Il governo annuncia sacrifici per i nati dopo gli Anni 50

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    Il governo annuncia sacrifici per i nati dopo gli Anni 50

    Tanto chi è stato finora insultato dai datori di lavoro, stressato, sfruttato e "precarizzato" può sopportare tutto, o no?
    Finanziaria: non sparate sulle nuove generazioni

    Di: Mello

    Ok, non siamo ancora all’allarme rosso. Siamo in preallarme, con le orecchie tese e gli occhi ben aperti. Ma i segnali che si susseguono sulla finanziaria non sono molto incoraggianti per le nuove generazioni.
    Il documento di programmazione economica e finanziaria (che a luglio imposta la finanziaria per settembre), lasciava aperti degli spiragli e alimentava delle speranze per noi under 35/40 di questo paese. Come da me già scritto, le misure che si abbozzavano erano da acquolina in bocca:
    • Agevolazioni alle imprese che trasformano lavoro precario in lavoro stabile
    • Rilancio di una politica abitativa che sostenga anche giovani coppie e studenti fuori sede
    • Costituzione di un fondo volto a promuovere il diritto dei giovani alla formazione culturale e professionale
    • Facilitare l’accesso al credito dei giovani
    • Asili nido e tutela della maternità anche per i precari
    Niente di sconvolgente, per carità, non proprio la flexsecurity (ovvero flessibilità accompagnata da formazione e tutele per tutti) a me tanto cara, ma un passo nella giusta direzione.
    Succede invece che nonostante il buon andamento delle entrate dello stato, per fare dei nuovi ammortizzatori sociali i soldi da qualche bisogna anche prenderli, e visto che le aspettative di vita di tutti noi si allungano, il governo sembra intenzionato ad alzare l’età pensionabile (dare un po’ meno ai meno giovani per dare qualcosa in più ai più giovani). A questa proposta, però, apriti cielo! I sindacati sono sul piede di guerra. La sinistra radicale (sic) è con loro. Anche l’opposizione diventa tutto ad un tratto social e, tra i tanti, il buco nero posto al centro del volto rubicondo di Calderoli erutta frasi del tipo: “la sinistra vuole smantellare il nostro stato sociale” (che coraggio!).
    Questi i primi campanelli d’allarme. Abbastanza prevedibili cmq: se consideriamo che il 60% dei 5 milioni di iscritti della CGIL sono pensionati, è inutile aspettarci che i sindacati si straccino le vesti per noi. Ma ieri di campanelli d’allarme io ne ho sentiti altri due. Ed inizio a preoccuparmi davvero.
    Il ministro per la solidarietà sociale Ferrero, dichiara al CdS in merito all’aumento dell’età pensionabile: “stiamo parlando della pensione dei nati negli anni cinquanta che in grandissima parte sono entrati nel lavoro prima dei 20 anni […] Oggi si entra nel lavoro più tardi più tardi e l’età più elevata di pensione in prospettiva può essere comprensibile”. Mi sono caduti gli occhi sul giornale a leggere queste dichiarazioni. Per i nati negli anni 50, che dal primo giorno di lavoro avevano tredicesime, straordinari pagati, ferie, sussidi di maternità, formazione, mutui, acquisti a rate, mense aziendali, liquidazione, e chi più ne ha più ne metta, per questi nessun diritto è in discussione. Noi invece (e si dimostri che si comincia a lavorare dopo, si dimostri!) che siamo stati insultati dai datori di lavoro, divisi, stressati, sfruttati, zero contributi, invece, possiamo accomodarci: abbiamo sopportato tanto, sopporteremo anche questo.
    Ulteriore campanello di allarme, ieri sera alla festa dell’Unità di Bologna. Ospite Bersani (foto di me-llo). Un bel discorso, Cofferati al suo fianco sembrava un nano. “I consumatori europei facciano massa critica”, “puntiamo sui giovani” le suggestioni migliori. Parlando poi del suo famoso “pacchetto”, però, quale motivazione suona per lui forte (davanti ad una platea di Umarells DOC, d’altronde)? Visto che il decreto permette agli iscritti degli ordini professionali di farsi pubblicità: “questo aiuterà i giovani. Perché se un avvocato è giovane e non ha esperienza, potrà cmq farsi pubblicità per le piccole cause, come le cause di divorzio”. Questo è allora mettere al centro le giovani generazioni. Considerando che in Italia si è giovani fino ai 40 anni, questo il ruolo per gli under 40: piccole cause di divorso, piccole medicazioni al pronto soccorso, qualche aggiustatina al software della zia, qualche articolo di costume sulla gazzetta del paese, un’interrogazione sul canile per il giovane consigliere comunale. Bella idea questa, questo sì che è puntare sui giovani. Come Clinton presidente degli Stati Uniti D’america a 41 anni. O Zapatero premier spagnolo a 42.
    Insomma. Sono segnali, per carità, nulla di più. Ma il mio timore è che, in acque politicamente agitate, si decida di tagliare dalla finanziaria le misure che riguardano coloro che rompono di meno le palle. Noi, giovani generazioni, troppo e troppo spesso silenti. Noi che sì che dovremmo incazzarci se si scegliesse per l’ennesima volta di ascoltare tutti gli interessi costituiti a scapito del nostro, che come interesse non sarà ancora tanto “costituito”, ma è di sicuro strategico per il Paese tutto alle soglie del terzo millennio. Stiamo attenti, dunque, col orecchie dritte e gli occhi ben aperti. Saremmo suicidi a rimanere in silenzio se fossimo ancora noi quelli a cui spetta pagare il conto dell’Italietta.

    Tratto da: www.generazioneblog.it




    PS: io sn di Nov 76
  • temete
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    #2
    ...sintetizza il tuo pensiero ...impossibile leggere tutto quel pappardone
    Silvio Berlusconi:l'undicesima piaga d'Egitto, la prima d'Italia.

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