non capisco cosa ci sia da filosofeggiare su un tema di così palese evidenza come questo. o meglio, capisco che si possa filosofeggiare per il gusto di farlo, ma la risposta può essere solo una: chi soffre (e si tratta di sofferenze atroci e irrimediabili, non solo fisiche ma anche mentali - nel senso che ci si rende conto della propria condizione, dell'impossibilità di fare qualsiasi cosa, di avere il destino segnato) deve avere il diritto di porre fine alla sofferenza, punto e basta.
non vedo che giustificazione ci possa essere per costringere un malato terminale, paralizzato, senza l'uso della parola, praticamente in stato vegetativo da anni e anni, a continuare in questa situazione.
non vedo che giustificazione ci possa essere per costringere un malato terminale, paralizzato, senza l'uso della parola, praticamente in stato vegetativo da anni e anni, a continuare in questa situazione.
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