TELECOM: TRONCHETTI, DISSI A PRODI DI POSSIBILE VENDITA TIM ROMA - Marco Tronchetti Provera spiegò al presidente del Consiglio Romano Prodi che Telecom Italia "aveva bisogno di flessibilità sugli asset, che c'era la possibilità di vendere parte della rete fissa, parte di Tim, parte di qualcosa". Lo afferma lo stesso ex presidente del gruppo telefonico in un'intervista al Financial Times. "Spiegai - continua Tronchetti - al primo ministro che avevamo bisogno di essere liberi. Tim fu menzionata chiaramente, non c'é dubbio".
Tronchetti, riferisce il Ft, disse che la flessibilità era necessaria "per trarre vantaggio da tutte le opportunità offerte dai network di prossima generazione", ma che non era ancora stata presa alcuna decisione definitiva per la vendita di asset. Quanto al riassetto del gruppo telefonico, l'ex presidente di Telecom afferma che "i contenuti media nelle tlc sono una priorità. La convergenza è ancora una priorità, ma è necessario tenere conto dei cambiamenti tecnologici". Un cambiamento di rotta che, dice Tronchetti, non ha potuto spiegare al mercato: "Stavamo preparando un roadshow, ma il giorno dopo c'é stata la reazione inaspettata del governo... Ho provato a contattare il primo ministro per chiedergli cosa stava accadendo". Tronchetti si dice quindi "stupito" delle rivelazioni sui colloqui con Prodi fatte dal comunicato di Palazzo Chigi: "Non ho mai visto niente del genere in vita mia... Non penso che una società come Telecom Italia possa portare avanti il proprio business senza un atteggiamento almeno neutrale da parte del governo".
Tronchetti, afferma il Financial Times, spiega comunque di aver discusso con Prodi, e non con il cda, in merito alla possibilità di un accordo finanziario con Rupert Murdoch al di là di quello sui contenuti, per assicurarsi che il governo non avrebbe fatto ricorso alla golden share. Ma aggiunge che con Murdoch "non c'era accordo" se non sui contenuti, "non c'era negoziazione di prezzo o scambio di azioni". Insomma, "non c'era nulla nascosto al mercato". Parlando dello scandalo intercettazioni che ha travolto Telecom, infine, l'ex presidente osserva che "si tratta di qualcosa che è stato organizzato per attaccare l'immagine della società". E promette: "Combatterò fino in fondo, ma non servirà molto per chiarire che c'é stata una manipolazione (dei fatti, ndr). Sono convinto che la compagnia ne verrà fuori più forte di prima".
PRODI: "Non sarà una finanziaria di lacrime e sangue"
A chi credere?
Tronchetti, riferisce il Ft, disse che la flessibilità era necessaria "per trarre vantaggio da tutte le opportunità offerte dai network di prossima generazione", ma che non era ancora stata presa alcuna decisione definitiva per la vendita di asset. Quanto al riassetto del gruppo telefonico, l'ex presidente di Telecom afferma che "i contenuti media nelle tlc sono una priorità. La convergenza è ancora una priorità, ma è necessario tenere conto dei cambiamenti tecnologici". Un cambiamento di rotta che, dice Tronchetti, non ha potuto spiegare al mercato: "Stavamo preparando un roadshow, ma il giorno dopo c'é stata la reazione inaspettata del governo... Ho provato a contattare il primo ministro per chiedergli cosa stava accadendo". Tronchetti si dice quindi "stupito" delle rivelazioni sui colloqui con Prodi fatte dal comunicato di Palazzo Chigi: "Non ho mai visto niente del genere in vita mia... Non penso che una società come Telecom Italia possa portare avanti il proprio business senza un atteggiamento almeno neutrale da parte del governo".
Tronchetti, afferma il Financial Times, spiega comunque di aver discusso con Prodi, e non con il cda, in merito alla possibilità di un accordo finanziario con Rupert Murdoch al di là di quello sui contenuti, per assicurarsi che il governo non avrebbe fatto ricorso alla golden share. Ma aggiunge che con Murdoch "non c'era accordo" se non sui contenuti, "non c'era negoziazione di prezzo o scambio di azioni". Insomma, "non c'era nulla nascosto al mercato". Parlando dello scandalo intercettazioni che ha travolto Telecom, infine, l'ex presidente osserva che "si tratta di qualcosa che è stato organizzato per attaccare l'immagine della società". E promette: "Combatterò fino in fondo, ma non servirà molto per chiarire che c'é stata una manipolazione (dei fatti, ndr). Sono convinto che la compagnia ne verrà fuori più forte di prima".
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