TELECOM: PRODI, TRONCHETTI MI DISSE 'RESTERA' ITALIANA'(ANSA) - NANCHINO, 13 SET - Le ricostruzioni di alcuni giornali sulla vicenda Telecom non sono proprio andate giù a Romano Prodi che, appena sbarcato a Nanchino, prima tappa del viaggio in Cina, e dopo aver letto "di tutto e di più" su un presunto coinvolgimento del governo, ha chiamato a Palazzo Chigi il suo portavoce Silvio Sircana per decidere il da farsi. Una rapida consultazione e poi il via libera ad una lunga e dettagliata ricostruzione degli incontri avuti, il 19 luglio a Roma e il 2 settembre a Cernobbio, con Marco Tronchetti Provera. In primo luogo, il presidente del Consiglio vuole smentire qualsiasi intervento nell'operazione del governo che, anzi, come ha più volte sottolineato nelle ultime ore, è sempre stato all'oscuro circa l'intenzione di scorporare Tim dalla casa madre. Contemporaneamente, intende chiarire che il supermanager di Telecom gli aveva garantito, come era oltretutto negli auspici di tutti i ministri, che il "controllo italiano" rappresentava una condizione negoziale "irrinunciabile" di qualsiasi iniziativa. Una presa di posizione netta con l'obiettivo di tagliare alla radice qualsiasi altro tipo di speculazione. Le parole chiave del ragionamento fatto pubblicamente dal presidente del Consiglio sono due: "preoccupazione e sconcerto". "Preoccupazione legittima per un premier - si sottolinea a Palazzo Chigi - alla notizia di una iniziativa in grande stile da parte di una delle maggiori aziende nazionali che contribuisce non poco alla formazione del pil; sconcerto per il comportamento di un imprenditore che prima illustra un determinato piano industriale e, dopo 10 giorni, ne realizza uno totalmente diverso". Queste considerazioni sono state la molla che ha convinto Prodi a mettere in pratica quella che oggi ha considerato l'unica mossa possibile per "dare un contributo alla chiarezza, senza polemiche": spiegare come è andata, per filo e per segno. Il presidente del Consiglio, con il pieno accordo del vicepremier Massimo D'Alerma, affida la sua ricostruzione ad una lunga nota della presidenza del Consiglio. Con dovizia di particolari, rimarca la sua estraneità all'operazione e, soprattutto, mette in chiaro che dello scorporo di Tim il governo non sapeva proprio nulla. Tronchetti Provera, nei due incontri, aveva illustrato il progetto di accordo strategico finalizzato all'ingresso di Rupert Murdoch in Telecom Italia, attraverso il conferimento della società Sky Italia. Una operazione, spiega Prodi, basata su sinergie attivabili tra le attività di rete di Telecom e i contenuti multimediali del gruppo Murdoch. Nel prendere atto di questo progetto, il professore "si è limitato a comunicare" che per l'esecutivo sarebbe stato "auspicabile" che il controllo di Telecom Italia fosse rimasto in mano italiana. Un auspicio confortato dalla risposta di Tronchetti: "Il controllo italiano rappresenta una condizione negoziale irrinunciabile", aveva assicurato, si legge nella sintesi dei colloqui con Prodi messa nero su bianco da Palazzo Chigi. Nel corso del primo dei due incontri con il presidente di Telecom, il premier ha anche chiesto informazioni sullo stato di indebitamento della società. E anche in questo caso sono giunte le assicurazioni di Tronchetti - si sottolinea nella nota - il quale ha chiarito che l'esposizione debitoria del gruppo era in larga parte a lungo termine e a tasso fisso. Sempre nel colloquio di luglio, ci sono state altre rassicurazioni a Prodi circa l'intenzione di Telecom Italia di conservare l'attività de 'La7'. Nel secondo colloquio, a Villa D'Este, il Professore é stato invece informato sullo stato di avanzamento della trattativa, con la precisazione che Telecom aveva assunto una "posizione negozialmente più forte". In nessuno dei due incontri il riferimento a Tim, taglia corto Prodi. (ANSA).
vedrete come andrà a finire vedrete
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