ti conosco (Charles Bukowski)
tu coi capelli lunghi, le lunghe gambe accavallate, seduta in fondo
al bar, tu come un coltello di macellaio alla gola
come l' usignolo che canta lontano mentre il riso
si confonde con il sibilo di una blatta.
ti conosco, tu sei
il pianista che suona svogliato al ristorante,
la bocca un buco di fogna e gli occhi rotoli umidi
di carta igienica.
eri tu seduta dietro a me sulla bici mentre pedalavo verso Venice
da ragazzo, sapevo che eri lì, annusavo il tuo fiato anche in quella
fresca
brezza.
eri tu nel letto dell' amore che sussurravi menzogne appassionate
mentre
con le unghie
mi spingevi dentro.
ti ho vista adorata dalla folla in Spagna mentre ragazzi dalla coda
di cavallo
coloravano il sole
con le spade
per la tua gloria.
ti ho vista completare il cerchio di amico, nemico, celebrità
e fallito mentre la volpe correva nel sole col cuore in
bocca.
quei matti con cui ho fatto a botte nei vicoli dei bar erano
te.
te, sì, che hai sentito le ultime parole di Platone.
non tanto tempo fa ho ritrovato la mia gatta nel cortile,
lingua secca appesa di traverso come se mai le fosse
appartenuta,
occhi arruffati, palpebre molli,
l' ho presa in braccio, luce scintillante sulle mie
dita e sul suo pelo, la mia ignara esistenza che urlava
tra le siepi e tra i fiori.
ti conosco, tu aspetti che zampilli la fontana e segni il peso
la bilancia,
tu instancabile figlia di *******, entra pure, la porta è
aperta.
tu coi capelli lunghi, le lunghe gambe accavallate, seduta in fondo
al bar, tu come un coltello di macellaio alla gola
come l' usignolo che canta lontano mentre il riso
si confonde con il sibilo di una blatta.
ti conosco, tu sei
il pianista che suona svogliato al ristorante,
la bocca un buco di fogna e gli occhi rotoli umidi
di carta igienica.
eri tu seduta dietro a me sulla bici mentre pedalavo verso Venice
da ragazzo, sapevo che eri lì, annusavo il tuo fiato anche in quella
fresca
brezza.
eri tu nel letto dell' amore che sussurravi menzogne appassionate
mentre
con le unghie
mi spingevi dentro.
ti ho vista adorata dalla folla in Spagna mentre ragazzi dalla coda
di cavallo
coloravano il sole
con le spade
per la tua gloria.
ti ho vista completare il cerchio di amico, nemico, celebrità
e fallito mentre la volpe correva nel sole col cuore in
bocca.
quei matti con cui ho fatto a botte nei vicoli dei bar erano
te.
te, sì, che hai sentito le ultime parole di Platone.
non tanto tempo fa ho ritrovato la mia gatta nel cortile,
lingua secca appesa di traverso come se mai le fosse
appartenuta,
occhi arruffati, palpebre molli,
l' ho presa in braccio, luce scintillante sulle mie
dita e sul suo pelo, la mia ignara esistenza che urlava
tra le siepi e tra i fiori.
ti conosco, tu aspetti che zampilli la fontana e segni il peso
la bilancia,
tu instancabile figlia di *******, entra pure, la porta è
aperta.
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