ALL'ISS PROGETTO CUCINA METABOLICA, PALESTRA E LABORATORI
(ANSA) - ROMA, 8 dic - Assumere basse dosi di proteine potrebbe ridurre il rischio di sviluppare alcune forme tumorali che non sono associate all obesita', quali il cancro alla prostata e il tumore della mammella nelle donne in eta' pre-menopausale. Lo studio e' stato condotto alla Washington University School of Medicine in St. Louis (Usa) e coordinato da Luigi Fontana, del Dipartimento di Sanita' alimentare ed animale dell Istituto superiore di sanita', pubblicato sul numero di dicembre dell American Journal of Clinical Nutrition. E grazie a questa ricerca ha preso il via un progetto coordinato dela professor Enrico Garaci, presidente dell'Iss, per realizzare una struttura che riunisce una ''cucina metabolica'', una palestra e un ambulatorio dove studiare i meccanismi attraverso i quali una corretta alimentazione e l'esercizio fisico rallentano i processi di invecchiamento e prevengono le malattie cronico-degerative e perfino alcuni tumori. I ricercatori hanno preso in esame tre gruppi di individui omogenei per eta' e per sesso: 21 vegetariani crudisti che assumevano una media giornaliera di 0.73 grammi di proteine per chilogrammo di peso corporeo, 21 atleti specializzati nella corsa di resistenza, allenati a percorrere poco meno di 80 km alla settimana e nella cui dieta erano compresi 1.6 grammi di proteine giornaliere per chilogrammo di peso corporeo e un gruppo di persone sedentarie che assumevano una tipica dieta americana con 1.23 grammi di proteine per chilo di peso (l'apporto consigliato dall'Oms e' di 0.8 grammi per chilo al giorno). ''Nel corso della nostra indagine - ha spiegato Fontana - abbiamo constatato che sia gli individui che praticavano da lungo tempo un regime alimentare caratterizzato da un basso apporto proteico nell ambito di una dieta relativamente ipocalorica , sia gli atleti, abituati a svolgere attivita' fisica con regolarita' e precisione, mostravano un basso contenuto di grasso corporeo e di conseguenza dei valori piu' bassi d insulina, di testosterone libero e di citochine pro-infiammatorie. Ma, cosa piu' importante, abbiamo visto che solo i soggetti che seguivano una dieta ipoproteica avevano una riduzione dei livelli di una sostanza chiamata Insulin Growth Factor IGF-1, un importante fattore di crescita che accelera la crescita sia delle cellule normali sia di quelle mutate''. Fontana fa rilevare come sia nota la forte associazione tra livelli plasmatici di IGF-1 e il rischio di sviluppare cancro alla mammella in pre-menopausa, cancro alla prostata e al colon. Per questo l'ipotesi allo studio degli esperti e' che un prolungato ed eccessivo consumo proteico possa aumentare il rischio di sviluppare alcune forme di cancro, e persino accelerare i processi d invecchiamento. (ANSA).
Sarebbe interessante capire quali sono le malattie che statisticamente colpiscono di più i bbuilders... (panico!)
(ANSA) - ROMA, 8 dic - Assumere basse dosi di proteine potrebbe ridurre il rischio di sviluppare alcune forme tumorali che non sono associate all obesita', quali il cancro alla prostata e il tumore della mammella nelle donne in eta' pre-menopausale. Lo studio e' stato condotto alla Washington University School of Medicine in St. Louis (Usa) e coordinato da Luigi Fontana, del Dipartimento di Sanita' alimentare ed animale dell Istituto superiore di sanita', pubblicato sul numero di dicembre dell American Journal of Clinical Nutrition. E grazie a questa ricerca ha preso il via un progetto coordinato dela professor Enrico Garaci, presidente dell'Iss, per realizzare una struttura che riunisce una ''cucina metabolica'', una palestra e un ambulatorio dove studiare i meccanismi attraverso i quali una corretta alimentazione e l'esercizio fisico rallentano i processi di invecchiamento e prevengono le malattie cronico-degerative e perfino alcuni tumori. I ricercatori hanno preso in esame tre gruppi di individui omogenei per eta' e per sesso: 21 vegetariani crudisti che assumevano una media giornaliera di 0.73 grammi di proteine per chilogrammo di peso corporeo, 21 atleti specializzati nella corsa di resistenza, allenati a percorrere poco meno di 80 km alla settimana e nella cui dieta erano compresi 1.6 grammi di proteine giornaliere per chilogrammo di peso corporeo e un gruppo di persone sedentarie che assumevano una tipica dieta americana con 1.23 grammi di proteine per chilo di peso (l'apporto consigliato dall'Oms e' di 0.8 grammi per chilo al giorno). ''Nel corso della nostra indagine - ha spiegato Fontana - abbiamo constatato che sia gli individui che praticavano da lungo tempo un regime alimentare caratterizzato da un basso apporto proteico nell ambito di una dieta relativamente ipocalorica , sia gli atleti, abituati a svolgere attivita' fisica con regolarita' e precisione, mostravano un basso contenuto di grasso corporeo e di conseguenza dei valori piu' bassi d insulina, di testosterone libero e di citochine pro-infiammatorie. Ma, cosa piu' importante, abbiamo visto che solo i soggetti che seguivano una dieta ipoproteica avevano una riduzione dei livelli di una sostanza chiamata Insulin Growth Factor IGF-1, un importante fattore di crescita che accelera la crescita sia delle cellule normali sia di quelle mutate''. Fontana fa rilevare come sia nota la forte associazione tra livelli plasmatici di IGF-1 e il rischio di sviluppare cancro alla mammella in pre-menopausa, cancro alla prostata e al colon. Per questo l'ipotesi allo studio degli esperti e' che un prolungato ed eccessivo consumo proteico possa aumentare il rischio di sviluppare alcune forme di cancro, e persino accelerare i processi d invecchiamento. (ANSA).
Sarebbe interessante capire quali sono le malattie che statisticamente colpiscono di più i bbuilders... (panico!)
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