Nedved: “Restare alla Juve è il mio dovere”
La decisione di Pavel di restare assume ancor più valore se si pensa a quanto il ceco abbia sempre desiderato vincere la Champions League: “Ci ho pensato, ma la mia Champions League ora è la serie B. Anche perché centrare la promozione partendo da -17 punti sarebbe come vincere la Coppa. Bisogna essere realisti e ho cancellato il pensiero della Champions, non toccherà a me alzarla, ma ho comunque grandi motivazioni per riportare la Juve in serie A”.
Se già era un idolo per i tifosi, ora Pavel è un vero e proprio eroe: “No, non mi sento un eroe. Ho semplicemente fatto una scelta di vita: per quale motivo avrei dovuto cambiare? Sto bene a Torino, la mia famiglia è felice e io voglio ricambiare quanto la Juve mi ha dato in questi anni. Altri compagni hanno deciso diversamente? Beh, ognuno fa le proprie scelte, anche se credevo rimanessero più giocatori. Ora mi auguro che restino tutti gli altri campioni, perché anche se partissimo dalla B, dovremo comunque affrontare una stagione difficile: ci sono campionati all’estero molto meno duri della serie B italiana. Quello che posso dire è che in qualsiasi categoria il mio impegno e il mio modo di giocare saranno gli stessi”.
“Non ho mai avuto dubbi sul fatto di rimanere alla Juve. Le offerte non mi mancavano, ma la mia famiglia ed io stiamo bene a Torino e poi devo molto a questa società e alla famiglia Agnelli, che mi è sempre stata vicino”. Pavel Nedved, se mai ce ne fosse stato bisogno, ribadisce la sua intenzione di continuare a vestire il bianconero. Il centrocampista ha ancora forti motivazioni e un obiettivo ben preciso: “Credo di poter dare ancora una mano a questa squadra e lo sento come un dovere. Finiti i Mondiali ho anche pensato di smettere, capita quando sei stanco. Dopo una settimana di vacanza però aveva già cambiato idea e mi sono dato un compito: se dovessimo partire dalla serie B, voglio riportare subito la Juve in A, perché è lì che merita di stare. Anche i nostri scudetti erano meritati: noi abbiamo sempre dato tutto in campo, avevamo uno squadrone e abbiamo battuto grandi avversari, vincendo onestamente e sono fiero di questo. La sentenza? Alla fine a pagare è solo la Juve e questo non è giusto, soprattutto per i tifosi e i calciatori. La società ora deciderà se andare avanti per vie legali, ma noi giocatori intanto prepariamoci come se dovessimo partire dalla B con - 17”.
La decisione di Pavel di restare assume ancor più valore se si pensa a quanto il ceco abbia sempre desiderato vincere la Champions League: “Ci ho pensato, ma la mia Champions League ora è la serie B. Anche perché centrare la promozione partendo da -17 punti sarebbe come vincere la Coppa. Bisogna essere realisti e ho cancellato il pensiero della Champions, non toccherà a me alzarla, ma ho comunque grandi motivazioni per riportare la Juve in serie A”.
Se già era un idolo per i tifosi, ora Pavel è un vero e proprio eroe: “No, non mi sento un eroe. Ho semplicemente fatto una scelta di vita: per quale motivo avrei dovuto cambiare? Sto bene a Torino, la mia famiglia è felice e io voglio ricambiare quanto la Juve mi ha dato in questi anni. Altri compagni hanno deciso diversamente? Beh, ognuno fa le proprie scelte, anche se credevo rimanessero più giocatori. Ora mi auguro che restino tutti gli altri campioni, perché anche se partissimo dalla B, dovremo comunque affrontare una stagione difficile: ci sono campionati all’estero molto meno duri della serie B italiana. Quello che posso dire è che in qualsiasi categoria il mio impegno e il mio modo di giocare saranno gli stessi”.
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