29/04/06
Gara. Campionati Italiani di Powerlifting.
Telegraficamente, il risultato. 210-140-265. Sesto posto. Soddisfatto? Si e no. Meglio sarebbe stato 220-150-275.
Ora, il raccontino per i volenterosi della lettura.
Sveglia alle 6.00, partenza fra tutto alle 7.15. Io e mio cognato, che si presta volentieri a queste scampagnate. Dopo 3 ore e mezza arriviamo a Nettuno, in quel di Roma. Per i toscani, tutto il Lazio è Roma, e tutti parlano il romano di Thomas Milian o di De Sica. Nomi come Torvaianica e Ariccia fanno sempre immaginare frasi del tipo “dimo, famo, menamo”… Come per i non toscani, che pensano che tutti i toscani dicano “icchettuffai”, tipico solo di Firenze.
Fabio ha organizzato alla grande la manifestazione: il palazzotto è accogliente (c’è una palestra da paura, fra l’altro), la zona del riscaldamento dietro la pedana è ampia e le 3 postazioni ci stanno veramente larghe. Maglietta per gli atleti, felpa per lo staff. Locandina, striscioni, fotografo, contatti con le radio locali. Insomma, tutte cose che non si vedono ma che rendono “confortevole” la manifestazione. E che fanno perdere un monte di tempo per essere organizzate.
Alla 4° gara l’emozione è differente dalla prima… oramai conosco tutte le facce di questa piccola/grande comunità, saluto un po’ tutti, chiacchiero con tutti. Enrico mi presenta Francesco e Damiano, gli amici di Dario di Ironmilitia, venuti dalla Sicilia, persone simpatiche e alla mano.
La gara inizia e scorre con i 67Kg, in più gareggiano Agostinoni (82.5Kg) e Silvio (100Kg) che per problemi di logistica non possono nello spazio a loro riservato. Enrico segue una marea di persone, è ovunque. Ancora una volta si conferma come persona generosissima: è lo spirito del powerlifting fatto persona, senza scherzare.
Dopo un po’ incontro Ivo, Tattoos su bbHomepage che è venuto apposta alla gara! Finalmente ci conosciamo di persona! Ivo è simpaticissimo, ancora di più che sul forum e al telefono. In più, estremamente gentile, mi segue nel riscaldamento e mi prepara i pesi sul bilanciere, estremamente discreto e mai invadente. E si sorbisce le mie chiacchiere agitate.
Riscaldamento per lo squat: 70-90-110, 140 con la cintura. Poi mi metto il corpetto ed Enrico me lo fa salire alla grande, me lo sento perfetto addosso, questo affare angosciante. 170 con cintura e bretelle giù, poi fasce e bretelle su a 190Kg che vanno bene, ma Enrico mi dice che devo forzare di più queste cazz.o di fasce.
Entrata a 200Kg, poi 210 e 220. Questa è l’idea. Arriva il mio turno. Fasce tirate medie, Enrico mi tira su dalla sedia, cintura, ingresso in pedana. “Bilanciere pronto!”, entro. Accade tutto in una manciata di secondi. Più lungo a raccontarlo. E’ differente dall’altra gara, a Carrara. Meno emozione, meno novità, meno timore. Non c’è la paura della novità non conosciuta, del non sapere cosa ti aspetta. Persi tutti questi elementi accessori ma importantissimi, rimane, appunto, la gara… un bilanciere mi attende, io faccio quei passi a gambe rigide per le fasce. Incredibile, anche stavolta vedo solo l’asta, non i pesi. Però percepisco che le persone che mi fanno da spotter mi conoscono (a destra c’è Federico, mi pare), mi incitano piano, per non disturbarmi, e sento, sì, sento, che vogliono che io li faccia questi fottuti 200Kg. In questi millisecondi sento, sì, lo sento proprio, anche il pubblico, i miei amici, sento che sono in ansia perché io vinca i 200. Ma sento anche che non è come a casa mia… mi metto sotto il bilanciere, non sono abituato alle fasce, sento un effetto strano di piedi “molli” per la non abitudine a portare le fasce. Inspiro, stacco, sento il peso, passi indietro. Bene, leggero. Attendo i pochi secondi prima del comando, che si dilatano in ore con quel coso sulle spalle… “Squat”. Inspiro, scendo, esplodo in alto, risalgo… accade l’inspiegabile: mi ritrovo con il cul.o indietro in una posizione impossibile. Salgo indietro e chiaramente mi salvano gli spotter. Nullo. Rientro.
Enrico si incazz.a, ha ragione. La cosa che mi rompe è che non ho capito cosa ho fatto… Ok, ok, si riprova, mica può andare sempre bene… un nullo all’ingresso si gestisce, senza cacarsi addosso. Sono agitato ma, tranquillo.
2° prova, sempre 200Kg. Ritenta, sarai più fortunato. Stacco, soppeso il carco, indietro, duro e teso con la schiena. “Squat”. Giù, su. Una fucilata. Ci sono 30Kg in più. Serro le ginocchia, attendo che mi dicano di riappoggiare per togliermi dalle palle questa merd.a di ferro che ho sulla schiena. Mi giro, aspetto le luci. 3 bianche. Urlo, penso di aver detto un vaffa, ma non sono sicuro delle mie azioni. Bene, sono in gara, in questa fottutissima gara ricercata da una vita. Ottimo squat, sono contento.
3° prova. Fasce, pronto all’ingresso. Si verifica quello che può verificarsi in una gara: un intoppo con l’ordine degli atleti e tutto si ferma. Io e gli altri 2 “coinvolti” ci ritroviamo fasciati ad aspettare. E non è simpatico: Enrico mi massaggia le gambe, non c’è tempo per sfasciare. Sento Sandro che urla arrabbiatissimo, ma, sono gli imprevisti e vanno gestiti. Tutti sono gentilissimi. Donatella, la mitica Dona del Forma Club, mi dice di stare tranquillo, che và tutto bene (ed essere considerato da una figura mitica del powerlifting italiano è una soddisfazione). Poi ci danno 3 minuti, via le fasce, le cosce riprendono calore. Si riparte, 210Kg. Come prima, facilissimo lo stacco, scendo, risalgo ma non capisco cosa minkia faccio, mi ritrovo a risalire in una posizione impossibile. “no no no” risalgo, chiudo. Buona. 210 orribili ma vaffanculo, fatti.
Il resto è in discesa. Sono soffio, moscio, non so perché… panca fino a 130Kg con la maglia in riscaldamento, Enrico dà 130 come entrata, dato che non mi vede veloce. Ok, 130. Faccio questi 130Kg, becco 2 rosse. Movimento sulla panca. Mi pare di no. Non è per criticare, ma capire l’errore è non ripeterlo. Chiaro, non ho l’esperienza per gestire un nullo e andare avanti. 130 di nuovo, 3 bianche. Poi 140Kg, altre 3 bianche. Ok, finita. Sono il powerlifter che prende MENO di tutti con la maglia. Io ho 135Kg raw, faccio 140Kg con la maglia. Ma, si sa… la gara è la gara.
Stacco: 140-160-180. Cintura, 200Kg. In allenamento tiro anche 210 e 220Kg senza nulla, oggi 200 li sento pesanti. Corpetto, 220Kg cintura e bretelle giù, 240Kg completo. Facili ma non facilissimi. Da 260 di entrata mettiamo 250Kg, poi Enrico dice 255Kg.
Lo stacco è sempre una bella alzata, tecnicamente non ci sono menate complicate da seguire, fermi, profondità, attese assurde, rompimenti di palle vari. Si tira, si aspetta che ti dicano di riabbassare, e non è che ti fanno aspettare 3 ore. Si riabbassa. Mitico. Entro a 255Kg. Meno teso, sento proprio il calore del pubblico e di chi mi stà intorno, bellissimo,incredibile, sento il loro affetto. I 255 salgono facili, un po’ tremanti, ma facili.
Ok, 265Kg. Rientro, afferro il bilanciere, strizzo giù il corpetto, spingo. Mi sono distratto, non mi sono concentrato bene, salgo di cul.o, il bilanciere è lontano e mi punisce. Mi trovo a tirare in una posizione impossibile e inizio a tremare tutto. Devo mollare.
Al 3° tentativo la vedo dura. Lo stacco non è come il resto. Si tira, si tira, si tira e… ci si stanca. Enrico un po’ si incazz.a, un po’ mi conforta… “su, lo sai, non farmi dire le solite cose da principiante!”. Ridiamo i 265. All’ingresso in pedana c’è come giudice Russo, un gigante da 300Kg di squat e 325 di stacco. Incredibile, mi incita piano anche lui! “afferralo forte, forte!”. Anche lui vuole che lo tiri su, anche lui, un Master navigatissimo, “caca” me, mezza **** qualunque! I 265 vengono su. Quello c’era, quello ho fatto. Non c’erano 270, ma nemmeno 266.
Fine… mi rilasso, finalmente. C’è Emidio, simpaticissimo come sempre. E enorme come sempre! La persona più larga che abbia mai visto. Come dissi quando lo vidi, Enrico sembra suo figlio piccolo, io Cucciolo dei 7 nani. Dona mi fa i complimenti, Franco Sala, suo marito e guru del PL mi chiede come è andata e questo è per me un onore. Mi complimento con Simone Sanasi, 250-170-270 (credo, comunque dei Kg altissimi e di valore) e con Giorgio Agostinoni che a 48 anni è a 270-150-260.
Torno in tribuna, un ragazzo molto ben piazzato mi si avvicina “sono Venom”. E’ Venom5 di bbHomepage, Francesco. Ha visto tutta la gara! Simpaticissimo e affabile, insieme a Ivo chiacchieriamo delle “solite cose” dei pesi. Devo dire che sono contentissimo che sono venuti e di averli conosciuti dal vivo. E, senza ovviamente nulla togliere agli altri, sono persone che… agiscono. Volevano vedere una gara, si sono mossi e l’hanno fatto!
Guardo le donne. Antonietta è sempre spettacolare: lo squat a 200Kg è da paura, bellissimo da vedere. Un concentrato di genetica, tecnica, grinta, anni di esperienza e di allenamento. Insomma, una campionessa. Lo stacco a 200.5 di Mariapia è da paura, come sempre lei ci regala. Riesce a chiudere delle alzate impossibili, alzate che io avrei mollato perché improponibili. Invece da sotto il ginocchio è una lotta millimetro su millimetro, fino vincere la gravità e raddrizzarsi. Impossibile, ma lei riesce a farlo.
Ci ritroviamo con Ado e chiacchieriamo per una ventina di minuti, simpatico come sempre. Internet ci avvicina, peccato che siamo a centinaia di Km di distanza…
Premiazioni, saluti, ritorno a casa a mezzanotte e mezza, disintegrato.
Che dire… esperienza sicuramente istruttiva e positiva. Istruttiva, perché ho la conferma di quello che ho sempre saputo: una gara è… una gara. I Kg hanno valore qui, non in palestra. E in gara i Kg sono difficili da far salire, ti fanno sputare il sangue. A casina propria, nel confort del proprio ambiente, è molto ma molto più facile. In pedana il film cambia.
Sono contento di essere sopravvissuto alla mia prima gara geared, armaturizzato fino all’impossibile. Troppo forte questa roba. Odiata da chi non l’ha mai usata, posso solo dire che non è un “di più”, qualcosa che si mette e somma i mitici 30Kg di squat, 25 di panca e 20 di stacco ai propri raw. Il giochino non funziona così. L’attrezzatura è parte inscindibile del PL. Usala bene, ti premia, usala male, nulli a volontà. Pregi e difetti vengono esaltati ai massimi livelli.
Per la mia prestazione, il 6° posto è il piazzamento giusto: i miei avversari sono dei veterani, preparatissimi. Se io fossi arrivato sopra loro, il valore di questa competizione sarebbe stato basso. Un risultato di rilievo ad un campionato italiano non può essere conseguito da uno che si allena in camera, in un garage, senza rack, da solo. Il valore dell’evento ne sarebbe sminuito. Perché quello che ho imparato è che serve sì la grinta, sì la determinazione, sì gli occhi della tigre e urlare “Adriana”, tutto vero, tutto importante. Però, e ripeto alla nausea è giusto che sia così, serve anche saper allenarsi in un certo modo e avere la possibilità di farlo. Altrimenti chiunque fortarello in palestra farebbe bene. Non è e non deve essere così. Deve essere difficile, come lo sono tutti gli sport. Qui contano i dettagli insignificanti. Per fare 240Kg, paradossalmente, non serve fare 6x6x180Kg raw, ma 6x6x150Kg e saper uscire duro dagli appoggi.
Ora basta, sono veramente stanco, la preparazione, posso dirlo, è stata pesante. Ora 2 mesi non voglio avere cinture, fasce, corpetti, cazz.i vari a portata di mano. Ora voglio usare il mio nuovo rack, fonderlo dalle cose che ci farò. In fondo non ho fatto male per questo primo anno di PL. Senza rack. A novembre il vostro Paolino vi farà vedere come con il rack si possa mostruosamente migliorare. Oppure vi farà vedere in quanti modi possibili ci si può fare male (esempio, bilanciere che cade e mano stritolata fra lui e la barra di protezione, oppure più semplicemente, Paolino mette le barre troppo basse e si incastra al suolo…)
Insomma, il primo anno si è concluso bene. Le potenzialità ci sono. Però faccio una marea di errori da vero principiante ancora. Perciò, inutile averle, queste potenzialità, se poi non si realizzano. Con i “quasi goal” non si vincono le partite, no?
Al ritorno in macchina mi arriva un SMS di Lorenzo, 235-155-275. Lo chiamo, lui ha troppa fiducia in me… ma non dispero eh… Gentile, come sempre.
Oggi gareggiano Enrico e tutti gli altri. Come al solito, la logistica familiare mi impedisce di assistere. I miei nipoti sono malati, mia mamma guarda loro, i miei suoceri hanno guardato mia figlia ieri e con 2 nonne semi inferme in casa non è che possono sclerale perché io possa andare via fino a mezzanotte per 2 giorni di fila. Anche troppo. Perciò sono qui, con enorme rammarico, a scrivere.
Gara. Campionati Italiani di Powerlifting.
Telegraficamente, il risultato. 210-140-265. Sesto posto. Soddisfatto? Si e no. Meglio sarebbe stato 220-150-275.
Ora, il raccontino per i volenterosi della lettura.
Sveglia alle 6.00, partenza fra tutto alle 7.15. Io e mio cognato, che si presta volentieri a queste scampagnate. Dopo 3 ore e mezza arriviamo a Nettuno, in quel di Roma. Per i toscani, tutto il Lazio è Roma, e tutti parlano il romano di Thomas Milian o di De Sica. Nomi come Torvaianica e Ariccia fanno sempre immaginare frasi del tipo “dimo, famo, menamo”… Come per i non toscani, che pensano che tutti i toscani dicano “icchettuffai”, tipico solo di Firenze.
Fabio ha organizzato alla grande la manifestazione: il palazzotto è accogliente (c’è una palestra da paura, fra l’altro), la zona del riscaldamento dietro la pedana è ampia e le 3 postazioni ci stanno veramente larghe. Maglietta per gli atleti, felpa per lo staff. Locandina, striscioni, fotografo, contatti con le radio locali. Insomma, tutte cose che non si vedono ma che rendono “confortevole” la manifestazione. E che fanno perdere un monte di tempo per essere organizzate.
Alla 4° gara l’emozione è differente dalla prima… oramai conosco tutte le facce di questa piccola/grande comunità, saluto un po’ tutti, chiacchiero con tutti. Enrico mi presenta Francesco e Damiano, gli amici di Dario di Ironmilitia, venuti dalla Sicilia, persone simpatiche e alla mano.
La gara inizia e scorre con i 67Kg, in più gareggiano Agostinoni (82.5Kg) e Silvio (100Kg) che per problemi di logistica non possono nello spazio a loro riservato. Enrico segue una marea di persone, è ovunque. Ancora una volta si conferma come persona generosissima: è lo spirito del powerlifting fatto persona, senza scherzare.
Dopo un po’ incontro Ivo, Tattoos su bbHomepage che è venuto apposta alla gara! Finalmente ci conosciamo di persona! Ivo è simpaticissimo, ancora di più che sul forum e al telefono. In più, estremamente gentile, mi segue nel riscaldamento e mi prepara i pesi sul bilanciere, estremamente discreto e mai invadente. E si sorbisce le mie chiacchiere agitate.
Riscaldamento per lo squat: 70-90-110, 140 con la cintura. Poi mi metto il corpetto ed Enrico me lo fa salire alla grande, me lo sento perfetto addosso, questo affare angosciante. 170 con cintura e bretelle giù, poi fasce e bretelle su a 190Kg che vanno bene, ma Enrico mi dice che devo forzare di più queste cazz.o di fasce.
Entrata a 200Kg, poi 210 e 220. Questa è l’idea. Arriva il mio turno. Fasce tirate medie, Enrico mi tira su dalla sedia, cintura, ingresso in pedana. “Bilanciere pronto!”, entro. Accade tutto in una manciata di secondi. Più lungo a raccontarlo. E’ differente dall’altra gara, a Carrara. Meno emozione, meno novità, meno timore. Non c’è la paura della novità non conosciuta, del non sapere cosa ti aspetta. Persi tutti questi elementi accessori ma importantissimi, rimane, appunto, la gara… un bilanciere mi attende, io faccio quei passi a gambe rigide per le fasce. Incredibile, anche stavolta vedo solo l’asta, non i pesi. Però percepisco che le persone che mi fanno da spotter mi conoscono (a destra c’è Federico, mi pare), mi incitano piano, per non disturbarmi, e sento, sì, sento, che vogliono che io li faccia questi fottuti 200Kg. In questi millisecondi sento, sì, lo sento proprio, anche il pubblico, i miei amici, sento che sono in ansia perché io vinca i 200. Ma sento anche che non è come a casa mia… mi metto sotto il bilanciere, non sono abituato alle fasce, sento un effetto strano di piedi “molli” per la non abitudine a portare le fasce. Inspiro, stacco, sento il peso, passi indietro. Bene, leggero. Attendo i pochi secondi prima del comando, che si dilatano in ore con quel coso sulle spalle… “Squat”. Inspiro, scendo, esplodo in alto, risalgo… accade l’inspiegabile: mi ritrovo con il cul.o indietro in una posizione impossibile. Salgo indietro e chiaramente mi salvano gli spotter. Nullo. Rientro.
Enrico si incazz.a, ha ragione. La cosa che mi rompe è che non ho capito cosa ho fatto… Ok, ok, si riprova, mica può andare sempre bene… un nullo all’ingresso si gestisce, senza cacarsi addosso. Sono agitato ma, tranquillo.
2° prova, sempre 200Kg. Ritenta, sarai più fortunato. Stacco, soppeso il carco, indietro, duro e teso con la schiena. “Squat”. Giù, su. Una fucilata. Ci sono 30Kg in più. Serro le ginocchia, attendo che mi dicano di riappoggiare per togliermi dalle palle questa merd.a di ferro che ho sulla schiena. Mi giro, aspetto le luci. 3 bianche. Urlo, penso di aver detto un vaffa, ma non sono sicuro delle mie azioni. Bene, sono in gara, in questa fottutissima gara ricercata da una vita. Ottimo squat, sono contento.
3° prova. Fasce, pronto all’ingresso. Si verifica quello che può verificarsi in una gara: un intoppo con l’ordine degli atleti e tutto si ferma. Io e gli altri 2 “coinvolti” ci ritroviamo fasciati ad aspettare. E non è simpatico: Enrico mi massaggia le gambe, non c’è tempo per sfasciare. Sento Sandro che urla arrabbiatissimo, ma, sono gli imprevisti e vanno gestiti. Tutti sono gentilissimi. Donatella, la mitica Dona del Forma Club, mi dice di stare tranquillo, che và tutto bene (ed essere considerato da una figura mitica del powerlifting italiano è una soddisfazione). Poi ci danno 3 minuti, via le fasce, le cosce riprendono calore. Si riparte, 210Kg. Come prima, facilissimo lo stacco, scendo, risalgo ma non capisco cosa minkia faccio, mi ritrovo a risalire in una posizione impossibile. “no no no” risalgo, chiudo. Buona. 210 orribili ma vaffanculo, fatti.
Il resto è in discesa. Sono soffio, moscio, non so perché… panca fino a 130Kg con la maglia in riscaldamento, Enrico dà 130 come entrata, dato che non mi vede veloce. Ok, 130. Faccio questi 130Kg, becco 2 rosse. Movimento sulla panca. Mi pare di no. Non è per criticare, ma capire l’errore è non ripeterlo. Chiaro, non ho l’esperienza per gestire un nullo e andare avanti. 130 di nuovo, 3 bianche. Poi 140Kg, altre 3 bianche. Ok, finita. Sono il powerlifter che prende MENO di tutti con la maglia. Io ho 135Kg raw, faccio 140Kg con la maglia. Ma, si sa… la gara è la gara.
Stacco: 140-160-180. Cintura, 200Kg. In allenamento tiro anche 210 e 220Kg senza nulla, oggi 200 li sento pesanti. Corpetto, 220Kg cintura e bretelle giù, 240Kg completo. Facili ma non facilissimi. Da 260 di entrata mettiamo 250Kg, poi Enrico dice 255Kg.
Lo stacco è sempre una bella alzata, tecnicamente non ci sono menate complicate da seguire, fermi, profondità, attese assurde, rompimenti di palle vari. Si tira, si aspetta che ti dicano di riabbassare, e non è che ti fanno aspettare 3 ore. Si riabbassa. Mitico. Entro a 255Kg. Meno teso, sento proprio il calore del pubblico e di chi mi stà intorno, bellissimo,incredibile, sento il loro affetto. I 255 salgono facili, un po’ tremanti, ma facili.
Ok, 265Kg. Rientro, afferro il bilanciere, strizzo giù il corpetto, spingo. Mi sono distratto, non mi sono concentrato bene, salgo di cul.o, il bilanciere è lontano e mi punisce. Mi trovo a tirare in una posizione impossibile e inizio a tremare tutto. Devo mollare.
Al 3° tentativo la vedo dura. Lo stacco non è come il resto. Si tira, si tira, si tira e… ci si stanca. Enrico un po’ si incazz.a, un po’ mi conforta… “su, lo sai, non farmi dire le solite cose da principiante!”. Ridiamo i 265. All’ingresso in pedana c’è come giudice Russo, un gigante da 300Kg di squat e 325 di stacco. Incredibile, mi incita piano anche lui! “afferralo forte, forte!”. Anche lui vuole che lo tiri su, anche lui, un Master navigatissimo, “caca” me, mezza **** qualunque! I 265 vengono su. Quello c’era, quello ho fatto. Non c’erano 270, ma nemmeno 266.
Fine… mi rilasso, finalmente. C’è Emidio, simpaticissimo come sempre. E enorme come sempre! La persona più larga che abbia mai visto. Come dissi quando lo vidi, Enrico sembra suo figlio piccolo, io Cucciolo dei 7 nani. Dona mi fa i complimenti, Franco Sala, suo marito e guru del PL mi chiede come è andata e questo è per me un onore. Mi complimento con Simone Sanasi, 250-170-270 (credo, comunque dei Kg altissimi e di valore) e con Giorgio Agostinoni che a 48 anni è a 270-150-260.
Torno in tribuna, un ragazzo molto ben piazzato mi si avvicina “sono Venom”. E’ Venom5 di bbHomepage, Francesco. Ha visto tutta la gara! Simpaticissimo e affabile, insieme a Ivo chiacchieriamo delle “solite cose” dei pesi. Devo dire che sono contentissimo che sono venuti e di averli conosciuti dal vivo. E, senza ovviamente nulla togliere agli altri, sono persone che… agiscono. Volevano vedere una gara, si sono mossi e l’hanno fatto!
Guardo le donne. Antonietta è sempre spettacolare: lo squat a 200Kg è da paura, bellissimo da vedere. Un concentrato di genetica, tecnica, grinta, anni di esperienza e di allenamento. Insomma, una campionessa. Lo stacco a 200.5 di Mariapia è da paura, come sempre lei ci regala. Riesce a chiudere delle alzate impossibili, alzate che io avrei mollato perché improponibili. Invece da sotto il ginocchio è una lotta millimetro su millimetro, fino vincere la gravità e raddrizzarsi. Impossibile, ma lei riesce a farlo.
Ci ritroviamo con Ado e chiacchieriamo per una ventina di minuti, simpatico come sempre. Internet ci avvicina, peccato che siamo a centinaia di Km di distanza…
Premiazioni, saluti, ritorno a casa a mezzanotte e mezza, disintegrato.
Che dire… esperienza sicuramente istruttiva e positiva. Istruttiva, perché ho la conferma di quello che ho sempre saputo: una gara è… una gara. I Kg hanno valore qui, non in palestra. E in gara i Kg sono difficili da far salire, ti fanno sputare il sangue. A casina propria, nel confort del proprio ambiente, è molto ma molto più facile. In pedana il film cambia.
Sono contento di essere sopravvissuto alla mia prima gara geared, armaturizzato fino all’impossibile. Troppo forte questa roba. Odiata da chi non l’ha mai usata, posso solo dire che non è un “di più”, qualcosa che si mette e somma i mitici 30Kg di squat, 25 di panca e 20 di stacco ai propri raw. Il giochino non funziona così. L’attrezzatura è parte inscindibile del PL. Usala bene, ti premia, usala male, nulli a volontà. Pregi e difetti vengono esaltati ai massimi livelli.
Per la mia prestazione, il 6° posto è il piazzamento giusto: i miei avversari sono dei veterani, preparatissimi. Se io fossi arrivato sopra loro, il valore di questa competizione sarebbe stato basso. Un risultato di rilievo ad un campionato italiano non può essere conseguito da uno che si allena in camera, in un garage, senza rack, da solo. Il valore dell’evento ne sarebbe sminuito. Perché quello che ho imparato è che serve sì la grinta, sì la determinazione, sì gli occhi della tigre e urlare “Adriana”, tutto vero, tutto importante. Però, e ripeto alla nausea è giusto che sia così, serve anche saper allenarsi in un certo modo e avere la possibilità di farlo. Altrimenti chiunque fortarello in palestra farebbe bene. Non è e non deve essere così. Deve essere difficile, come lo sono tutti gli sport. Qui contano i dettagli insignificanti. Per fare 240Kg, paradossalmente, non serve fare 6x6x180Kg raw, ma 6x6x150Kg e saper uscire duro dagli appoggi.
Ora basta, sono veramente stanco, la preparazione, posso dirlo, è stata pesante. Ora 2 mesi non voglio avere cinture, fasce, corpetti, cazz.i vari a portata di mano. Ora voglio usare il mio nuovo rack, fonderlo dalle cose che ci farò. In fondo non ho fatto male per questo primo anno di PL. Senza rack. A novembre il vostro Paolino vi farà vedere come con il rack si possa mostruosamente migliorare. Oppure vi farà vedere in quanti modi possibili ci si può fare male (esempio, bilanciere che cade e mano stritolata fra lui e la barra di protezione, oppure più semplicemente, Paolino mette le barre troppo basse e si incastra al suolo…)
Insomma, il primo anno si è concluso bene. Le potenzialità ci sono. Però faccio una marea di errori da vero principiante ancora. Perciò, inutile averle, queste potenzialità, se poi non si realizzano. Con i “quasi goal” non si vincono le partite, no?
Al ritorno in macchina mi arriva un SMS di Lorenzo, 235-155-275. Lo chiamo, lui ha troppa fiducia in me… ma non dispero eh… Gentile, come sempre.
Oggi gareggiano Enrico e tutti gli altri. Come al solito, la logistica familiare mi impedisce di assistere. I miei nipoti sono malati, mia mamma guarda loro, i miei suoceri hanno guardato mia figlia ieri e con 2 nonne semi inferme in casa non è che possono sclerale perché io possa andare via fino a mezzanotte per 2 giorni di fila. Anche troppo. Perciò sono qui, con enorme rammarico, a scrivere.
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