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Comunque non condivido Socio: il valore di un gesto non dipende solo dal sacrificio che esso comporta.
Il gesto in sè ha valore in quanto esempio, in quanto conforme ad una etica di giustizia, in quanto scelta libera. Nè è possibile parlare di gesto ammirevole solo in quanto scelta cosciente di un "trade off" che determina una perdita secca per chi commette il gesto: è molto limitato ragionare in questo modo (oltre al fatto che il costo di un gesto, se anche vogliamo analizzare solo questo aspetto, non sta solo nel denaro speso: l' utilità marginale per Gates di 900 milioni di dollari è molto molto bassa, ma il tempo e le energie dedicate all'attività filantropica ha la stessa utilità per Gates e per ogni altro uomo, non essendo immortale)
Non hai capito cio' che dice Socio.
lui non dice che il suo gesto non ha nessun valore,lui dice che lo avrebbe avuto ancora di piu' se comportava un sacrificio importante.
Non sta minimizzando il gesto che rimane cmq lodevole.
quella di gates che scappa x la tassa di 15.000 euro è una cavolata, messa in giro ad effetto dall'opposizione a Soru per contestare la nuova normativa fiscale regionale della Sardegna. Comunque, l'Octopus, che spesso in estate naviga nel mediterraneo ed è uno dei natanti non commerciali più grandi al mondo per dimensioni dopo quello del re dell'Arabia Saudita e di pochi altri, non è di Gates, ma di Paul Allen
(oltre al fatto che il costo di un gesto, se anche vogliamo analizzare solo questo aspetto, non sta solo nel denaro speso: l' utilità marginale per Gates di 900 milioni di dollari è molto molto bassa, ma il tempo e le energie dedicate all'attività filantropica ha la stessa utilità per Gates e per ogni altro uomo, non essendo immortale)
Su questo nn ci piove, ma il discorso verteva esclusivamente sui 900mln
il valore di un gesto non dipende solo dal sacrificio che esso comporta.
Il gesto in sè ha valore in quanto esempio, in quanto conforme ad una etica di giustizia, in quanto scelta libera. Nè è possibile parlare di gesto ammirevole solo in quanto scelta cosciente di un "trade off" che determina una perdita secca per chi commette il gesto: è molto limitato ragionare in questo modo
Sono abbastanza d'accordo con te, ma forse nn mi sono spiegato bene
Il titolo del 3d "Gates-uno ke fa della beneficenza seria" spingeva a dire ke Gates era più "meritevole" dell'operaio ke da in beneficenza 10/100 euro.. quando invece io li metto sullo stesso piano.. tutto qui (a differenza ovviamente dei benefici ke le due quantità di denaro possono portare)
Alvaro si è messo a piangere.... niente firma quindi!
Originariamente Scritto da Steel77
però quando la moderazione ti fa comodo segnali come un pazzo eh? vergognati, buffone.
quella di gates che scappa x la tassa di 15.000 euro è una cavolata, messa in giro ad effetto dall'opposizione a Soru per contestare la nuova normativa fiscale regionale della Sardegna. Comunque, l'Octopus, che spesso in estate naviga nel mediterraneo ed è uno dei natanti non commerciali più grandi al mondo per dimensioni dopo quello del re dell'Arabia Saudita e di pochi altri, non è di Gates, ma di Paul Allen
scusa, per favore documenta questa tua affermazione perchè la notizia l'ho sentita sia al tg1 che il tg5
"Qualsiasi cosa che non sia la morte è un leggero infortunio"
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Una spiaggia sarda (Ansa)
PORTOROTONDO — Il primo a chiamare è stato il comandante di Octopus, megayacht (120 e più metri) che da anni in agosto incrocia fra la Costa Smeralda, Capri e Montecarlo con a bordo Bill Gates e Paul Allen, cofondatori di Microsoft: «E’ vero che se attracchiamo anche un sol giorno in Sardegna pagheremo una tassa di 20 mila dollari?». Difficile che l’uomo più ricco del mondo batta ciglio per una somma una tantum cinque volte meno di ciò che costa, giustappunto in un giorno, la gestione di Octopus. Però... Il comandante ha confermato la crociera nel Mediterraneo, lasciando in sospeso gli scali in Sardegna. «Vi faremo sapere», ha comunicato all’agenzia che cura il supporto al megayacht. Proteste, paura di disdette, operatori nautici in rivolta: da ieri i non residenti pagano la «tassa sul lusso», barche e aerei devono versare da 150 a 15 mila euro, come prevede la legge fortemente voluta dal governatore Renato Soru. Una giornata tranquilla; mugugni, gran confusione, ma non l’annunciata rivolta dei turisti, sbarcati a migliaia per il primo ponte di giugno. Pochi sapevano e non c’era obbligo di pagamento immediato. Per versare c’è tempo 60 giorni, la Regione Sardegna ha diramato mercoledì sera a porti e aeroporti un fax con le prime istruzioni: si dovrà versare alle Poste, conto corrente 72729809. Ma nessuno, che si sappia, si è preoccupato di pagare; meglio attendere il regolamento che verrà emanato nelle prossime settimane. Le proteste. «E’ comunque un colpo durissimo - è convinto Gian Battista Borea d’Olmo, direttore della Marina di Portorotondo - e cancella 30 anni di lavoro. E’ un regalo a Croazia e Grecia. I diportisti, spaventati, andranno là». Al largo di Portorotondo è all’ancora «Tatoosh», panfilo di 93 metri: se entra in porto pagherà? Nell’incertezza, è rimasto fuori. Lamentele anche da Carloforte, Alghero e soprattutto dalla Gallura. Renato Azara, titolare della Sardinia Yacht Service, a Porto Cervo, ha impugnato la legge al Tar: «Noi consigliamo: non pagate, almeno per ora». Rivolta fiscale? «No. Amarezza. Ora sarà crisi». Le disdette. Poche già pervenute, molte annunciate. «A giorni dovevano arrivare 26 barche francesi — lamenta Piero Bardanzellu, sindaco di Santa Teresa di Gallura — hanno telefonato: «Non veniamo, c’è la tassa. Speriamo ci ripensino» Più bellicoso Franco Cuccureddu, sindaco di Castelsardo e presidente di un consorzio di 11 porti turistici: «Così ci annientano. E allora sa che cosa faccio? Aumento le tariffe per i sardi e le diminuisco per i non residenti e studierò il modo di rimborsargli la tassa». Olbia (13.358 movimenti in un anno) d’estate è il primo scalo in Europa per traffico di aerei privati. Ieri nel piazzale c’erano più di 10 jet executive. «Immaginate i piloti che fanno la coda all’ufficio postale per pagare?» ironizzava il titolare di una società di aerotaxi. Fra i favorevoli alla tassa sul lusso, due voci autorevoli. L’uomo d’affari americano Tom Barrack (proprietario della Costa Smeralda) e l’armatore Vincenzo Onorato (Moby Lines, Mascalzone Latino): «Le barche a vela pagano la metà? E’ giusto - afferma Onorato - e poi, se gli importi sono ragionevoli, che male c’è?».
Alberto Pinna
02 giugno 2006
"Qualsiasi cosa che non sia la morte è un leggero infortunio"
Sardegna, tassa sul lusso: Bill Gates e la Santanché vanno via
Davide Madeddu
Villa Certosa a Porto Rotondo, di proprietà di Silvio Berlusconi
La tassa sul lusso entra in vigore e aumenta il numero dei turisti diretti in Sardegna. La legge che dal primo giugno tassa le grosse barche dei vip o le residenze super lusso dei non residenti non sembra scoraggiare, infatti, il popolo dei vacanzieri diretti in Sardegna. Anzi, a leggere i dati dell´Osservatorio turistico di TelefonoBlu, la linea di consulenza e aiuto per viaggiatori e consumatori, le regioni che vedrebbero una crescita del dieci per cento di vacanzieri rispetto all´anno scorso sono proprio la Sardegna e la Sicilia, mentre le spiagge del Nord-Est, del ponente Ligure, le coste Laziali e il Golfo di Napoli così come Elba e Ischia avrebbero già registrato il tutto esaurito.
Dati che fanno rimbalzare le polemiche dei giorni scorsi sulle disdette dei vip in Sardegna dove da quest´anno, i proprietari delle grosse imbarcazioni dovranno pagare la cosiddetta "tassa sul lusso", approvata recentemente dal Consiglio regionale della Sardegna con una forte opposizione del centro-destra, forse preoccupato per le imposte che dovrà pagare Silvo Berlusconi. Cifre che oscillano tra i 1000 euro (per i proprietari di imbarcazioni che hanno una lunghezza variabile tra i 14 e i 15,99 metri) e i 15.000 euro per i proprietari di imbarcazioni che superano i sessanta metri di lunghezza. Tasse del lusso che, secondo gli esponenti del centrodestra, potrebbero causare l´allontanamento del turismo dei cosiddetti vip dalla Sardegna. Vip come Bill Gates che, secondo alcune indiscrezioni potrebbe optare per un´altra isola a discapito della Sardegna proprio a causa della tassa da 15mila euro (quanto dovrebbe pagare per la sua barca da 120 metri), o magari la parlamentare di An Daniela Santanchè che in un´intervista al Corriere della Sera ha fatto sapere di optare per l´isola d´Elba e la Corsica.
Polemiche respinte dai rappresentanti del centro sinistra che governa la Sardegna. «Quelle risorse - fanno sapere dalla Regione - serviranno per dare una mano alle piccole amministrazioni comunali». I piccoli centri molto spesso dimenticati. Alle prese di posizione dei Ds che difendono l´iniziativa si associa anche Oliviero Diliberto, leader dei Comunisti italiani che respinge al mittente le contestazioni del popolo dei lustrini e delle "luci della ribalta". «L'idea che le tasse siano un fatto eversivo, come dice qualcuno di destra, è bizzarro - sostiene il rappresentante del Pdci - perché anche la Merkel, cancelliera tedesca, di destra, ha istituito la tassa sul lusso, sui ricchi». Ricordando poi che il provvedimento riguarda anche le seconde case dei non sardi e gli aerei privati, Diliberto aggiunge che «avere una villa in Costa Smeralda per uno che vive a Milano, non è forse un lusso? Che paghino, d´altronde gli diamo un pezzo di territorio, di paradiso terrestre». Quanto alla presunta fuga dei vip dall´isola, Diliberto non ha dubbi. «Se non viene Bill Gates non è che la Sardegna ne risente più di tanto». Anche perché, come osservano poi i rappresentanti delle organizzazioni sindacali «non è la presenza di pochi miliardari a risolvere i problemi della Sardegna».
Pubblicato il 04.06.06
"Qualsiasi cosa che non sia la morte è un leggero infortunio"
Bill Gates, luci e ombre di un filantropo Welfare. Il papà della Microsoft ha annunciato di voler aprire il portafogli per la beneficenza. E di volerlo chiudere per le tasse e lo Stato sociale Leo Sansone
Lo yacht di Bill Gates questa estate probabilmente diserterà il mare terso della Sardegna, più precisamente si terrà alla larga dai porti dell’isola. L’uomo più ricco del mondo, o comunque fra i nababbi (ha un patrimonio personale valutato intorno a 51 miliardi di dollari), ha preso male le nuove tasse d’attracco, salatissime, stabilite da Renato Soru per le barche di lusso. Il presidente della giunta regionale di centro-sinistra ha motivato l’inasprimento delle tariffe con la necessità di tutelare l’ambiente marino dall’invasione (e dall’inquinamento) di panfili, yacht e navi di lusso (alcune imbarcano perfino elicotteri e motoscafi) che arrivano nei porti e nelle rade sarde da giugno a settembre.
Risultato. Un portavoce del fondatore della Microsoft ha fatto sapere che Gates quest’anno valuterà se tornare per le vacanze in Sardegna, o dirigersi verso scali più economici. Stranezza dei miliardari (in dollari). Doppia stranezza, perché proprio in questi giorni l’uomo della rinascita economica americana, il creatore della Silicon Valley, ha formalizzato la decisione di uscire gradatamente dalla gestione operativa della Microsoft per dedicarsi alla beneficenza. Sempre di più farà il filantropo assieme alla moglie Melinda. Già nel 2000 diede vita alla Fondazione Bill e Melissa Gates, dotata di quasi 30 miliardi di dollari di fondi, per assicurare assistenza sanitaria ed istruzione alle persone più povere delle zone depresse dell’Africa e dell’Asia.
“Non mi è stato facile. La Microsoft - ha spiegato - è parte integrante della mia storia. Ma non è la mia unica passione, sono anche interessato ai problemi della salute e dell’istruzione nel mondo. A questo desidero dedicare più tempo”. Così il geniale ideatore della Microsoft (la fondò nel 1975 dal nulla), del computer per tutti, del sistema windows ed office (ha mandato in soffitta le macchine da scrivere e i francobolli), si sgancia progressivamente dal quotidiano lavoro aziendale, finché dal 2008 resterà solo presidente della società e si occuperà a tempo pieno di beneficenza. Apre il portafoglio per la filantropia, mentre lo chiude per le tasse chieste da Soru, guarda caso anche lui un imprenditore di successo della Rete e maggior azionista di Tiscali.
Un bel salto. In 31 anni di lavoro Gates ha disegnato un nuovo mondo del capitalismo: ha creato un enorme gruppo monopolista che fattura ben 40 miliardi di dollari l’anno (più o meno la pesantissima cifra stimata dal governo Prodi per la manovra economica correttiva e la Finanziaria 2007); ha battuto la concorrenza di temibili imprese come Ibm, Apple e Macintosh; sta cercando di mettere alle corde i nuovi avversari come Google e Yahoo! Non è andato troppo per il sottile nel difendere il dominio incontrastato conquistato sul mercato del software. Ha speso milioni di dollari in avvocati e costi legali contro le richieste degli Usa e della Ue di dividere la Microsoft per tutelare la concorrenza. La storia è analoga. Apre il portafoglio per gli avvocati, ma non per le tasse chieste da Soru.
Gli è andata bene. John Davison Rockefeller, nel lontano 1892 fu costretto, da una legge anti trust approvata due anni prima dal congresso Usa, a frazionare la Standard Oil Company, il gigante petrolifero la lui creato. Dalle ceneri di quel monopolio, nacquero sette società petrolifere, le famose “sette sorelle”. Non fu una grande soluzione perché si organizzò un cartello che controllava produzione e prezzi. Comunque fu un passo avanti: dal monopolio all’oligopolio.
Bill Gates, quando nel 1975 fondò la Microsoft assieme a un giovane amico, non sapeva che avrebbe cambiato la storia del Novecento, tenendo a battesimo la Net Economy. Soprattutto ha cambiato il modo di lavorare, di pensare e di vivere di milioni di persone, fornendogli un computer con il quale comunicare e setacciare l’interminabile archivio di Internet. Ha creduto e ha dato gambe alla Rete, un nuovo Henry Ford ma dell’informatica.
"Qualsiasi cosa che non sia la morte è un leggero infortunio"
Interessante che ancora giornalisti ignoranti dicano "ha creduto e ha dato gambe alla rete", quando la grande rete come la conosciamo noi oggi è opera degli hacker statunitensi (in particolare del MIT).
Ricordo molto bene il Gates-pensiero dei primi anni 90 quando diceva che non credeva ad Internet, mentre tutti avrebbero usato il suo Microsoft-network (morto e sepolto prima di essere varato)...
Scusate... Sono solo divagazioni informatiche...
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