Il sesso dell'aspirina
La terapia a base di acido acetilsalicilico si è dimostrata efficace nella prevenzione cardiovascolare secondaria
Un’analisi degli studi finora condotti sull’argomento mostra che l’uso dell’acido acetilsalicilico riduce significativamente il rischio di eventi cardiovascolari, la riduzione sembra in particolare determinare una diminuzione del rischio di ictus nelle donne e di infarto cardiaco negli uomini. I risultati di questa meta-analisi sono pubblicati sul numero odierno di JAMA.
Questo effetto protettivo è peraltro stabilito con sicurezza solo nell’ambito della prevenzione secondaria, vale a dire nei confronti di persone precedentemente già colpite da patologie cardiovascolari. Meno chiaro è invece il ruolo dell’aspirina nella prevenzione primaria, ossia prima che nella persona si verifichino problemi di questo tipo.
Nell’ambito della prevenzione secondaria, l’uso della terapia a base di acido acetilsalicilico ha indotto nelle donne una riduzione del numero di ictus del 17 per cento, ma non ha influenzato invece il numero di attacchi cardiaci. Opposta e simmetrica la casistica relativa al sesso maschile, che registra una flessione del 32 per cento nel numero di infarti cardiaci, ma non in quello degli ictus.
Secondo quanto riferito dagli autori, per un periodo medio di terapia di 6,4 anni si è riscontrata una media di 3 morti da eventi cardiovascolari in meno per mille donne e di 4 per mille uomini. La terapia aumenta peraltro del 70 per cento il rischio di eventi di carattere emorragico.
La terapia a base di acido acetilsalicilico si è dimostrata efficace nella prevenzione cardiovascolare secondaria
Un’analisi degli studi finora condotti sull’argomento mostra che l’uso dell’acido acetilsalicilico riduce significativamente il rischio di eventi cardiovascolari, la riduzione sembra in particolare determinare una diminuzione del rischio di ictus nelle donne e di infarto cardiaco negli uomini. I risultati di questa meta-analisi sono pubblicati sul numero odierno di JAMA.
Questo effetto protettivo è peraltro stabilito con sicurezza solo nell’ambito della prevenzione secondaria, vale a dire nei confronti di persone precedentemente già colpite da patologie cardiovascolari. Meno chiaro è invece il ruolo dell’aspirina nella prevenzione primaria, ossia prima che nella persona si verifichino problemi di questo tipo.
Nell’ambito della prevenzione secondaria, l’uso della terapia a base di acido acetilsalicilico ha indotto nelle donne una riduzione del numero di ictus del 17 per cento, ma non ha influenzato invece il numero di attacchi cardiaci. Opposta e simmetrica la casistica relativa al sesso maschile, che registra una flessione del 32 per cento nel numero di infarti cardiaci, ma non in quello degli ictus.
Secondo quanto riferito dagli autori, per un periodo medio di terapia di 6,4 anni si è riscontrata una media di 3 morti da eventi cardiovascolari in meno per mille donne e di 4 per mille uomini. La terapia aumenta peraltro del 70 per cento il rischio di eventi di carattere emorragico.
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