05 agosto 2006
Prevedibili ulteriori aumenti di elettricità, gas e carburanti
Bolletta petrolifera 2006 verso i 30 miliardi
La spesa per l'approvvigionamento dell'oro nero che pagherà l'Italia potrebbe toccare livelli record, 8 miliardi in più del 2005
MILANO - La bolletta petrolifera italiana, ovvero la spesa per l'approvvigionamento di oro nero dall'estero, rischia di schizzare quest'anno sopra i 30 miliardi di euro, registrando un rincaro di oltre 8 miliardi - vale a dire oltre 15 mila miliardi di vecchie lire - rispetto all'anno scorso. E di attestarsi ai massimi mai raggiunti dai tempi dell'ultimo grande shock petrolifero di metà anni '80. La stima, confermata da fonti di settore, di una fattura sopra i 30 miliardi di euro - contro i 22,23 miliardi del 2005 - si basa sulle quotazioni del barile di greggio nei primi 7 mesi dell'anno, proiettata per il prossimo semestre: su una media cioè di 74 dollari al barile anche nella seconda parte del 2006. E, se il barile dovesse schizzare ulteriormente, spinto dalle tensioni medio-orientali che nelle ultime settimane lo hanno visto avvicinarsi pericolosamente a quota 80 dollari, il conto per l'acquisto dell'oro nero potrebbe salire ancora.
Un carico di bidoni di greggio (Ansa)
PREZZO AL BARILE - Solo due mesi fa, quando il greggio era sui 65 dollari al barile, il presidente dell'Unione Petrolifera, Pasquale De Vita, aveva stimato - nel caso le quotazioni non avessero ripiegato nella seconda metà dell'anno - una fattura petrolifera 2006 sui 28 miliardi di euro. Una quota che alla luce dei nuovi record - e sempre nell'assunto di una permanenza delle attuali quotazioni nei prossimi mesi - potrebbe ora lievitare ancora. Fino appunto sopra i 30 miliardi di euro, stimano fonti di settore, che porterebbe il 2006 ai vertici della classifica degli anni più "salati" sul fronte dei conti petroliferi per l'azienda Italia: di poco sotto a quelli del 1985, anno dell'ultimo grande shock petrolifero quando la fattura toccò quota 33 miliardi di euro (attualizzando le cifre dell'epoca a valori correnti).
PETROLIO E PIL - La vertiginosa crescita delle quotazioni internazionali del barile ha un forte impatto su un'economia, quale quella italiana, che dipende per l'85% dall'oro nero contro una media degli altri Paesi europei del 50%. In termini di peso sul Pil la fattura energia, l'intero costo cioè per l'approvvigionamento di tutte le fonti (e non solo il petrolio) dall'estero, rappresenta infatti oggi - secondo gli ultimi dati dell'Unione Petrolifera - il 2,9% del prodotto nazionale lordo (era del 2,2% nel 2004). Gli effetti delle impennate del petrolio sono da tempo "visibili": le bollette della luce e del gas registrano da oltre un anno e mezzo successivi rincari.
GAS ED ELETTRICITA' - Più in generale - ha ricordato di recente anche il presidente dell'Authority per l'energia, Alessandro Ortis - l'aumento di un dollaro del prezzo del barile, nel Vecchio Continente, «genera oltre 5 miliardi di dollari di maggiori costi annuali, che si riflettono per circa un terzo nei settori dell'elettricità e del gas». Come dimostra l'andamento delle bollette, da bimestri, in salita.
CARBURANTI - Anche sul fronte dei carburanti, in Italia i listini dei distributori sono da giorni sui massimi di 1,409 euro al litro, vale a dire quasi 2.800 lire del vecchio conio. E sulla carta, secondo le stime degli operatori, ci potrebbero essere anche nuove cattive sorprese per il prossimo futuro: i rialzi delle quotazioni internazionali dei carburanti degli ultimi mesi non sono ancora state trasferite completamente sui prezzi alla pompa. Esiste quindi - se i livelli del barile non ripiegheranno ma continueranno a segnare variazioni all'insù - il rischio che primo o poi le compagnie possano decidere nuovi rincari di circa 2 centesimi sulla benzina e fino a tre sul gasolio. Con il risultato di veder segnati, sulle colonnine dei distributori, nuovi record storici
Prevedibili ulteriori aumenti di elettricità, gas e carburanti
Bolletta petrolifera 2006 verso i 30 miliardi
La spesa per l'approvvigionamento dell'oro nero che pagherà l'Italia potrebbe toccare livelli record, 8 miliardi in più del 2005
MILANO - La bolletta petrolifera italiana, ovvero la spesa per l'approvvigionamento di oro nero dall'estero, rischia di schizzare quest'anno sopra i 30 miliardi di euro, registrando un rincaro di oltre 8 miliardi - vale a dire oltre 15 mila miliardi di vecchie lire - rispetto all'anno scorso. E di attestarsi ai massimi mai raggiunti dai tempi dell'ultimo grande shock petrolifero di metà anni '80. La stima, confermata da fonti di settore, di una fattura sopra i 30 miliardi di euro - contro i 22,23 miliardi del 2005 - si basa sulle quotazioni del barile di greggio nei primi 7 mesi dell'anno, proiettata per il prossimo semestre: su una media cioè di 74 dollari al barile anche nella seconda parte del 2006. E, se il barile dovesse schizzare ulteriormente, spinto dalle tensioni medio-orientali che nelle ultime settimane lo hanno visto avvicinarsi pericolosamente a quota 80 dollari, il conto per l'acquisto dell'oro nero potrebbe salire ancora.
![](http://www.corriere.it/Hermes%20Foto/2006/08/05/0J3J0P0A--140x180.jpg)
PREZZO AL BARILE - Solo due mesi fa, quando il greggio era sui 65 dollari al barile, il presidente dell'Unione Petrolifera, Pasquale De Vita, aveva stimato - nel caso le quotazioni non avessero ripiegato nella seconda metà dell'anno - una fattura petrolifera 2006 sui 28 miliardi di euro. Una quota che alla luce dei nuovi record - e sempre nell'assunto di una permanenza delle attuali quotazioni nei prossimi mesi - potrebbe ora lievitare ancora. Fino appunto sopra i 30 miliardi di euro, stimano fonti di settore, che porterebbe il 2006 ai vertici della classifica degli anni più "salati" sul fronte dei conti petroliferi per l'azienda Italia: di poco sotto a quelli del 1985, anno dell'ultimo grande shock petrolifero quando la fattura toccò quota 33 miliardi di euro (attualizzando le cifre dell'epoca a valori correnti).
PETROLIO E PIL - La vertiginosa crescita delle quotazioni internazionali del barile ha un forte impatto su un'economia, quale quella italiana, che dipende per l'85% dall'oro nero contro una media degli altri Paesi europei del 50%. In termini di peso sul Pil la fattura energia, l'intero costo cioè per l'approvvigionamento di tutte le fonti (e non solo il petrolio) dall'estero, rappresenta infatti oggi - secondo gli ultimi dati dell'Unione Petrolifera - il 2,9% del prodotto nazionale lordo (era del 2,2% nel 2004). Gli effetti delle impennate del petrolio sono da tempo "visibili": le bollette della luce e del gas registrano da oltre un anno e mezzo successivi rincari.
GAS ED ELETTRICITA' - Più in generale - ha ricordato di recente anche il presidente dell'Authority per l'energia, Alessandro Ortis - l'aumento di un dollaro del prezzo del barile, nel Vecchio Continente, «genera oltre 5 miliardi di dollari di maggiori costi annuali, che si riflettono per circa un terzo nei settori dell'elettricità e del gas». Come dimostra l'andamento delle bollette, da bimestri, in salita.
CARBURANTI - Anche sul fronte dei carburanti, in Italia i listini dei distributori sono da giorni sui massimi di 1,409 euro al litro, vale a dire quasi 2.800 lire del vecchio conio. E sulla carta, secondo le stime degli operatori, ci potrebbero essere anche nuove cattive sorprese per il prossimo futuro: i rialzi delle quotazioni internazionali dei carburanti degli ultimi mesi non sono ancora state trasferite completamente sui prezzi alla pompa. Esiste quindi - se i livelli del barile non ripiegheranno ma continueranno a segnare variazioni all'insù - il rischio che primo o poi le compagnie possano decidere nuovi rincari di circa 2 centesimi sulla benzina e fino a tre sul gasolio. Con il risultato di veder segnati, sulle colonnine dei distributori, nuovi record storici
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