STRAGE IN VILLA A BRESCIA, STERMINATA UNA FAMIGLIA
BRESCIA - Un'intera famiglia e' stata sterminata in una villetta a Urago Mella, alla periferia di Brescia. Padre, madre e figlio giovane sono stati trovati legati. Tutti sembrano essere stati colpiti con armi da taglio.
Qualcuno avrebbe visto stamani alle 8 alcuni uomini, apparentemente stranieri, suonare al campanello della villetta.
Potrebbe essere stata una rapina in villa sfociata in un massacro questo quarto gravissimo fatto di sangue avvenuto tra Brescia e provincia in poco più di due settimane. Vittima della strage è la famiglia Gottarelli-Topar, residente in via Zuaboni 23 a Urago Mella, quartiere residenziale nella zona ovest di Brescia, in una bella casa in sassi e muratura.
Secondo alcune testimonianze questa mattina, poco dopo le 8, alcune persone dai tratti somatici non tipicamente italiani si sarebbero presentate al loro campanello.
La madre e il figlio, Luca, 17 anni, sono stati trovati morti poco prima di mezzogiorno da una vicina di casa, preoccupata perché aveva visto la porta di casa semiaperta. Il padre, Angelo Gottarelli, era stato trovato agonizzante in casa ed era stato condotto agli Spedali Civili di Brescia in condizioni gravissime.
LE VITTIME DEL MASSACRO
Sono Angelo Cottarelli di 56 anni, la convivente Marzenne Topar di 41, originaria Est europeo, e il loro figlio Luca, di 17 anni, le tre vittime della strage a colpi d'arma da taglio avvenuta questa mattina in una villetta di Urago Mella, zona residenziale alla periferia di Brescia.
Tutte e tre le vittime erano state legate. Angelo Cottarelli era un imprenditore del settore immobiliare. La strage è stata compiuta all'interno della parte di una villa bifamiliare occupata dalla famiglia Cottarelli. La villetta è circondata da un giardino e dotata di sistema d'allarme.
A molti bresciani il massacro ha riportato alla mente un fatto analogo, e ancora più sanguinoso, avvenuto a Pontevico, nella Bassa bresciana, nell'agosto del 1990. I quattro componenti di un'intera famiglia (Giuliano Viscardi, la moglie Agnese, e i due figli Luciano e Maria Francesca) vennero trovati legati mani e piedi e uccisi a colpi di pistola. Come responsabile della strage fu poi condannato il feroce bandito serbo Liubisa Vrbanovic, noto come Manolo.
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Qualcuno avrebbe visto stamani alle 8 alcuni uomini, apparentemente stranieri, suonare al campanello della villetta.
Potrebbe essere stata una rapina in villa sfociata in un massacro questo quarto gravissimo fatto di sangue avvenuto tra Brescia e provincia in poco più di due settimane. Vittima della strage è la famiglia Gottarelli-Topar, residente in via Zuaboni 23 a Urago Mella, quartiere residenziale nella zona ovest di Brescia, in una bella casa in sassi e muratura.
Secondo alcune testimonianze questa mattina, poco dopo le 8, alcune persone dai tratti somatici non tipicamente italiani si sarebbero presentate al loro campanello.
La madre e il figlio, Luca, 17 anni, sono stati trovati morti poco prima di mezzogiorno da una vicina di casa, preoccupata perché aveva visto la porta di casa semiaperta. Il padre, Angelo Gottarelli, era stato trovato agonizzante in casa ed era stato condotto agli Spedali Civili di Brescia in condizioni gravissime.
LE VITTIME DEL MASSACRO
Sono Angelo Cottarelli di 56 anni, la convivente Marzenne Topar di 41, originaria Est europeo, e il loro figlio Luca, di 17 anni, le tre vittime della strage a colpi d'arma da taglio avvenuta questa mattina in una villetta di Urago Mella, zona residenziale alla periferia di Brescia.
Tutte e tre le vittime erano state legate. Angelo Cottarelli era un imprenditore del settore immobiliare. La strage è stata compiuta all'interno della parte di una villa bifamiliare occupata dalla famiglia Cottarelli. La villetta è circondata da un giardino e dotata di sistema d'allarme.
A molti bresciani il massacro ha riportato alla mente un fatto analogo, e ancora più sanguinoso, avvenuto a Pontevico, nella Bassa bresciana, nell'agosto del 1990. I quattro componenti di un'intera famiglia (Giuliano Viscardi, la moglie Agnese, e i due figli Luciano e Maria Francesca) vennero trovati legati mani e piedi e uccisi a colpi di pistola. Come responsabile della strage fu poi condannato il feroce bandito serbo Liubisa Vrbanovic, noto come Manolo.
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