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Rack Barbarian di Sezana, Fitnes Planet, si. Sembra attrezzatura discretamente robusta, il bilanciere purtroppo si è già piegato con carichi di squat 150 chili, quello che stavo usando era appena stato sostituito.
Appena posso vi inquadro tutta la parte pesi, hanno comperato attrezzature "heavy" e montagne di dischi, favoloso.
rack barbarian mi ricorda qualcosa
grande Sergione...non oso immaginare quanto fai di rematore o panca manubri ...il rumeno pugliese starà rosicando
Guarda cavallo: questo non è il thread dove risponderti...ognuno alleni i suoi atleti come vuole che siamo tutti sereni. Io penso che tu ne capisca di forza esplosiva,pliometrie etc etc...io dal canto mio ritengo che fare allenare quella porzione su un pallavolista sia controproducente...magari l'idiota sarò io...no problem .
Per quanto riguarda il link, preferisco altre fonti
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"You eat, sleep, and drink hypertrophy. You live for the pump. You're a bodybuilder." Joel Marion "It's a shame for a man to grow old without seeing the strength and the beauty of which his body is capable"
Socrate
Guarda cavallo: questo non è il thread dove risponderti...ognuno alleni i suoi atleti come vuole che siamo tutti sereni. Io penso che tu ne capisca di forza esplosiva,pliometrie etc etc...io dal canto mio ritengo che fare allenare quella porzione su un pallavolista sia controproducente...magari l'idiota sarò io...no problem .
Per quanto riguarda il link, preferisco altre fonti
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E' giusto non parlarne qui e Sergio non me ne voglia,poi chiudo il discorso,ma voglio dirti che,nel link c'e' semplicemente riporato uno studio e questo studio viene discusso da preparatori atletici,non e' questione di fonti,che poi ognuno alleni i suoi atleti come vuole..ci mancherebbe altro,ma il "problema" e' definire idiota un metodo che magari altri applicano..figuriamoci ho sentito criticare persone e i loro metodi e intanto arrivavano medaglie su medaglie olimpiche...tutto qui
La sottile differenza che c'e' tra... fare sport e VIVERE di sport...(auto cit.)
Colpa mia dell'uso del termine...per una volta l'ho usato con leggerezza pensando nessuno si sentisse chiamato in causa. Mi scuso per il termine, chiudo l'ot, ma rimango della mia opinione
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"You eat, sleep, and drink hypertrophy. You live for the pump. You're a bodybuilder." Joel Marion "It's a shame for a man to grow old without seeing the strength and the beauty of which his body is capable"
Socrate
io sapevo che se si resta sopra il parallelo si attivano per di piu' i quadricipiti, e quando li contrai per risalire il tendine rotuleo tira la tibia in avanti.
Tale trazione viene bilanciata solo dai legamenti del ginocchio,in particolare dal crociato posteriore, mentre se scendi sotto il parallelo attivi anche i femorali, per cui la tibia si trova tirata in avanti dal quadricipite e indietro dai femorali con alleggerimento del lavoro sul crociato.
Ragazzi qualunque studio ci riporta dei valori relativi al campione selezionato, le %di attivazione e di intervento medio crollano, e miseramente, di fronte alla specificita' del soggetto. E mi riferisco a finezze talmente minuscole che poco o nulla hanno a che fare poi coi risultati in termini di ipertrofia. Non esiste una correlazione diretta tra quanto scendo e quanto cresco, nemmeno tra quanto spingo e quanto cresco. Magari tra quanto spingo e quanto scendo si. Quel che mi preme sottolineare, e' che la discussione sul "quanto" deve strettamente dipendere dal "come". E il "come" a sua volta e' in interrelazione alle specifiche flessibilita' relative muscolari, restrizioni/cedimenti articolari, suscettibilita' direzionale al movimento, schema motorio. Ogni fattore e' al contempo causa e conseguenza dell'altri. A rendere ancora piu' affascinante il tutto, e' che bisogna valutare ogni aspetto tridimensionalmente. Possiamo insegnare la tecnica perfetta di accosciata a chiunque, ma laddove sussistono restrizioni che necessitano correzioni diciamo "manuali" su restrizioni di qualche tipo, ci saranno cedimenti sui quali il movimento sara' in ogni caso eccessivo. Dall'alto al basso, da destra a sinistra, dal dietro al davanti. Ripeto il caso di un'anteriorita' dell'osso astragalico nel piede: la flessione dorsale non la si recupera certo con lo stretching, e le inflienze ascendenti saranno importanti; se avro' una flessibilita' relativa eccessiva del soleo, si sara' facilitati a scendere andando con le ginocchia oltre le punte dei piedi in ogni caso. E ci saranno altre conseguenze sopra. Se un'anca e' ristretta in rotazione interna, avro' un mancato controllo della rotazione esterna e scendero' in un altro modo. Se avro' un obliquo esterno rigido avro' una rotazione anomala di bacino; se un'iliaco e' in anteriorita'/posteriorita' idem; poi ci sono combinazioni di fattori, ripeto causa e conseguenza uno dell'altro. La verita' assoluta non puo' esistere, ognuno ha la propria specificita' e se si sanno individuare gli elementi chiave la qualita' del movimento puo' essere migliorata. Pensiamo banalmente a come cambia eseguire uno squat con o senza scarpe.
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Grande prestazione Sergio..
P.s ma te non avevi l'ernia al disco? Come stai?
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Si sta sviluppando una discussione molto interessante infatti, ottimo
Già, avevo un ernia al disco, male completamente sparito, da 2-3 anni ho ricominciato ad allenare le gambe ed ecco che usando pesi considerevoli (non grossi) mi sto ponendo queste domande in modo da ricercare il massimo beneficio ed il minimo danno.
Ecco un altro elemento: un pregresso infortunio. Non possiamo pensare che non ci siano stati degli adattameti di tipo strutturale che abbiano influenzato lo schema motorio, ne' che tale infortunio non abbia trovato origine in una struttura sottoposta a stress anomalo a causa di uno schema non ottimale. Ribadisco che metterei su piani ben distinti stimolo ipertrofico ed esecuzione adatta (a prevenire ad esempio traumi o microtraumi).
La discussione è molto interessante, oro il tuo contributo Sly! Quanto hai detto l' ho riscontrato sulla mia pelle quando mi allenavo in palestra. A parte un piccolo problema di valgismo e un po' di rigidità parzialmente risolta con lo stretching lo squat non mi ha mai dato grossi problemi riuscendo rapidamente ad arrivare a carichi importanti in pochissimo tempo. Caso opposto la panca piana, a causa di una bruttissima frattura all' omero sinistro (mal saldata) ho tutto l' arto sx completamente fuori asse, in panca con il bilanciere mi trovo in una posizione nettamente svantaggiosa per la spinta ed infatti i carichi non sono mai stati importanti (lunghi periodi di stalli, muscolatura ipotrofica sul sinistro non capendo il perché). La situazione è migliorata utilizzando manubri sempre più pesanti notando così dei benefici rispetto al bilanciere. Tanto per dare i numeri ho usato sia i 50 kg che i 60 kg a manubrio su inclinata dopo prove e riprove ma adattando il tutto al mio problema.
Tralsciando il caso specifico ( non metto bocca perchè non ho competenza), dove ormai siamo ad punto in cui il piu' è stato fatto e si tratta "solo" di capire come affrontare il resto dell'allenamento, io farei un discorso diverso.
Ovvero, partendo dall'inzio, cio' prendendo come sogetto "tipo" un individuo che inzia il suo percorso e deve strutturare una programmazione per l'incremento della forza (e della massa) e non ha particolarità rilevanti e/o infortuni alle spalle.
Io credo che si possa dire che un squat, anche per quello che dicevo nel post pocosopra, debba essere eseguito arrivando sotto il parallelo o quanto piu' vicino possibile mantenendo la lordosi lombare (in tal caso stretching ed esercizi di mobilità).
Questo se accompagnato da una buona tecnica (che permette la corretta distribuzione del carico e del peso che grava sulle articolazioni e da una ottimale attivazione dei muscoli) e da una giusta progressione del carico che rispecchi veramente lo sviluppo della forza del soggetto (leggasi, aumentare il carico quando non si è pronti eseguendo male l'esercizio e sottoponendo il corpo ad un stress che non puo' ben sopportare) rende il gesto dello squat sotto il parallello piu' efficiente ed ottimale del suo movimento parziale per uno sviluppo completo del corpo.
Detto meglio, io percepisco (generalmente, eslcudendo programmazioni specifiche) i movimenti parziali come "scappatoie" per un deficit tecnico e/o di forza, che non viene affrontato curando specificatamente i due aspetti, ma solo rimandato. Imho, sposterei il discorso sul piano della ricerca dell'esecuzione ottimale del squat sotto il parallello piuttosto che cercare varianti.
ps. ripeto, parlo del caso tipo come sopra descritto, in situazioni in cui ci sono infortuni, scompensi, etc non mi esprimo assolutamente e leggo con avidità interventi come quelli di sly.
La cosa piu' importante e aggiungo bella e appagante, e' l'intrinsecita', la consapevolezza e l'individuazione dei fattori relativi al movimento, mentre lo eseguiamo. E' lo step a mio avviso che spesso manca quando si ha un atteggiamento "passivo", "estrinseco" a cio' che si fa. Ogni imput, stimolo, esperienza va preso per buono come spunto di riflessione. Poi potra' o meno esserci un riscontro personale, ma almeno avere la pulce nell'orecchio. Impossibile liquidare questioni come queste in due parole, non puo' essere possibile. A titolo informativo, la posizione che prevede il compromesso piu' sano tra impegno muscolare e articolare e' a ginocchio intorno ai 60° con schiena appoggiata al muro. Cosa significa? Nulla. In riabilitazione pero' ha un senso, a patto che si osservi l'orientamento e la distanza fra i piedi e dal muro, cosa avviene ad anche e bacino etc. Ribadirei l'importanza della tridimensionalita' del tutto, la stabilita' va mantenuta su tutti i piani di movimento. Ogni articolazione ha il proprio centro istantaneo di rotazione, ogni articolazione ha piu' componenti, ogni articolazione e' stabilizzata passivamente da strutture specifiche e attivamente dai muscoli, che quindi non realizzano solo la mobilizzazione attiva. In particolare, il concetto di stabilita' muscolare non puo' prescindete dal grado di rigidita' intrinseca (stifness) dei muscoli locali, che esplicano la propria funzione di stabilita' soprattutto in eccentrica. Si capisce bene che se un piccolo muscolo che deve (dovrebbe) stabilizzarr e' troppo debole o relativamente poco "stiff", la stabilita' del centro di rotazione istantaneo non potra' essere mantenuta, e per rendere possibile il movimento qualche altra struttura muscolare dominera', qualche struttura articolarr non verra' sottoposta al giusto grado di stress. Prendiamo la cartilagine: soffre sia se troppo caricata, sia se noj sufficientemente caricata. E nella stessa articolazione, quando il movimento non e' controllato, alcuni punti saranno troppo e altri troppo poco sollecitati, con conseguenze acutr ma soprattutto croniche e di lungo periodo piuttosto importanti. ***** le casalinghe si sfasciano le spalle, gli sportivi di alto livello idem, un motivo dovra' pur esserci :-D
il problema qui è che se quel video l'avesse postato un qualunque utente di bw gli i commenti sarebbero stati ben altri (l'unico è manx rimasto coerente), lo ha postato sergio e allora via di discussioni tecniche sul perchè esegue un quarto di squat con 180 e mezzo squat con 140
mah...
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