Iran, "marchiati ebrei e cristiani": polemiche
Un giornale canadese annuncia una nuova legge, Teheran nega
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME—Giallo, rosso, blu. Fasce di colori diversi da portare sempre al braccio, perché i musulmani possano riconoscerli. Ed evitare di entrare in contatto con loro: ebrei, cristiani, zoroastriani. La nuova norma sarebbe contenuta nella legge sui vestiti da indossare in pubblico che è stata approvata dal Parlamento iraniano. «Potrebbe entrare in vigore entro la fine dell’anno, deve ancora ottenere il via libera dalla Guida Suprema Ali Khamenei», ha spiegato Ali Behroozina, un esiliato iraniano che vive a Toronto, al quotidiano National Post.
La notizia pubblicata dal giornale canadese ha spinto il centro Simon Wiesenthal di Los Angeles a scrivere a Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni Unite, perché intervenga. «Dopo le affermazioni del presidente Ahmadinejad su Israele e le sue dichiarazioni per negare l’Olocausto — ha commentato il rabbino Marvin Hier, che guida l’organizzazione — Teheran si avvicina sempre di più all’ideologia nazista. Le fasce colorate non possono non ricordare le stelle gialle usate per marchiare gli ebrei». Anche Stephen Harper, primo ministro canadese, e John Howard, premier australiano in visita a Ottawa, hanno denunciato la legge come «ripugnante». «E’ incredibile che un regime possa immaginare di applicare una direttiva che ricorda il Terzo Reich», hanno commentato. Mahanno subito precisato «se le informazioni sono vere». Perché nel testo del provvedimento pubblicato dai siti iraniani non c’è alcun riferimento alle regole per le minoranze religiose. E un deputato di origine ebraica nel Parlamento di Teheran ha smentito l’articolo del National Post.
«E’ una notizia inventata e totalmente falsa — ha detto Maurice Motammed, alla France Presse —. Ero presente in aula quando il progetto per promuovere una moda femminile iraniana e islamica è stato votato. Non c’è alcun riferimento a fasce o fiocchi colorati per le minoranze religiose ». Anche Sean McCormack, portavoce del Dipartimento di Stato americano, è stato prudente. «Non è la prima volta che circolano notizie non confermate su questa legge. Ma se dovesse entrare in vigore con questi contenuti sarebbe come tornare alla Germania di Hitler ». Luca Volonté, capogruppo dell’Udc, ha chiesto l’intervento di Massimo D’Alema, neo ministro degli Esteri: «Una sua presa di posizione è urgente. In Iran non c’è solo il pericolo nucleare, è in atto anche l’instaurazione di un vero e proprio regime tirannico. Vanno bloccate le relazioni economiche delle aziende italiane, da oggi ogni indulgenza è connivente ».
Il National Post ha pubblicato un commento di Amir Taheri, analista iraniano che vive negli Stati Uniti, che spiega quelli che sarebbero i dettagli della norma. «La fascia colorata, chiamata "zonnar", permetterà ai musulmani di riconoscere facilmente gli appartenenti alle altre religioni evitando che possano stringere loro la mano per sbaglio, diventando così "najis", impuri». «Una bozza della legge — continua Taheri — era già stata redatta nel 2004, durante la presidenza di Mohammed Khatami, e l’iter parlamentare era stato fermato. Il blocco è stato rimosso sotto le pressioni del nuovo leader Ahmadinejad ».
D. F.
Un giornale canadese annuncia una nuova legge, Teheran nega
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME—Giallo, rosso, blu. Fasce di colori diversi da portare sempre al braccio, perché i musulmani possano riconoscerli. Ed evitare di entrare in contatto con loro: ebrei, cristiani, zoroastriani. La nuova norma sarebbe contenuta nella legge sui vestiti da indossare in pubblico che è stata approvata dal Parlamento iraniano. «Potrebbe entrare in vigore entro la fine dell’anno, deve ancora ottenere il via libera dalla Guida Suprema Ali Khamenei», ha spiegato Ali Behroozina, un esiliato iraniano che vive a Toronto, al quotidiano National Post.
La notizia pubblicata dal giornale canadese ha spinto il centro Simon Wiesenthal di Los Angeles a scrivere a Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni Unite, perché intervenga. «Dopo le affermazioni del presidente Ahmadinejad su Israele e le sue dichiarazioni per negare l’Olocausto — ha commentato il rabbino Marvin Hier, che guida l’organizzazione — Teheran si avvicina sempre di più all’ideologia nazista. Le fasce colorate non possono non ricordare le stelle gialle usate per marchiare gli ebrei». Anche Stephen Harper, primo ministro canadese, e John Howard, premier australiano in visita a Ottawa, hanno denunciato la legge come «ripugnante». «E’ incredibile che un regime possa immaginare di applicare una direttiva che ricorda il Terzo Reich», hanno commentato. Mahanno subito precisato «se le informazioni sono vere». Perché nel testo del provvedimento pubblicato dai siti iraniani non c’è alcun riferimento alle regole per le minoranze religiose. E un deputato di origine ebraica nel Parlamento di Teheran ha smentito l’articolo del National Post.
«E’ una notizia inventata e totalmente falsa — ha detto Maurice Motammed, alla France Presse —. Ero presente in aula quando il progetto per promuovere una moda femminile iraniana e islamica è stato votato. Non c’è alcun riferimento a fasce o fiocchi colorati per le minoranze religiose ». Anche Sean McCormack, portavoce del Dipartimento di Stato americano, è stato prudente. «Non è la prima volta che circolano notizie non confermate su questa legge. Ma se dovesse entrare in vigore con questi contenuti sarebbe come tornare alla Germania di Hitler ». Luca Volonté, capogruppo dell’Udc, ha chiesto l’intervento di Massimo D’Alema, neo ministro degli Esteri: «Una sua presa di posizione è urgente. In Iran non c’è solo il pericolo nucleare, è in atto anche l’instaurazione di un vero e proprio regime tirannico. Vanno bloccate le relazioni economiche delle aziende italiane, da oggi ogni indulgenza è connivente ».
Il National Post ha pubblicato un commento di Amir Taheri, analista iraniano che vive negli Stati Uniti, che spiega quelli che sarebbero i dettagli della norma. «La fascia colorata, chiamata "zonnar", permetterà ai musulmani di riconoscere facilmente gli appartenenti alle altre religioni evitando che possano stringere loro la mano per sbaglio, diventando così "najis", impuri». «Una bozza della legge — continua Taheri — era già stata redatta nel 2004, durante la presidenza di Mohammed Khatami, e l’iter parlamentare era stato fermato. Il blocco è stato rimosso sotto le pressioni del nuovo leader Ahmadinejad ».
D. F.
