a quali filosofi mi posso rifare per approfondire questi concetti?
penso che l' essere umano non riesce a esprimere al meglio la sua intelligenza in opere geniali perchè è fortemente limitato dalla consapevolezza di sè come individuo e dalla volontà di coltivare questa sua individualità. Guarda caso i geni sono spesso individui sciatti e completamente al di fuori dalla realtà: non gli frega niente, sublimano non solo le pulsioni, ma la loro stessa individualità: non sono più individui, ma strumenti attraverso cui l' arte si esprime e lo scopo viene perseguito.
Gli animali sono privi di autocoscienza, e per questo esprimono in ogni cosa una naturalezza e una forza estreme:
il fisico: l' uomo si identifica col proprio corpo, e gli\si concede riposo, cibo come forma di autogratificazione (non solo nutrimento) e sesso, e rifugge dalla fatica estrema e continuata, e si ritrae dalle sensazioni spiacevoli: il freddo, il sonno, il dolore fisico... senza questa identificazione invece il corpo è utensile da utilizzare finchè non si spacca, utensile da usare in modo improprio ed eccessivo, come scalpello a forgiare un blocco di marmo, e le vibrazioni e il surriscaldamento dello scalpello, che arrivano a noi, sono altro che la normale conseguenza del suo uso, e dato che il blocco di marmo (l' utopia, e il corpo\utopia) è un concetto assoluto, la forza esercitata sullo scalpello deve essere ad esso commisurata, cioè deve tendere all' infinito
la forza: non è costante, non è una tensione continuata: l' uomo si identifica con la propria psiche, e quando avverte una pressione ha da allentarla, deviando l' attenzione su cose trascurabili, cazzeggiando, svagandosi, oppure facendo le cose con mollezza
l' individualità come falso valore: l' uomo cerca continuamente delle riprove e delle gratificazioni alla propria individualità: l' uomo è tifoso, e perde tempo a guardare il calcio in tv (se l' uomo non avesse una coscienza di sè, non potrebbe delegare la sua propria affermazione a valori o sistemi collettivi come la patria, in cui paradossalmente l' individualità va a disperdersi e annullarsi); l' uomo cerca approvazione e simpatia dagli altri, e si rende ridicolo facendo il simpatico e parlando di sè o lamentandosi o vantandosi.
l' individualità come mimetizzazione dell' istinto: l' uomo identifica la sua propria individualità nel successo riproduttivo, e si sente realizzato se può farsi una famiglia e procreare: invece questo non è un' affermazione dell' individuo, ma il modo in cui la specie si serve dell' individuo per i suoi fini, riducendolo a strumento di incubazione per le generazioni future, costringendolo a lavorare e impiegare forza in un' attività che è in accordo con questo scopo: non già ricercare l' uomo per l' uomo in ciò in cui l' uomo è uomo (l' intelligenza, l' arte, la forza fini a se stesse: l' utopia come scopo), ma guadagnandosi da vivere costringendo la propria mente in attività utili, funzionali al suo essere integrato in una società che non vuole utopia, ma concretezza...l' amore, la famiglia, e ancora l' individualismo alla base di ciò: l' istinto innato di procreare affinchè una parte di noi continui a vivere. Già: i bambini: così importanti, nostro futuro e oggetto di ogni bene. Come se ci fosse davvero bisogno di cacarne ancora a popolare questa terra, ancora uomini, case, e sempre meno da spartire, e la gente è così stupida che non se ne rende conto. Perchè l' istinto è stupido. Perchè la specie umana è un cancro, e il cancro vuole crescere e crescere ancora, e non lo sa che poi, quando il corpo di cui si ciba ne morirà, lui pure finirà con lui.
e ancora, l' illusione dell' individualità che spera di conservarsi nella promessa di una vita dopo la morte: l' osceno inganno della religione.
e poi tutte le piccole cose in cui l' uomo disperde tempo e energie, appunto, per coltivare la sua individualità: vestirsi alla moda, comprare automobili costose, pettinarsi i capelli (a che serve? lavarsi i denti è necessario; avere un bel fisico è necessario: gli animali hanno tutti un bel fisico perchè non dosano le proprie forze, e l' uomo anche nel fisico deve essere utopia).
insomma, la perfezione è nel connubio tra la forza e l' assolutezza degli animali e l' intelligenza dell' uomo, e questo si può avere solo privando l' uomo della coscienza di sè.
perchè ciò che l' uomo fa per affermare la propria individualità e per gratificarla, in realtà lo annienta come individuo, non più uomo, ma solo essere umano... perchè l' uomo non è uomo per la sua propria coscienza o per il giudizio che egli ha di sè o per le cose che egli possiede, ma solo per quanto può essere di esempio a tutti gli altri, e agli altri non gli importa se tu sei felice o se hai famiglia e 3 lauree (queste sono cose che fai per te e per la tua autocoscienza e per il tuo istinto e per la tua vita), anzi: dove lo trovi il tempo per essere di esempio se devi sacrificare le tue forze ad un progetto di vita in cui la tua stessa vita è l' unico scopo? già: vivere per vivere: è questo il senso dell' uomo?
c'è chi lo fa con naturalezza
chi in modo osceno
dappertutto
penso che l' essere umano non riesce a esprimere al meglio la sua intelligenza in opere geniali perchè è fortemente limitato dalla consapevolezza di sè come individuo e dalla volontà di coltivare questa sua individualità. Guarda caso i geni sono spesso individui sciatti e completamente al di fuori dalla realtà: non gli frega niente, sublimano non solo le pulsioni, ma la loro stessa individualità: non sono più individui, ma strumenti attraverso cui l' arte si esprime e lo scopo viene perseguito.
Gli animali sono privi di autocoscienza, e per questo esprimono in ogni cosa una naturalezza e una forza estreme:
il fisico: l' uomo si identifica col proprio corpo, e gli\si concede riposo, cibo come forma di autogratificazione (non solo nutrimento) e sesso, e rifugge dalla fatica estrema e continuata, e si ritrae dalle sensazioni spiacevoli: il freddo, il sonno, il dolore fisico... senza questa identificazione invece il corpo è utensile da utilizzare finchè non si spacca, utensile da usare in modo improprio ed eccessivo, come scalpello a forgiare un blocco di marmo, e le vibrazioni e il surriscaldamento dello scalpello, che arrivano a noi, sono altro che la normale conseguenza del suo uso, e dato che il blocco di marmo (l' utopia, e il corpo\utopia) è un concetto assoluto, la forza esercitata sullo scalpello deve essere ad esso commisurata, cioè deve tendere all' infinito
la forza: non è costante, non è una tensione continuata: l' uomo si identifica con la propria psiche, e quando avverte una pressione ha da allentarla, deviando l' attenzione su cose trascurabili, cazzeggiando, svagandosi, oppure facendo le cose con mollezza
l' individualità come falso valore: l' uomo cerca continuamente delle riprove e delle gratificazioni alla propria individualità: l' uomo è tifoso, e perde tempo a guardare il calcio in tv (se l' uomo non avesse una coscienza di sè, non potrebbe delegare la sua propria affermazione a valori o sistemi collettivi come la patria, in cui paradossalmente l' individualità va a disperdersi e annullarsi); l' uomo cerca approvazione e simpatia dagli altri, e si rende ridicolo facendo il simpatico e parlando di sè o lamentandosi o vantandosi.
l' individualità come mimetizzazione dell' istinto: l' uomo identifica la sua propria individualità nel successo riproduttivo, e si sente realizzato se può farsi una famiglia e procreare: invece questo non è un' affermazione dell' individuo, ma il modo in cui la specie si serve dell' individuo per i suoi fini, riducendolo a strumento di incubazione per le generazioni future, costringendolo a lavorare e impiegare forza in un' attività che è in accordo con questo scopo: non già ricercare l' uomo per l' uomo in ciò in cui l' uomo è uomo (l' intelligenza, l' arte, la forza fini a se stesse: l' utopia come scopo), ma guadagnandosi da vivere costringendo la propria mente in attività utili, funzionali al suo essere integrato in una società che non vuole utopia, ma concretezza...l' amore, la famiglia, e ancora l' individualismo alla base di ciò: l' istinto innato di procreare affinchè una parte di noi continui a vivere. Già: i bambini: così importanti, nostro futuro e oggetto di ogni bene. Come se ci fosse davvero bisogno di cacarne ancora a popolare questa terra, ancora uomini, case, e sempre meno da spartire, e la gente è così stupida che non se ne rende conto. Perchè l' istinto è stupido. Perchè la specie umana è un cancro, e il cancro vuole crescere e crescere ancora, e non lo sa che poi, quando il corpo di cui si ciba ne morirà, lui pure finirà con lui.
e ancora, l' illusione dell' individualità che spera di conservarsi nella promessa di una vita dopo la morte: l' osceno inganno della religione.
e poi tutte le piccole cose in cui l' uomo disperde tempo e energie, appunto, per coltivare la sua individualità: vestirsi alla moda, comprare automobili costose, pettinarsi i capelli (a che serve? lavarsi i denti è necessario; avere un bel fisico è necessario: gli animali hanno tutti un bel fisico perchè non dosano le proprie forze, e l' uomo anche nel fisico deve essere utopia).
insomma, la perfezione è nel connubio tra la forza e l' assolutezza degli animali e l' intelligenza dell' uomo, e questo si può avere solo privando l' uomo della coscienza di sè.
perchè ciò che l' uomo fa per affermare la propria individualità e per gratificarla, in realtà lo annienta come individuo, non più uomo, ma solo essere umano... perchè l' uomo non è uomo per la sua propria coscienza o per il giudizio che egli ha di sè o per le cose che egli possiede, ma solo per quanto può essere di esempio a tutti gli altri, e agli altri non gli importa se tu sei felice o se hai famiglia e 3 lauree (queste sono cose che fai per te e per la tua autocoscienza e per il tuo istinto e per la tua vita), anzi: dove lo trovi il tempo per essere di esempio se devi sacrificare le tue forze ad un progetto di vita in cui la tua stessa vita è l' unico scopo? già: vivere per vivere: è questo il senso dell' uomo?
c'è chi lo fa con naturalezza
chi in modo osceno
dappertutto
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