO, MAGNESIO, FERRO, CALCIO, SILICIO
Controindicazioni: CARDIOPATIE ISCHEMICHE, IPERTENSIONE, IPERTIROIDISMO, INSONNIA. LA CAFFEINA RIDUCE L'ASSORBIMENTO DEL LITIO E AUMENTA QUELLO DELL'ASPIRINA
Erba sostitutiva: GUARANA
L'azione è simile al Caffè e Guaranà per il suo contenuto in caffeina ma più modesta. Per sfruttare al meglio gli effetti tonici e stimolanti per le prestazioni fisiche e su soggetto convalescenti o disappetenti, è opportuno non superare la dose di 200-300 mg al giorno di caffeina. E' una pianta concentrata nelle zone tropicali ed equatoriali dell'Africa dell'ovest. Contiene sali minerali, aminoacidi, cellulosa, amido, polifenoli, basi puriniche, caffeina, teobromina. E' uno stimolante del sistema nervoso centrale, aumenta lo stato di vigilanza, la rapidità dei processi intellettivi, l'associazione di idee. A forti dosi stimola i centri bulbari respiratori, vasomotori e vagali. Aumenta il metabolismo basale e la lipolisi. Un studio condotto in parallelo con caffeina e seme di cola, mostra che gli effetti osservati con la cola sono più graduali rispetto a quelli ottenuti con la caffeina e che, in più, il seme possiede un'azione specifica sul tono muscolare. Le xantine nella cola sono legate ai polifenoli : ciò assicura loro una liberazione lenta ed un'azione progressiva. Si usa anche il seme di cola fresca, utile da masticare per sostenere sforzi prolungati. Si usa anche come stimolante a livello fisico ed intellettivo. La polvere di cola è stata utilizzata nei convalescenti, in caso di surmenage e nello sport. Impiegata a dosi moderate è uno stimolante non nocivo ed ha azione prolungata.
ELEUTEROCOCCO
Nome botanico: Eleutherococcus senticosus Maxim.
Sinonimi: Acanthopanax senticosus Harms
Principi attivi: GLUCOSIDI ELEUTEROSIDI, DERIVATI CUMARINICI, SAPONINE TRITERPENICHE. ASSENTI SAPONINE GLICOSIDICHE PROPRIE DEL GINSENG.
Erba sostitutiva: GINSENG
E' diffusissimo nella Cina del nord, in Siberia ed in Mongolia. Le sue proprietà antistress e adattogene sono state sperimentate in doppio cieco su vari gruppi di sportivi. I risultati dimostrano che l'euterococco, durante l'esercizio muscolare fa diminuire la frequenza cardiaca e migliora la capacità di prelevare ossigeno dall'ambiente. Molto studiato anche in Russia e diffusamente somministrato agli anziani per ritardare gli effetti dell'invecchiamento, l'eleuterococco aumenta la resistenza agli sforzi, ed è assolutamente privo di tossicità: il suo effetto è farmacologicamente attribuibile ai vari ginsenosidi ed eleuterosidi contenuti in esso. Otimo contro la depressione nervosa, la ipotensione arteriosa, la convalescenza, lo stress fisico e mentale, ottimo per gli studenti nella concentrazione mentale.
FIENO GRECO
Nome botanico: Trigonella Foenum-Graecum L.
PRINCIPALI CARETTERISTICHE ACCERTATE: ANABOLIZZANTE, EMO-ERITRO-POIETICO, IPO-COLESTEROLEMIZZANTE, IPO-TRIGLICERIDEMIZZANTE, IPO-LIPIDEMIZZANTE.
È utilizzato come ingrediente nella polvere di curry. Negli USA l'uso principale concerne le imitazioni dello sciroppo di mele. Gli estratti sono usati come base per profumi, detergenti, lozioni e creme e anche in prodotti alimentari, quali bevande alcoliche ed analcoliche, prodotti da forno, gelatine e pudding, carne e prodotti derivati. Il Fieno greco venne introdotto nella medicina cinese nel 1057 D.C.; da allora è stato usato come nutriente, per malattie renali,impotenza e altre patologie maschili. Sono usati i semi naturali o tostati (fritti e spruzzati con acqua salata). È stato usato per millenni come droga, alimento e spezia in Egitto, India e Medio oriente. I suoi impieghi medicinali comprendono quello antipiretico, il trattamento di ulcere alla bocca, bronchiti, tossi croniche, labbra screpolate, aumento della produzione del latte, coadiuvante della digestione, trattamento del cancro; a Giava è usato anche come tonico per capelli e per curare la calvizie. Impiegato anche per aromatizzare il Tabacco, in molti paesi l'uso principale è quello di mangime per bestiame. In ragione del suo contenuto in sapogenine, i semi di Fieno greco costituiscono una fonte potenziale di materia prima per l'emisintesi degli ormoni steroidei.
FUCUS
Nome botanico: Fucus vesciculosus L.
Erba sostitutiva: ALGHE BRUNE O KELP
Il Fucus è molto attivo nella prevenzione di malattie infiammatorie croniche e recidivanti della vie aeree per la sua attività antiinfiammatoria e immunostimolante. Pare che il potere dimagrante della droga non sia efficace in tutti i casi di obesità, anzi, ne è sconsigliato l'uso per automedicazione; comunque i primi risultati apparirebbero dopo 3 settimane. L'acido alginico assunto con abbondante acqua è coadiuvante in diete ipocaloriche oppure rimedio tampone
PRINCIPALI CARATTERISTICHE ACCERTATE: CURATIVO DRENANTE, ANTIFLOGISTICO, IMMUNOSTIMOLANTE E MODULANTE, STIMOLA L'ATTIVITA' TIROIDEA
GARCINIA
Nome botanico: Garcinia cambogia Desr.
L'efficacia terapeutica dell'estratto dipende dalla sua biodisponibilità, ovvero dalla possibilità di essere assorbito dall'organismo e dal suo titolo che, in questo caso deve essere al 50% in acido idrossicitrico. La solubilità dovrebbe essere intorno al 100% (in complesso con calcio e potassio) e ciò determina un Ph favorevole al massimo assorbimento gastrointestinale.
Possibili meccanismi biochimici d’azione - Lo studio che terminiamo di descrivere suggerisce che l’(-) HCA inibisce la biosintesi degli acidi grassi (così come del colesterolo) abbassando direttamente il contenuto di acetil Coenzima A. L’(-) HCA, come il citrato, ha la funzione di substrato sul quale l’enzima citrato liasi può agire. Se è presente l’(-) HCA, il citrato non può essere facilmente convertito in aceti Coenzima A ed in ossalacetato. La ridotta disponibilità di questi due composti altera di conseguenza altri passaggi del ciclo di Krebs che accelerano la combustione dei grassi nel fegato. Quando le esigenze di ATP o di energia di una persona sono elevate, l’acetil Coenzima A viene incanalato nel ciclo di Krebs. Però quando le richieste di energia sono basse, l’acetil Coenzima A in eccesso non è più necessario agli aumentati livelli di energia metabolica. In questo caso, l’acetil Coenzima A viene incanalato nella biosintesi degli acidi grassi come riserva di combustibile. Quando si forma acetil Coenzima A a partire dal piruvato, esso resta all’interno dei mitocondri, incapace di diffondersi attraverso la membrana mitocondriale. La sintesi degli acidi grassi, al contrario, avviene fuori dai mitocondri. L’acetil Coenzima A è anche l’elemento costitutivo basilare per la sintesi degli acidi grassi. Durante il processo enzimatico di anabolismo dei grassi, l’acetil Coenzima A attraversa la membrana mitocondriale ed entra nel citoplasma. Qui l’acetil CoA ed il citrato citoplasmico iniziano la sintesi degli acidi grassi. Il primo passaggio nella biosintesi degli acidi grassi implica la formazione del malonil Coenzima A a partire dall’acetil Coenzima A. Il malonil Coenzima A blocca l’attività dell’enzima carnitina aciltransferasi. La principale funzione di questo enzima è di trasportare i grassi all’interno del mitocondrio, dove possono essere bruciati per fornire energia. Questo enzima collega i grassi con la L-carnitina, lo speciale componente portatore che tende ad attivarlo. L’ormone insulina indirettamente rende la carnitina aciltransferasi più sensibile alla inibizione causata dal malonil CoA. La carnitina, che è un aminoacido, gioca un ruolo chiave nel trasporto mitocondriale dell’acetil CoA dall’interno dei mitocondri al citoplasma. Questo ruolo è intimamente collegato alle capacità di "bruciare i grassi" della L-carnitina. Alcuni ricercatori sostengono che combinare la carnitina con l’(-) HCA promuove al massimo l’ossidazione degli acidi grassi, e conseguentemente la perdita di grassi del corpo. Tuttavia, anche senza ulteriore somministrazione di L-carnitina, l’(-) HCA sarebbe un prodotto naturale altamente efficace per la scomposizione del grasso corporeo in eccesso. Una volta diminuito il livello di malonil Coenzima A, viene ridotta anche la sua soppressione della carnitina-aciltransferasi. Di conseguenza, l’ossidazione o la combustione dei grassi nel fegato può poi essere accellerata. Questo è un altro meccanismo grazie al quale l’(-) HCA sembra avere un effetto positivo sul controllo del peso. Comunque, il valore terapeutico di questa sostanza di derivazione vegetale ai fini del controllo del peso si basa più sulla sua capacità di accelerare la combustione del grasso che sulla sua capacità di bloccare la formazione di nuovo grasso. In circostanze normali, gli uomini (a differenza di molti altri mammiferi, compresi i ratti) ricavano quasi tutto il grasso corporeo dai lipidi assunti con l’alimentazione. La formazione di nuovo grasso non incide molto sul controllo del peso. In uno studio, ad esempio, si è verificato che il fegato umano sintetizza meno della metà di un grammo di grasso al giorno. Questa quantità è considerevolmente bassa, specialmente se si confronta con regimi a bassissimo tenore di grassi, come la dieta di Pritkin che somministra un minimo di venti o trenta grammi di grassi al giorno. La sintesi di grasso nuovo, tuttavia, può arrivare ad essere importante in circostanze speciali, come in condizioni di indigestione prolungata, osservanza di una dieta artificiale senza grassi, e, forse, in gravidanza; ma nella maggior parte dei casi la sintesi dei grassi sembrerebbe essere di poca importanza nell’accumulazione dei grassi del corpo umano. La produzione di nuovi grassi rappresenta una parte trascurabile del grasso corporeo. In questo modo, la capacità dell’(-) HCA di inibire la formazione di nuovo grasso, benchè notevole, non risulterebbe di importanza cruciale per l’uomo. L’attività della carnitina aciltransferasi è incrementata sostanzialmente durante un digiuno prolungato. Durante questi periodi, il corpo è privato di carboidrati. I livelli di malonil CoA ed insulina scendono, però il fegato accumula attivamente L-carnitina. Tutti questi effetti tendono a stimolare l’azione catalizzatrice della carnitina aciltransferasi. Nei miticondri viene trasportato tanto grasso che per il fegato è impossibile bruciarlo completamente. Molto di questo grasso invece è ossidato solo parzialmente, e produce come prodotto secondario alcuni composti denominati corpi chetonici che poi entrano nel flusso sanguigno. Da qui sono trasportati ad altri organi come fonte di energia, incluso il cervello. Il cervello non è in grado di utilizzare direttamente i grassi per soddisfare le sue esigenze metaboliche. Tuttavia, i corpi chetonici costituiscono una fonte di grassi immagazzinati, una notevole riserva di energia alimentare che rimane disponibile per il cervello durante il digiuno. Inoltre, i corpi chetonici possono rallentare la velocità di scomposizione delle proteine nel muscolo scheletrico. La produzione dei corpi chetonici nel fegato costituisce un importante meccanismo di adattamento che la Natura ha creato per permettere al corpo di conservare proteine durante i periodi prolungati di carestia o digiuno. Dato che l’(-)HCA (così come la L-carnitina) accelera la velocità di produzione dei corpi chetonici, probabilmente ha un effetto di risparmio delle proteine. Il glucosio che si forma con la gluconeogenesi, invece, dovrebbe aiutare a conservare la massa magra, stimolando la secrezione di insulina. E’ necessario sottolineare che la scomposizione delle proteine viene inibita se l’attività dell’insulina aumenta. L’energia metabolica è necessaria per poter sintetizzare nuovo glucosio. Così, tutte le volte che viene stimolata la gluconeogenesi, aumenta il tasso metabolico. Per motivi ancora non chiariti, vengono bruciate più calorie quando i grassi vengono trasformati in corpi chetonici (attraverso un meccanismo noto come "trasporto inverso degli elettroni"). Ma prima di poter essere usati come carburante, i corpi chetonici devono venire attivati. Tale stadio richiede l’impiego di circa il 13% dell’energia alimentare presente nei corpi chetonici stessi. Parecchi meccanismi possono stimolare contemporaneamente la gluconeogenesi e ossidazione dei grassi nel fegato, incrementando in tal modo il consumo di calorie ed accelerando il tasso metabolico. Negli studi in vitro, quando le cellule epatiche vengono incubate con un acido grasso e un precursore della gluconeogenesi (piruvato), il consumo di ossigeno da parte di tali cellule (pari all’incirca al loro tasso metabolico) aumenta del 70%. Nei diabetici il metabolismo basale solitamente aumenta perché la loro carenza di attività insulinica non è in grado di sopprimere la gluconeogenesi e l’ossidazione del grasso che hanno luogo nelle cellule epatiche. Se si stimola l’ossidazione dei grassi nel fegato, aumenta la gluconeogenesi. Questo è un effetto dovuto all’incrementata attività della piruvato carbossilasi, un enzima stimolato dall’acetil CoA prodotto quando si brucia il grasso.
GINKGO BILOBA
Nome botanico: Ginkgo biloba L.
I glucosidi flavonoidici e i derivati terpenici del Ginkgo hanno proprietà microvascolari e nootrope che agiscono con meccanismi complessi: riduzione degli spasmi arteriolari e miglioramento della microcircolazione, miglioramento dello scambio ossigeno/glucosio con i tessuti, effetto antiossidante, inibizione del PAF, fattore di aggregazione piastrinica, antagonismo con reazioni da malattie allergiche, infiammatorie ed immunologiche.
E' un'erba molto popolare nel mondo, usata per migliorare l'afflusso di sangue al cervello, per migliorare la memoria e lo stato di coscienza nell'anziano e la circolazione del sangue in generale. Usata anche per rallentare la progressione della malattia di Alzhaimer. Il ginkgo biloba avrebbe anche proprietà inibitrici sulla 5-alfa-reduttasi. Il ginkgo biloba contiene terpeni, ginkgolide B con azione inibitrice del Paf-acether, mediatore fosfolipidico intercellulare implicato nell'aggregazione piastrinica, la tromboformazione, nell' aterogenesi e l' iperpermeabilità capillare; polifenoli, flavonoidi (ginketolo, isiginketolo, bilabetolo, ginkolide), con azione a tutti i livelli del sistema circolatorio : attività vasodilatatrice sulle arterie, aumento del tono venoso, aumento della circolazione cerebrale. Il ginketolo, isiginketolo, bilabetolo agiscono sulle membrane cellulari, stabilizzandole. Il ginkolide blocca la perossidazione lipidica e la formazione di radicali liberi, inibisce il fattore di attivazione delle piastrine (PAF). In cosmetica il ginkgo biloba si usa per la regolarizzazione della secrezione sebacea, pelle secca e devitalizzata, etc. Originario della Cina e del Giappone, è un specie leggendaria vecchia di più di 250 milioni di anni e che ha resistito ai peggiori inquinamenti del ventesimo secolo ed in particolare ai residui della bomba atomica di Hiroshima. E' particolarmente conosciuta per la sua attività sulla circolazione venosa, arteriosa e soprattutto per quella cerebrale. Numerose prove cliniche sono state compiute dimostrando l'efficacia delle foglie di ginkgo a tutti i livelli della circolazione sanguigna. * migliora la circolazione - aumentando l'afflusso di sangue al cervello migliora l'acuità mentale, la concentrazione, la memoria a breve termine, e l'abilità cognitiva. Utile perciò nelle perdite di memoria dovute a età avanzata, e nei problemi della memoria a breve termine. Aiuta anche in casi di tinnito (ronzio alle orecchie) e vertigini. Una migliore circolazione periferica aiuta a ridurre la sensazione di freddo alle estremità, i dolori intermittenti alle gambe e i crampi. Il gingko è utile anche nel trattamento per neuropatie diabetiche, degenerazione maculare, e altri problemi circolatori. E' uno scavenger (spazzino) dei radicali liberi, inibendo la perossidazione lipidica delle membrane - protegge quindi il cervello e il sistema nervoso dai danni provocati dai radicali liberi, e ciò può aiutare a controllare gli effetti dell'invecchiamento. Protegge la barriera sangue-crevello (barriere anatomiche e sistemi di trasporto che controllano tipi di sostanze che entrano nello spazio extracellulare del cervello). Diminuisce la viscosità del sangue inibendo il fattore attivante del PLATELET - platelet activating factor (PAF). Diminuisce il danno ai tessuti durante stress circolatori e aumenta la circolazione alle estremità; assiste nella distribuzione di ossigeno e glucosio al cervello protegge le arterie, le vene e i capillari dai danni, e aiuta a regolare il loro tono e la loro elasticità. E' usato anche per rallentare la progressione della malattia di Alzhaimer. Alcuni pazienti con scarso afflusso di sangue al cervello possono andare incontro a un leggero e passeggero mal di testa per i primi due o tre giorni. E' un segno che il gingko sta funzionando.
PRINCIPALI CARATTERISTICHE ACCERTATE: ACETILCOLINERGICO, ANTIAGGREGANTE PIASTRINICO, ANTIARTERIOSCLEROTICO ANTIATEROSCLEROTICO, ANTINEVRALGICO, ANESTETICO LOCALE, ANTIOSSIDANTE, CONTRASTANTE TURBE MENOPAUSA E CLIMATERIO, STIMOLANTE CIRCOLAZIONE CEREBRALE, STIMOLANTE CIRCOLAZIONE SANGUE, VASOPROTETTORE, CAPILLAROTROFO
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