" protrusione erniaria discale L4-L5 "

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  • bleedeyes
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    " protrusione erniaria discale L4-L5 "

    salve, sono due anni che mi è stata diagnosticata volevo sapere secondo la vostra
    opinione, sul cosa fare.

    Tutto è cominciato con l'esecuzione pessima dello squat (con carichi da riscaldamento) in cui ho inarcato la zona lombare eliminando la S che forma normalmente la schiena (questo giusto per far capire a chi legge che gli esercizi devono essere fatti SEMPRE bene).
    Agli inizi mi dava fastidio solo a livello lombare saltuariamente, anche sciatica ma poca, veramente poca.
    Adesso invece quando fa male, ho sempre lombosciatalgia.

    La prima domanda è: solo dopo un operazione si potrebbe torna al 100% ? ovviamente senza complicanze nell'intervento e giusta fisioterapia dopo, si torna al 100%?

    Vorrei sapere delle vostre esperienze, cosa avete fatto per risolvere, almeno in parte...

    vi riporto anche il referto dell'ultima RM in cui non riesco a capire la gravità della situazione, se sia quella al livello l4-l5 piccola o grande ernia... boh
    "E' stato eseguito un esame di RM del rachide lombosacrale che evidenzia stenosi del canale vertebrale per peduncoli corti
    su base congenita e discopatia degenerativa L4-L5 ed L5-S1, caratterizzate da protrusione posteriore a barra dell'anulus fibroso,
    appoggio anteriore sul sacco durale e presenza di protrusione erniaria discale intraforaminale sn a livello L4-L5".
    Conoscete qualche bb famoso operato e tornato all'agonismo?

    grazie a chi vorrà rispondere

    bye
  • Ioria86
    "Non leggo le infrazioni User"
    • Jun 2007
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    #2
    E' molto importante nn demoralizzassi.praticamente quasi l'80% della gente una profusione senza saperlo

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    • bleedeyes
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      • Dec 2007
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      #3
      io infatti ho un altra protrusione, l5-s1 che l'anno scorso non avevo, non mi ha dato nessun sintomo e sento solo quella bastarda a l4-l5, probabilmente perchè tocca i nervi mentre l'altra, è in uno spazio fisiologico che non da sintomi tutto qua, penso.
      spero che qualcuno risponda alle domande del post.

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      • Ioria86
        "Non leggo le infrazioni User"
        • Jun 2007
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        #4
        Le tue domande sono molto interessanti e sono molto interessato pure io dato che ho una protusione.aspetto anche io risposte da esperti

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        • Kytai Kenpachi
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          • Jun 2009
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          #5
          Originariamente Scritto da bleedeyes Visualizza Messaggio
          salve, sono due anni che mi è stata diagnosticata volevo sapere secondo la vostra opinione, sul cosa fare.
          Tutto è cominciato con l'esecuzione pessima dello squat (con carichi da riscaldamento) in cui ho inarcato la zona lombare eliminando la S che forma normalmente la schiena (questo giusto per far capire a chi legge che gli esercizi devono essere fatti SEMPRE bene).
          Agli inizi mi dava fastidio solo a livello lombare saltuariamente, anche sciatica ma poca, veramente poca.
          Adesso invece quando fa male, ho sempre lombosciatalgia.

          La prima domanda è: solo dopo un operazione si potrebbe torna al 100% ? ovviamente senza complicanze nell'intervento e giusta fisioterapia dopo, si torna al 100%?
          Originariamente Scritto da bleedeyes Visualizza Messaggio


          Vorrei sapere delle vostre esperienze, cosa avete fatto per risolvere, almeno in parte...


          vi riporto anche il referto dell'ultima RM in cui non riesco a capire la gravità della situazione, se sia quella al livello l4-l5 piccola o grande ernia... boh

          "E' stato eseguito un esame di RM del rachide lombosacrale che evidenzia stenosi del canale vertebrale per peduncoli corti
          su base congenita e discopatia degenerativa L4-L5 ed L5-S1, caratterizzate da protrusione posteriore a barra dell'anulus fibroso,
          appoggio anteriore sul sacco durale e presenza di protrusione erniaria discale intraforaminale sn a livello L4-L5".
          Conoscete qualche bb famoso operato e tornato all'agonismo?

          grazie a chi vorrà rispondere


          bye


          Rispondendo alla tua domanda ti posto l' intervista della scamuzzi al Dott. Scoppa:

          Fabio Scoppa

          L'ernia del disco puo' essere trattata il più delle volte con terapia riabilitativa adeguata. L'intervento
          chirurgico è indicato solo in una minoranza di casi.

          Nel suo libro lei sostiene che l’ernia del disco di per sè non è una malattia. Quand’è che
          lo diventa e va curata?

          L’alterazione morfologica del disco intervertebrale (ernia del disco) riconoscibile con la risonanza magnetica, da sola non costituisce malattia. In assenza di sintomatologia specifica, l’immagine visibile nella risonanza magnetica è soltanto un’entità anatomo-patologica riscontrabile anche in un’ampia percentuale di soggetti che non hanno sintomi
          specifici e quindi non malati. La malattia da ernia del disco è invece un entità patologica ben definita: per poter parlare di malattia, l’ernia radiologicamente riconoscibile deve essere accompagnata da una sintomatologia clinica specifica, che, nel caso di ernia del disco lombare, è caratterizzata da dolore all’arto inferiore (sciatalgia di tipo radicolare) e/o da deficit sensitivi o motori (perdita di forza dei muscoli della gamba, perdita di sensibilità, formicolii). In questo caso è opportuno affrontare la patologia innanzitutto sempre in modo non chirurgico, cioè con terapia riabilitativa adeguata, essendo l’intervento chirurgico indicato solo in un’assoluta minoranza di casi che non supera il 5%.

          Perché insorge, da cosa è provocata?
          L’ernia del disco è una patologia relativamente frequente che si manifesta soprattutto nell’adulto sopra i 40 anni di età;le sedi più frequenti sono quelle a livello lombare e cervicale. La sua incidenza appare in aumento ed i motivi sembrano essere soprattutto gli stili di vita ed i carichi che la colonna vertebrale sopporta non essendo preparata a
          farlo. In particolare l’ernia del disco, che è correlata ad un fenomeno in parte fisiologico di invecchiamento e di fissurazione del disco intervertebrale, può essere correlata ad una postura non corretta, con conseguenti carichi non fisiologici sulla colonna vertebrale. La postura corporea rappresenta la posizione del corpo nello spazio, dovuta a complessi fenomeni neurofisiologici di autoregolazione e autoadattamento. Questa può squilibrarsi con estrema facilità per cause svariate innescando una serie di compensi e di adattamenti anche a distanza. In questo processo la colonna vertebrale è sempre coinvolta: nel tempo, una postura incongrua modifica la biomeccanica vertebrale
          alterandone il corretto funzionamento e, di conseguenza, può favorire un processo degenerativo o patologico dei dischi intervertebrali interposti tra le vertebre.
          Lei ha dedicato un capitolo del libro alle ‘indicazioni restrittive’ della terapia chirurgica.

          Quando si puo’, e quando no, evitare l’intervento?
          In base alla mia personale esperienza clinica e in conformità con i più recenti studi scientifici sull’argomento, sicuramente oltre il 90%-95% dei pazienti con diagnosi certa di sciatalgia da ernia del disco risolvono questa patologia con le sole cure non chirurgiche. Solo per una minoranza di pazienti che orientativamente non supera il 5% dei casi è
          indicato l’intervento chirurgico. Essenzialmente, l’unica indicazione assoluta alla terapia chirurgica è un grave deficit neurologico progressivo, o un dolore assolutamente non tollerabile dal paziente nonostante le migliori cure farmacologiche, fisioterapiche, osteopatiche. In ogni caso la terapia chirurgica deve essere presa in considerazione
          dopo un tempo di attesa ragionevolmente lungo (non meno di 3-6 mesi dalla comparsa del dolore sciatico) durante il quale deve essere iniziata una terapia riabilitativa, osteopatica, posturologica finalizzata a creare le migliori condizioni affinché il processo di guarigione naturale possa avere luogo nel modo più rapido ed efficace possibile. Questa altissima percentuale di pazienti che possono evitare l’intervento chirurgico è giustificata dal fatto che l’ernia del disco è in grado di risolversi spontaneamente, sia al livello lombare che cervicale, nella stragrande maggioranza dei casi.
          Questa capacità di riassorbimento, ampiamente documentata anche dagli studi con risonanza magnetica, necessita di un adeguato periodo di tempo, durante il quale bisogna assicurarsi che non ci sia un progressivo peggioramento dei sintomi neurologici. Il mancato rispetto di questa fondamentale attesa, ad esempio per un ricorso troppo precoce e tempestivo all’intervento chirurgico, di fatto priva il soggetto della possibilità di guarigione naturale dell’ernia del disco, che è assolutamente il migliore risultato ottenibile, soprattutto nel lungo periodo.

          Quali opzioni di cura alternative all’intervento lei propone nel suo libro?
          Le terapie proposte sono quelle posturologiche, osteopatiche, riabilitative e l’approccio psicologico. La posturologia,intesa come studio scientifico e clinico della postura, riveste un ruolo di primo piano. Infatti, la degenerazione del disco intervertebrale e la sua conseguente patologia non possono essere considerati una semplice fatalità, ma l’esito di
          un’alterata distribuzione dei carichi e delle forze agenti su questa struttura che, nel tempo, favorisce l’insorgere della patologia. Un’alterazione posturale può essere responsabile di un comportamento non fisiologico del disco e di un’incongrua distribuzione dei carichi a livello biomeccanico.
          L’osteopatia è una medicina manuale il cui intervento terapeutico si basa su tecniche puramente manipolative, specifiche e precise per ciascuna delle strutture da trattare. L’obiettivo specifico del trattamento manipolativo
          osteopatico è il ripristino della mobilità fisiologica, con conseguente recupero funzionale e miglioramento del metabolismo tessutale. Se ne deduce l’utilità per un ottimale funzionamento della colonna vertebrale.
          La riabilitazione è assolutamente la terapia non chirurgica più diffusa e riveste un ruolo importante nella presa in carico
          del paziente con ernia del disco. Essendo il riposo a letto non solo inefficace, ma anche controproducente e dannoso, si intuisce l’utilità di una riabilitazione attiva basata su esercizi specifici per il paziente con ernia del disco. Il rimanere attivi e più funzionali possibili, grazie al supporto delle terapie riabilitative, sembra essere la medicina migliore per la quasi totalità degli studiosi dell’argomento.
          Infine gli aspetti psicologici: il paziente con dolore, e soprattutto il paziente con dolore cronico, può giovarsi di un aiuto non soltanto fisico ma anche psicologico, in un’ottica globale (olistica). La relazione medico-paziente riveste un ruolo di primo piano nel processo di recupero funzionale e di guarigione. Una solida relazione terapeutica è la migliore garanzia per un’adesione ed un coinvolgimento attivo del paziente nel processo terapeutico (patient’s compliance), presupposto fondamentale per il buon esito di una qualsiasi terapia. In questa ottica olistica, il medico non deve curare la malattia, ma piuttosto il malato: tutto ciò riveste un significato particolare in caso di dolore cronico. Un trattamento efficace del paziente con dolore cronico deve essere mirato sia alla riduzione del comportamento da malato e del suo ruolo di infermo, sia al ristabilimento e al rinforzo dei comportamenti sani.

          Come si collocano queste terapie nell’ambito della letteratura scientifica?
          Sia l’osteopatia che la posturologia, in particolare quest’ultima, sono discipline relativamente giovani. La letteratura scientifica sull’argomento, pur presente con alcune realtà di sicuro valore, è sicuramente inferiore a quella di altre discipline. Viceversa, la riabilitazione e gli approcci psicologici godono di un corposo sostegno di prove di efficacia a livello di letteratura specializzata. Anche per studiare criticamente e validare scientificamente la disciplina, la posturologia è stata inserita da oltre 10 anni come master universitario nella I Facoltà di Medicina e Chirurgia della nostra Università Sapienza di Roma, di cui ho l’onore di essere il Coordinatore Scientifico, con la direzione del Professor Giuseppe Amabile. Dal canto suo l’osteopatia, pur non godendo ancora di un riconoscimento legislativo nel nostro paese, dal 2002 ha ottenuto l’egida della nostra istituzione universitaria in relazione ad un corso di formazione di 6 anni da me diretto.

          Come si puo’ prevenire il formarsi di ernie alla colonna vertebrale. Ci sono tecniche e/o pratiche particolari?
          Recenti indagini Istat sullo stato di salute in Italia segnalano che l'8,2% della popolazione ha riferito nel 1999 di essere affetto da 'lombosciatalgia' (7,3% maschi e 9,3% femmine), di cui l’ernia del disco è la causa principale. Sono considerati fattori di rischio le occupazioni sedentarie e l'inattività fisica, il sovrappeso, l'alta statura, la guida di veicoli a motore prolungata e costante, le vibrazioni, i lavori a elevato impegno fisico soprattutto se comportano abitualmente il sollevamento manuale di carichi, e le gravidanze. Ma soprattutto, per prevenire questa patologia, è importante l’approccio posturologico finalizzato alla valutazione ed al trattamento degli squilibri posturali che, come si è detto, rappresentano una condizione che favorisce la degenerazione e l’invecchiamento precoce del disco intervertebrale.

          A cura di Daniela Scamuzzi
          -------------------Il MiO DiArIo-------------------
          http://www.bodyweb.com/forums/blogs-...ml#post5384919

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          • bleedeyes
            Bodyweb Advanced
            • Dec 2007
            • 1537
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            #6
            Grazie per l'ntervento Kytai Kenpachi
            Il fatto è che questi riassorbimenti si verificano solo nei primi 6 mesi nella maggior parte dei casi, altrimenti, non ci sarebbero molte persone con questo problema, mentre invece conosco tantissime persone con questo problema che se lo portano dietro anche da 20 anni.
            Io sono 2 anni e mezzo che prego che in qualche modo, disidratandosi, o per qualche altro avvenimento biologico(ho letto di fagocitosi), l'ernia si riduca e produca almeno meno sintomatologia. Ma non è stato così.
            Girando in rete, sentivo di persone rinate dall'intervento e persone distrutte da quest'ultimo, poi i vari personaggi dello sport, tipo nesta, buffon, cammarelle, etc.. si sono operati, ma effettivamente non si sà se stiano ancora male e a che grado di ernia/dolore fossero arrivati nel giorno dell'intervento. (buffon in un intervista dice: "E' passato solo qualche giorno dall'operazione, però già il fatto che riesca a camminare abbastanza bene e che riesca a ritrovare un po' di forza nel piede sinistro, sono segnali molto confortanti").
            Ho saputo che ronnie coleman abbia eseguito pure lui un intervento, ma non si sa delle sue condizioni attuali, se ha più dolori lombosciatalgici.
            Derek Poundstone uno strongman che tira su 350kg di stacco http://www.youtube.com/user/lbstone#.../5/p4h2iC-bJ-8 ha un ernia ma continua con i pesi anche se ha dolori, non si è operato perchè aveva anche un emorragia e l'operazione poteva portarlo alla paralisi.
            Cammarelle a quanto avevo letto da qualche parte, anche ora dopo 2 operazioni alla schiena ha la sciatica.
            Conscete qualche altro sportivo operato O con questi problemi? qualcuno operato che è ritornato senza dolori?

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            • belliazzi
              Bodyweb Member
              • Sep 2010
              • 29
              • 1
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              • monza brianza
              • Send PM

              #7
              salve bleedayes io sono Damiano e soffro di sciatalgia acuta da piu di nove mesi.
              Sono stato una persona che ha sempre cercato di fare gli stacchi con una buona tecnica di esecuzione ,ma ciò non è bastato a proteggermi.
              Possiedo due protusioni L4 L5 e L5 S1 e soffro a stare seduto in ufficio.
              Mi sono fatto seguire da 2 Neurochirurghi ed entrabi hanno sempre dato cure farmacologiche ,riposo forzato e nuoto in stile dorso.
              Ma hai me niente è servito.
              Dicevano che la schiena non aveva nulla di grave, ma io iniziavo a dubitare di questa affermazione.
              dopo varie vicissitudini arriva il giorno in cui si decidono a fare un intervento chirurgico.
              Mi hanno operato il 14 dicembre 2010 però non hanno toccato le protusioni , ma bensi hanno dato piu spazio al nervo sciatico con una foraminotomia (allargato il foro di uscita del nervo dalla vertebra).
              Oggi è passato un mese dall'intervento e sono ancora uguale a prima.
              I medici mi hanno detto che serve tempo per guarire, si però io dopo 30 giorni non risco a stera seduto per piu di 40 minuti dopo di che mi devo alzare.
              La prossima settimana farò la visita post operatoria e poi si vedrà il da farsi .
              Intanto ho deciso di farmi aiutare da medici speciallizati nella "terapia del dolore" , almeno per poter tornare in ufficio a lavorare ,poi per poter tornare in palestra si vedrà (ma la vedo dura al momento).
              Contrariamente un mio amico ha fatto uno squat a 200 kg ,gli è venuta un ernia grossa , l'hanno operato quasi subito e dopo 2 mesi di assoluto riposo (non alzava neanche una bottiglia ) è tornato in palestra tranquillamente ad allenarsi ,be certo non fara mai piu stacchi e squat.
              Si può dire che ognuno è un caso a parte .
              Ti posso solo consigliare di stare molto cauto a quello che svolgi in palestra, evita esercizi in piedi e pressioni verticali sulla colonna tipo (distensioni per le spalle e scrollate dei trapezzi,curl in piedi etc etc) abbandona stacchi ,squat e rematori per sempre e esercizi con il corpo a 90 gradi .
              E ti consiglio per iniziare tre mesi di riposo assoluto per cercare di far assorbire le tue protusioni.

              Ciao.
              Last edited by belliazzi; 14-01-2011, 13:06:59.

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              • andydufresne
                Bodyweb Advanced
                • Nov 2008
                • 784
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                • 23
                • Send PM

                #8
                man mano passa il tempo e osservo le reazioni del mio corpo conseguenti alle modifiche del bite inferiore che porto, son sempre più convinto che la causa degli infortuni o meglio delle patologie da sovraccarico (non soltanto quelle del rachide cervicale) sono causate dalla disfunzione cranio mandibolare.

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                • belliazzi
                  Bodyweb Member
                  • Sep 2010
                  • 29
                  • 1
                  • 0
                  • monza brianza
                  • Send PM

                  #9
                  sono contento per te che stai risolvendo il tuo problema con un semplice bite.
                  Anche la chiropratica che mi ha seguito,a provato a manipolare cervicale e a fare delle manovre di pressione sulle gengive,ma hai me il mio problema non sorgeva da li,era sempre di origine lombare.

                  Grazie

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