Colesterolo??? ridurlo drasticamente..

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  • fenix91
    Never Never Never Give Up
    • Oct 2007
    • 1718

    #16
    Chi soffre di ipercolesterolemia famigliare ha un deficit o un malfunzionamento dei recettori cellulari per le lipoproteine LDL, perciò il meccanismo di feedback negativo sulla sintesi del colesterolo funziona male o non funziona affatto. In poche parole, le cellule non riescono a captare il colesterolo assunto con la dieta (di cui tuorli d'uovo, carne grassa, crostacei e formaggi grassi sono ricchi) e non viene perciò inibita la sintesi endogena dello stesso, per cui ci si ritrova con un livello elevato di colesterolo plasmatico (quello assunto dalla dieta + quello sintetizzato endogenamente). Risulta ovvio quindi, che bisogna limitare l'assunzione di alimenti ricchi di colesterolo, in quanto il deficit dei recettori per le LDL causa un accumulo nel sangue del colesterolo assunto con la dieta, perchè esso non può essere "incamerato" nelle cellule.
    Con una dieta ipercalorica ed iperglucidica invece, data la condizione di iperinsulinemia, viene indotta una maggiore sintesi di colesterolo endogeno e di trigliceridi, e mancando il corretto meccanismo di inibizione, le due fonti di colesterolo (esogena ed endogena) si sommano, causando maggiori accumuli.
    Perciò, la dieta consigliata per chi soffre di ipercolesterolemia famigliare dovrebbe fornire buone quantità di acidi grassi mono e polinsaturi, quantità di carboidrati non eccessive (ma soprattutto kcal non eccessive), prediligere fonti di carboidrati a basso indice glicemico e ricche di fibre ed evitare zuccheri semplici e fonti dirette di colesterolo.
    Ovviamente dipende dal grado di ipercolesterolemia, molto spesso il solo intervento dietetico non è sufficiente, ed è necessario intervenire con le statine (inibitori della beta-HMG-CoA reduttasi).
    Last edited by fenix91; 21-04-2012, 11:47:30.


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    • tony88
      Bodyweb Advanced
      • Apr 2009
      • 185

      #17
      come sempre esaustivo...

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      • Riccardo85
        Bodyweb Advanced
        • Jul 2010
        • 185

        #18
        un valore di colesterolo totale nel sangue (colesterolemia) superiore alla norma non è di per sé preoccupante, soprattutto se non esistono altri fattori di rischio cardiovascolare (le lipoproteine LDL provocano comunque una proliferazione cellulare che può restringere il lume delle arterie), occorrendo distinguere fra colesterolo cattivo (legato alle lipoproteine LDL) e colesterolo buono (legato alle HDL). La vecchia interpretazione considerava valori ottimali quelli inferiori a 240 mg/dl di colesterolo totale (a 200 mg/dl o addirittura a 160 mg/dl se sono presenti fattori di rischio cardiovascolare o è già in atto una coronaropatia) e inferiori a 160 mg/dl di colesterolo LDL (rispettivamente 130 mg/dl e 100 mg/dl nel caso di fattori di rischio o di coronaropatia). La vecchia interpretazione considerava solo il colesterolo totale anche perché nella popolazione sedentaria (e spesso con cattiva alimentazione) il colesterolo buono è molto basso. Con il diffondersi di concetti salutistici (attività fisica e alimentazione sana) ciò non è più vero e l'incremento del colesterolo buono spesso porta il totale oltre i vecchi valori di attenzione. Oggi, per una valutazione migliore della situazione, si considera l'indice di rischio cardiovascolare, cioè il rapporto fra colesterolo totale e colesterolo buono HDL; tale indice per un soggetto sano deve essere inferiore a 5 per l'uomo e a 4,5 per la donna. Un soggetto con colesterolo totale a 250 e colesterolo buono a 85 ha un indice di rischio a 2,94 ed è in una condizione decisamente migliore di chi ha il colesterolo totale a 200 e quello buono a 40, dove l'indice di rischio vale 5.
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