Ragazzi, deavo ammetterlo, non ce l'ho fatta a leggere tutti i posts: tra poco devo andare a lavorare e domani ho un esame. Comunque ho capito penso quale sia il nucleo del discorso e cercherò di esporre il mio punto di vista sperando di non ripetere cose già dette o di non entrare in conflitto involontariamente con altri post che non ho letto.
Farò un esempio. Io oggi esco , passeggio con i miei amici, e ad un certo punto arriva un tipo che mi fotte il portafoglio. Lo riconosco, è il mio vicino di casa, e da quel momento lui per me diventa un poco di buono, uno stronzo, un furfante..insomma ci siamo capiti.
Un altro giorno magari mi capita di vedere uno che fora le gomme ad una macchina, e supponiamo che io conosca anche questo tizio, da quel momento lui per me sarà stronzo...etc...etc...
Potrei continuare all'infinito con questi esempi, portando come esempio tutti i crimini, dai piu' blandi ai piu' efferati, ma tutti compiuti da miei conoscenti, ciascuno dei quali verrebbe da me "etichettato" sulla base delle mie esperienze come un elemento negativo.
Con questo non volgio dire ovviamente che i miei conoscenti sono così...eheh, sto soltanto facendo un esempio per spiegare meglio quello che volgio dire!
Gli stessi esempi si possono estendere non ai nostri conoscenti ma agli abitanti della nostra citta': noi abbiamo un'immagine della nostra città, magari positiva, di gente tranquilla, onesta, e se veniamo a sapere che qualcuno dei nostri concittadini ha commesso un crimine di sicuro non diremo "ma guarda questo Pratese di merda"...così come prima non avremmo mai detto "ma guarda che conoscenti di merda che ho!", questo perchè noi sappiamo distinguere, nell'ambito del gruppo al quale appartiene il malvivente, le persone buone (che conosciamo) e consideriamo la presenza del furfante come un elemento negativo in un quadro positivo o comunque non disastroso (si spera) della nostra città o dei nostri conoscenti.
Fin qui abbiamo assodato quindi che la nostra mente è capace di separare elementi positivi da elementi negativi nell'ambito di un gruppo al quale noi apparteniamo e/o che conosciamo. Questo non solo a livello emotivo ma anche a livello razionale.
Facciamo ora l'esempio dell'Albanese che stupra una ragazza.
Noi non possediamo alcuna conoscenza del gruppo "Albanesi", per noi rimane un'entità astratta, sappiano che gli albanesi esistono, ma non abbiamo elementi concreti per classificarli che provengano da una nostra diretta esperienza nell'ambito di un piu' vasto contatto con il gruppo medesimo.
Di conseguenza quando una notizia simile ci perviene, esprimiamo la nostra negatività emotiva tramite un riconoscimento che non puo' che essere generalizzato al gruppo, in quanto IGNORANTI della natura del gruppo stesso. Detto in altre parole, noi NON CONOSCENDO le singole entità appartenenti al gruppo non possiamo separare tra loro le parti e assegnare a ciascuna di esse una caratteristica peculiare. EMOTIVAMENTE quindi TENDIAMO a etichettare non la persona, ma la razza, l'etnia.
Il raziocinio porta poi le persone intelligenti a separare il quadro emotivo dalla realtà in modo da non sentire l'impulso di prendere a *****tti il primo albanese che capita a tiro...
Quello che volgio dire è che in questo post alcuni hanno dato voce al lato emotivo, non per questo negando l'esistenza di una capacità di discernimento razionale, altri hanno messo in primo piano l'aspetto raziocinante, senza dar voce alcuna all'inevitabile associazione psicologica di cui ho parlato prima. Ci tengo a precisare ceh a mio avviso l'aspetto psicologico della questione è un meccanismo automatico, che scatta in ognuno di noi. E' il nostro Ego cosciente che poi smorza i toni di quest'ultimo, in maniera piu' o meno equilibrata a seconda della persona in questione.
Ciao, Clark!
Farò un esempio. Io oggi esco , passeggio con i miei amici, e ad un certo punto arriva un tipo che mi fotte il portafoglio. Lo riconosco, è il mio vicino di casa, e da quel momento lui per me diventa un poco di buono, uno stronzo, un furfante..insomma ci siamo capiti.
Un altro giorno magari mi capita di vedere uno che fora le gomme ad una macchina, e supponiamo che io conosca anche questo tizio, da quel momento lui per me sarà stronzo...etc...etc...
Potrei continuare all'infinito con questi esempi, portando come esempio tutti i crimini, dai piu' blandi ai piu' efferati, ma tutti compiuti da miei conoscenti, ciascuno dei quali verrebbe da me "etichettato" sulla base delle mie esperienze come un elemento negativo.
Con questo non volgio dire ovviamente che i miei conoscenti sono così...eheh, sto soltanto facendo un esempio per spiegare meglio quello che volgio dire!
Gli stessi esempi si possono estendere non ai nostri conoscenti ma agli abitanti della nostra citta': noi abbiamo un'immagine della nostra città, magari positiva, di gente tranquilla, onesta, e se veniamo a sapere che qualcuno dei nostri concittadini ha commesso un crimine di sicuro non diremo "ma guarda questo Pratese di merda"...così come prima non avremmo mai detto "ma guarda che conoscenti di merda che ho!", questo perchè noi sappiamo distinguere, nell'ambito del gruppo al quale appartiene il malvivente, le persone buone (che conosciamo) e consideriamo la presenza del furfante come un elemento negativo in un quadro positivo o comunque non disastroso (si spera) della nostra città o dei nostri conoscenti.
Fin qui abbiamo assodato quindi che la nostra mente è capace di separare elementi positivi da elementi negativi nell'ambito di un gruppo al quale noi apparteniamo e/o che conosciamo. Questo non solo a livello emotivo ma anche a livello razionale.
Facciamo ora l'esempio dell'Albanese che stupra una ragazza.
Noi non possediamo alcuna conoscenza del gruppo "Albanesi", per noi rimane un'entità astratta, sappiano che gli albanesi esistono, ma non abbiamo elementi concreti per classificarli che provengano da una nostra diretta esperienza nell'ambito di un piu' vasto contatto con il gruppo medesimo.
Di conseguenza quando una notizia simile ci perviene, esprimiamo la nostra negatività emotiva tramite un riconoscimento che non puo' che essere generalizzato al gruppo, in quanto IGNORANTI della natura del gruppo stesso. Detto in altre parole, noi NON CONOSCENDO le singole entità appartenenti al gruppo non possiamo separare tra loro le parti e assegnare a ciascuna di esse una caratteristica peculiare. EMOTIVAMENTE quindi TENDIAMO a etichettare non la persona, ma la razza, l'etnia.
Il raziocinio porta poi le persone intelligenti a separare il quadro emotivo dalla realtà in modo da non sentire l'impulso di prendere a *****tti il primo albanese che capita a tiro...
Quello che volgio dire è che in questo post alcuni hanno dato voce al lato emotivo, non per questo negando l'esistenza di una capacità di discernimento razionale, altri hanno messo in primo piano l'aspetto raziocinante, senza dar voce alcuna all'inevitabile associazione psicologica di cui ho parlato prima. Ci tengo a precisare ceh a mio avviso l'aspetto psicologico della questione è un meccanismo automatico, che scatta in ognuno di noi. E' il nostro Ego cosciente che poi smorza i toni di quest'ultimo, in maniera piu' o meno equilibrata a seconda della persona in questione.
Ciao, Clark!
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