23 ottobre 1956. A Budapest migliaia di manifestanti scendono in strada in segno di solidarietà con l’immensa protesta di operai e studenti Polacchi repressa col sangue un mese prima. Viene abbattuta la statua gigante di Stalin nel parco municipale.
Il numero uno del Partito Comunista, parla alla radio: insulta gli studenti e gli operai e respinge le loro richieste. Poi ordina alla polizia politica di sparare sulla folla ammassata davanti al palazzo della radio: muoiono in 12. I manifestanti si impadroniscono delle armi di decine di poliziotti che non oppongono resistenza. Nella notte i blindati della 92ma divisione dell'Armata Rossa entrano a Budapest. Il 25 ottobre, inizia la rivolta in altre dieci città, cinque radio clandestine trasmettono nel paese, vengono distribuiti giornali clandestini e sono costituiti alcuni consigli di fabbrica.
31 ottobre. I blindati si ritirano dalla capitale. Mosca invia finti negoziatori che, per guadagnare tempo, assicurano che l'Armata Rossa sta lasciando il paese. Invece dopo quattro giorni i carri armati sovietici entrano a Budapest, la gente si difende con armi leggere e bottiglie molotov. I combattimenti continuano fino al 9 dicembre. Il 12 dicembre, quando viene istituita la legge marziale, i lavoratori proclamano uno sciopero generale, che durerà fino al 13 gennaio, quando viene decisa la pena di morte contro tutti gli scioperanti.
Il 20 marzo, il primo ministro si reca a Mosca a rendere omaggio all’intervento sovietico. Il 27 aprile firmerà gli accordi di "stazionamento temporaneo" delle truppe sovietiche in Ungheria. vi resteranno ancora trentadue anni.
Commento di Giorgio Napolitano all'indomani dell'invasione dei carri armati societici a Budapest (1956):
L'intervento sovietico in Ungheria, evitando che nel cuore d'Europa si creasse un focolaio di provocazioni e permettendo all'Urss di intervenire con decisione e con forza per fermare la aggressione imperialista nel Medio Oriente abbia contribuito, oltre che ad impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, abbia contribuito in misura decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell'Urss ma a salvare la pace nel mondo.
Il numero uno del Partito Comunista, parla alla radio: insulta gli studenti e gli operai e respinge le loro richieste. Poi ordina alla polizia politica di sparare sulla folla ammassata davanti al palazzo della radio: muoiono in 12. I manifestanti si impadroniscono delle armi di decine di poliziotti che non oppongono resistenza. Nella notte i blindati della 92ma divisione dell'Armata Rossa entrano a Budapest. Il 25 ottobre, inizia la rivolta in altre dieci città, cinque radio clandestine trasmettono nel paese, vengono distribuiti giornali clandestini e sono costituiti alcuni consigli di fabbrica.
31 ottobre. I blindati si ritirano dalla capitale. Mosca invia finti negoziatori che, per guadagnare tempo, assicurano che l'Armata Rossa sta lasciando il paese. Invece dopo quattro giorni i carri armati sovietici entrano a Budapest, la gente si difende con armi leggere e bottiglie molotov. I combattimenti continuano fino al 9 dicembre. Il 12 dicembre, quando viene istituita la legge marziale, i lavoratori proclamano uno sciopero generale, che durerà fino al 13 gennaio, quando viene decisa la pena di morte contro tutti gli scioperanti.
Il 20 marzo, il primo ministro si reca a Mosca a rendere omaggio all’intervento sovietico. Il 27 aprile firmerà gli accordi di "stazionamento temporaneo" delle truppe sovietiche in Ungheria. vi resteranno ancora trentadue anni.
Commento di Giorgio Napolitano all'indomani dell'invasione dei carri armati societici a Budapest (1956):
L'intervento sovietico in Ungheria, evitando che nel cuore d'Europa si creasse un focolaio di provocazioni e permettendo all'Urss di intervenire con decisione e con forza per fermare la aggressione imperialista nel Medio Oriente abbia contribuito, oltre che ad impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, abbia contribuito in misura decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell'Urss ma a salvare la pace nel mondo.
Commenta